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sabato 30 novembre 2019

SANT' ANDREA, QUALCHE RIFLESSIONE / 30 novembre

Duccio di Buoninsegna - vocazione di Pietro e Andrea.

Oggi festeggiamo sant’Andrea, fratello di Simone chiamato Pietro: Gesù accoglie volentieri fratelli e parenti nelle sue comunità. Dobbiamo temere quando non lasciamo purificare abbastanza i legami famigliari dal Vangelo. In questo stesso episodio, Gesù accoglie altri due fratelli, Giacomo e Giovanni, che faranno talvolta prevalere la logica dei legami di sangue!! Un guaio! I fratelli Pietro e Andrea invece saranno lungo i secoli il simbolo dell’unione delle Chiese di Oriente e Occidente.
Gesù sceglie pescatori. È una novità. Anche se non tutti gli apostoli sono pescatori questo indica una svolta. L’immagine ricorrente nell’Antico Testamento era piuttosto quella del pastore che cura giorno dopo giorno il suo gregge. Il pescatore esce in un luogo pericoloso, il mare, e il frutto del suo lavoro sarà costituito da pesci che non ha mai visto prima. La Chiesa per definizione deve dunque sempre “andare al largo”, “essere in uscita”, “andare alle periferie”, evangelizzare. Ce lo dice san Paolo nella prima lettura! Ascoltiamolo!  
Pietro e Andrea lasciano SUBITO (eutheos) le loro reti. Giacomo e Giovanni lasciano SUBITO (eutheos) la barca (il loro bene, il loro lavoro, la loro realizzazione) e il loro padre (gli affetti, l’autorità…). Possiamo immaginare che il padre, lasciato solo e senza futuro non l’abbia presa molto bene.

Prima Lettura  Rm 10,9-18  
La fede viene dall’ascolto e l’ascolto riguarda la parola di Cristo.

giovedì 28 novembre 2019

ANCORA SULLA VITA TRANQUILLA: DANIELE NELLA FOSSA DEI LEONI E GERUSALEMME CALPESTATA / giovedì XXXIV sett. T.O.



Daniele si fermava tre volte al giorno per pregare, a lungo. Saggezza grande che si è persa. Quanti tra coloro che vengono a Messa o i bambini che si preparano alla Prima Comunione, pregano anche una volta sola al giorno? E quando qualcuno prega è solo per chiedere, chiedere, come i pagani. Non per lodare, non per contemplare, non per ascoltare, non per fare la volontà di Dio.
Mentre Daniele che ha confidato in Dio viene salvato, si applica la legge del taglione ai suoi accusatori: occhio per occhio, dente per dente, vita per vita! Hai chiesto la morte di un innocente, quella stessa pena sarà applicata a te. Un deterrente terribile. Chiaramente siamo contro la pena di morte, ma in tanti altri casi le cose andrebbero meglio se si applicasse questo principio. Per esempio per tutte le querele pretestuose! Purtroppo oggi se qualcuno mi chiede 100 000 euro di danni per aver parlato male di lui, se riesco a provare che ho detto la verità, al massimo lui pagherà le spese processuali e qualche euro simbolico. Dovrebbe pagare lui i 100 000 euro che aveva chiesto a me. Renderebbe più libera e insieme più responsabile l’informazione. Infatti bisognerebbe essere più severi contro le fake news, le calunnie lanciate dai mezzi di comunicazione e dai politici con il solo scopo di azzoppare l’avversario. Voltaire aveva capito che usare la falsità “paga”. E diceva: “Calunniate, calunniate, ne rimarrà sempre qualcosa!” Cioè se calunniate getterete veleno nella vita del vostro avversario e sarà comunque macchiato. Alla fine però c'è tutta una società confusa e consegnata allo spirito del male!
Ma nella condanna degli avversari di Daniele vengono gettati nella fossa dei leoni anche mogli e figli. Muoiono persone innocenti o comunque non colpevoli del crimine commesso dal padre e il testo biblico racconta il fatto senza prendere posizione. Ovunque si pensava che fosse un modo buono per eradicare il male. Solo pian piano maturerà l’idea che i figli non devono pagare per le colpe dei genitori. È ovvio che ancora oggi in tutti i cataclismi naturali, tutte le guerre, tutte le rivoluzioni, tutte le repressioni, persone innocenti sono coinvolte e talvolta uccise. Ma Gesù manifesta la sua sensibilità verso i più deboli, verso coloro che non potranno mettersi in salvo: guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano in quei giorni”.
Il messaggio centrale di queste letture è quello di una formidabile speranza, di una forza straordinaria: Dio libera i suoi amici. Non chiedere (troppo) una vita senza tribolazioni saresti deluso, ma chiedi piuttosto la forza di affrontare le difficoltà, rimanendo fedele a Colui che “libera dalle fauci dei leoni”, anzi, “risollevati e alza il capo”.

Prima Lettura   Dn 6, 12-28
Dio ha mandato il suo angelo che ha chiuso le fauci dei leoni.

mercoledì 27 novembre 2019

SI PUO' VIVERE UNA VITA CALMA E TRANQUILLA? / mercoledì XXXIV sett. T.O.



