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mercoledì 17 aprile 2024

DA DOVE VENIVA LA FORZA DEI CRISTIANI PERSEGUITATI PER EVANGELIZZARE? / Mercoledì III sett. di Pasqua.



L’armonia straordinaria che faceva dei primi cristiani "un cuore solo e un’anima sola" (Atti 4,32) è un dono di Dio dall’alto, e che deve essere preservato (Filippesi 2, 2; 1 Pietro 3, 8; …), ma non significa che sia tutto meraviglioso, “rose e fiori”, e che le eventuali difficoltà interne siano trascurate dai responsabili. Ci sono pure le difficoltà esterne. Questa nuova “setta infatti sappiamo che ovunque essa trova opposizione". (Atti 28, 22). Fin dall’inizio c'è la persecuzione dove si distingue un certo Saul di Tarso. 

Eppure questi cristiani perseguitati diffondevano la Parola e le folle - pur sapendo che chi faceva parte di quel gruppo poteva essere perseguitato - “prestavano ascolto unanimi” sia per la forza della parola (kerigma) che per i miracoli (segni) che faceva, e si convertivano con "grande gioia". C'è un grande senso di sicurezza in tutti: il mondo cambia, Gesù ha rovesciato i valori comuni, è stato più forte della morte, dell'umiliazione, della sofferenza, è il Signore. Tutto parte da lì, tutto sta lì. Abbiamo questa sicurezza, questa certezza interiore, questo spirito?

Abbiamo bisogno di questo spirito, sia per comprendere la ricchezza del nostro battesimo che ci fa cristiani, figli di Dio, che per affrontare le persecuzioni sempre più evidenti contro la fede cristiana. L’autrice di Harry Poter ha dichiarato che non si sottometterà alle minacce di sanzioni penali ormai in vigore in Scozia per chi non accetta la teoria gender. Senza una preghiera che cerchi il Volto di Dio, l'intimità con lui, non si può avere lo Spirito cristiano. 

Gesù conferma nel Vangelo di oggi che non respingerà nessuno. Egli stende le braccia sulla croce per salvare tutti. Ma questo non significa che la vita cristiana non sia una lotta, che non sia necessario vegliare “in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell'uomo". (Luca 21, 36).


Prima Lettura    At 8, 1-8  Andarono di luogo in luogo, annunciando la Parola.

Dagli Atti degli Apostoli

martedì 16 aprile 2024

GESÙ VUOLE CUORI CAPACI DI ASCOLTARE / Martedì III sett. di Pasqua 2024.

Stefano davanti ai suoi giudici.

Stefano conclude il discorso che la lettura liturgica ha saltato quasi completamente passando da 6,8-15 ieri a 7,51-8,1a oggi. Stefano ha ripercorso la Storia della Salvezza che dimostra come Dio mantiene le sue promesse concedendo benefici maggiori di quelli immaginati malgrado la resistenza e il peccato costante del popolo e dei suoi capi. Ed ecco quindi la conclusione: voi vi chiudete e perseguitate chi vi invita ad accogliere le sorprese di Dio. E, benché messi in guardia dal perseguitare i profeti, succede quello che era prevedibile: dominati dal loro furore e il loro attaccamento alle loro posizioni privilegiate, vuoti di Dio e della sua Promessa, i capi non possono controllare le loro passioni e si scagliano contro Stefano e lo uccidono. 

Mi chiedono spesso com'è possibile che non si fermino le guerre. Purtroppo la violenza è un meccanismo, è un processo che tende a rafforzarsi. Se trascuro una fessura in una diga, si allargherà pian piano e un giorno la diga crollerà portando distruzione e morte. Sandra Sabattini (1961 - 1984, beatificata nel 2021) diceva: “il mondo pullula di bravi cristiani, mentre ha bisogno di santi”. Se lascio radicarsi in me una passione, questa finirà per oscurarmi e rendermi prigioniero. Sarò prigioniero della mia propria passione ma anche dei meccanismi, delle complicità che si sono create attorno ad essa. Non avrò più altra soluzione che distruggere prima chi è l’oggetto della mia passione o si oppone ad essa, fino a distruggere me stesso. Lo vediamo nelle guerre in atto e nei tanti atti di violenza che accadono ogni giorno come ieri questo ragazzo che va in ospedale per accoltellare la sua ex. 

