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martedì 30 novembre 2021

GLI APOSTOLI SONO INNANZITUTTO PESCATORI / Sant'Andrea, 30 novembre.

 


Gesù chiama a seguirlo quattro pescatori tra cui Andrea. La parola “pescatore/i” nella Bibbia, si trova solo in 8 passi. Due volte l’immagine dei pescatori è usata come una minaccia, un castigo per il popolo d'Israele per le sue infedeltà, e mai in senso positivo nell’Antico Testamento. Al contrario il pastore (la parola “pastore/i” si trova 100 volte nella Bibbia) tante volte indica Dio stesso o i suoi rappresentanti. Inoltre gli ebrei non amano il mare, luogo infido, anche se evidentemente ci sono pescatori in Israele, perché il pesce è un cibo pregiato.

lunedì 29 novembre 2021

DIFENDERE LA VITA, OGNI VITA, SEMPRE.

 


In questi tempi difficili conviene rileggere e approfondire l'Enciclica "Laudato Si". Propongo oggi due paragrafi e le note afferenti che esprimono la completezza e la dinamicità della fede cristiana per affrontare i problemi.

120. Dal momento che tutto è in relazione, non è neppure compatibile la difesa della natura con la giustificazione dell’aborto. Non appare praticabile un cammino educativo per l’accoglienza degli esseri deboli che ci circondano, che a volte sono molesti o importuni, quando non si dà protezione a un embrione umano benché il suo arrivo sia causa di disagi e difficoltà: «Se si perde la sensibilità personale e sociale verso l’accoglienza di una nuova vita, anche altre forme di accoglienza utili alla vita sociale si inaridiscono».[97]

121. Si attende ancora lo sviluppo di una nuova sintesi che superi le false dialettiche degli ultimi secoli. Lo stesso cristianesimo, mantenendosi fedele alla sua identità e al tesoro di verità che ha ricevuto da Gesù Cristo, sempre si ripensa e si riesprime nel dialogo con le nuove situazioni storiche, lasciando sbocciare così la sua perenne novità.[98]

domenica 28 novembre 2021

IL TUO VOLTO SIGNORE IO CERCO! / 1a Domenica di Avvento, C.

 

E' stato toccante il video del bussare alla 
porta del monastero e l'abbraccio con la 
comunità. Ma non sono riuscito a trasferirlo.



Nella prima lettura il Signore ci incoraggia con la promessa del Messia e Gesù ricorda ai discepoli che ciò che per il mondo è catastrofe per loro è liberazione. Dio non dimenticherà i suoi eletti. Però mette in guardia contro quanto appesantisce il cuore: alcol, aggiungiamo droga, sesso anche sotto forma di pornografia, dissipazioni. Ma si può dissipare il cuore in modi più subdoli. Ieri una ragazza che conosco fin da piccola è entrata nel monastero delle Carmelitane dei Ponti Rossi a Napoli. Più di un anno fa mi ha parlato di questo suo desiderio e ha detto una frase che ci deve far riflettere tutti: “in parrocchia si fanno tante cose per Dio, ma io non conosco Dio e voglio conoscerlo”.

Dio vuole essere conosciuto, amato, vuol essere Uno con noi. Spesso la nostra vita cristiana consiste nell’agire secondo precetti, secondo coscienza, ma senza entrare in intimo rapporto con Dio. Molte volte preferiamo non conoscerlo. Cerchiamo la via delle consolazioni dello spirito come dice san Giovanni della Croce nella salita al monte Carmelo. Non è la via che si perde dietro a ricchezza, ubriachezze, ecc., ma è la via di chi vuole arricchirsi spiritualmente senza cercare il Volto del Signore che si incontro solo attraverso la via della fede. Questa via delle consolazioni spirituali sale a fatica e non raggiunge mai la meta che è Dio stesso perché non si spoglia dell’io. Eppure la Bibbia, fin dalla Genesi, è piena del desiderio di Dio, di vedere il suo Volto, di abitare nella sua casa, e Dio desidera averci come figli, amici.

Come cerva che anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia ha sete di te! Il tuo Volto Signore io cerco, mostrami il tuo Volto!

 

Prima Lettura  Ger 33,14-16
Farò germogliare per Davide un germoglio giusto.

sabato 27 novembre 2021

VEGLIATE IN OGNI MOMENTO PREGANDO / sabato XXXIV sett. T.O., dispari.

 


Daniele rimane turbato dalla sua visione, la cui spiegazione però non ci illumina molto: chi sono queste bestie, questi regni, quando avverranno? La domanda rimane fino alla fine nel cuore dell’uomo, come nei discepoli (vedi Atti 1,6). E Gesù dà solo una risposta: avrete forza nello Spirito Santo. Per il tempo e il luogo guardate gli avvoltoi: quando e ovunque c'è un cadavere, questi attira gli avvoltoi, se siete vivi, o se siete morti, lo siete ovunque.

