Visualizzazioni totali

mercoledì 30 novembre 2022

DA PESCATORE AD ANNUNCIATORE DELLA SALVEZZA E PESCATORE DI UOMINI / Sant'Andrea, il Primo Chiamato, 30 novembre.

Sant'Andrea.

Il Concilio Vaticano II ha chiesto di aprire più largamente ai fedeli i tesori delle Sacre Scritture. Si è voluto diffondere la Bibbia in ogni famiglia, regalarla ad ogni nuova coppia al loro matrimonio. Il Cardinale Martini sognava che diventasse il libro di ogni giovane europeo. Ma la realtà a sessant’anni dal Concilio è molto più modesta se non triste. Molti sposi escono dalla chiesa lasciando la Bibbia appena regalata sullo scranno. Giovani confessano che non hanno mai aperto la Bibbia e non ne hanno nemmeno avuto la curiosità. Adulti hanno tentato di leggere anche solo il Vangelo e si sono scoraggiati “perché, Padre, non lo capisco”. Gruppi parrocchiali non vogliono confrontarsi sul Vangelo perché non gli interessa.

Cominciando da Gerusalemme gli apostoli su mandato di Gesù hanno annunciato e realizzato in tutto il mondo la conversione e il perdono dei peccati, donando a chi apriva il cuore lo Spirito che loro stessi avevano ricevuto (vd. Luca 24,47).

La Chiesa è stata una presenza viva, un evento, formato da persone che dedicavano la loro vita al Regno di Dio e introducevano gli altri in questa Via nuova e vivente. Portavano anche le Scritture con loro come nutrimento e punto di riferimento.

Se non c'è nessuno che annuncia, come crederanno? Se non c'è nessuno che vive rettamente il Vangelo come si convertiranno alla Verità? Se non c'è la proposta di un cammino serio di conversione e di approfondimento della vita cristiana, come i battezzati potranno essere sale, luce e lievito?

 

Prima Lettura  Rm 10,9-18  
La fede viene dall’ascolto e l’ascolto riguarda la parola di Cristo.

CERTAMENTE, CHI INVADE E' LO STATO RUSSO. SE HAI UN POPOLO MARTIRIZZATO HAI QUALCUNO CHE LO MARTIRIZZA.



"Certamente, chi invade è lo Stato russo. questo è molto chiaro. .... Quando parlo dell'Ucraina, parlo di un popolo martirizzato. Se hai un popolo martirizzato, hai qualcuno che lo martirizza. Quando parlo dell'Ucraina, parlo della crudeltà perché ho molte informazioni sulla crudeltà delle truppe che entrano", ha detto Papa Francesco intervistato dalla rivista dei Gesuiti "America".

La portavoce del Cremlino ha accusato il Papa di perversione della verità.

lunedì 28 novembre 2022

ANCORA SUOR CRISTINA / CONCLUSIONE

 


Bisogna saper scrivere. Anche se nel post precedente (La Gioia del Vangelo: SUOR CRISTINA SCUCCIA, FRA' SERENO E ALTRI, E SANTA CECILIA / Santa Cecilia, 22 novembre 2022davo vari esempi di persone uscite dalla vita religiosa per una vita di fede più autentica, concludevo con l’esempio negativo di Suor Sorriso. Rileggendo, mi sono reso conto che questa conclusione era poco felice perché le persone rimangono spesso colpite emotivamente dalle ultime righe, e l’ho corretta subito. Infatti, a qualcuno che aveva letto la prima stesura sembrava che associassi in modo stretto Suor Cristina e Suor Sorriso e me l’ha fatto notare.

Questa persona contestava anche il fatto che rifiutare la grazia porta effetti negativi perché presenta – diceva – “ancora l’idea di un Dio arcaico pronto a punire se non lo si segue. Questa visione, secondo il mio modesto parere, è quel modo di vedere che allontana i fedeli e lascia in Chiesa solo i radicali, coloro che camuffano l’odio in fede”.  La posizione di questo amico è molto comune. Comunque molti pensano che “se Dio mi ha dato la vita e la libertà devo poterla vivere come mi pare e nella vita si cambia, ognuno è libero di fare le scelte che vuole, è normale… Altrimenti sarebbe predestinazione”.

LA RUSSIA DOPO PUTIN / MONDO RUSSO di STEFANO CAPRIO

 


26/11/2022, 09.00

MONDO RUSSO

La Russia dopo Putin

di Stefano Caprio

Che appoggino incondizionatamente il patriottismo militante, che sperino soltanto nella fine dell’incubo o cerchino timidamente di opporsi rischiando il lager e l’espulsione dalla vita sociale in ogni altro modo, tutti i russi guardano al futuro con un senso di smarrimento e incertezza, rabbia e senso di colpa, frustrazione e orrore del vuoto.


Al compimento dei nove mesi di guerra in Ucraina, l’azzardo di Putin e della sua casta al potere non ha partorito il risultato sperato, quello della rinascita della grande Russia, chiamata a stupire il mondo con la sua forza militare e la sua superiorità morale. Il buio e il gelo sono calati non soltanto sulle strade di Kiev e di Leopoli, devastate dalle bombe iraniane rimediate dai russi per riempire i propri arsenali, ma soprattutto sui cuori stessi del popolo russo, costretto a lodare in pubblico le follie del Cremlino, ma ormai disperato per il proprio futuro.

Da tutto il mondo, cominciando dalla sede papale di Roma, si chiede di trovare il modo per fermare la tragedia bellica e accordarsi almeno su qualche forma di armistizio, perché le conseguenze della guerra si fanno sempre più insopportabili non solo per i martoriati ucraini, ma per tutte le nazioni coinvolte, dall’Europa all’America e alla Cina. Eppure la vera questione non riguarda tanto, o soltanto, la fine delle ostilità e dei bombardamenti, ma ciò che sarà dopo, a tutte le latitudini, e soprattutto in Russia.

sabato 26 novembre 2022

PAPA FRANCESCO AL POPOLO UCRAINO A NOVE MESI DI GUERRA ASSURDA E NOVANT'ANNI DALL'HOLODOMOR.

