Quando ascoltiamo la visione di Daniele sul “figlio d’uomo” della prima lettura, ne comprendiamo
il senso globale con facilità, perché si è realizzata. Non era così facile per i
contemporanei di Daniele, pur essendo più vicini, come cultura, alle immagini che
egli usa.
Con la parabola del fico e degli alberi che germogliano annunciando la
venuta dell’estate, Gesù suppone che tutti possiamo riconoscere i segni dei tempi.
E invece facciamo un po’ tutti fatica a coglierli. Ci sono quelli
che corrono dietro ai falsi profeti (a proposito, su Aleteia.org, Giovanni
Marcotullio che ha scritto articoli molto interessanti e precisi, consiglia a
chi ha seguito Alessandro Minutella, ex don, che si vestiva con una talare
bianca e aveva sempre dietro di sé la statua della Madonna, di confessarsi per aver
seguito un eretico e scismatico), ci sono quelli che guardano la quantità e
vedono che il male è ancora dappertutto, ci sono quelli che
appena qualcosa di nuovo appare, anche quando il germoglio si è fatto albero,
lo bollano come deviazione dalla fede.
Ci sono anche i pigri e fiacchi spiritualmente come me, che si siedono
subito, cadono nella routine. Riconosco come una grazia immensa e immeritata di
aver creduto fin dall’inizio nel Concilio Vaticano II e di averlo potuto
conoscere. Però, mettere in pratica un Concilio non è automatico, passa attraverso la consegna di sé stessi al Signore e alle sue lotte.
Dal libro del profeta Daniele Dn 7,2-14
Io, Daniele, guardavo nella mia visione notturna ed ecco, i quattro venti del cielo si abbattevano impetuosamente sul Mare Grande e quattro grandi bestie, differenti l’una dall’altra, salivano dal mare. La prima era simile a un leone e aveva ali di aquila. Mentre io stavo guardando, le furono strappate le ali e fu sollevata da terra e fatta stare su due piedi come un uomo e le fu dato un cuore d’uomo.
Poi ecco una seconda bestia, simile a un orso, la quale stava alzata da un lato e aveva tre costole in bocca, fra i denti, e le fu detto: «Su, divora molta carne».
Dopo di questa, mentre stavo guardando, eccone un’altra simile a un leopardo, la quale aveva quattro ali d’uccello sul dorso; quella bestia aveva quattro teste e le fu dato il potere.
Dopo di questa, stavo ancora guardando nelle visioni notturne ed ecco una quarta bestia, spaventosa, terribile, d’una forza straordinaria, con grandi denti di ferro; divorava, stritolava e il rimanente se lo metteva sotto i piedi e lo calpestava: era diversa da tutte le altre bestie precedenti e aveva dieci corna.
Stavo osservando queste corna, quand’ecco spuntare in mezzo a quelle un altro corno più piccolo, davanti al quale tre delle prime corna furono divelte: vidi che quel corno aveva occhi simili a quelli di un uomo e una bocca che proferiva parole arroganti.
Io continuavo a guardare,
quand’ecco furono collocati troni
e un vegliardo si assise.
La sua veste era candida come la neve
e i capelli del suo capo erano candidi come la lana;
il suo trono era come vampe di fuoco
con le ruote come fuoco ardente.
Un fiume di fuoco scorreva
e usciva dinanzi a lui,
mille migliaia lo servivano
e diecimila miriadi lo assistevano.
La corte sedette e i libri furono aperti.
Continuai a guardare a causa delle parole arroganti che quel corno proferiva, e vidi che la bestia fu uccisa e il suo corpo distrutto e gettato a bruciare nel fuoco. Alle altre bestie fu tolto il potere e la durata della loro vita fu fissata fino a un termine stabilito.
Guardando ancora nelle visioni notturne,
ecco venire con le nubi del cielo
uno simile a un figlio d’uomo;
giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui.
Gli furono dati potere, gloria e regno;
tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano:
il suo potere è un potere eterno,
che non finirà mai,
e il suo regno non sarà mai distrutto.
Salmo Responsoriale Dn 3,75-81
R. A lui la lode e la gloria
nei secoli.
Benedite, monti e colline, il Signore.
Benedite, creature tutte che germinate sulla terra, il Signore. R.
Benedite, sorgenti, il Signore.
Benedite, mari e fiumi, il Signore. R.
Benedite, mostri marini e quanto si muove nell’acqua, il Signore.
Benedite, uccelli tutti dell’aria, il Signore. R.
Benedite, animali tutti, selvaggi e domestici, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli. R.
Alleluia, alleluia. Risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra
liberazione è vicina. (Lc 21,28) Alleluia.
Dal Vangelo secondo Luca Lc 21,29-33
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite
voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando
vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga.
Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».
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