Ma la visione di Daniele ci consola con l’annuncio di un Regno “del popolo dei santi dell’Altissimo, il cui regno sarà eterno e tutti gli imperi lo serviranno e gli obbediranno”. Il Signore ci vuole quindi vigilanti e pieni di speranza. Ma bisogna evitare due scogli: identificare i regni malvagi in qualcosa o qualcuno (ciò che fanno alcuni con papa Francesco, arrampicandosi sempre di più sugli specchi circa l’invalidità della sua elezione, oppure con la “mafia di san Gallo”, cadendo nel ridicolo assoluto); l’altro scoglio è identificarsi nel "Regno dei santi dell’Altissimo". La Chiesa ci è in parte cascata con la cristianità, appena si è potuto davvero parlare di Europa cristiana. Questa vittoria spirituale a beneficio dei popoli ha portato anche potere e privilegi temporali. Ed è proprio lì che il demonio, sotto l’etichetta del divino, ha potuto far rientrare liberamente nella Chiesa la mentalità del mondo. La Chiesa è caduta in tentazione per lo stesso motivo quando la cristianità ha cominciato a scricchiolare, volendo difendere sotto motivazioni spirituali, privilegi e poteri mondani. Quel peccato di aggrapparsi a tradizioni ormai caduche rimane ancora. Così si adorano le ceneri, si giustificano i ripiegamenti difensivi che sono solo un altro nome del declino.

Dio non ci abbandona. Egli guida la Storia e ci porta alla salvezza. Sta a noi a lottare con lui, vegliando in ogni momento pregando”.

 

Prima Lettura  Dn 7, 15-27
Il regno e il potere saranno dati al popolo dei santi dell'Altissimo.

venerdì 26 novembre 2021

SAPER LEGGERE I SEGNI / venerdì XXXIV sett. T.O., dispari.

 



Quando ascoltiamo la visione di Daniele sul “figlio d’uomo” della prima lettura, ne comprendiamo il senso globale con facilità, perché si è realizzata. Non era così facile per i contemporanei di Daniele, pur essendo più vicini, come cultura, alle immagini che egli usa.

Con la parabola del fico e degli alberi che germogliano annunciando la venuta dell’estate, Gesù suppone che tutti possiamo riconoscere i segni dei tempi. E invece facciamo un po’ tutti fatica a coglierli. Ci sono quelli che corrono dietro ai falsi profeti (a proposito, su Aleteia.org, Giovanni Marcotullio che ha scritto articoli molto interessanti e precisi, consiglia a chi ha seguito Alessandro Minutella, ex don, che si vestiva con una talare bianca e aveva sempre dietro di sé la statua della Madonna, di confessarsi per aver seguito un eretico e scismatico), ci sono quelli che guardano la quantità e vedono che il male è ancora dappertutto, ci sono quelli che appena qualcosa di nuovo appare, anche quando il germoglio si è fatto albero, lo bollano come deviazione dalla fede.

Ci sono anche i pigri e fiacchi spiritualmente come me, che si siedono subito, cadono nella routine. Riconosco come una grazia immensa e immeritata di aver creduto fin dall’inizio nel Concilio Vaticano II e di averlo potuto conoscere. Però, mettere in pratica un Concilio non è automatico, passa attraverso la consegna di sé stessi al Signore e alle sue lotte.

  

Dal libro del profeta Daniele Dn 7,2-14

giovedì 25 novembre 2021

IL DIO VIVENTE SALVA E LIBERA / S. Caterina d'Alessandria, giovedì XXXIV sett. T.O., dispari.

 


Daniele continua a pregare il suo Dio, incurante del decreto del re. Viene denunciato come “quel deportato” benché egli sia diventato uno dei principali funzionari della Corte, sopravvivendo all’avvicendarsi tumultuoso di tre re, segno del suo valore anche diplomatico e della stima conquistata. Eppure lo stigma del deportato straniero rimane. Ma Daniele ha fondato tutta la sua vita sul Dio vivente, Roccia d'Israele, non sull’abilità o i giochi di palazzo.

E Dio non lo abbandona nelle fauci dei leoni, anzi, la persecuzione diventa occasione di rendere testimonianza. L’idea che gli idoli non siano nulla e che esista un unico Dio in cielo, diventa più chiara per il popolo dei deportati e si diffonde tra i pagani.

L’altra sera qualcuno ha strappato una Bibbia lasciando i fogli sparsi sui gradini della chiesa e su tutta la piazza. Probabilmente quel gesto non significa nulla isolatamente, ma riflette un clima che comincia a respirarsi di rifiuto della Chiesa e di tutto ciò che rappresenta. «Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina». Ma per affrontare un ambiente ostile ci vogliono nuovi Daniele o almeno credenti decisi ad andare fino in fondo nella loro ricerca di Dio e nel suo servizio.

Quest’anno papa Francesco ha fermato l’iter di canonizzazione di un missionario italiano ucciso in Perù, perché quel sacerdote coraggioso e generoso non presentava sufficienti segni di santità. Qualche mese fa, il papa ha sciolto un’Associazione laicale perché troppo banale e povera nella sua ispirazione, negli insegnamenti interni e nella formazione dei suoi membri. Ci inchiniamo davanti al missionario che ha lasciato tutto per servire i poveri delle Ande e ha pagato con la vita la sua dedizione. Onoriamo i membri di quell’Associazione per quanto hanno fatto e continueranno a fare nella Chiesa. Ma io vedo anche come papa Francesco, in modo particolare nel caso di Padre Badiali, smentisce concretamente quanti vedono in lui uno schierato politicamente. Fa solo il Papa, Vangelo in mano. Oggi, oltre santa Caterina di Alessandria, martire, ricordiamo la dipartita verso il cielo di Monsignor Raffaello Delle Nocche, maranese, Venerabile e fondatore delle Suore Discepole di Gesù Eucaristico: una grande storia di autentica umiltà laboriosa e obbediente che ci onora tutti.