 


L’altro ieri erano nove mesi dallo scoppio della guerra contro l’Ucraina e il suo popolo. Oggi si commemora l’Holodomor, lo sterminio per fame provocato dall’Urss di Stalin in Ucraina dal 1932 al 1933, che causò diversi milioni di morti, ricordato da Papa Francesco durante l’ultima udienza generale. Dopo la vittoria sul nazismo, Stalin usò ancora lo stesso metodo per piegare la volontà di libertà del popolo ucraino. Come tanti avvenimenti della Storia, questo immenso crimine fu taciuto per decenni anche se crudelmente impresso nella memoria delle vittime. Infatti solo nel 2003 fu riconosciuto da parte dell’Onu e nel 2008 dal Parlamento europeo. Il parlamento dell’Ucraina lo ha definito genocidio decidendo di commemorarlo ufficialmente il quarto sabato del mese di novembre, aprendo nel 2008 anche il Museo nazionale del genocidio dell’Holodomor. Personalmente sono solo poco più di dieci anni che ne ho sentito parlare. Oggi ci sarà una manifestazione a Bologna, e, nella periferia di Roma nella Basilica di Santa Sofia alle ore 17 ci sarà la messa in lingua ucraina, italiana ed inglese, celebrata dal card. Leonardo Sandri, il card. Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale e dal rettore della basilica, don Marco Jaroslav Semehen, dell’Esarcato apostolico degli ucraini in Italia. Seguiranno altre manifestazioni culturali. (Fonte SIR: Ucraina: domani a Roma la commemorazione dell'Holodomor, lo sterminio per fame di Stalin ricordato da Papa Francesco. Presenti il card. Sandri e il card. Czerny | AgenSIR)

Perché ricordare se ci sono stati altri crimini perpetrati da altri schieramenti da Ovest, Est, Sud e Nord? Non rischia di alimentare l’odio? È un rischio ma dimenticare, soffocare è peggio. Non permette di risanare nulla. La Bibbia ci insegna a ricordare tutto, per rispetto per tutte le vittime, nell’ottica della speranza e della lotta per il progresso dell’Umanità. Non portiamo forse le scolaresche a Auschwitz dicendo: “affinché non succeda mai più?”

Leggiamo la lettera del Papa e, dal basso, diventiamo consapevoli operatori di verità e di pace, affinché la guerra, ogni guerra diventi impossibile per risolvere le contese internazionali. 

Il Sismografo: UcrainaСommento di Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, Capo e Padre della Chiesa greco-cattolica ucraina, alla Lettera del Santo Padre a nove mesi dello scoppio della guerra


Lettera del Santo Padre al popolo ucraino a nove mesi dallo scoppio della guerra, 25.11.2022

 

 

Cari fratelli e sorelle ucraini!

Sulla vostra terra, da nove mesi, si è scatenata l’assurda follia della guerra. Nel vostro cielo rimbombano senza sosta il fragore sinistro delle esplosioni e il suono inquietante delle sirene. Le vostre città sono martellate dalle bombe mentre piogge di missili provocano morte, distruzione e dolore, fame, sete e freddo. Nelle vostre strade tanti sono dovuti fuggire, lasciando case e affetti. Accanto ai vostri grandi fiumi scorrono ogni giorno fiumi di sangue e di lacrime.

Io vorrei unire le mie lacrime alle vostre e dirvi che non c’è giorno in cui non vi sia vicino e non vi porti nel mio cuore e nella mia preghiera. Il vostro dolore è il mio dolore. Nella croce di Gesù oggi vedo voi, voi che soffrite il terrore scatenato da questa aggressione. Sì, la croce che ha torturato il Signore rivive nelle torture rinvenute sui cadaveri, nelle fosse comuni scoperte in varie città, in quelle e in tante altre immagini cruente che ci sono entrate nell’anima, che fanno levare un grido: perché? Come possono degli uomini trattare così altri uomini?

giovedì 24 novembre 2022

09 DISCERNIMENTO: LA CONSOLAZIONE. PAPA FRANCESCO

       


                                                         

                                                                 PAPA FRANCESCO

UDIENZA GENERALE

Piazza San Pietro
Mercoledì, 23 novembre 2022

_______________________________________

Catechesi sul Discernimento. 9. La consolazione

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Continuiamo le catechesi sul discernimento dello spirito: come discernere quello che succede nel nostro cuore, nella nostra anima. E dopo aver considerato alcuni aspetti della desolazione – quel buio dell’anima – parliamo oggi della consolazione, che sarebbe la luce dell’anima, e che è un altro elemento importante per il discernimento, e da non dare per scontato, perché può prestarsi a degli equivoci. Noi dobbiamo capire cosa è la consolazione, come abbiamo cercato di capire bene cosa è la desolazione.

Che cos’è la consolazione spirituale? È un’esperienza di gioia interiore, che consente di vedere la presenza di Dio in tutte le cose; essa rafforza la fede e la speranza, e anche la capacità di fare il bene. La persona che vive la consolazione non si arrende di fronte alle difficoltà, perché sperimenta una pace più forte della prova. Si tratta dunque di un grande dono per la vita spirituale e per la vita nel suo insieme. E vivere questa gioia interiore.

La consolazione è un movimento intimo, che tocca il profondo di noi stessi. Non è appariscente ma è soave, delicata, come una goccia d’acqua su una spugna (cfr S. Ignazio di L., Esercizi spirituali, 335): la persona si sente avvolta dalla presenza di Dio, in una maniera sempre rispettosa della propria libertà. Non è mai qualcosa di stonato che cerca di forzare la nostra volontà, non è neppure un’euforia passeggera: al contrario, come abbiamo visto, anche il dolore – ad esempio per i propri peccati – può diventare motivo di consolazione.

