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venerdì 4 novembre 2022

NEL PASSATO NON ERA MEGLIO DI OGGI, CORAGGIO DUNQUE / San Carlo Borromeo, 4 novembre.

 

L'archibugiata al Cardinale Borromeo.

Le letture di oggi ci consegnano una visione pessimista. Gesù si lamenta che i figli della luce, pur proclamando valori altissimi, non sono né molto zelanti né soprattutto creativi per portarli avanti. Possiamo dargli ragione anche oggi…

San Paolo scrive ai cristiani di Filippi: “molti – ve l’ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto – si comportano da nemici della croce di Cristo”. Chi sono questi “molti”? Di chi parla? Purtroppo dei membri della comunità cristiana. Già allora? Nella Chiesa primitiva non erano tutti buoni e santi? E La loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il loro dio. Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra.” Altro che “Non devi cambiare, Dio ti ama come sei”, “Dio è buono e salva tutti, l’inferno non esiste” o altre cose del genere. L’inferno potrebbe essere vuoto, ma non sappiamo se è vuoto. Come sempre la Scrittura è profetica: “Se oggi tu dovessi morire senza pentirti, se tu dovessi continuare fino alla fine in questo modo…”  non esclude la possibilità della conversione, anzi, è un incitamento pressante alla conversione.

La verità è che molti oggi, nelle nostre comunità cristiane “non pensano che alle cose della terra”. È un campanello di allarme comprensibile per tutti, a maggior ragione per quelli che sono impegnati in parrocchia. Basta guardare con sincerità il proprio cuore, il proprio comportamento quotidiano.

La situazione che affrontò san Carlo Borromeo non era migliore. Arrivò ventottenne a Milano. Da quasi un secolo non c’era vescovo residente! E trovò quel che trovò:

Carlo affrontò «contrasti tanto grandi [...] et da persone tanto potenti che havriano impaurito ogni grand'animo». Nell'attuare i decreti tridentini il Borromeo si espose infatti alla reazione di coloro che vedevano lesi i propri privilegi: fu contrastato dai governatori spagnoli e dal Senato milanese, minacciato con i bastoni dai frati minori osservanti, aggredito con le spade dai canonici di Santa Maria della Scala, minacciato dalle monache di Sant'Agostino, vilipeso da quelle di Lecco e colpito con una archibugiata alla schiena da un sicario dell'ordine degli umiliati. (fonte Wikipedia).

È quindi il Vangelo che salva la Chiesa, non l’uomo. Coraggio dunque. San Carlo fu sostenuto nel suo cammino spirituale oltre che nel suo ministero pastorale anche dal grande progetto pastorale del Concilio di Trento. Vedere che la Chiesa è ispirata, è creativa “estrae dal suo tesoro cose nuove e antiche” (Matteo 13,52), dona slancio nel servire il Signore. È ovvio che IL PROGETTO è Gesù Cristo, la sua Incarnazione, il suo Amore per me che arriva fino alla Passione e Risurrezione, ma anch’io mi sento sostenuto e guidato dalla Chiesa, dal grande dono del Concilio Vaticano II e dal desiderio che venga applicato.

 

Prima Lettura   Fil 3, 17 - 4, 1
Aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
Fratelli, fatevi insieme miei imitatori e guardate quelli che si comportano secondo l’esempio che avete in noi.
Perché molti – ve l’ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto – si comportano da nemici della croce di Cristo. La loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il loro dio. Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra.
La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose.
Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete in questo modo saldi nel Signore, carissimi! 

Salmo Responsoriale
    Dal Salmo 121 
Andremo con gioia alla casa del Signore.

Quale gioia, quando mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
Già sono fermi i nostri piedi
alle tue porte, Gerusalemme!

Gerusalemme è costruita
come città unita e compatta.
È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore.

Secondo la legge d’Israele,
per lodare il nome del Signore.
Là sono posti i troni del giudizio,
i troni della casa di Davide. 

Canto al Vangelo   
1Gv 2,5
Alleluia, alleluia.

Chi osserva la parola di Gesù Cristo
in lui l’amore di Dio è veramente perfetto.
Alleluia.
 
Vangelo   Lc 16, 1-8
I figli di questo mondo verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce».

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