 

Prima Lettura   Dn 6, 12-28
Dio ha mandato il suo angelo che ha chiuso le fauci dei leoni.

mercoledì 24 novembre 2021

NON PREPARARE PRIMA LA VOSTRA DIFESA / Sant'Andrea Dung Lac e compagni.

 


Daniele è stato prudente e conciliante nella sua determinazione a cedere il meno possibile quando si trattava di ambientarsi da giudeo in una cultura pagana. Invece quando il re Baldassàr commette un sacrilegio gratuito, la sua condanna è categorica. Egli afferma che gli idoli non sono nulla e che, invece, anche Baldassàr sta nelle mani del Dio vero e vivente. Rischia la collera del re, un ordine a una guardia ed è finita per lui…

Daniele invece vive già quello che Gesù annuncia oggi: Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere”. Quante energie invece spendiamo ad essere sulla difesa, a giustificarci, spesso in dialoghi interni, dove ascoltiamo noi stessi e le nostre paure e non la voce dello Spirito Santo. Papa Francesco ha capito bene questa Parola del Vangelo. Rispondendo alla domanda su cosa avrebbe detto al primo ministro Orbàn durante il viaggio in Ungheria, egli rispose che quando deve incontrare un personaggio importante in visita di cortesia e in privato, non prepara nulla, prega, poi, in presenza guarda questa persona negli occhi e gli dice quello che gli viene nel cuore. Quanto dovremmo fare lo stesso anche noi nel quotidiano, sicuri che lo Spirito Santo ci accompagna, è nostro alleato e difensore benché siamo peccatori, ed è anche difensore degli altri e difende la pace.

I martiri di oggi e di tutti i tempi e tutte le razze hanno sperimentato questa forza e questa presenza di pace e consolazione, diventando i nostri maestri. 

 

Prima Lettura  Dn 5, 1-6.13-14.16-17. 23-28
Apparvero le dita di una mano d’uomo, che si misero a scrivere.

ASSISTENZA AL SUICIDIO

 


Il via libera al suicidio assistito di «Mario» è stata presentato dai Media come un progresso di civiltà. Di fronte alla sofferenza estrema di un uomo ho solo rispetto. Ma il contesto richiama purtroppo anche la minaccia della Cultura della morte di cui parlava già Papa Giovanni Paolo II. Credo sia opportuno leggere con attenzione la nota della Pontificia Accademia per la Vita in merito.

Due osservazioni previe: quasi tutti quelli che oggi rappresentano in Italia la Cultura di morte (eutanasia, aborto, utero in affitto, per non parlare della mentalità mafiosa e camorristica e via dicendo) sono stati battezzati nella Chiesa cattolica. Questi evidenziano quindi il fallimento della Pastorale sacramentale tradizionale. La lotta che alcuni, anche in questi ultimi anni, hanno fatto in difesa dei “valori cristiani” quasi solo a livello politico e legislativo è già fallita. Ma per principio una tale lotta è comunque destinata a fallire. La Chiesa per natura è un evento, e può aiutare solo in questo modo, come un fermento nella pasta, come comunità viva fondata sulla potenza della Risurrezione e la Grazia, e che segue quindi una logica alternativa allo spirito del mondo.

Italia. Assistenza al suicidio per un uomo tetraplegico

Nota della Pontificia Accademia per la Vita in merito alla vicenda legata all’assistenza al suicidio per un cittadino italiano

Città del Vaticano, 23 novembre 2021.- La materia delle decisioni di fine-vita costituisce un terreno delicato e controverso. La notizia del via libera al suicidio assistito ottenuto da «Mario» in seguito al parere del «Comitato etico territorialmente competente» sollecita alcune riflessioni. Non disponendo delle informazioni mediche precise sulla situazione clinica, occorre limitarsi a qualche rilievo generale.

martedì 23 novembre 2021

LE BEATITUDINI DEL VESCOVO.



 "Ribloggo" con gratitudine: 

Il Santo Padre Francesco apre la 75ª Assemblea Generale Straordinaria della Conferenza Episcopale Italiana: Le Beatitudini del Vescovo

 

(Sala stampa della Santa Sede) Questo pomeriggio, nel dare inizio alla conversazione con i Vescovi della Conferenza Episcopale Italiana, Papa Francesco ha distribuito ai presenti un cartoncino con l'immagine del Buon Pastore e il testo delle "Beatitudini del Vescovo".

LE BEATITUDINI DEL VESCOVO
Beato il Vescovo che fa della povertà e della condivisione il suo stile di vita, perché con la sua testimonianza sta costruendo il regno dei cieli.
Beato il Vescovo che non teme di rigare il suo volto con le lacrime, affinché in esse possano specchiarsi i dolori della gente, le fatiche dei presbiteri, trovando nell’abbraccio con chi soffre la consolazione di Dio.
Beato il Vescovo che considera il suo ministero un servizio e non un potere, facendo della mitezza la sua forza, dando a tutti diritto di cittadinanza nel proprio cuore, per abitare la terra promessa ai miti.
Beato il Vescovo che non si chiude nei palazzi del governo, che non diventa un burocrate attento più alle statistiche che ai volti, alle procedure che alle storie, cercando di lottare a fianco dell’uomo per il sogno di giustizia di Dio perché il Signore, incontrato nel silenzio della preghiera quotidiana, sarà il suo nutrimento.
Beato il Vescovo che ha cuore per la miseria del mondo, che non teme di sporcarsi le mani con il fango dell’animo umano per trovarvi l’oro di Dio, che non si scandalizza del peccato e della fragilità altrui perché consapevole della propria miseria, perché lo sguardo del Crocifisso Risorto sarà per lui sigillo di infinito perdono.
Beato il Vescovo che allontana la doppiezza del cuore, che evita ogni dinamica ambigua, che sogna il bene anche in mezzo al male, perché sarà capace di gioire del volto di Dio, scovandone il riflesso in ogni pozzanghera della città degli uomini.
Beato il Vescovo che opera la pace, che accompagna i cammini di riconciliazione, che semina nel cuore del presbiterio il germe della comunione, che accompagna una società divisa sul sentiero della riconciliazione, che prende per mano ogni uomo e ogni donna di buona volontà per costruire fraternità: Dio lo riconoscerà come suo figlio.
Beato il Vescovo che per il Vangelo non teme di andare controcorrente, rendendo la sua faccia “dura” come quella del Cristo diretto a Gerusalemme, senza lasciarsi frenare dalle incomprensioni e dagli ostacoli perché sa che il Regno di Dio avanza nella contraddizione del mondo.