PAPA FRANCESCO ASSOCIA L'AGGRESSIONE RUSSA CONTRO IL POPOLO UCRAINA AL GENOCIDIO DELL'HOLODOMOR

 


Dopo la nona catechesi sul discernimento Papa Francesco come di consueto ha salutato i pellegrini e fatto alcuni appelli. Ieri ha associato l’aggressione attuale del regime di Putin al popolo ucraino al genocidio spietato di Stalin contro quello stesso popolo. Preghiamo per la fine della guerra, per le vittime ucraine in tutto il paese e per tutte le vittime dell’odio. È facile che dalla difesa di valori si passi alla demonizzazione generalizzata dell’avversario: tutti i russi sono orchi, tutti gli ucraini sono nazisti. Mi ha colpito il commento alla consegna agli ucraini di 1000 estintori raccolti dal mio nipote presso un'associazione francese di Vigili del Fuoco. La traduzione Google dall'Ucraino non è perfetta ma rende chiaramente il concetto: "questi estintori aiutino i nostri a spegnere gli incendi, e il fuoco riduca in ceneri invece tutti i russi!" Il commento era di un amico ucraino di mio nipote che collabora con lui. Ma ho pensato che mio nipote stesso avrebbe potuto forse scriverlo. Da diciassette anni che vive e lavora in Ucraina ha preso nettamente parte per la causa ucraina e ricordo nei primi giorni dopo il 24 febbraio la sua collera contro tutti i suoi clienti russi che non si ribellavano a Putin. Infatti il vescovo Schevchuk mette in guardia e dice che la rabbia si deve trasformare in coraggio, non in odio. Però la mostruosità di quello che oggi si sta perpetrando di nuovo contro il popolo ucraino non può aver altro nome: genocidio. All’Holodomor, che fece sei milioni (!!!) di vittime ucraine nel 1932-33, si devono purtroppo aggiungere altri crimini di guerra nel corso del XX secolo. Tra tutti, nel 1941, per fermare le avanguardie tedesche, Stalin distrusse la diga di Kakhovka spazzando via la vita dei soldati tedeschi e sovietici presenti e di decine di migliaia di abitanti ucraini della regione di Kherson.

 

APPELLI

Nelle scorse ore l’Isola di Giava, in Indonesia, è stata colpita da un forte terremoto. Esprimo la mia vicinanza a quella cara popolazione e prego per i morti e per i feriti.

Domenica scorsa a Kalongo, in Uganda, è stato beatificato padre Giuseppe Ambrosoli, missionario comboniano, sacerdote e medico. Nato nella diocesi di Como, è morto in Uganda nel 1987 dopo aver speso la sua vita per i malati, nei quali vedeva il volto di Cristo. La sua straordinaria testimonianza aiuti ciascuno di noi ad essere segno di una Chiesa in “uscita”. Un applauso al nuovo Beato!

Desidero inviare il mio saluto ai giocatori, ai tifosi e agli spettatori che seguono, dai vari Continenti, i campionati mondiali di calcio, che si stanno giocando in Qatar. Possa questo importante evento essere occasione di incontro e di armonia tra le Nazioni, favorendo la fratellanza e la pace tra i Popoli. Preghiamo per la pace nel mondo e per la fine di tutti i conflitti, con un pensiero particolare per le terribili sofferenze del caro e martoriato popolo ucraino. In proposito, sabato prossimo ricorre l’anniversario del terribile genocidio del Holodomor, lo sterminio per la fame nel 1932-33 causato artificiosamente da Stalin in Ucraina. Preghiamo per le vittime di questo genocidio e preghiamo per tanti ucraini, bambini, donne e anziani, bimbi, che oggi soffrono il martirio dell’aggressione.

La Giornata Mondiale della Pesca, celebrata l’altro ieri, possa favorire la sostenibilità nella pesca e nell’acquacoltura, attraverso il rispetto dei diritti dei pescatori, che con il loro lavoro contribuiscono alla sicurezza alimentare, alla nutrizione e alla riduzione della povertà nel mondo.

 

 


mercoledì 23 novembre 2022

GRAZIE NATHALIE!



Una bellissima testimonianza ripresa dal Blog de La Communauté de l'Emmanuel (Comunità laica cattolica internazionale riconosciuta). (Merci Nathalie !La traduzione dal francese è mia. 


Grazie Nathalie!

14 novembre 2022


Nathalie dormiva per strada da più di 8 anni. Non aveva più documenti, nessuna tessera sanitaria, non aveva la pensione. Un’anonima, un’indigente. Eppure, ha segnato la vita di molte persone intorno a lei. All'indomani della Giornata Mondiale dei Poveri, Flore ci consegna la sua testimonianza.

Due anni fa ci siamo fermati, come famiglia, con Nathalie. Gli abbiamo portato dei dolci al cioccolato. Quando gliele abbiamo offerti, lei ci ha risposto di botto: “Molto gentile, ma io odio il cioccolato! ". Grande Nathalie! Lo avremmo scoperto più tardi, non aveva peli sulla lingua.