Prima verità: la vita di tutti gli uomini sulla faccia della terra è nelle mani di Dio onnipotente.
Seconda verità: il re Baldassàr che si innalza contro il Dio del cielo viene punito. I discepoli che testimoniano il Vangelo con zelo vengono “puniti”, vengono perseguitati.
Si può vivere una vita equilibrata, tranquilla, adatta alle proprie forze? Chi cerca di non esporsi troppo viene punito alla fine: “Chi vorrà salvare la propria vita la perderà”, chi è tiepido il Signore lo vomiterà dalla sua bocca.
Allora si può sapere come fare? Purtroppo – o grazie a Dio - non c'è verso di garantirsi una vita esente da rischi e prove. Però chi ha costruito la sua casa sulla roccia sperimenterà la vicinanza e la  protezione di Dio in mezzo alle prove e non crollerà. Una enorme differenza.
Ma quindi quando Paolo invita a pregare “perché possiamo trascorrere una vita calma e tranquilla con tutta pietà e dignità” aggiungendo che questo è gradito a Dio e facilita la salvezza di tutti (i deboli) ( vedi 1 Timoteo 2, 1-8) forse sta deviando dal Vangelo, dall’insegnamento di Gesù che dice: sono venuto a portare non pace ma spada? No! Il cristiano segue Gesù mite e umile di cuore, alza al cielo mani pure, senza ira e senza contese. Diffonde la pace, attraverso la misericordia e il perdono, il servizio senza cercare la propria ricompensa, sapendo che Dio tiene registri molto accurati, ma dire la verità o solo viverla può provocare reazioni forti, perfino di odio gratuito. Dio stesso tiene conto della nostra debolezza. Ma non posso dire “Padre nostro … sia fatta la tua volontà” e voler che si faccia la mia volontà e non la sua.

Prima Lettura  Dn 5, 1-6.13-14.16-17. 23-28
Apparvero le dita di una mano d’uomo, che si misero a scrivere.

martedì 26 novembre 2019

TUTTO SARA' DISTRUTTO TRANNE ... / martedì XXXIV sett. T.O.


L’impero di Nabucodonosor, tra vicende varie, passerà, sarà distrutto. Il Tempio di Gerusalemme, Casa di Dio, simbolo e cuore pulsante del popolo eletto, passerà, sarà distrutto. Nulla di umano rimane (passiamo anche noi. Ho sempre la barba ma mi dicono che è leggermente cambiata!), passa il potere politico, passano gli usi sociali, passano gli edifici religiosi, passano le forme devozionali. Passano pure le rivoluzioni e i cataclismi. Eppure non si tratta solo di cose senza importanza: alcuni fatti saranno terrificanti, dice Gesù! Molte tradizioni e luoghi sacri sono davvero preziosi. Ma non eterni, non assoluti. Invece il regno del Messia non sarà mai distrutto. Niente a che vedere con la gloria mondana della Statua che Nabucodonosor vede in sogno. Il regno del Messia è una pietra grezza e piccola ma che diventa una grande montagna che riempie tutta la terra.
Sfortunati coloro che identificano questo regno con le loro pratiche religiose, la loro cultura, i loro modi di fare. Qualcuno diceva: se la Chiesa sposa troppo gli usi del suo tempo, di una data generazione, alla generazione successiva si ritroverà vedova! Ma la cosa più grave è che chi scambia l’esterno per la sostanza, non ha capito l’essenza del Vangelo. Chi cerca l’apparire, il farsi vedere, ha già ricevuto la sua ricompensa.
Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Matteo 6,4

Prima Lettura  Dn 2, 31-45
Dio farà sorgere un regno che non sarà mai distrutto e annienterà tutti gli altri regni.

lunedì 25 novembre 2019

MA IL PROFETA DANIELE ERA VEGANO? / transito di Mons. Delle Nocche



Dio ci ama tutti, così come siamo. Il ricco ha dato del suo superfluo e Dio lo ama, la vedova povera ha dato tutto quello che aveva per vivere e Dio la ama. Ma quale differenza tra loro due! E Gesù non vuole che imitiamo chi dona solo una parte. Lui che ha dato tutto per noi vuole che diamo tutto! Vuole che imitiamo la generosità e la fiducia di questa vedova nella sua indigenza! Vuole che imitiamo la saggezza del giovane Daniele che, come riporta la prima lettura, decide di essere radicalmente fedele alla Legge ma sa portare avanti la sua decisione col dialogo e il rispetto dell’altro, l’ascolto della situazione.
Oggi si ricorda il transito felice di Monsignor Delle Nocche, maranese, fondatore delle Suore Discepole di Gesù Eucaristico e Venerabile. Possiamo vederlo rispecchiato nella vedova del Vangelo e in Daniele. Era un uomo radicale ma che portava in sé tutta la calorosa ricca sapienza umana e dialogica della cultura napoletana, purificata ed elevata dalla fede cristiana.
Ma Daniele e i suoi compagni volevano mangiare solo verdure perché erano vegani? Molti lo dicono. Non sono competente in materia di diete, ma Daniele e i suoi compagni si privavano di carne e altri cibi solo perché questi non erano Kasher. Il loro stato florido proveniva forse anche dall'alimentazione ma soprattutto traspariva sul loro volto il risultato della loro scelta spirituale radicale. E quello che è sicuro è che invocare l'autorità della Bibbia per vantare una dieta più di un'altra è un modo completamente fuorviante di interpretare la Parola di Dio.