Bisogna quindi costruire antidoti, paletti. Aggredire fisicamente, o peggio, fare la guerra, è da escludere in modo assoluto come soluzione dei problemi. Devo vigilare poi sulle mie passioni, nevrosi, idoli che prendono il posto di Dio. Ci sono anche nevrosi o idoli religiosi! Non significa non poter coltivare un talento, un’eccellenza, un ideale, un’opera duratura che assorbe le mie energie. Ma solo se sono libero interiormente, distaccato, se il mio impegno è un servizio appoggiato in Dio potrò fare del bene. Sant’Ignazio era convinto che se avessero soppresso la Compagnia di Gesù, avrebbe ritrovato la pace dopo un quarto d’ora di orazione mentale! 

Invece, dopo la moltiplicazione dei pani, la gente vorrebbe appropriarsi di Gesù e dei suoi doni divini. Sono pronti a meritare questo beneficio. Ora l’opera meritoria che Dio chiede per concedere la salvezza è credere in Gesù. Comprendono che si tratta di un affidamento totale e chiedono garanzie, come Mosè che diede la manna, il “pane del cielo”. Ora, Gesù dona sé stesso come segno con solo una promessa: “chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!”. Sembra molto poco, o molto esigente, per rassicurare persone così materialiste. Ma anche Mosè quando chiede un segno per rendere credibile la sua missione presso gli israeliti riceve come risposta : Io sarò con te. Questo sarà per te il segno che io ti ho mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo dall'Egitto, servirete Dio su questo monte". (Esodo 3, 12). Gesù vuole cuori capaci di ascoltare. 



Prima Lettura    At 7, 51- 8,1a  Signore Gesù, accogli il mio spirito.

Dagli Atti degli Apostoli

lunedì 15 aprile 2024

I SEGNI E GLI OSTACOLI PER LA FEDE / Lunedì III sett. Pasqua, 2024.


Stiamo vedendo in questi giorni le difficoltà degli stessi discepoli a credere alla risurrezione di Gesù. Difficoltà che riassumono tutte le difficoltà di tutti gli uomini di tutti i tempi. 

Una prima difficoltà è che Gesù non si incontra più materialmente, ma nello Spirito Santo, e quindi anche chi lo ha conosciuto bene durante la sua vita terrena si  deve abituare a credere nello Spirito Santo, oppure a interpretare nello Spirito i segni tangibili che egli lascia nella nostra vita. Molti cristiani non lo sanno e quindi cercano disperatamente apparizioni private, segni nel cielo, nelle nuvole, nella fantasia, nelle fake così numerose che girano sui social, oppure accettano di credere “senza aver visto” ma in un modo che sa piuttosto di credulità e non significa un incontro con Cristo risorto e quindi non produce nessuna fede salda. 

Fondamentalmente però, l’ostacolo più forte alla fede risiede nel cuore: per vari motivi non si vuole credere o almeno mettersi in cammino perché il Signore - se esiste e ci ama - si faccia conoscere nel modo che deciderà. Contro Stefano che dona tanti segni - prodigi e segni, e, soprattutto per degli ebrei, la sapienza ispirata con la quale parla - si tratta quindi di chiusura del cuore. Alla fine infatti è nel cuore che si gioca il destino di ciascuno. L'apertura del cuore deve poi manifestarsi con la professione di fede per diventare salvezza (Romani 10,10).