 

HAI MAI LETTO TUTTO IL VANGELO? / martedì XXXIV sett. T.O., dispari.

 

Di quello che vedete,
non rimarrà pietra su pietra.

Daniele spiega al re Nabucodonosor il significato del suo sogno: nessun regno terreno dura per sempre. Verrà però il momento del regno di Dio che durerà per sempre. Significa allora che le nostre chiese, le nostre strutture ecclesiali, le nostre tradizioni e devozioni dureranno per sempre? A suo tempo il Cardinal Ratzinger disse che perfino la vita religiosa era una forma carismatica di grande valore ma che sarebbe durata solo fin quando sarebbe servita alla vita della Chiesa e all’evangelizzazione, e che Gesù aveva istituito solo i Dodici Apostoli. Per quanto riguarda le nostre chiese, Gesù stesso ci risponde oggi: lo stesso tempio di Gerusalemme un giorno sarà totalmente distrutto.

Come rimarrà in eterno allora il Regno che farà sorgere il Dio del cielo? Rimarrà la Chiesa di pietre vive, illuminata dalla Luce di Cristo crocifisso e risorto e presente in mezzo ad essa, e il suo Vangelo.

A proposito, hai letto almeno una volta tutto il Vangelo? Tanti diffondono “messaggi della Madonna”, si preoccupano per “profezie” che circolano, ricercano rivelazioni private da ogni dove, citano autori senza autorità oppure autorevoli ma estrapolati, però non hanno mai letto il Nuovo Testamento per non dire i soli quattro Vangeli. Con quanta facilità il demonio si può insinuare nella mente di queste persone e suggestionarle come vuole!

 

Prima Lettura  Dn 2, 31-45
Dio farà sorgere un regno che non sarà mai distrutto e annienterà tutti gli altri regni.

lunedì 22 novembre 2021

IL MARTIRIO INTELLIGENTE / S. Cecilia, lunedì XXXIV sett. T.O., dispari.

 


Tre martiri: ognuno dona in quel momento “tutto quello che gli serve per vivere”. Cecilia il sangue, la vedova due monetine. Daniele invece vive il “martirio intelligente”.

Daniele è un esiliato, vive forzato in un ambiente pagano. Di fronte alla prospettiva di dover mangiare cibi impuri per la sua religione, non rinuncia alla sua fede ma neppure si irrigidisce. Cerca una via dialogata. Col capo dei funzionari non ha successo; la sua richiesta cortese di non mangiare i cibi proibiti viene respinta e Daniele capisce: questi non vuole essere incolpato se il re nota qualcosa che non va. Daniele non si arrende, tenta anche con colui che ha la loro diretta custodia. Gli propone una prova rimettendosi alla sua decisione. Questi accetta e dopo dieci giorni la sua faccia e quella dei suoi compagni ebrei sono più belle e floride di quelle degli altri. C’entra innanzitutto la luce e la forza che proviene da una decisione spirituale: essere fedeli il più possibile all’Alleanza. In quanto ebrei non sono vegetariani. Se ci fosse mangerebbero carne kasher. Anche Gesù mangia l’agnello pasquale.

Daniele non transigerà quando si tratterà di adorare o meno la statua del re, ma sulle cose secondarie sa adattarsi. Ho ricevuto di recente la lamentela di un nonno che ha insegnato ai suoi nipotini a fare la genuflessione di fronte a Gesù sacramentato. I bambini sapendo che nel tabernacolo c'è Gesù che li ama, realmente presente nell’ostia, vanno spontaneamente  a inginocchiarsi e fare un preghiera. Ma quando il più grande inizia il catechismo in parrocchia non si inginocchia più davanti al tabernacolo. Dolore e tristezza del nonno che non dice però la causa di questo cambiamento. Se la catechista ha negato la presenza reale è qualcosa di molto grave che tocca la fede. Se ha insegnato un altro modo di adorare Cristo credo che c'è mancanza di delicatezza da parte sua di non lasciare liberi i bambini e rispettare l’educazione ricevuta a casa… Ma se era il nonno che assolutizzava dei gesti, come vedo che fanno alcuni, era lui ad indirizzare male i suoi nipoti, causando conflitti nell’animo dei bambini. Il cristianesimo non è una legge. La rigidità di alcuni li porta persino a bollare come negativi i gesti usati da Gesù stesso e dagli Apostoli!