Prima Lettura   Dn 1, 1-6. 8-20
Non si trovò chi fosse pari a Danièle, Ananìa, Misaèle e Azarìa.

domenica 24 novembre 2019

UNGIAMO GESU' COME NOSTRO RE! / Solennità di Cristo Re



Le tribù scelgono Davide come re. Egli è già stato unto da Dio come re tramite il profeta Samuele, ma le tribù lo ungono di nuovo dopo averlo scelto. Perché lo scelgono? Hanno visto il suo operato fin dal tempo di Saul e sanno dell’unzione precedente. Concludono che ci conviene averlo come re, per vivere meglio, con pace e ordine e difendere i loro valori, la loro identità.
Gesù è il nostro Signore, mandato da Dio. Non c'è un altro Signore. L’abbiamo ricevuto nel battesimo fin dai primi mesi della nostra vita. Grande privilegio e dono. Ma tu, l’hai mai scelto da adulto? La tua famiglia l’ha scelto? La tua comunità, la tua “tribù” l’ha scelto?
Siete adulti, avete conosciuto il Signore e visto quello che ha fatto nella vostra vita: volete che Gesù regni sopra di voi, sopra la vostra famiglia? Sono certo che tutti diranno di sì! Ma cosa significa che Gesù regna su di noi? Significa che comanda e noi obbediamo, che quando chiama si va in guerra con lui per combattere le sue battaglie perché crediamo che le sue battaglie sono le nostre battaglie, che i suoi ordini sono buoni per noi. Magari la chiamata alle armi ti viene comunicata da un inviato poco simpatico, ma è il re che chiama. Non pensare di avere in Gesù una balia che ti evita di crescere.
Ungiamo Gesù come nostro re per combattere assieme a lui contro il male, sotto i suoi ordini! Ma io sono troppo debole, peccatore, incoerente, non riesco mai a comprendere bene la volontà di Dio…
Invoca Gesù per nome. Ai piedi della croce i presenti rimangono perplessi e non si scoprono (il popolo), insultano Gesù in vari modi (i capi e i soldati), scaricano la loro impotenza e frustrazione con rabbia (il primo condannato). Solo uno lo chiama  “Gesù!”: il secondo condannato. Ora questa invocazione è molto rara nei Vangeli. In Luca dal quale è tratto il brano di oggi – caso dei demoni a parte – Gesù viene chiamato con il suo nome solo tre volte: dai dieci lebbrosi, dal cieco di Gerico e dal crocifisso accanto a lui. Come mai? Sono gli ultimi degli ultimi. Allora cadono tutte le maschere, tutte le prudenze e questi disgraziati si trovano in un rapporto di inattesa intimità con Gesù, di inattesa verità. E sono salvati. “Oggi con me sarai nel paradiso”.

Prima Lettura  2 Sam 5, 1-3
Unsero Davide re d'Israele.

venerdì 22 novembre 2019

COSTRUIRE IL TEMPIO / santa Cecilia



I Maccabei ricostruiscono il Tempio profanato dai pagani. Gesù purifica e riconsacra il Tempio profanato dagli stessi credenti.
Distruggere il Tempio, ricostruirlo dopo che è stato distrutto o profanato. È l’opera incessante dei discepoli. Sì perché distruggiamo anche noi.
I primi cristiani, che ci hanno insegnato la fede, dicevano: “non abbiamo Tempio, il nostro Tempio è Cristo!”. “Infatti “egli parlava del Tempio del suo corpo”, ma non lo capirono.
Costruisci il Tempio di Dio che sei tu, o lo distruggi con l’empietà, con la droga, con la pornografia, con ogni sorta di egoismo e di orgoglio? “O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi?” 1Cor 6:19
Costruisci la comunità? Beato te! Oppure la distruggi, con il peccato, con la critica e il giudizio, o l’indifferenza? Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi.” 1Cor 3:16-17

Prima Lettura   1 Mac 4,36-37.52-59
Celebrarono la dedicazione dell'altare e offrirono olocausti con gioia.

giovedì 21 novembre 2019

MADRE O SORELLA? / Presentazione di Maria al Tempio, 21 novembre



Presentazione di Maria al Tempio - Giotto.

Maria di Nazareth è una donna con una sensibilità di donna e di madre. Non può non averla colpita al cuore fin nell’intimo la frase del suo figlio: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». E indicando i discepoli: «Ecco mia madre e i miei fratelli! ». Non era la prima volta che Dio la sconvolgeva, la “trattava male, ingiustamente”.
È nostra Madre e non solo la mamma di Gesù perché, come Abramo, ha messo la sua obbedienza a Dio prima del legame con suo figlio. È anche diventata in questo modo nostra sorella. Il legame tra i cristiani è rifondato in Dio. Ne è testimone questa riflessione di sant’Agostino che la Chiesa tramanda come un tesoro ma che però la sensibilità cattolica comune fa fatica ad accettare in pieno:
“Santa è Maria, beata è Maria, ma è migliore la Chiesa che la Vergine Maria. Perché? Perché Maria è una parte della Chiesa: un membro santo, un membro eccellente, un membro che tutti sorpassa in dignità, ma tuttavia è sempre un membro rispetto all'interno corpo. Se è membro di tutto il corpo, allora certo vale più il corpo che un suo membro. Il Signore è capo, e il Cristo totale è capo e corpo. Che dire? Abbiamo un capo divino, abbiamo per capo Dio.
Perciò, o carissimi, badate bene: anche voi siete membra di Cristo, anche voi siete corpo di Cristo. Osservate in che modo lo siete, perché egli dice: «Ecco mia madre, ed ecco i miei fratelli» (Mt 12, 49). Come potrete essere madre di Cristo? Chiunque ascolta e chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre (cfr. Mt 12, 50).
Vale la pena leggere e meditare tutto il brano che riporta oggi il breviario.

