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venerdì 30 giugno 2017

LA MORTE DEL PICCOLO CHARLIE RINVIATA

Pray for Charlie
Non possiamo non parlare del piccolo Charlie Gard che la giustizia inglese poi europea ha condannato a morte. Non si può non pregare per lui e per i suoi genitori. E per coloro che lo hanno condannato a morire per soffocamento dopo sedazione profonda.
Ma oggi la sua morte è stata rinviata. Per quanto tempo?

Ci sono molti interrogativi e la Chiesa mette in guardia contro l’accanimento terapeutico. Ma come comprendere che di fronte a genitori che vogliono tentare un’ultima chance per il loro bambino, senza pesare sulle finanze pubbliche, grazie a fondi raccolti dall’iniziativa popolare, dalla misericordia che abita il cuore della gente e da quell’intuito di vita che porta le persone comuni a cercare soluzioni lì dove non esistono ancora, questa speranza profonda che certamente si appoggia in Dio e nobilita così fortemente l’essere umano, ci sia un altro accanimento certo, che è quello della prevaricazione dei diritti dei genitori a beneficio della morte?

La cultura della morte abita da tanto tempo nel Nord Europa e in particolare nel Regno Unito più che

giovedì 29 giugno 2017

DALLA CHIESA SALIVA INCESSANTEMENTE A DIO UNA PREGHIERA PER PIETRO / 29 giugno

“Dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui”.

Simone figlio di Giona è diventato la "Roccia”. Dio non permetterà che egli vada solennemente contro le verità essenziali della Fede. Rimane però un uomo, capace di soffrire innanzitutto, ma anche di tentennare, perfino di sbagliare nelle cose “minori”. Minori in quanto non toccano il deposito fondamentale della Fede ma non per questo senza conseguenze.

Anzi, l’essere Roccia non è "automatico" neppure nelle cose fondamentali. Mi spiego: quando Pietro si lascia intimidire da “alcuni da parte di Giacomo” e attirare nella loro ipocrisia (Galati 2,11-14) sta in gioco proprio “la verità del Vangelo” che potrebbe scomparire e invece deve rimanere salda tra i discepoli (Galati 2,5). Per questo Paolo gli si oppone  a “viso scoperto”. In questo caso il Signore non si serve solo di Pietro illuminandolo, ma di un altro che si butta nel fuoco e si mette di traverso, perché Pietro aveva torto e rischiava di annullare la verità del Vangelo nella Chiesa. Dio fa in modo che Pietro rimanga la Roccia, il punto di riferimento, fedele al Vangelo, ma con l’intervento risolutivo di un altro.
2017: conservare una certa tradizione cattolica.
La grandezza e la grazia di Pietro è di dare ragione a Paolo (la grandezza di Paolo è di restare nella comunione con Pietro e chi è ritenuto le "colonne"). Però questa grazia, Pietro la riceve attraverso la sua umanità fragile, attraverso le sue paure, il suo orgoglio che si deve abbassare, le certezze antiche della sua educazione che si devono aprire in modo irreversibile alla novità del Vangelo, forse la sua ripugnanza a litigare con il partito conservatore e il fastidio di dover spiegare ai fedeli semplici perché le cose sono cambiate, attraverso il suo misurarsi con Paolo che non fa parte dei dodici e nemmeno del primo gruppo che ha seguito Gesù eppure sembrerebbe stare più avanti…. Non è facile.

mercoledì 28 giugno 2017

UNA FEDE IN CAMMINO / mercoledì XII sett. T.O.

Continua la storia di Abramo nostro Padre nella Fede, quindi nostro modello. Ebbene Abramo si lamenta. Vede passare il tempo e Dio non gli da il figlio promesso. Egli è un modello per noi perché il tono del suo dialogo con Dio è di confidenza e non di ribellione. Non permettere al demonio di attaccarti appena ti sorge un dubbio, una lamentela nel cuore. La fede è una ferita nel cuore abitata dalla Vita. Abramo è un uomo in cammino e non è perfetto, e la sua fede è autentica anche se in cammino.

Abramo crede a Dio che promette e non fa (per adesso). Riflettiamo su questo punto. È ragionevole e degno dell’uomo credere a Dio se non opera immediatamente secondo quello che ha promesso, se non realizza la sua promessa in un modo che per me sia del tutto chiaro, comprensibile e verificabile? Non è forse credulità? La mia fede non è forse solo paura di affrontare il nulla, il vuoto? Molti non dicono forse spesso: “bisogna credere in qualche cosa”? Ma la saggezza popolare risponde che chi di speranza campa, disperato muore. Evidentemente, anche se questa situazione è molto frequente, questo non è la Fede nel Dio Vivo. Non è Fede.