 

Prima Lettura   Dn 1, 1-6. 8-20
Non si trovò chi fosse pari a Danièle, Ananìa, Misaèle e Azarìa.

domenica 21 novembre 2021

CRISTO PUO' FARE CIO' CHE NESSUN RE PUO' FARE / Cristo Re, XXXIV Dom. T.O., B.

 


Nessun re ha un potere eterno e, per quanto potente, può permettersi di avere tutto il suo popolo contro. Il Signore invece regna per sempre a prescindere, eppure chiede il nostro aiuto più di chiunque. Se non lo crediamo, se non serviamo il Vangelo, se non lo accogliamo nel cuore, il suo Regno non potrà risplendere sulla terra.

Il suo Regno appare umile e poco attraente per chi ha lo spirito del mondo. Per questo nella Chiesa molti cercano i primi posti, i riflettori della cronaca, la carriera, l’apparenza, i riconoscimenti, i privilegi, i soldi. E anche noi tutti combattiamo contro il mondo che abita ancora dentro di noi.

Ho letto questa mattina la testimonianza di un “piccolo” su don Mimì Galluccio, che fu parroco tra noi di tanta felice memoria. Egli ricordava come don Mimì aveva esaltato davanti ad estranei un suo gesto che sarebbe rimasto altrimenti inosservato, facendolo sentire accettato e valorizzato. Ho gradito doppiamente questa testimonianza perché ricordava un cristiano, presbitero tra noi, che tutti abbiamo stimato e amato, e perché senza volerlo diceva l’importanza di ciascuno nella comunità, “piccoli e grandi”, non solo amati ma anche chiamati dal Signore a far parte della sua Chiesa per cooperare con lui alla salvezza del mondo, ognuno a suo modo.

La regalità di Cristo significa che egli può fare ciò che nessun re o uomo può fare. Egli ama e si umilia come nessuno di noi. Ma Gesù Cristo fa anche i miracoli, quei prodigi inspiegabili per la scienza che sospendono le leggi della Natura o vanno aldilà. Egli può davvero tutto. Allora chiediamogli tutto! Appoggiamoci con fede al suo potere di Kyrios, di Signore! Egli siede alla destra del Padre e intercede per noi che non si vergogna di chiamare suoi fratelli e sue membra.

 

Prima Lettura   Dn 7, 13-14
Il suo potere è un potere eterno.

sabato 20 novembre 2021

ANTIOCO IV, RADICE PERVERSA E FRATELLO / sabato XXXIII sett. T.O., dispari.

 

Antioco IV devasta Gerusalemme.


Il re Antioco dopo tutte le devastazioni compiute subisce i primi rovesci e cade in depressione. Egli attribuisce sia i rovesci che la depressione ai sacrilegi commessi contro il Tempio e il popolo del Dio d'Israele. E' andata proprio così? In ogni caso mette in evidenza una verità profonda: non tutte le esperienze sono uguali e la coscienza non si libera da sola dal senso del peccato. Posso dimenticare, posso cercare di soffocare, ma nei momenti particolari tutto riappare in superficie. L'esperienza dei confessori lo conferma pienamente.

Antioco si pente di quanto ha fatto contro il Dio vivente che perdona i suoi figli che ritornano a lui. Quindi dovremmo ritrovare il nostro fratello Antioco in paradiso! Pentiamoci anche noi, da subito, perché non si può scampare al giudizio della coscienza illuminata da Dio.

Il profondo senso morale che abita l’uomo, infatti, è un segno sia del giudizio di Dio che della vita eterna. Se il mio essere morale si costruisce e mi segue tutta la vita mentre non posso tornare indietro nel tempo, che senso avrebbe poi che tutto sia annullato con la morte?

Anche Gesù oggi ci annuncia la Vita eterna appoggiandosi però sulla Scrittura. Dio è il Dio dei vivi e non dei morti. Rallegriamoci, Cristo è risorto e ci porta la benedizione dopo aver lavato tutti i nostri peccati nel suo sangue versato sulla croce. Il peccato perdonato da Dio non è mai esistito.

 

Prima Lettura  1 Mac 6, 1-13
Per i mali che ho commesso a Gerusalemme, ora muoio nella più profonda tristezza.

venerdì 19 novembre 2021

CACCIO' I VENDITORI: LA MIA CASA SARA' CASA DI PREGHIERA.

 

Ogni Papa deve lottare per la riforma della Chiesa.

“Celebrarono la dedicazione dell'altare e offrirono olocausti con gioia”.

 Una schiera di eroi lava l’onta dei pagani e restaura il Tempio. Si stabilisce che quel giorno sarà festa. Questa festa esiste ancora ed è un bene. Ma le feste sono memoriali non formule magiche. Infatti un piccolo interesse dopo l’altro si sporca di nuovo il Tempio e Gesù lo deve purificare ancora, scacciando i venditori.

Così anche per noi. Le congregazioni religiose sono forme stabili nella Chiesa ma non eterne. E soprattutto se la radice è santa, l’albero può ammalarsi, smettere di portare frutti. Siamo per natura “semper reformandi”. Anche la nostra vita personale è soggetta a questo.

Mentre i capi vedono Gesù come un nemico “tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo”. Gesù non è un demagogo, ma la sua parola tocca il cuore dei semplici. Egli parla come si comporta, parla di fiducia in Dio che è Padre, di conversione sincera del cuore, di umiltà, di perdono, di amore ai nemici, di vita semplice e fraterna, di distacco dai soldi e di condivisione, … Convertiamoci.