Prima Lettura  Zc 2,14-17
Rallégrati, esulta, figlia di Sion, perché, ecco, io vengo.

mercoledì 20 novembre 2019

DI QUALE BANCA PARLA IL VANGELO? / mercoledì XXXIII sett. T.O.



Letture dure da ascoltare. Specialmente se, come questo pomeriggio, sono lette durante il funerale di una persona giovane portata via in un mese da una malattia devastante.
Dal libro dei Maccabei sentiamo di una persecuzione violenta contro gli ebrei che non risparmia i bambini, nel Vangelo c'è un re esigente che fa uccidere i suoi nemici e giudica con severità i suoi servi…
Ma appare anche il Dio dei Padri che ha promesso la vita eterna per cui vale la pena morire per le sue leggi anche da bambino, e la mamma ne è così sicura che li invoglia alla fedeltà perché vuole ritrovare tutti i suoi figli nella risurrezione che chiama “giorno della misericordia”. Nel Vangelo il re ricompensa lautamente i servi fedeli associandoli al governo del suo regno.
Qual è la nostra fede? Pronti a morire giorno dopo giorno per il Signore perché solo in lui c'è la vita vera?
Il Signore esige che mettiamo la nostra vita al suo servizio. Però accetta il servo che porta solo cinque monete come frutto della moneta ricevuta come il servo che ne porta dieci. Accetterebbe anche solo gli interessi dati dalla banca per quella moneta depositata. Ma cos'è questa banca di cui parla? È l’obbedienza che salva chi non è capace di fare grandi opere geniali e audaci ma vuole servire il Signore. Siccome grandi santi hanno capito per se stessi e vissuto con umiltà il valore dell’obbedienza, siamo un po’ cauti prima di sentirci capaci di inventarci una religione a modo nostro. Di liberi battitori ne ho conosciuti personalmente molti e so quale fu la loro fine.

Prima Lettura   2 Mac 7, 1. 20-31
Il Creatore dell’universo vi restituirà di nuovo il respiro e la vita.

martedì 19 novembre 2019

QUAL E' LA TUA FAMA? / martedì XXXIII sett. T.O.


Il Papa saluta ad uno ad uno i preti della Diocesi di Pontoise (FR)
venuti in pellegrinaggio a Roma col loro vescovo.
Eleàzaro, scriba stimato e avanti negli anni, affronta una scelta drammatica: tradire la Legge di Dio o finire suppliziato. Giorno dopo giorno la sua fedeltà di cuore e di volontà ha costruito in lui una comunione con Dio tale che non ha esitazioni. Eppure c'è ancora una trappola. Chi ha aderito al decreto empio del re gli propone per amicizia un sotterfugio per aver salva la vita. Ma lui non si lascia sviare da considerazioni di affetto. Sa che solo facendo la volontà di Dio amerà realmente i suoi amici e i suoi concittadini, sopratutto i giovani. In questo modo la sua fama è diventata eterna, una luce che brilla ancora per noi.
A Gerico, Gesù è preceduto dalla sua fama e Zaccheo cerca di vederlo. Anche Gesù ha costruito la sua personalità nell’oscurità della fedeltà quotidiana a Dio. Oscurità del piccolo villaggio, oscurità tra i compaesani che lo disprezzavano. Ha compreso che è meglio arricchire presso Dio che rallegrarsi per “le dirette televisive”. La sua autenticità gli permette di muovere il cuore di Zaccheo prima ancora di incontrarlo. Infatti Zaccheo è ricco e sano e non ha bisogno delle grazie e dei miracoli per i quali molti corrono. Ha bisogno di un incontro vero.
Anche Zaccheo aveva una fama, negativissima. Da una parte c'è l'amore gratuito di Dio che precede  il suo pentimento: “Zaccheo, oggi devo fermarmi a casa tua!” Dall’altra però, ci sono le mormorazioni delle persone : la sua conversione sarà messa alla prova prima egli che possa riconquistare la fiducia della gente. Non importa molto, se lui cerca veramente Dio. Però è un fatto che la fama che si costruisce nella conversione quotidiana è un bene prezioso. Il senso di responsabilità verso i figli, i lontani, i più giovani, ci deve spingere a dare una testimonianza più generosa, attenta, che va fino alla fine. San Paolo dimostra una grande sensibilità su questo punto: Cessiamo dunque di giudicarci gli uni gli altri; pensate invece a non esser causa di inciampo o di scandalo al fratello.” Rm 14:13; Da parte nostra non diamo motivo di scandalo a nessuno, perché non venga biasimato il nostro ministero;” 2Cor 6:3; (vedi anche Rm 14:20; 1Cor 8:13; 1Cor 10:32; 2Cor 11:29). Ricordo una evangelizzazione il cui frutto era stato molto abbondante ma che fu subito distrutto da una lite tra catechisti!
Ieri ho ricevuto la foto sopra e si parlava del tempo che papa Francesco dedica a salutare i suoi visitatori ad uno ad uno: "Ha molte cose da fare, domani (oggi) parte per la Tailandia…" L'esperienza, in particolare nel carcere di Poggioreale, quando papa Francesco venne a Napoli, per me e per i miei fratelli internati e detenuti, è che non è tempo perso. Sta dicendo una cosa essenziale quanto semplice: siamo tutti fratelli, per Gesù tu sei importante. Sembra che molti in Tailandia, cristiani e buddisti, lo aspettano proprio per la sua semplicità e per la sua coerenza evangelica.
Quale fama di coerenza cristiana e umana abbiamo?