PORTA STRETTA / martedì XII sett. T.O.

Betlemme - Ingresso della Basilica della Natività
E' molto stretta e bassa, bisogna chinarsi per entrare!
Quante persone ci sono in paradiso? chiese un giorno un uomo a Gesù. Gesù non rispose perché la riposta dipende dalla libertà di ognuno. Da parte del Signore c'è posto per tutti in paradiso! Egli ci offre una misericordia infinita, già compiuta sulla croce nella sua carne, nella storia. Per giunta è una misericordia attiva. Dio non sta alla finestra a contare i punti della nostra lotta contro il male. Il suo nome è Yeshuah, Gesù, cioè Egli salva. Egli è il Go’el, colui che paga il riscatto per il povero trascinato in schiavitù dal male, anche quando è quel povero stesso che si è messo nei guai.

lunedì 26 giugno 2017

LA TERRA DOVE NON ESISTE IL GIUDIZIO / lunedì XII sett. T.O.

Abramo deve lasciare tutto, compresa la sua terra. Anche se non possiede una “terra tutta sua” e va via perché Dio gli promette di dargliela, il posto dove è vissuto finora è “la sua terra”. È l’ambiente familiare di cui si conoscono i limiti e i punti di riferimento. La grandezza della promessa di Dio sarà, d’ora in poi, il motore, la patria provvisoria di Abramo.

Siamo invitati anche noi a lasciare la nostra terra per andare verso una terra vasta e spaziosa che sia tutta nostra. Il Vangelo ci dice che la terra che dobbiamo lasciare, così familiare, è quella del giudizio meschino, angusto, del pettegolezzo … Quando dico ad una assemblea: cosa succede se per un giorno non parliamo male di nessuno, cala un grande silenzio?, la reazione tra sorrisetti e volti pensosi è che ho colpito un punto molto sensibile. 
Dio ci invita ad andare verso una terra vasta e spaziosa perché lì non esistono le strettoie, le catene, le forche caudine del giudizio. Per arrivarci però dobbiamo fin d’ora giudicare con ampiezza. Noi diciamo: fino alla bugia. Dio dice: con verità. Sulla croce Gesù dice: “Padre perdona loro, non sanno quello che fanno”. Noi diciamo: “ma certo che sanno quello che fanno. Hanno il chiodo in una mano e il martello nell’altra. Come fai a dire che non sanno quello che fanno?” 
Dobbiamo prendere posizione: chi ha ragione? Se hai ragione tu, Gesù ha torto. Se Gesù ha torto cestina il Vangelo. Se ha ragione Gesù, vattene da questa terra del giudizio, dalla tua terra e va verso la terra che ti è promessa, dove non sarai estraneo ma finalmente te stesso, Uomo Nuovo.   

Come si fa?

domenica 25 giugno 2017

NON ABBIATE PAURA / XII domenica del T.O.

Non abbiate paura!

Gesù invita i suoi apostoli a non temere nulla. Non sta parlando a tutti i discepoli. Questo non è un particolare da poco anche se Dio è sempre lo stesso e la fede non è di una categoria. Ma sicuramente la fede, questo dono che può inondare un’anima in un attimo, corrisponde normalmente ad un cammino. Più cammini più ricevi doni che diventano la premessa di un comportamento più maturo e di altri doni da parte del Signore. Nel Vangelo di oggi Gesù parla a persone da cui si aspetta una fede già più matura.

Prendiamo Abramo che non è citato in queste letture ma è “Nostro Padre nella Fede”. Anch’egli è cresciuto nella fede. L’Abramo che parte lasciando tutto, certamente si fida ma non ha molto da perdere. Non ha figli, non ha una terra dove riposare. Se questo Dio compie le sue promesse ha tutto da guadagnare.

sabato 24 giugno 2017

IO DEVO DIMINUIRE / Festa di San Giovanni Battista

“Lui deve crescere e io diminuire!” Questa frase del Battista spiega la data della Festa della sua natività: quando la luce del sole comincia a decrescere verso il minimo dell’inverno.

Giovanni era davvero una grande Luce. E molti hanno pensato che fosse lui il Messia. La sua influenza continua ed è presente come una tela di fondo al momento della prima evangelizzazione. Ma lui è l’amico dello Sposo e si rallegra della voce dello Sposo, non si appropria della Sposa. Indica il Salvatore e non solo genericamente ma concretamente ai suoi discepoli, invitandoli a seguire l’Agnello che toglie i peccati del mondo. Quindi a lasciare lui.

Ci sono due modi di non seguire i suoi passi.