Prima Lettura   1 Mac 4,36-37.52-59
Celebrarono la dedicazione dell'altare e offrirono olocausti con gioia.

giovedì 18 novembre 2021

CHIUNQUE HA ZELO E VUOLE DIFENDERE L'ALLEANZA!... / giovedì XXXIII sett. T.O., dispari.

 


La Bibbia non esalta i modi violenti di Mattatìa e dei suoi compagni ma il loro coraggio e la loro fede nel lasciare tutto e rischiare la vita per l’Alleanza e la libertà. Anche noi li ringraziamo perché nella loro generazione hanno preservato i valori che contano davvero. L’uomo è corpo ma non è solo materia, anzi, è essenzialmente spirito a immagine di Dio. Se Gesù ci insegna modi migliori per lottare, e ci invita ad essere profeti, anche oggi Mattatìa e i suoi si troverebbero comunque in una situazione generale di legittima difesa, di guerra per la liberazione. In questi giorni ho ricevuto un articolo su un mio zio. A 14 anni voleva diventare missionario. In giugno 1940, a 16 anni, si imbarcò per l’Inghilterra per arruolarsi, barando sull’età, in difesa della Francia occupata. Diventato ufficiale SAS, pochi giorni dopo lo sbarco in Normandia fu paracadutato dietro le linee tedesche e dopo mesi di intensa guerriglia, ferito, morì in agosto 1944, pienamente consapevole e pronto a rendere la sua anima a Dio.

Invece Gerusalemme, il popolo e i suoi capi, non hanno compreso “quello che porta alla pace!” e non ingaggiando la lotta si sono preparati un futuro di guerra e devastazioni. Questo 2021 è un anno di lotta, di guerra per la libertà. Innanzitutto bisogna saperlo e non sbagliare su quale guerra combattere. Siamo tanto deboli, ma abbiamo Gesù e il suo Spirito e il Vangelo è la via.

 

Prima Lettura   1 Mac 2, 15-29
Cammineremo nell’alleanza dei nostri padri.

mercoledì 17 novembre 2021

CRUDELTA' NELL'ANTICO TESTAMENTO E ANCHE NEL VANGELO / mercoledì XXXIII sett. T.O., dispari.

 


Anche oggi le letture parlano di sofferenza e morte. Siamo straziati pensando a questa donna e ai suoi figli. Ma scopriamo quanto è importante la fedeltà all’Alleanza con Dio, unica promessa di Vita Eterna. Noi che, a differenza di loro, conosciamo già la risurrezione, abbiamo questa fede? 

Gesù propone una parabola sui talenti di cui dovremo rendere conto, modificando al suo scopo un fatto realmente accaduto. Anche lì c'è molta durezza e ci possiamo scandalizzare di Gesù, così poco dolce. Attraverso immagini anche crudeli Gesù non presenta modelli di comportamento ma diceva alla gente di allora: voi accettate la logica e le esigenze di questo mondo, perché non accettate di dare tutto per Dio? Questo è il messaggio che deve arrivare a noi! “Un Dio che accetta tutto non è il Dio della Bibbia, ma un’immagine sognata. Gesù si mostra come Figlio di Dio proprio perché può prendere la frusta, e irato, cacciare dal Tempio i venditori”.  Card. Joseph Ratzinger, lectio divina “Dio si impietosì” 24 gennaio 2003

 PAROLE DEL SANTO PADRE

Custodire la memoria: la memoria della salvezza, la memoria del popolo di Dio, quella memoria che faceva forte la fede di questo popolo perseguitato da questa colonizzazione ideologico-culturale. La memoria è quella che ci aiuta a vincere ogni sistema educativo perverso. E poi, la mamma. La mamma che parlava 'nella lingua dei padri': parlava in dialetto. E non c’è alcuna colonizzazione culturale che possa vincere il dialetto. (Omelia da Santa Marta, 23 novembre 2017)

 

Dal secondo libro dei Maccabèi
2Mac 7,1.20-31

martedì 16 novembre 2021

DARE L'ESEMPIO AI GIOVANI / lo scriba Eleazaro, XXXIII del T.O., dispari.

 


I suoi amici, passati alla religione pagana, propongono allo scriba Eleàzaro di fingere di mangiare cibi proibiti e salvare così la sua vita. Egli rifiuta per non dare scandalo alla gente, specie ai giovani. Il suo discorso è di rara bellezza e ci richiama al dovere di testimonianza fino alla fine, in particolare verso i più giovani.  

A una certa età si corre il rischio invece di perdere l’entusiasmo, di sentire il peso degli anni e delle esperienze che lasciano delusione nel profondo dell’animo, di sentirsi liberi da obblighi per “aver già dato”, di voler andare in pensione, di aggrapparsi a questa vita e al desiderio di vivere ancora, per sé stessi, oppure di vivere situazioni mai sperimentate. Questo è nel profondo dell’uomo in ogni periodo della Storia, ma ancora di più oggi in cui c'è un sistema pensionistico e la società propone come modello “l’eterno giovane” che non vuole crescere.

Invece l’unica saggezza è quella dello scriba Eleàzaro. Ringrazio il Signore per aver conosciuto persone che sono andate fino in fondo, nella fedeltà e nell’amore di Dio e degli altri.

Notiamo il comportamento degli amici di Eleàzaro. Prima molto benevoli, appena egli mostra di non tener conto della loro proposta, manifestano odio nei suoi confronti. È l’atteggiamento tipico del Nemico di Dio, dal Serpente nell’Eden in poi, di cui sono vittime e strumenti.