Prima Lettura  2 Mac 6, 18-31
Lascerò ai giovani un nobile esempio, perché sappiano affrontare la morte per le sante e venerande leggi.

lunedì 18 novembre 2019

FIGLIO DI DAVIDE ABBI PIETA' DI ME! / lunedì XXXIII sett T.O.



Il cieco di Gerico sa di essere cieco e grida verso Gesù per essere guarito, senza scoraggiarsi quando i presenti lo vogliono far tacere. Nel Vangelo ci sono altri ciechi guariti da Gesù. Qualcuno apre gli occhi progressivamente, qualcuno viene sporcato con fango da Gesù e, essendo obbligato quindi a lavarsi, ricupera in questo modo la vista.
Potessimo tutti riconoscere di essere ciechi, almeno in parte, e chiedere a Gesù di essere illuminati, guariti dalla nostra cecità. Non c'è nulla di peggio di chi dice di vedere, magari vuole correggere gli altri mentre non sa niente e quel poco che sa lo sa male. Fratelli miei, non vi fate maestri in molti, sapendo che noi riceveremo un giudizio più severo,..” (Giac 3:1). Gesù rispose loro (ai farisei): «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane». (Gv 9:41).
Negli anni '50, Mons. Armando Dini era assistente dell'Azione cattolica e il presidente diocesano di allora, un laico, conosceva molto bene il Nuovo Testamento e in particolare le Lettere di san Paolo. Pur essendo prete, Mons. Dini, non aveva ricevuto una formazione biblica sufficiente in seminario e rimaneva sconcertato. Invece però di contraddire, si mise a studiare a fondo il Nuovo testamento e scoprì che questo laico parlava in conformità alla Parola di Dio. Fu per lui una immensa gioia, perché gli si manifestò la Grazia di Dio, il Mistero nascosto da secoli gli apparve nel suo splendore.
Quello che sappiamo sia fondato saldamente sulla Parola di Dio ma questo non significa che sappiamo tutto. Conosciamo le basi. L’unico fondamento è Cristo. Per il resto, consapevoli della nostra piccolezza possiamo essere solo strumenti di Dio. Lo strumento è utile se sta nella mano dell’operaio, dell’artigiano, dell’artista. Lo strumento che non è in mano all’operatore può stare sul tavolo, inerte, e non serve a nulla, oppure può scivolare, scappare di mano e crea danno, oppure infine potrebbe essere in mano all’operatore sbagliato. Se è in mano all’Orgoglioso crea un grande danno. Essere in mano al Signore  significa esserlo totalmente. Certo siamo fragili ma l’artista che conosce sia lo strumento che la sua arte otterrà capolavori con strumenti deboli. Dio ci custodisca nella santa umiltà del Cristo, nel suo Amore e nella sua Pazienza.

Prima Lettura   1 Mac 1, 10-15.41-43.54-57.62-64
Grandissima fu l’ira sopra Israele.

domenica 17 novembre 2019

SORGERA' PER VOI IL SOLE DI GIUSTIZIA / XXXIII Dom T.O.



Queste letture sono la riprova che non dobbiamo essere superficiali nell’ascolto: l’impressione di timore che può lasciare una prima lettura frettolosa, se invece ci si ferma ad ascoltare profondamente, diventa occasione di riflessione molto seria sulle realtà negative e  pericolose della vita e la straordinaria protezione che Dio concede in mezzo alle prove a coloro che si affidano totalmente a lui, mente, anima, cuore, volontà, forze, passato, presente, futuro.
“Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati.” (Rom 8:37)
“Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia.”
“Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.”

Prima Lettura  Ml 3, 19-20
Sorgerà per voi il sole di giustizia.

venerdì 15 novembre 2019

MA IL FIGLIO DELL'UOMO TROVERA' LA FEDE SULLA TERRA? / sabato XXXII sett. T.O.



Se un giudice disonesto finisce per cedere all’insistenza di una povera vedova, perché non fate fiducia a Dio che è vostro Padre? Ha già pronto da tutta l’eternità grazie immense per i suoi eletti!
Ma Dio non è un giudice disonesto che accontenta il richiedente molesto per levarselo di torno: “qualunque cosa mi chiede glielo faccio perché mi ha scocciato, voglio essere tranquillo!” dice il giudice disonesto. Quante volte non si fa il bene dei figli per debolezza o puro disinteresse: il figlio grida e io cedo!
Invece Dio è Padre e ci ama, e regge – fino alla croce – le nostre grida, le difficoltà che gli creiamo, il peso del nostro peccato, e guida sapientemente il nostro cammino per darci ciò che ci fa veramente bene: rigeneraci, rinnovare il nostro battesimo! “Tutto il creato fu modellato di nuovo nella propria natura come prima, obbedendo ai tuoi comandi, perché i tuoi figli fossero preservati sani e salvi.”
“Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fiducia, l’abbandono, sulla terra?”

Prima Lettura  Sap 18,14-16; 19,6-9
Il Mar Rosso divenne una strada senza ostacoli e saltellarono come agnelli esultanti.

SAI QUANDO MORIRAI? / venerdì XXXII sett. T.O.