Ammetto che ho pensato che stesse esagerando a mandarci a quel paese quando ci eravamo dati la pena di farle un dolce. E poi, mi sono resa all’evidenza: non è perché viveva per strada che doveva assolutamente amare il cioccolato! Con mio figlio, che aveva 17 anni, ci siamo seduti accanto a lei e abbiamo iniziato a chiacchierare. Ci siamo resi conto che la domanda giusta da porre era "come possiamo aiutarti?". La risposta è stata istantanea: “Permettendomi di fare una doccia a casa tua. " Ahia! Non avevo previsto questo. Più facile portarle dei dolci che darle il benvenuto a casa mia… Ma il contatto è stato stabilito, si è fidata di noi. Perché sì, non ero solo io che dovevo darle la mia fiducia invitandola a casa nostra. Mi sono resa conto di quanto anche lei si fosse abbandonata andando da qualcuno che non conosceva. Penso che sia questo che mi ha toccata e convinta: ha dovuto accettare di essere vulnerabile per lasciarsi aiutare.

martedì 22 novembre 2022

SUOR CRISTINA SCUCCIA, FRA' SERENO E ALTRI, E SANTA CECILIA / Santa Cecilia, 22 novembre 2022

 


Santa Cecilia, come tutti i martiri, ci dice che vale la pena giocarsi tutto sulla promessa di Cristo che è Vita. Infatti Dio è Spirito e ha creato l’Universo, quindi anche la materia è stata creata da lui. Chi ha incontrato Cristo sa che nel suo cuore ha rifulso il suo splendore che supera ogni ragionamento, ogni realtà terrena.

In questi giorni si parla molto di suor Cristina (Scuccia). Mi rattristano profondamente i tanti (molti "supercattolici"!) che la giudicano, senza rispetto per la sua persona, ben lontani dall’amore cristiano e dalla minima saggezza umana e cristiana. Il percorso di ognuno rimane in parte segreto e deve essere rispettato. Ma lo scandalo? È vero che nel 2015 suor Cristina ha fatto i voti perpetui. Quindi la sua donazione a Cristo nella Congregazione di cui faceva parte doveva essere la sua scelta principale, al di sopra di tutto. Quindi ragionando intravediamo subito due possibilità: un errore di discernimento, una superficialità da parte dei suoi formatori e da lei stessa. Oppure un’infedeltà alla vocazione ricevuta. Il fatto che, durante la formazione religiosa, le sia stata permesso di continuare in parallelo un perfezionamento canoro e la carriera di cantante, fa pensare ad una leggerezza da parte delle superiori e formatrici. Ma ho conosciuto una donna che era entrata in convento per sfuggire a un matrimonio combinato. Era felice di essere suora, però un giorno un amore vero ha bussato alla porta del suo cuore e padre Pio al quale si chiedeva preghiere "per salvare la sua vocazione" rispose: “benedico questa coppia!” Un mio confratello ha preso coscienza molto tardi che il suo essere frate era un rifugio, un nascondersi dietro un saio. Oggi è un buon sacerdote secolare. Ma queste cose le deve decidere il Signore stesso che ci vuole far crescere. Proprio per questo motivo e per rispetto per le coppie che si sposano spesso sull’onda dell’entusiasmo e senza una formazione solida e devono portare avanti il loro matrimonio nella fedeltà al sacramento e per amore dei figli che hanno bisogno che i loro genitori siano uniti, non ho lasciato la mia Comunità nel momento in cui ho visto i motivi validi per cui potevo farlo. Ho aspettato che sia il Signore a dirmelo. Lo ha fatto sedici anni dopo. Questo aspettare la volontà di Dio mi ha dato una grande pace e una grande sicurezza. Inoltre mi ha permesso di crescere e vedo che il Signore ha seguito una profonda logica nel chiedermi di rimanere ancora tra i frati e poi nel chiedermi di uscire.

 Però le persone spesso si chiedono: perché per la Chiesa, marito e moglie non si possono lasciare mentre i preti e le suore possono lasciare? C'è una ragione valida per questo (cercherò di spiegarlo in un altro post) ma credo che la Chiesa dovrebbe evitare ogni superficialità nel dispensare un consacrato dai suoi voti. Infatti la Chiesa accetta subito la riduzione allo stato laico di suore, monache, fratelli laici, anche di voti perpetui, mentre impone un tempo molto più lungo per un sacerdote che chiede di essere dispensato dal suo sacerdozio. In fondo, anche la suora e il fratello laico sono adulti che hanno fatto promesse definitive, dopo anni di riflessione e di formazione, mentre questo tante volte manca ai fidanzati.

Qualcuno, augurandosi che non sia il caso di Cristina Scuccia, ha anche ricordato giustamente la vicenda famosa di un’altra suora, francese e domenicana, “Suor  Sorriso”, che negli anni ’60 volle evangelizzare come cantante. Si lasciò affascinare dal mondo dello spettacolo, uscì dagli ordini, e cominciò una deriva che finì in modo tragico. Visse in coppia con un’altra donna e si suicidarono nel 1980. La verità è che rinnegare la grazia di Dio per seguire la propria volontà non porta alla felicità. Ma amici che hanno ascoltato l'intervista di Cristina Scuccia ne hanno ricavato la sensazione di una donna misurata e umile ... 

(continua con il post: La Gioia del Vangelo: ANCORA SUOR CRISTINA / CONCLUSIONE)

 

Prima Lettura  Ap 14, 14-19
E' giunta l'ora di mietere, perché la messe della terra è matura.

 

lunedì 21 novembre 2022

PRESENTAZIONE DELLA VERGINE MARIA AL TEMPIO / 21 novembre 2022

 


Oggi la Chiesa tutta ma soprattutto la Chiesa d’Oriente celebra come una grande festa l’ingresso di Maria nel Tempio di Gerusalemme dove vivrà, sarà custodita, fino al suo fidanzamento con Giuseppe, nutrita segretamente da un angelo che le porta un cibo celeste. Questa tradizione viene dal Protovangelo di Giacomo, un apocrifo (non ispirato). La ritroviamo anche nel Corano. Di tutto questo nelle Sacre Scritture (ispirate e quindi vere) non troviamo traccia. Quindi una festa inventata scaturita dall’amore troppo sentimentale dei fedeli?! Ecco che però, saggiamente, questa festa è stata organizzata dalla Chiesa con preghiere (chiamate “tropari”) con un carattere fortemente dogmatico, cioè che cantano in modo poetico aspetti fondamentali della professione di fede cristiana, specialmente l’incarnazione del Verbo e Figlio di Dio nel grembo di Maria. Per esempio, in uno dei tropari troviamo descritto in poche righe tutto il mistero della nostra fede: l’incarnazione del Verbo, la sua kenosi, l’assunzione della nostra natura umana da Maria e la redenzione/ricreazione dell’uomo caduto, “Il Creatore di tutte le cose, l’Artefice e Sovrano, piegandosi con ineffabile compassione, solo per il suo amore per gli uomini, ha avuto pietà di colui che con le sue mani aveva formato e che vedeva caduto, e si è compiaciuto di rialzarlo, riplasmandolo in modo più divino, con il proprio annientamento, perché per natura è buono e misericordioso. Egli prende pertanto Maria, vergine e pura, come mediatrice del mistero, per assumere da lei, secondo il suo disegno, ciò che è nostro: essa è celeste dimora”.

