I primi credenti erano consapevoli che essere cristiani
significava non vivere più per se stessi ma essere di Cristo, suoi servi e
strumenti, chiamati per una missione. Certo l’egoismo, l’egocentrismo sono sempre
presenti e pesano e san Paolo deve ricordare questa dimensione della chiamata
ad essere cristiani: vivere e morire per il Regno di Dio. La Buona Notizia non è
solo di spendere la vita per l’ideale più bello, servire il Signore più glorioso
che ci sia, ma che Lui non vive e muore per sé stesso, come gli altri signori,
ma per me, per noi, va in cerca della pecora perduta e si sacrifica per lei.
San Carlo Borromeo poteva vivere per sé stesso, per il
suo Casato. La Chiesa lo favoriva in questo, offrendogli un’ottima formazione e
una carriera ecclesiastica nonché consistenti rendite e benefici. Poi passò il Signore
anche attraverso un progetto adatto ai tempi nuovi sotto la forma del Concilio di
Trento. Egli avrebbe potuto vivere il Concilio dal “centro” come collaboratore
diretto e apprezzato del Papa. Invece volle applicare in prima persona il Concilio
che chiedeva ai vescovi di essere residenti nelle loro diocesi, dare l’esempio.
Erano 70 anni che Milano non aveva un vescovo residente! Il Concilio faceva un
dovere al vescovo di compiere la visita pastorale (toh! una Chiesa in uscita!)
e quelle di Carlo Borromeo sono rimaste nella Storia.
Prima
Lettura Rm 14, 7-13
Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, nessuno di noi vive per se stesso e nessuno muore per se stesso, perché se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore. Per questo infatti Cristo è morto ed è ritornato alla vita: per essere il Signore dei morti e dei vivi.
Ma tu, perché giudichi il tuo fratello? E tu, perché disprezzi il tuo fratello? Tutti infatti ci presenteremo al tribunale di Dio, perché sta scritto:
«Io vivo, dice il Signore:
ogni ginocchio si piegherà davanti a me
e ogni lingua renderà gloria a Dio».
Quindi ciascuno di noi renderà conto di se stesso a Dio.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 26
Contemplerò la bontà del Signore nella terra dei viventi.
Il
Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?
Una
cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per contemplare la bellezza del Signore
e ammirare il suo santuario.
Sono
certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.
Canto al Vangelo Mt 11,28
Alleluia, alleluia.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi,
e io vi darò ristoro, dice il Signore.
Alleluia.
Vangelo Lc 15, 1-10
Vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte.
Dal
vangelo secondo Luca
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per
ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i
peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde
una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta,
finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle
spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con
me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico:
così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per
novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada
e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla
trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho
trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli
angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
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