È Dio che deve adattarsi al tuo progetto (perché, come dici, è buono), oppure sei tu che devi entrare nel suo (perché è lui il Signore, come dici ma a chiacchiere, e perché è buono e ti ama)?
Perché non sei mai pronto/a a fare la volontà di Dio? Perché ti credi indispensabile mentre puoi morire oggi stesso? Forse senza di te si fermerà il mondo? Perché ti ribelli se ti si dicono le cose in modo un po’ brusco? Per carità, ci sono tante mancanze da parte di preti, educatori, e gentaglia varia, ma ricordati gli angeli mandati a Sodoma a salvare Lot e i suoi: devono tirarli fuori di casa perché non si decidevano a partire… Perché guardi sempre indietro al passato o a un futuro che immagini ma non esiste? Rischi di diventare una statua di sale come la moglie di Lot.  
Perché? La risposta è una sola: non hai fede.
Il Vangelo di oggi (chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà) ci mette tutti a disagio, perché in fondo la nostra fede è debole e siamo tutti legati a noi stessi, alle nostre idee, alle nostre cose… Ma è una parola di salvezza di cui abbiamo bisogno. Benediciamo e non malediciamo le circostanze quando ci spingono nelle braccia del Signore e sopratutto benediciamo la Chiesa quando ci abitua a coltivare questa attitudine: essere sempre disponibili a lasciare tutto, senza indugio, per seguire il Signore!

Prima Lettura   Sap 13, 1-9
Se sono riusciti a conoscere tanto da poter esplorare il mondo, come mai non ne hanno trovato più facilmente il sovrano? 

giovedì 14 novembre 2019

SCOPRIRE L'OPERA "CASA BETLEMME" DI FLORA GUALDANI



In conclusione, se dovessi riassumere il nostro compito nella società, direi così: davanti alla diffusa malattia delle “3S” cioè soldi, sesso e successo, cerchiamo di rispondere con la terapia delle “3P”, cioè povertà, purezza, piccolezza. Con dosi sempre abbondanti di preghiera. E’ una ricetta che porta frutto e dà futuro. Ve lo assicuro.
Mi permetto di dire che certe sofferenze della società derivano da una profonda crisi della Chiesa. Mi pare che siano stati decapitati il primo e sesto comandamento: il primato di Dio e la purezza della nostra vita. Quando crollano quelli, con il tempo vengono giù anche gli altri. Ma tutto parte da un problema di fede. Quando si ha paura ad annunciare verità impopolari, alla radice c’è un calo della nostra fede.

Invito ad andare a questo link “Il primato di Dio e la purezza della nostra vita, quando crollano quelli, con il tempo vengono giù anche gli altri” – il blog di Costanza Miriano sul blog di Costanza Miriano che pubblica il discorso di Flora Gualdani nel momento di accogliere il premio Cultura cattolica dalle mani del Cardinale Bassetti. È tutto da leggere, il suo discorso, la storia della sua vita e della sua fondazione, tutto!  

mercoledì 13 novembre 2019

ASCOLTATE E CERCATE DI COMPRENDERE / mercoledì XXXI sett. T.O.



Ascoltate, ... e cercate di comprendere;  Porgete l’orecchio,  … Chi custodisce santamente ... e quanti le avranno apprese vi troveranno una difesa. … Bramate le mie parole, desideratele e ne sarete istruiti
In questa lettura della Sapienza viene messo in risalto il Primo Comandamento che dobbiamo rispettare: ASCOLTARE. “Il Primo è: Ascolta Israele …” dice Gesù. Come mai? Semplicemente perché non conosciamo la strada, non abbiamo lo Spirito di Dio, non conosciamo la cura del nostro male. Ma più profondamente perché si vive di amore e la parola è uno strumento privilegiato di amore. Che senso avrebbe sforzarsi di essere perfetti e non avere dialogo con Dio, non vivere in comunione con lui? Che senso avrebbe un marito perfetto che non comunica con la moglie? Che senso dare tutte le cure materiali a un bambino e non parlargli, dialogare con lui? Morirebbe! Solo la comunione con il Signore è fonte di salvezza.
Ieri sera, sentivo persone convinte che nella Bibbia si trova la salvezza ma non ce l’hanno nemmeno a casa! Un colmo! Ma facilmente rimediabile. 
Per noi che viviamo la messa ogni giorno e quindi ascoltiamo la Parola di Dio (o forse sentiamo soltanto?), comprendiamo che bisogna poi fidarsi, lasciarsi guidare. Quando venne proposto a Mons. Delle Nocche di diventare vescovo di Tricarico, egli esitò, stava benissimo a Marano e non riusciva nemmeno a trovare Tricarico sulla cartina! Sapeva solo che l'ultimo vescovo era scappato via e che la Santa Sede cercava invano da cinque anni qualcuno per reggere quella diocesi. Chiese consiglio al padre spirituale che rispose: "a che servono le tue lunghe meditazioni se non metti in pratica!" Egli ascoltò e Dio lo colmò di benedizioni!
I lebbrosi del Vangelo di oggi invocano Gesù, gli chiedono la salvezza ma Gesù non li guarisce sul posto, non li tocca, dice solo una parola: “andate”. Essi si mettono in cammino appoggiati su una parola! E se fosse uno scherzo? Lui che è così potente, non poteva guarirli prima? Perché queste complicazioni? Ma è quello che fa Gesù! È il suo metodo. Vuoi guarire? Fai quello che dice Gesù, non quello che dice la tua ragione o i tuoi desideri … Come sapere se quello che faccio, voglio, desidero, è volontà di Dio o meno? È la Chiesa che ti da la conferma o meno. Non c'è altra via. Padre Pio e Bartolo Longo non si sono ribellati di fronte alla condanna ingiusta del Papa male informato, perché la Chiesa e Gesù sono tutt’uno. Gli scismi, le eresie, tutto comincia con la non disponibilità a cercare la sottomissione alla Chiesa. Se quello che dico e voglio viene da Dio, Dio agirà sulla Chiesa che è nelle sue mani. E poi ringraziare, spesso, ogni giorno, in tutto! (1Ts 5:18)
Allora con allegria e grande speranza “cerca il Regno di Dio e la sua giustizia prima di ogni cosa e tutto il resto ti sarà dato in sovrappiù!”