Questo ci dà un grande insegnamento: partire dalla situazione che troviamo e orientare i fedeli non al sentimentalismo ma alla vera fede, formarli a una fede autentica. Tutti ci dobbiamo formare. Quando l’ispirazione iniziale viene da Dio, però, lo Spirito Santo che è Spirito di Verità subito ci indirizza intimamente alla verità: ci porta all’amore e al rispetto per il Papa, per la Chiesa e il suo insegnamento, al rifuggire da apparizioni e rivelazioni non approvate, al cercare la propria conversione in umiltà e la conoscenza della Parola di Dio, al cercare l’autenticità e non il successo numerico o il proselitismo, al mettere in discussione la mentalità ricevuta precedentemente in famiglia o nel proprio ambiente per giudicarla in base al Vangelo. La presenza o meno dello Spirito Santo si comprende da questi segni.

«Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre»

 

Prima Lettura  Zc 2,14-17
Rallégrati, esulta, figlia di Sion, perché, ecco, io vengo.

domenica 20 novembre 2022

SOLO UNO CHE HA PERSO TUTTO RICONOSCE GESU' COME RE / Domenica di Cristo Re dell'Universo 2022.

 


C'erano tanti re e tiranni al tempo di Davide e di Gesù. Ma Davide è diverso, è figura di Cristo. In che senso? Egli è scelto dalle tribù come Messia, cioè unto da Dio, perché difende il popolo dai nemici, è capace di tessere l’unità delle tribù, è consapevole che tutto gli viene da Dio ed è fedele all’Alleanza. Tutto questo lo ritroviamo in Gesù che anche lui è re d'Israele, anzi, dell’Universo.

Ma ci sono differenze tra loro due. Quella più evidente è che Davide usa la spada, Gesù la rifiuta. Contraddizione? No, ma progresso spirituale. Gesù difende il popolo non solo combattendo il male ma estirpandolo dalla radice. Egli è il Profeta di Dio e ci invita a seguirlo nelle sue scelte, nei suoi sentimenti. La sua è la mossa vincente. Egli è la Via.

San Francesco giovane va in Puglia a combattere per la causa del Papa. Il Signore lo illumina ed egli abbandona le armi per servire il Padrone e non il servo. Tanti anni dopo egli andrà alla crociata. Non rinnega il difendere i Luoghi Santi e proteggere i pellegrini, ma ci va in modo molto diverso. Questo gli permetterà di creare un ponte, di abbattere il muro dell’inimicizia e dell’odio e di incontrare a Damietta il nemico come fratello.

Padre Aleksej Uminskij, parroco ortodosso a Mosca è molto preoccupato dal diffondersi dell’odio tra i popoli russo e ucraino e dalla lacerazione nella coscienza di molti suoi fedeli. Leggere la sua intervista alla rivista della Fondazione Russia Cristiana è molto istruttivo e fa riflettere (È ora che la Chiesa dimentichi la Santa Rus’ - La Nuova Europa). Cosa fare? Ecco la sua risposta, valida per tutti: “Credo che l’unica cosa che possa fare un sacerdote sia cercare in ogni passo del Vangelo la risposta di Cristo alle sfide dell’oggi: non la mia risposta o il mio punto di vista, non i miei sentimenti o le mie preoccupazioni che non sono mai pure, sono sempre legate alla mia emotività e al mio peccato; c’è la mia verità e c’è la verità di Dio, e non sono la stessa cosa. Per questo Cristo non dice semplicemente: «cercate la verità», ma dice: «cercate il regno di Dio e la sua verità». E quando si dice: «beati gli affamati e gli assetati di giustizia», non si parla della giustizia terrena, o delle divisioni fra le persone, ma della verità di Dio che è innanzitutto la verità del regno di Dio. Bisogna capire tutto ciò, pregare per questo e chiedere a Dio che ci invii la luce che illumina il cuore, la luce della ragione che dà le parole, non una parola che uccide ma una parola che guarisce. Questa è la prima cosa che deve fare un sacerdote.”

Avresti riconosciuto Cristo come re quando stava sulla croce? Tu che credi in lui come tuo Salvatore, lo sai riconoscere nella vita concreta? Confrontiamoci con il Vangelo di oggi. “Il popolo stava a vedere”, confuso, passivo, si chiede cosa c'è dietro alla vicenda di Gesù che appariva così vicino a Dio, se i capi l’hanno condannato: il popolo non si espone e non riconosce Gesù come re. “I capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l'eletto»”. E anche i soldati. I capi hanno motivazioni diverse dai soldati romani pagani, ma l’atteggiamento di fondo è lo stesso: se Gesù non corrisponde alla nostra idea non può essere il Messia. Per i capi ebrei è un impostore, per i soldati romani, un buffone. “Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!»”. Anche questo malfattore è chiuso nella sua idea di Messia. In qualche modo riconosce Gesù come il Cristo e grida la sua rabbia e tutto il suo desiderio di vivere: “Sei (di) Dio, perché non ci aiuti?” Non vede che Gesù gli offre la vita in una via inattesa e potente. Solo l’altro, anche lui carico di peccati, che ha perso tutto, apre il cuore. E col timore di Dio questo lo rende vincente lì dove tutti gli altri, anche con le loro preghiere e le loro opere di carità hanno fallito: si riversa nel suo povero cuore tutta la vita eterna, la vita in abbondanza.