Nel Vangelo la gente "crede" a Gesù, lo cerca, ma solo per grazie terrene. Anzi, Gesù non dice che hanno una fede troppo terrena, come qualche volta diciamo noi, non parla proprio di fede. Dice solo che lo cercano. Eppure il dono della moltiplicazione dei pani è stata data loro come un segno perché arrivassero alla fede. Ma essi pensano solo a pratiche da fare per guadagnarsi il paradiso, "perché se basta credere è troppo facile". Non capiscono che fede è fidarsi, lasciare tutto alla guida di Dio: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». Impariamo da Gesù a conoscere le caratteristiche della fede e come farla crescere. 


Prima Lettura   At 6, 8-15  Non potevano resistere alla sapienza e allo Spirito con cui Stefano parlava.

Dagli Atti degli Apostoli

domenica 14 aprile 2024

D.I. 05 UN CHIARIMENTO FONDAMENTALE / nn. 8-9

Voto, strumento di dignità sociale


8. Restano ancora altre due accezioni possibili di dignità: sociale ed esistenziale. Quando parliamo di dignità sociale ci riferiamo alle condizioni sotto le quali una persona si trova a vivere. Nella povertà estrema, per esempio, quando non si danno le condizioni minime perché una persona possa vivere secondo la sua dignità ontologica, si dice che la vita di quella persona così povera è una vita “indegna”. Quest’espressione non indica in alcun modo un giudizio verso la persona, piuttosto vuole evidenziare il fatto che la sua dignità inalienabile viene contradetta dalla situazione nella quale è costretta a vivere. L’ultima accezione è quella di dignità esistenziale. Sempre più spesso si parla oggi di una vita “degna” e di una vita “non degna”. E con tale indicazione ci si riferisce a situazioni proprio di tipo esistenziale: per esempio, al caso di una persona che, pur non mancando apparentemente di nulla di essenziale per vivere, per diverse ragioni fa fatica a vivere con pace, con gioia e con speranza. In altre situazioni è la presenza di malattie gravi, di contesti familiari violenti, di certe dipendenze patologiche e di altri disagi a spingere qualcuno a sperimentare la propria condizione di vita come “indegna” di fronte alla percezione di quella dignità ontologica che mai può essere oscurata. Le distinzioni qui introdotte, in ogni caso, non fanno altro che ricordare il valore inalienabile di quella dignità ontologica radicata nell’essere stesso della persona umana e che sussiste al di là di ogni circostanza.

D.I. 04 INTRODUZIONE; UN CHIARIMENTO FONDAMENTALE / nn. 5-7


5. Nel 2010, davanti alla Pontificia Accademia della Vita, Benedetto XVI ha affermato che la dignità della persona è «un principio fondamentale che la fede in Gesù Cristo Risorto ha da sempre difeso, soprattutto quando viene disatteso nei confronti dei soggetti più semplici e indifesi».[7] In altra occasione, parlando a degli economisti, ha detto che «l’economia e la finanza non esistono per se stesse, esse non sono altro che uno strumento, un mezzo. Il loro fine è unicamente la persona umana e la sua piena realizzazione nella dignità. È questo l’unico capitale che è opportuno salvare».[8]

D.I. 03 INTRODUZIONE / Dignitas infinita.


Introduzione

1. (Dignitas infinita) Una dignità infinita, inalienabilmente fondata nel suo stesso essere, spetta a ciascuna persona umana, al di là di ogni circostanza e in qualunque stato o situazione si trovi. Questo principio, che è pienamente riconoscibile anche dalla sola ragione, si pone a fondamento del primato della persona umana e della tutela dei suoi diritti. La Chiesa, alla luce della Rivelazione, ribadisce e conferma in modo assoluto questa dignità ontologica della persona umana, creata ad immagine e somiglianza di Dio e redenta in Cristo Gesù. Da questa verità trae le ragioni del suo impegno a favore di coloro che sono più deboli e meno dotati di potere, insistendo sempre «sul primato della persona umana e sulla difesa della sua dignità al di là di ogni circostanza».[2]

