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venerdì 5 novembre 2021

GRAZIA E SCALTREZZA! / San Guido Maria Conforti, 5 novembre.

 


Quell’uomo ricco derubato dal suo amministratore ne loda però la scaltrezza. Già questo particolare sul quale il Vangelo non si approfondisce varrebbe un libro di commenti! Ma il punto della parabola di oggi è “fatevi furbi per il Regno di Dio!” San Paolo invece si premura di notare che il suo operato è tutto fondato sulla Grazia. Grazia e attività umana, anche scaltra, non sono contraddittorie, anzi. Senza la Grazia san Paolo non avrebbe fatto nulla ma, nella Grazia, ha lavorato più di tutti gli altri. E colui che si è trovato ai margini della stessa Chiesa nella sua generazione, attaccato da molti dal “centro”, è diventato un pilastro della Rivelazione e dell’ispirazione missionaria della Chiesa lungo i secoli. Colui che considerava sé stesso un “aborto”, indegno di essere chiamato Apostolo, è diventato “L’Apostolo” per eccellenza. Si dice: “la Chiesa perseguita i santi in vita poi li canonizza da morti”. Un’altra annotazione sulla quale si può riflettere molto è il punto di onore che si è fatto Paolo di non “rubare” i frutti spirituali di nessuno.

Quanta spinta al coraggio, alla perseveranza e al santo rischio ci dona la Parola di Dio oggi!

Il santo di oggi, Guido M. Conforti, unì Grazia e scaltrezza! Desiderava essere missionario in Cina, ma la salute non glielo permise: mandò altri al posto suo fondando i Saveriani! e fece tanto per la missione anche ridestando la consapevolezza missionaria nella Chiesa tutta, "creando" tra l'altro la Giornata Missionaria Mondiale.

 

Prima Lettura   Rm 15, 14-21
Sono ministro di Cristo Gesù tra le genti, perché esse divengano un’offerta gradita.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli miei, sono anch’io convinto, per quel che vi riguarda, che voi pure siete pieni di bontà, colmi di ogni conoscenza e capaci di correggervi l’un l’altro. Tuttavia, su alcuni punti, vi ho scritto con un po’ di audacia, come per ricordarvi quello che già sapete, a motivo della grazia che mi è stata data da Dio per essere ministro di Cristo Gesù tra le genti, adempiendo il sacro ministero di annunciare il vangelo di Dio perché le genti divengano un’offerta gradita, santificata dallo Spirito Santo.
Questo dunque è il mio vanto in Gesù Cristo nelle cose che riguardano Dio. Non oserei infatti dire nulla se non di quello che Cristo ha operato per mezzo mio per condurre le genti all’obbedienza, con parole e opere, con la potenza di segni e di prodigi, con la forza dello Spirito.
Così da Gerusalemme e in tutte le direzioni fino all’Illiria, ho portato a termine la predicazione del vangelo di Cristo. Ma mi sono fatto un punto di onore di non annunciare il Vangelo dove era già conosciuto il nome di Cristo, per non costruire su un fondamento altrui, ma, come sta scritto: «Coloro ai quali non era stato annunciato, lo vedranno, e coloro che non ne avevano udito parlare, comprenderanno». 

Salmo Responsoriale  
  Dal Salmo 97 
Agli occhi delle genti il Signore ha rivelato la sua giustizia.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni! 
 

Canto al Vangelo   1Gv 2,5
Alleluia, alleluia.

Chi osserva la parola di Gesù Cristo
in lui l’amore di Dio è veramente perfetto.
Alleluia.


Vangelo Lc 16, 1-8
I figli di questo mondo verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce». 

 

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