Prima Lettura  2 Sam 5, 1-3
Unsero Davide re d'Israele.

sabato 19 novembre 2022

SENSO DI COLPA E SENSO DELLA COLPA. 2/2 L'ESEMPIO DI ADAMO ED EVA, DI CAINO E DI DAVIDE.

 


Sentirsi in colpa dopo aver sbagliato è naturale. Dopo il peccato Adamo ed Eva sono sconvolti, scoprono con vergogna di essere nudi e cercano di rimediarvi come possono, ma soprattutto si nascondono dalla presenza di Dio. La gravità del loro peccato stravolge la vita che Dio aveva voluta per loro ma egli non li abbandona. Si prenderà sempre cura di loro: Il Signore Dio fece all'uomo e alla donna tuniche di pelli e li vestì”. (Gen. 3,21). Anche Caino, che arriva al colmo di uccidere un altro uomo – suo fratello – viene protetto da Dio. Mentre egli sente che il peccato commesso lo perseguiterà tutta la vita, senza poter uscire dalla disperazione della condanna intima e dal timore costante della vendetta, Dio lo protegge con un segno: «Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono! Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e io mi dovrò nascondere lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi potrà uccidere». Ma “Il Signore impose a Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l'avesse incontrato”. (Gen. 4,13-14).

Tutta la Bibbia, nella sua molteplice ricchezza, segue un filo conduttore: con Dio la vita dell’uomo si apre e progredisce. Ma l’uomo pecca ancora, anzi, spesso sceglie liberamente il peccato, e ne rimane prigioniero. Solo Dio lo può liberare, solo andando a Dio l’uomo può superare il suo senso di colpa e tutte le altre conseguenze del peccato.

venerdì 18 novembre 2022

SENSO DI COLPA E SENSO DELLA COLPA. 1/2 COME RICONOSCERLI, A CHE COSA SERVONO?

 


Qualcuno mi ha chiesto di parlare dei sensi di colpa. E' un argomento molto importante e ci voglio dedicare due post.

Cosa sono i sensi di colpa, che valore dare loro nella vita, e nella vita spirituale?

 Quando uno pensa di aver sbagliato si sente in colpa. È una sofferenza che può essere profonda. Anzi, spesso i sensi di colpa condizionano profondamente la vita delle persone. C'è gente che si sente perennemente in colpa. C'è chi, per liberarsi dal senso di colpa che lo attanaglia, sceglie di negare il valore morale che ha calpestato (: non è peccato, non è sbagliato) o di attribuire la sua colpa ad altri.

giovedì 17 novembre 2022

SANTITA' E COMUNITA', CARISMA E ISTITUZIONE / Santa Elisabetta di Ungheria, 17 ottobre.

 


Oggi la Chiesa tutta è grata a Dio per il dono di santa Elisabetta di Ungheria e in particolare lo è l’Ordine francescano Secolare per la sua Patrona. Una laica. Una figlia di re, sposata ad un piccolo sovrano, Luigi IV di Turingia che, da vedova si dedicò al servizio dei poveri del suo regno, fino ad essere cacciata perché metteva in pericolo il patrimonio della famiglia. Visse solo 24 anni tra il 1207 e il 1231. San Francesco era morto appena 5 anni prima, nel 1226! Il carisma e la figura di san Francesco ha generato vari santi tra le “teste coronate” (san Luigi re di Francia, l’altro patrono dell’O.F.S., è vissuto tra il 1214 e il 1270).

I santi lo sono perché hanno incontrato Cristo, hanno seguito Cristo e il suo Vangelo. Ma quasi sempre i santi hanno incontrato altri santi, hanno visto la Chiesa aprir loro un orizzonte generoso, proporre un ideale di vita grande. Hanno visto nella Chiesa la capacità e il coraggio di riformarsi. Non si comprenderebbe santa Elisabetta di Ungheria o san Luigi re di Francia senza san Francesco d’Assisi e il suo movimento. Non si comprenderebbe (e forse non esisterebbero) sant’Ignazio di Loyola, santa Teresa d’Avila, san Carlo Borromeo, ecc., senza il Concilio di Trento. Chi non mette in pratica il Concilio Vaticano II non cammina nella santità, e molti carismi attuali non avrebbero potuto sorgere senza di esso.

Ogni carisma nuovo è come una pietra gettata nello stagno: al luogo dell’impatto c'è un forte gettito di acqua che genera onde che si allargano in cerchi concentrici. Spesso un carisma nuovo segue in tutto questo schema e cioè si allarga ma perde anche forza come le onde sono sempre più larghe ma meno alte fino a scomparire. Ci sono comunità che perdono man mano lo spirito e danno spazio sempre di più alle strutture. Ma noi non siamo acqua mossa da una pietra, siamo vivi, anzi, liberi. Già l’albero dalle sue radici – che sono sempre le stesse – fa nascere nuovi germogli. Molto di più, l’uomo può sempre ripartire da Cristo. Ma non si può negare l’importanza del clima che si respira nella comunità, o di una buona formazione iniziale, ecc.

Il curato d’Ars diceva: “parroco santo, popolo fedele, parroco fedele, popolo mediocre, parroco mediocre, popolo pagano”. Si può dire lo stesso dei genitori per i loro figli, della comunità e dei suoi membri. Allora, criticare, mormorare? No, pregare gli uni per gli altri! Santa Teresa d’Avila diceva alle sue monache: “se, grazie alle vostre preghiere, divento santo, sarete ben guidate, e quindi sarà più facile per voi diventare sante!”