2. Di tale dignità ontologica e del valore unico ed eminente di ogni donna e di ogni uomo che esistono in questo mondo si è resa autorevole eco la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (10 dicembre 1948) da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.[3] Nel fare memoria del 75° anniversario di questo Documento, la Chiesa vede l’occasione per proclamare nuovamente la propria convinzione che, creato da Dio e redento da Cristo, ogni essere umano deve essere riconosciuto e trattato con rispetto e con amore, proprio in ragione della sua inalienabile dignità. Il summenzionato anniversario offre alla Chiesa anche l’opportunità per chiarire alcuni equivoci che sorgono spesso a riguardo della dignità umana e per affrontare alcune gravi e urgenti questioni concrete ad essa collegate.

LA LOTTA DI GESÙ CONTRO L'INCREDULITÀ / III Dom di Pasqua 2024


La lotta senza fine di Dio per salvarci e portarci alla felicità è di farci credere al suo amore, di ottenere che gli facciamo fiducia e ci lasciamo guidare, mentre l’uomo accusa Dio della sua infelicità e non lo ascolta. 

Molti non credono che Dio esista. 

Molti invece credono nella sua esistenza ma pochi si lasciano (ci lasciamo) guidare da lui. 

Innanzitutto perché non lo conosciamo. Come potrò essere guidato da Cristo se non so cosa vuole da me, chi è, quali sono le sue intenzioni? Santa Teresina leggeva continuamente il Vangelo (e tutta la Bibbia) per “conoscere il carattere di Dio”. Charles de Foucauld leggeva continuamente il Vangelo e annotando ciò che corrispondeva a una sua virtù per volta. Sono due grandissimi santi e ispiratori dei cristiani.”Ignorare la Scrittura è ignorare Cristo” diceva san Girolamo e la Chiesa lo conferma anche se in pratica, troppo spesso, manca questo nutrimento profondo anche in molti preti. Molti non conoscono Gesù perché nessuno ce lo annuncia loro e rimangono nell’ignoranza (Cf Atti 3,17). “Infatti: Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato. Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? Come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? Come ne sentiranno parlare senza qualcuno che lo annunci? E come lo annunceranno, se non sono stati inviati?”  (Romani 10,13-14). Benedetti coloro che escono sulle piazze per annunciare Cristo, parlano di Gesù ai loro figli, in famiglia, ai loro vicini e ai colleghi di lavoro! “Come sta scritto: Quanto sono belli i piedi di coloro che recano un lieto annuncio di bene!” (Romani 10,15).

Si annuncia con la parola e “gridando con la vita”, con il comportamento. Con umiltà ben sapendo che “abbiamo questo tesoro in vasi di creta” (2 Corinzi 4, 7). Ma se chi annuncia non conosce il Signore, o se non è in una comunione viva con Lui, cosa annuncerà?

Ma c'è chi si chiude: “Ma non tutti hanno obbedito al Vangelo. Lo dice Isaia: Signore, chi ha creduto dopo averci ascoltato? Dunque, la fede viene dall'ascolto e l'ascolto riguarda la parola di Cristo. “ (Romani 10,16-17).

Ma anche tra i discepoli Gesù deve combattere l’incredulità. Ne abbiamo un segno anche nel Vangelo di oggi : “Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? …. Ma poiché per la gioia non credevano ancora … “ (Lc 24,37.41). Notiamo che la paura ma anche la gioia, l’incapacità di gestire le proprie emozioni, sono un ostacolo alla fede. Questo è un tema da approfondire. 

C'è chi distorce la fede. San Giovanni si ricorda che l’amore è oggettivamente fondato nella Verità, e quindi nei Comandamenti.


Prima Lettura  At 3, 13-15. 17-19  Avete ucciso l'autore della vita: ma Dio l'ha risuscitato dai morti.

Dagli Atti degli Apostoli