 

Prima Lettura  2 Mac 6, 18-31
Lascerò ai giovani un nobile esempio, perché sappiano affrontare la morte per le sante e venerande leggi.

lunedì 15 novembre 2021

CHE SENSO HA PER NOI OGGI LA RIBELLIONE DEI MACCABEI? / sant'Alberto Magno, XXXIII sett. T.O.,B

 


Dopo Alessandro Magno tutto il Medio Oriente è sotto dominio politico e culturale greco. E conviene ai vincitori che i loro dèi diventino anche quelli dei popoli vinti. Ora, alcuni membri del popolo eletto sono affascinati dal successo della civiltà straniera e vogliono riceverne i benefici oltre che la benevolenza del nuovo padrone, pronti a passare alla sua religione e a propagandarla. I metodi sono violenti e spicci, schiacciando ogni resistenza. Infatti molti resistono, anche a costo della vita, decisi a non abbandonare l’Alleanza con il Dio dei Padri. Con questo spirito inizierà la ribellione dei Maccabei.

Il brano di questa mattina mi fa pensare a quanti lo leggeranno in chiave anti Concilio Vaticano II: difendere le tradizioni contro il modernismo, contro il progetto di religione mondiale, contro la Pachamama in Vaticano, ecc.

Se c'è una religione che ha saputo dialogare e integrare le influenze culturali degli altri popoli, è proprio l’ebraismo e il cristianesimo segue la stessa linea. Lo testimonia la Bibbia, persino nella sua capacità ad essere tradotta rimanendo Parola di Dio (per fare un paragone, il Corano non si traduce. Esistono soltanto “tentativi di traduzione dei significati del Generoso Corano”. La preghiera ufficiale, la Salàt, si può fare solo in arabo). La Storia della Salvezza guidata da Dio però è fatta da uomini e da situazioni diverse. Nella lotta per la purezza dell’Alleanza ci sono fasi di maggiore rigidezza e fasi di apertura. Ma quello che conta è la radice, l’Alleanza in sé. Quando i cattolici tradizionalisti mettono al di sopra dell’obbedienza al Papa dei riti, una lingua morta come il latino, un determinato tempo della Storia idealizzato, rompono oggettivamente l’Alleanza con Cristo, e cadono nei cavilli, “filtrando il moscerino e ingoiando il cammello”Il momento dei Maccabei è una fase rigida. Infatti ad un’aggressione violenta che uccide chi non rinnega la fede dei padri, i Maccabei reagiscono con la resistenza armata e una chiusura zelante sull’osservanza delle tradizioni. Ma non prima della persecuzione aperta.

Sant'Alberto Magno, maestro di san Tommaso d'Aquino, è simbolo della Chiesa aperta agli autori pagani e alla scienza profana nella sua ricerca di approfondimento della fede e di dialogo con la società del suo tempo.

 

Prima Lettura   1 Mac 1, 10-15.41-43.54-57.62-64
Grandissima fu l’ira sopra Israele.

domenica 14 novembre 2021

SULLA PACHAMAMA ACCUSANO PAPA FRANCESCO A TORTO.




 Papa Francesco è eretico, è idolatra, poi tante altre accuse che, spero, riuscirò ad affrontare. Iniziamo dalla Pachamama. È vero, un atto di idolatria sarebbe molto grave. Riprendo qui un post di una donna intelligente e colta, Francesca Aquifolium. Si vede chiaramente che, come ho detto fin dall’inizio senza aver ancora approfondito l’argomento, la statuetta esposta durante il Sinodo sull’Amazzonia è solo un simbolo culturale. È un simbolo prezioso per i valori ai quali richiama, in questo nostro mondo occidentale egoista che calpesta la vita, la vita nel grembo innanzitutto, la vita sotto ogni sua forma per un profitto a corto termine che condanna i deboli e tutte le generazioni a venire. Ma non è una divinità. Ecco il testo di Francesca Aquifolium:

Guardate la differenza tra le due immagini. La Pachamama enorme come una montagna, ricca, potente come "Madre Tierra" divinizzata nel paganesimo dei popoli nativi delle Americhe e sotto, una statuetta che rappresenta una giovane indigena incinta, piccola, senza potere, gravida di un bambino, non di una quantità di risorse naturali.

IL PIACERE DI VIVERE E MORIRE CON CRISTO / XXXIII Dom T.O., B.

 


La lettera agli ebrei ci ricorda la base della fede cristiana, la ragione di essere della Chiesa e della gioia dei cristiani: Gesù, con un'unica offerta ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati. Ora, dove c'è il perdono di queste cose, non c'è più offerta per il peccato”. Dobbiamo già “vivere da risorti”. All’inizio della mia formazione non lo capivo perché vedevo la mia miseria, la nostra miseria, anche quella dei miei formatori. Eppure avevo fatto l’esperienza della salvezza totalmente gratuita, per grazia, ma ero ancora troppo concentrato su me stesso e il mio desiderio di perfezione, forse solo di riscatto dalla mia mediocrità e i miei peccati. Chiedevo a Dio di non farmi morire prima di raggiungere un minimo di giustizia. Quando ho capito che il più grande atto di fede che potessi fare era di accettare la morte così com’ero, fu una grande liberazione.

La prima lettura e il Vangelo parlano di tribolazioni e angoscia, di sconvolgimenti. Ma non solo. Per coloro che vivono in Cristo è un tempo positivo, il tempo della salvezza, “della venuta dell’estate”. Perché temiamo allora? Perché siamo ancora di questo mondo che crollerà e che non può dare salvezza e siamo aggrappati ad esso, credendo in Dio ma solo fino ad un certo punto, fidandoci ma con delle condizioni.