 

Prima Lettura   Ap 5, 1-10
L’Agnello è stato immolato e ci ha riscattato con il suo sangue, noi uomini di ogni nazione.

mercoledì 16 novembre 2022

08 DISCERNIMENTO : PERCHE' SIAMO DESOLATI? / PAPA FRANCESCO.

 


PAPA FRANCESCO

UDIENZA GENERALE

Piazza San Pietro Mercoledì, 16 novembre 2022

_______________________________________

Catechesi sul Discernimento. 8. Perché siamo desolati?

Cari fratelli e sorelle, buongiorno, benvenuti!

Riprendiamo oggi le catechesi sul tema del discernimento. Abbiamo visto come sia importante leggere ciò che si muove dentro di noi, per non prendere decisioni affrettate, sull’onda dell’emozione del momento, salvo poi pentircene quando ormai è troppo tardi. Cioè leggere cosa succede e poi prendere le decisioni.

In questo senso, anche lo stato spirituale che chiamiamo desolazione, quando nel cuore è tutto buio, è triste, questo stato della desolazione può essere occasione di crescita. Infatti, se non c’è un po’ di insoddisfazione, un po' di tristezza salutare, una sana capacità di abitare nella solitudine e di stare con noi stessi senza fuggire, rischiamo di rimanere sempre alla superficie delle cose e non prendere mai contatto con il centro della nostra esistenza. La desolazione provoca uno “scuotimento dell’anima”: quando uno è triste è come se l’anima si scuotesse; mantiene desti, favorisce la vigilanza e l’umiltà e ci protegge dal vento del capriccio. Sono condizioni indispensabili per il progresso nella vita, e quindi anche nella vita spirituale. Una serenità perfetta ma “asettica”, senza sentimenti, quando diventa il criterio di scelte e comportamenti, ci rende disumani. Noi non possiamo non fare caso ai sentimenti: siamo umani e il sentimento è una parte della nostra umanità; senza capire i sentimenti saremmo disumani, senza vivere i sentimenti saremmo anche indifferenti alla sofferenza degli altri e incapaci di accogliere la nostra. Senza considerare che tale “perfetta serenità” non la si raggiunge per questa via dell’indifferenza. Questa distanza asettica: “Io non mi mischio nelle cose, io prendo le distanze”: questo non è vita, questo è come se vivessimo in un laboratorio, chiusi, per non avere dei microbi, delle malattie. Per molti santi e sante, l’inquietudine è stata una spinta decisiva per dare una svolta alla propria vita. Questa serenità artificiale, non va, mentre è buona la sana inquietudine, il cuore inquieto, il cuore che cerca di cercare strada. È il caso, ad esempio, di Agostino di Ippona o di Edith Stein o di Giuseppe Benedetto Cottolengo o di Charles de Foucauld. Le scelte importanti hanno un prezzo che la vita presenta, un prezzo che è alla portata di tutti: ossia, le scelte importanti non vengono dalla lotteria, no; hanno un prezzo e tu devi pagare quel prezzo. È un prezzo che tu devi fare con il tuo cuore, è un prezzo della decisione, un prezzo di portare avanti un po' di sforzo. Non è gratis, ma è un prezzo alla portata di tutti. Noi tutti dobbiamo pagare questa decisione per uscire dallo stato di indifferenza, che ci butta giù, sempre.

martedì 15 novembre 2022

GIOIA, DOLORE, PREOCCUPAZIONE IN UCRAINA / Messaggio del Vescovo Shevchuk nel 264° giorno dell'invasione russa.

 

 Sul cartello: "Kerson accoglie le Forze Armate Ucraine (ZSU)"

"Stop, Mine!"

La gioia delle città e villaggi liberati, è sempre velata dalla scoperta di cadaveri di civili o soldati torturati, di zone minate, di infrastrutture vitali e quartieri civili distrutti, di disastri ambientali lasciati dall'invasore russo. Nel frattempo, in contraddizione con le stesse leggi ecclesiastiche, Putin spinge i preti ad imbracciare direttamente le armi per "difendere la Madre Patria minacciata"! e andare ad uccidere "il popolo fratello ucraino", creando la Compagnia Militare Privata "Croce di Sant'Andrea" (Orthodox PMC “St. Andrew's Cross” Is Being Created in Russia: Putin Is Pushing Even Priests to Kill - Сyprus Daily News. /  NEXTA su Twitter: "#Russia is creating an #Orthodox PMC with the name "St. Andrew's Cross". Representatives of the community of the #Kronstadt Naval Cathedral announced the creation of volunteer battalions to be sent to war. https://t.co/1dGr1FfqQr" / Twitter



