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lunedì 25 novembre 2019

MA IL PROFETA DANIELE ERA VEGANO? / transito di Mons. Delle Nocche



Dio ci ama tutti, così come siamo. Il ricco ha dato del suo superfluo e Dio lo ama, la vedova povera ha dato tutto quello che aveva per vivere e Dio la ama. Ma quale differenza tra loro due! E Gesù non vuole che imitiamo chi dona solo una parte. Lui che ha dato tutto per noi vuole che diamo tutto! Vuole che imitiamo la generosità e la fiducia di questa vedova nella sua indigenza! Vuole che imitiamo la saggezza del giovane Daniele che, come riporta la prima lettura, decide di essere radicalmente fedele alla Legge ma sa portare avanti la sua decisione col dialogo e il rispetto dell’altro, l’ascolto della situazione.
Oggi si ricorda il transito felice di Monsignor Delle Nocche, maranese, fondatore delle Suore Discepole di Gesù Eucaristico e Venerabile. Possiamo vederlo rispecchiato nella vedova del Vangelo e in Daniele. Era un uomo radicale ma che portava in sé tutta la calorosa ricca sapienza umana e dialogica della cultura napoletana, purificata ed elevata dalla fede cristiana.
Ma Daniele e i suoi compagni volevano mangiare solo verdure perché erano vegani? Molti lo dicono. Non sono competente in materia di diete, ma Daniele e i suoi compagni si privavano di carne e altri cibi solo perché questi non erano Kasher. Il loro stato florido proveniva forse anche dall'alimentazione ma soprattutto traspariva sul loro volto il risultato della loro scelta spirituale radicale. E quello che è sicuro è che invocare l'autorità della Bibbia per vantare una dieta più di un'altra è un modo completamente fuorviante di interpretare la Parola di Dio.

Prima Lettura   Dn 1, 1-6. 8-20
Non si trovò chi fosse pari a Danièle, Ananìa, Misaèle e Azarìa.
Dal libro del profeta Danièle
L’anno terzo del regno di Ioiakìm, re di Giuda, Nabucodònosor, re di Babilonia, marciò su Gerusalemme e la cinse d’assedio. Il Signore diede Ioiakìm, re di Giuda, nelle sue mani, insieme con una parte degli arredi del tempio di Dio, ed egli li trasportò nel paese di Sinar, nel tempio del suo dio, e li depositò nel tesoro del tempio del suo dio.
Il re ordinò ad Asfenàz, capo dei suoi funzionari di corte, di condurgli giovani israeliti di stirpe regale o di famiglia nobile, senza difetti, di bell’aspetto, dotati di ogni sapienza, istruiti, intelligenti e tali da poter stare nella reggia, e di insegnare loro la scrittura e la lingua dei Caldèi. Il re assegnò loro una razione giornaliera delle sue vivande e del vino che egli beveva; dovevano essere educati per tre anni, al termine dei quali sarebbero entrati al servizio del re. Fra loro vi erano alcuni Giudei: Daniele, Ananìa, Misaèle e Azarìa.
Ma Daniele decise in cuor suo di non contaminarsi con le vivande del re e con il vino dei suoi banchetti e chiese al capo dei funzionari di non obbligarlo a contaminarsi. Dio fece sì che Daniele incontrasse la benevolenza e la simpatia del capo dei funzionari. Però egli disse a Daniele: «Io temo che il re, mio signore, che ha stabilito quello che dovete mangiare e bere, trovi le vostre facce più magre di quelle degli altri giovani della vostra età e così mi rendereste responsabile davanti al re». Ma Daniele disse al custode, al quale il capo dei funzionari aveva affidato Daniele, Ananìa, Misaèle e Azarìa: «Mettici alla prova per dieci giorni, dandoci da mangiare verdure e da bere acqua, poi si confrontino, alla tua presenza, le nostre facce con quelle dei giovani che mangiano le vivande del re; quindi deciderai di fare con i tuoi servi come avrai constatato».
Egli acconsentì e fece la prova per dieci giorni, al termine dei quali si vide che le loro facce erano più belle e più floride di quelle di tutti gli altri giovani che mangiavano le vivande del re. Da allora in poi il sovrintendente fece togliere l’assegnazione delle vivande e del vino che bevevano, e diede loro soltanto verdure.
Dio concesse a questi quattro giovani di conoscere e comprendere ogni scrittura e ogni sapienza, e rese Daniele interprete di visioni e di sogni.
Terminato il tempo, stabilito dal re, entro il quale i giovani dovevano essergli presentati, il capo dei funzionari li portò a Nabucodònosor. Il re parlò con loro, ma fra tutti non si trovò nessuno pari a Daniele, Ananìa, Misaèle e Azarìa, i quali rimasero al servizio del re; su qualunque argomento in fatto di sapienza e intelligenza il re li interrogasse, li trovava dieci volte superiori a tutti i maghi e indovini che c’erano in tutto il suo regno.

Salmo Responsoriale   Dn 3,52-56
A te la lode e la gloria nei secoli.

Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri,
benedetto il tuo nome glorioso e santo.
Benedetto sei tu nel tuo tempio santo, glorioso,
benedetto sei tu sul trono del tuo regno.
Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi
e siedi sui cherubini,
benedetto sei tu nel firmamento del cielo. 

Canto al Vangelo 
  Mt 24,42
Alleluia, alleluia.

Vegliate e tenetevi pronti,
perché, nell’ora che non immaginate,
viene il Figlio dell’uomo.
Alleluia.

Vangelo 
  Lc 21, 1-4
Vide una vedova povera che gettava due monetine.
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio.
Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».  

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