Prima Lettura   Sap 6, 2-12
Ascoltate, o re, perché impariate la sapienza.

LA PACHAMAMA. CULTO IDOLATRICO IN VATICANO?



Qualcuno mi ha chiesto di scrivere sulla Pachamama nel Sinodo, rubate e gettate nel Tevere da un giovane austriaco perché scandalizzato dall'introduzione dell’idolatria nella Chiesa! Anch'io mi sono trovato davanti ad un evento nuovo e mi sono venute domande, ma non conoscendo i particolari del caso ho voluto prima approfondire. La mia posizione di base però era questa:
1 non buttarsi in giudizi senza conoscenza seria dei fatti, credendo ciecamente a siti scandalistici incompetenti o cattolici di parte che sfruttano ogni occasione per agitare le acque. Qualunque siano state le sue buone intenzioni, il gesto solitario e non frutto di dialogo del giovane che ha buttato le statue nel Tevere è stato sbagliato.
2 fare fiducia a priori al Papa (che vedo predicare e mettere in pratica il Vangelo con una chiarezza eccezionale).
3 anche se fosse andato qualcosa di storto, il Papa non può essere ritenuto diretto responsabile di tutto ciò che avviene nel corso di una manifestazione così ampia. È certamente responsabile in tutto delle conclusioni che ha promesso di darci a breve ma che devono ancora venire.
4 dare importanza a ciò che è principale e non alle “cosette”. Ma l’idolatria è una “cosetta”? No, certamente. Ma un singolo episodio – di cui non si conosce tutto – è comunque una “cosetta”. Mentre la COSA del Sinodo è vitale ed è altro. E non è una “cosetta” l’idolatria superstiziosa  tra i battezzati che dicono: “come c'è il bene, c'è anche il male!” che troppi tollerano passivamente. E io, in questa lotta di purificazione essenziale, mi sento spesso molto solo. C'è anche l’idolatria strisciante ma reale verso statue e immagini mentre il popolo di Dio è il popolo dell’ascolto. Vorrei chiedere alle persone che seguono con tanto interesse fatti e notizie di questo tipo, qual è l'essenziale della fede cristiana. Nel caso in cui venissero fuori dubbi o titubanze, è prioritario approfondire e rinforzare le basi della propria fede per essere salvati. 
Ma ecco che l’Osservatore Romano ci aiuta con l’intervento chiarificatore di un vescovo dell’Amazzonia. Invito a leggerlo senza pregiudizi e con calma. Magari dopo se ne può riparlare insieme.

(Felipe Arizmendi EsquivelVescovo emerito di San Cristóbal de las Casas) 
Grande scalpore hanno suscitato le immagini o figure utilizzate nella cerimonia nei giardini vaticani all’inizio del sinodo panamazzonico e nella processione dalla basilica di San Pietro all’Aula sinodale, alle quali ha partecipato Papa Francesco, e poi in altre chiese di Roma. Alcuni condannano questi atti come se fossero un’idolatria, un’adorazione della “madre terra” e di altre “divinità”. Non c’è stato niente di tutto ciò. Non sono dee; non c’è stato alcun culto idolatrico. Sono simboli di realtà ed esperienze amazzoniche, con motivazioni non solo culturali, ma anche religiose, ma non di adorazione, perché questa si deve solo a Dio.

martedì 12 novembre 2019

SERVI GLORIFICATI / S. Giosafat martire 12 novembre



Colpisce la grande differenza tra la gloria e la pace degli eletti dopo la morte (prima lettura) e la fatica e l’umiliazione del servo che alla fine di tutto risulta pure inutile (Vangelo).
La promessa della ricompensa ci sostiene nella condizione attuale di servi in continua conversione. Davanti a noi c'è il Signore che da Dio si è svuotato per apparire in forma di servo, obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Ma quando guardiamo un po’ di più al Signore crocifisso e glorioso comprendiamo che servire in quel modo è acquistare la sua natura divina,

Prima Lettura  Sap 2, 23 - 3, 9
Agli occhi degli stolti parve che morissero, ma essi sono nella pace.
Dal libro della Sapienza
Dio ha creato l’uomo per l’incorruttibilità,
lo ha fatto immagine della propria natura.
Ma per l’invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo
e ne fanno esperienza coloro che le appartengono.