Forse, in mezzo ai tanti testimoni della Risurrezione, farà tanto bene vedere questo video su una carmelitana argentina che ha vissuto la malattia ed è morta col sorriso a 45 anni: Suor Cecilia Maria - Il piacere di vivere e morire con Cristo - YouTubeNon solo costatò che la sua gioia non veniva da lei ma da Cristo, ma ebbe coscienza di stare entrando nella Vita man mano che ripeteva il suo sì pieno mentre progrediva la malattia.

 

Prima Lettura   Dn 12, 1-3
In quel tempo sarà salvato il tuo popolo.

sabato 13 novembre 2021

IL CAMMINO DELLA PREGHIERA / sant'Andrea Avellino, 13 novembre.

 


Il giudice disonesto accontenta la vedova, piegato dalla sua insistenza. Questa parabola è una pagina forte ma anche pericolosa del Vangelo. Chi si fissa su un punto solo ripete : Dio è buono e ha detto chiedete e vi sarà dato, quindi mi deve fare quella grazia nel modo in cui gliela chiedo; basta che io preghi di più! Poi, se la grazia non arriva si può perdere la fede, cadere nella paranoia (ho una fattura, Satana è troppo forte, Dio non mi ama, c'è il destino, la gente è cattiva, ecc.). C'è una donna di 55 anni che mi chiede sempre preghiere e benedizioni affinché il Signore azzeri le influenze negative su di lei e possa trovare marito e avere figli…

Ci sono due modi comuni di sbagliare nell’interpretare il Vangelo: assolutizzare un brano isolandolo dal resto, oppure, al contrario, diluirne la forza “completandolo” subito con altri. Se un bambino con una media bassa a scuola valutasse i complimenti del maestro per l’ultimo compito ben riuscito dicendo: anche questo compito non va bene perché il maestro le altre volte non mi fa i complimenti, egli perderebbe tutta la forza di incoraggiamento di quel primo compito fatto bene!

Se io so che la fede non è fissazione psicologica e neppure “preghierificio”, ma cammino per fare in tutto la volontà di Dio e non cercare di costringerlo a fare la mia volontà, allora quella parabola della vedova importuna dona grande forza. Infatti nel cammino della preghiera vengono momenti di stanchezza, di solitudine, di dubbio. Il cammino della preghiera è la tua conversione e significa entrare nel buio, nelle resistenze del cuore, scontrarsi con i propri attaccamenti e con la forza delle passioni, cominciare anche a misurare la forza pervasiva del male nella società. Se la preghiera non diventa intimità con Cristo, condividendone i sentimenti e abbandonandosi a lui, si rischia molto. Chi invece confida in Dio non rimane deluso.

Sant'Andrea Avellino fece la volontà di Dio garantito dall'obbedienza. Benché caratterizzata da carismi personali, la sua attività ebbe molte dimensioni. Su questa base solida poté cercare la perfezione in tutto. Ebbe anche la grazia di essere accolto alla vita religiosa da un futuro santo, di condividere i primi anni della formazione con due futuri beati. La vita comunitaria è essenziale alla vita cristiana. E all'interno della comunità ci si può aiutare molto nel cammino della santità, anche condividendone l'anelito in particolare con alcuni suoi membri.  

 

Prima Lettura  Sap 18,14-16; 19,6-9
Il Mar Rosso divenne una strada senza ostacoli e saltellarono come agnelli esultanti.

Dal libro della Sapienza
Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose,
e la notte era a metà del suo rapido corso,
la tua parola onnipotente dal cielo, dal tuo trono regale,
guerriero implacabile, si lanciò in mezzo a quella terra di sterminio,
portando, come spada affilata, il tuo decreto irrevocabile
e, fermatasi, riempì tutto di morte;
toccava il cielo e aveva i piedi sulla terra.
Tutto il creato fu modellato di nuovo
nella propria natura come prima,
obbedendo ai tuoi comandi,
perché i tuoi figli fossero preservati sani e salvi.
Si vide la nube coprire d’ombra l’accampamento,
terra asciutta emergere dove prima c’era acqua:
il Mar Rosso divenne una strada senza ostacoli
e flutti violenti una pianura piena d’erba;
coloro che la tua mano proteggeva
passarono con tutto il popolo,
contemplando meravigliosi prodigi.
Furono condotti al pascolo come cavalli
e saltellarono come agnelli esultanti,
celebrando te, Signore, che li avevi liberati.
   
Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 104
Ricordate le meraviglie che il Signore ha compiuto.

A lui cantate, a lui inneggiate,
meditate tutte le sue meraviglie.
Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore.

Colpì ogni primogenito nella loro terra,
la primizia di ogni loro vigore.
Allora li fece uscire con argento e oro;
nelle tribù nessuno vacillava.

Così si è ricordato della sua parola santa,
data ad Abramo suo servo.
Ha fatto uscire il suo popolo con esultanza,
i suoi eletti con canti di gioia.

Canto al Vangelo 
  2 Ts 2,14
Alleluia, alleluia.

Dio ci ha chiamati mediante il Vangelo,
per entrare in possesso della gloria
del Signore nostro Gesù Cristo.
Alleluia.

Vangelo  
 Lc 18, 1-8
Dio farà giustizia ai suoi eletti che gridano verso di lui

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».