Sia lodato Gesù Cristo!
Cari fratelli e sorelle in Cristo, oggi è lunedì 14 novembre 2022 e in Ucraina è già il 264° giorno della grande e sanguinosa guerra che la Russia ha portato nella pacifica terra ucraina.
Anche ieri, persino di domenica, e durante la notte scorsa il nord, l’est e il sud dell'Ucraina sono stati in fiamme. Sono in corso pesanti combattimenti lungo tutta la linea del fronte. Il nemico sta nuovamente attaccando le pacifiche città e villaggi della nostra Patria. Da pesanti bombardamenti sono state colpite ieri le aree delle regioni di Chernihiv e Sumy. Inoltre, vari tipi di attacchi sono stati inflitti dalla Russia alla città di Kharkiv e alla sua indomabile regione. Ha di nuovo sofferto la nostra regione di Dnipropetrovsk, le forze di occupazione russe hanno inflitto un duro colpo al distretto di Nikopol. Possiamo dire che le battaglie più intense sono sempre concentrate nella nostra regione di Donetsk. Notizie inquietanti e tristi stanno arrivando anche dalla nostra regione liberata di Kherson. Ovunque, dove l'esercito ucraino ha scacciato l'occupante russo, si scoprono orribili prove di crimini brutali e disumani commessi nei confronti della popolazione civile dall'esercito russo. Ci sono altre stanze, altre camere di tortura e nuove fosse comuni su cui le autorità ucraine stanno ora indagando. Chiedo a tutti voi di ricordare nelle vostre preghiere questi innocenti ucraini assassinati.
Ma sono soprattutto i nostri ecologisti a dare l'allarme. Affermano che circa il 30% dei territori dell'Ucraina è oggi minato. Si tratta di quasi 200 000 chilometri quadrati. A quanto pare, ci vorranno molti anni per ripulire la terra ucraina dagli esplosivi, anche dopo la fine della guerra. Sono stati bruciati 23 mila ettari di foreste. Ma la cosa più dolorosa è la scomparsa delle specie rare di animali e uccelli. Secondo i nostri attivisti ambientali, 83 specie di animali e 120 specie di uccelli, riportate nel Libro rosso, sono a rischio di estinzione. Pertanto, soffrono non solo le persone, soffre tutta la terra ucraina. Tutti gli esseri viventi soffrono a causa di questa terribile guerra, una guerra che porta la morte a tutto ciò a cui il Signore Dio ha dato la vita. Dunque, diciamo che questa guerra è un grande crimine contro il Signore Dio, Datore di vita e Salvatore.
Ma l'Ucraina resiste! L'Ucraina combatte! L'Ucraina prega!

lunedì 14 novembre 2022

BEATO CHI SI RICONOSCE CIECO / lunedì XXXIII sett. T.O., pari.

 


 Rivelazione (=apocalisse) di Gesù Cristo, al quale Dio la consegnò …”

Il Signore ci vuole illuminare. Più dei flagelli che colpiranno il mondo contano le comunità cristiane che devono essere luce per l’Umanità. Come cristiano, come comunità cristiana, siamo importantissimi e al primo posto nelle preoccupazioni del Signore. Le Chiese hanno tutte qualità ma Colui che le vuole “senza macchia né ruga” (Efesini 5,27) non si accontenta, come noi non dobbiamo accontentarci. Egli apprezza fatica e perseveranza (hupomonên), lotta per la verità, in particolare nello sbugiardare quanti si spacciano per apostoli e non lo sono. Ma Dio vuole amici, figli, in una relazione di amore. Se essere cristiano è servire, perché l’Amore serve, il Signore non ha bisogno di schiavi  e schiave obbedienti, o di devoti interessati che si sottomettono per ottenere in cambio una grazia. È venuto per amore e vuole il cuore di coloro che ha redenti. La verità è che molte volte il cuore diffida del Signore e sceglie di stare a distanza di sicurezza. Fino ad arrivare al contrario di tutto: “pregate molto altrimenti finirete nella discarica” ha detto in questi giorni Papa Francesco a un gruppo di preti e formatori di vocazioni.

È una grazia riconoscere che siamo ciechi,  non sopportare più questa condizione e gridare a Dio come il mendicante di Gerico del Vangelo. La sua gioia quando ha visto l’amore di Dio ci sostenga nel gridare a Dio e sperare che il nostro cuore buio e diffidente, ferito, si apra a chi ha dato gratuitamente la sua vita per noi.

 

Prima Lettura   Ap 1, 1-4; 2, 1-5
Ricorda da dove sei caduto e convèrtiti.

domenica 13 novembre 2022

ALZATE IL CAPO, LA VOSTRA LIBERAZIONE E' VICINA / XXXIII Dom T.O., C.

 


Viene il giudizio (prima lettura). Nessuno può evitarlo. Purtroppo molti vivono come se non ci fosse. La conseguenza è che non comprendono il senso della loro vita. Vivono forse emozioni forti. Ma quando arrivano emozioni molto negative sono smarriti: non sanno darvi senso. La desolazione li abbatte. Leggiamo con attenzione le catechesi di Papa Francesco sul discernimento. È tanto necessario oggi e manca tanto. Sant’Ignazio diceva (a parole mie): “se sei nella consolazione non appoggiarti ad essa perché passerà. Se sei nella desolazione, sappi che passerà”. A condizione però di camminare col Signore, in una cammino di integrazione. Allora il giudizio sarà una benedizione. C'è chi invece sceglie di ripiegarsi su se stesso, di lamentarsi: può entrare in una desolazione permanente.

Anche Gesù ci indica la speranza vittoriosa. Avrete prove. Non sempre di poco conto. Non vi attaccate però alle cose, alle sicurezze materiali che passano! (grosso problema, che solo una fede viva può risolvere in modo sano). Non siate pessimisti, nemmeno nel dolore. Tutto è occasione di crescita, persino la persecuzione che serve a rendere testimonianza! C'è dunque sempre un lato positivo. Questo non significa mancare di prudenza. I colpi fanno male e il cristiano non cerca il dolore. Ma ha una parola per affrontarlo. Purtroppo la nostra mentalità comune non è plasmata dalla fede. Se uno dice: “siamo nelle mani di Dio!” significa quasi sempre: “la situazione è disperata!” mentre stare nelle mani di Dio dovrebbe esprimere gioia e speranza. Per apocalisse si intende una catastrofe mentre “apocalypsis” significa “rivelazione” e l’Apocalisse è, a tutti gli effetti, un libro di consolazione: guardate, la vita è piena di difficoltà, questo si sa, ma Dio è fedele e vi renderà vittoriosi nella Chiesa!

“quando accadranno queste cose alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.” “Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita”(Vangelo), “abbiamo lavorato duramente, notte e giorno, per non essere di peso ad alcuno di voi.” (seconda lettura). La lezione di concretezza di Paolo è perfettamente biblica, rabbinica, cristiana: rimboccati le maniche, fai la volontà di Dio lì dove sei, e Dio sarà al tuo fianco e ti salverà e tu fermenterai il mondo.

 

Prima Lettura  Ml 3, 19-20
Sorgerà per voi il sole di giustizia.