lunedì 11 novembre 2019

IL VANGELO CI APRE IL FUTURO / San Martino di Tours 11 novembre


 Nel 1996 Giovanni Paolo II andò in Francia per i millecinquecento anni del battesimo del re Clodoveo che segnò l’adesione dei franchi al Cattolicesimo. Era un battesimo largamente politico il suo anche se il Cristianesimo attraeva questi Capi tribù e Re perché il Vangelo vissuto dalla gente e la testimonianza dei santi si dimostrava un pilastro straordinario per costruire una società pacifica e prospera e per unificare i popoli nella concordia e nel progresso civile e sociale. E Clodoveo era particolarmente devoto alla testimonianza di san Martino di Tours vissuto un secolo prima. Infatti la gente che rifletteva, che aveva responsabilità, era convinta che il Cristianesimo fosse la forza che apriva il futuro ai loro popoli. Ne sei ancora convinto tu oggi? Sembra che stiamo crollando sotto il peso della Storia e degli scandali nella Chiesa. Siamo sfiduciati e rassegnati. San Martino è morto nel suo letto ma credeva alla Risurrezione di Cristo e ha dato la sua vita fino all’estremo delle sue forze. I problemi non gli mancavano! Infatti la sua ultima fatica è stata di risanare una lite grave tra preti (che dava scandalo ai semplici come ricorda il Vangelo di oggi). E molti di questi primi evangelizzatori, laici, preti vescovi o re, hanno pagato col martirio il loro zelo per il Vangelo. Grazie a loro si sono gettate le fondamenta dell’Europa, una formidabile comunione spirituale e culturale di popoli prima antagonisti.
Quindi tocca a noi oggi l' "hypomonè" (il su-portare, portare su) dei nostri tempi, delle nostre situazioni. E mentre il generale di un esercito già sconfitto chiacchiera nel suo ufficio, il soldato che combatte nella trincea ha i piedi nel fango e nel freddo. Chiediamo a san Martino di Tours (è stato pioniere in tanti modi, battezzato da un altro santo e Padre della Chiesa, Ilario di Poitiers, ha fondato il primo monastero in Europa, quello di Ligugé – tutti luoghi che conosco bene) di accettare con gioia e convinzione di combattere anche noi nella trincea per fondare i nuovi tempi che si annunciano. Gioia e convinzione perché Cristo è lo stesso ieri oggi e sempre, perché è stato costituito Signore in forza della risurrezione dai morti, e perché consapevoli dei peccati dei cristiani, annunciamo in umiltà che il Dio nel quale crediamo è Misericordia.
Papa Giovanni Paolo II chiese: Francia cosa hai fatto del tuo battesimo? E indicò nella carità di san Martino il vero fondamento del Cristianesimo francese. Ho scoperto con gioia sorpresa questa mattina che ben dodici città della Campania hanno san Martino come patrono principale. Se è per l’irradiazione della sua testimonianza di carità è veramente un segno eccellente per tutti noi.

Prima Lettura   Sap 1, 1-7
La sapienza è uno spirito che ama l’uomo. Lo spirito del Signore riempie la terra.

domenica 10 novembre 2019

VITA ETERNA E SESSUALITA' / XXXII domenica T.O.


Com'è il paradiso? Facciamo fatica ad immaginarlo ma la prima lettura ci dice che qualunque sofferenza vale la pena se da la certezza di ottenere questo premio. Ma non sono capace di  soffrire per il paradiso! Nessuno è capace con le proprie forze ma ci sono tanti martiri e santi nella Storia che testimoniano che lo Spirito Santo agisce potentemente in chi si fida ciecamente di Dio. “Non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.” (Mt 10:20). Ma crediamo alla risurrezione?
Nel Vangelo i Sadducei interrogano Gesù sulla Risurrezione ed egli aggiunge un insegnamento sulla vita eterna molto importante. In cielo non ci si sposa anche se riconosciamo le persone e ci ritroviamo tra noi. Eppure ogni essere umano è maschio o femmina e lo rimane per l’eternità. La Vergine Maria in cielo ha un cuore, dei sentimenti, una sensibilità e un corpo di donna e madre. Ma l’attività sessuale cessa perché ha compiuto la sua missione che è solo terrena. L’attività sessuale è un servizio alla vita. Questa certezza è così forte che fino a Gesù esisteva il “levirato”. Il fratello di un uomo morto senza figli prendeva in moglie la cognata per dare una discendenza al fratello defunto. Non dobbiamo pensare a una prospettiva godereccia. E possiamo comprenderlo immaginando screzi precedenti tra famiglie, una donna più vecchia perché sposa del fratello maggiore o che semplicemente non piace, gelosia della prima moglie, ecc. La Bibbia riporta il peccato di Onan che costretto a prendere in moglie la cognata rimasta vedova, fa di tutto per non avere figli da lei. Il levirato è superato nel Cristianesimo ma testimonia fortemente quanto l’attività sessuale sia un servizio alla crescita nell’amore-donazione e alla trasmissione della vita. E questo deve rimanere se non vogliamo snaturare profondamente la fede cristiana e la sessualità umana creata da Dio.
Oggi siamo assediati da una mentalità che dice che la felicità è piacere, la sessualità un giocattolo di cui fare quello si vuole, i figli devono corrispondere ai miei gusti, gli angeli non sono felici in cielo e se vengono sulla terra per una missione il massimo per loro è di innamorarsi dalla donna che devono proteggere e di rinunciare all’eternità per amore. In qualche misura abbiamo anche noi tutti almeno un po’ di questa mentalità. Diciamo di credere in Dio ma non lo conosciamo e non lo serviamo.
Non si va in cielo in Pininfarina ma non si va neppure senza donarsi, non si va senza abbracciare veramente la carità-croce.

Prima Lettura  2 Mac 7, 1-2. 9-14
Il re
 dell'universo ci risusciterà a vita nuova ed eterna.