-Quante volte ci appropriamo della Sposa, sia dell’incarico (preti e laici che si comportano da proprietari della parrocchia, dei suoi beni, del proprio banco, della missione ricevuta, ecc., un pochino, assai, moltissimo), sia delle persone (il che è diverso dal ricevere il dono di una collaborazione, di  una amicizia). Alcuni personaggi carismatici sono arrivati ad eccessi terrificanti. La condanna del fondatore dei Legionari di Cristo è l’esempio più eclatante degli ultimi tempi, ma purtroppo non l’ultimo. Dobbiamo essere tutti molto attenti. Sappiamo che ci sono facilmente piccole o grandi gelosie nella Chiesa.

venerdì 23 giugno 2017

SACRO CUORE DI GESU': IL DIO DELLA VERA ANTIPOLITICA

Affresco della Cappella del Sacro Cuore - Paray Le Monial
Ancora oggi ognuno ha il suo posto nella società ed è catalogato: sei libero o schiavo, proprietario o paghi il fitto, uomo o donna, civilizzato o barbaro, segui la moda o non te lo puoi permettere, sei beneficiario del sistema o sfruttato. Una cosa piccolissima: nei primi anni in Italia quando dovevo rinnovare il permesso di soggiorno, non era la stessa cosa essere nella fila degli stranieri “comunitari” o quella degli “extra comunitari”. E poi “c'è chi sale e chi scende”.
In più, nell’antichità, dovevi seguire gli dèi del gruppo al quale appartenevi.
I primi cristiani invece adoravano Cristo nei loro cuori, lo avevano incontrato risorto, avevano sentito la sua misericordia e il suo amore infinito, sperimentavano che li accompagnava ogni giorno fino alla fine. Nella comunità tutti si chiamavano “fratello” o “sorella” e si sentivano cittadini di un Regno divino Nuovo e Universale di fratellanza. Non tutti con la stessa intensità, certo, ma per questa vita nuova con Cristo, tutti erano “usciti dal sistema”, avevano una nuova identità che non era legata al loro popolo o alla loro condizione sociale. Infatti nei tempi di persecuzione a Roma, i cristiani venivano condannati per “ateismo e costumi ebraici”, perché non adoravano più gli dèi dell’Impero né il Potere divinizzato.

Con la vittoria morale del Cristianesimo, questi divenne prima libero poi religione di Stato. E pur facendo tanto bene, anche grazie alla libertà concessa e anche all’influenza sempre più grande nella società che diventava “cristiana”, la religione di Cristo è anche parzialmente “rientrata nel sistema”.

giovedì 22 giugno 2017

SOPPORTARE LA FOLLIA DI CRISTO / giovedì XI sett. T.O.

Crocifisso di San Damiano
Scrivevo l’altro giorno che l’altezza dell’ideale cristiano è segno della sua verità. Infatti l’uomo, quando fabbrica una religione non osa proporre l’assoluto ma proietta ciò che ha nel cuore. Basta guardare come si comportano gli dèi pagani, greci o romani o delle religioni orientali. Basta guardare l’ideale morale che propone l’Islam, facendone una critica proprio al Cristianesimo: per l’Islam Dio non può esigere dall’uomo ciò che è al di sopra delle sue forze. I musulmani vedono che i cristiani dicono e non fanno, propongono cose bellissime ma poi non fanno meglio degli altri se non peggio. Concludono che è più giusto chiedere all’uomo ciò che è capace di fare, modellare la religione sull’uomo. L’unico problema è che l’uomo un essere in cammino, che cambia continuamente, percorrendo la via della Vita o la via della Morte “e la differenza è grande fra queste due vie” (Didachè 1.1.), va verso l’integrazione o verso la disgregazione della sua personalità, verso la Luce o verso l’Oscurità. Questo cambia tutto. Perché è in cammino, l'uomo è salvato dalla Grazia e non dalla Legge. L'Islam è Legge.

mercoledì 21 giugno 2017

ALCUNE CHIAVI PER LEGGERE LA BIBBIA . / Incontro n.1. - 19 Giugno

Il Libro della Vita sigillato
dell'Apocalisse
San Girolamo ha scritto: “Tutta la Scrittura è Cristo” (vd. Rm 10:4 Ora, il termine della legge è Cristo, perché sia data la giustizia a chiunque crede). Lo invocheremo come patrono di questi incontri, assieme alla Madonna che meditava nel suo cuore le parole e gli avvenimenti del suo Figlio, a Sant Antonio, Dottore evangelico, a san Francesco che voleva che si vivesse il Vangelo “sine glossa”, cioè non alla lettera – perché il Vangelo non è una Legge – ma con la semplicità spirituale di chi consegna totalmente la sua vita a Cristo e sa che nella sua Parola si riceve lo Spirito che produce nel Credente la Vita Eterna, a san Tommaso d’Aquino che a Napoli, alla fine della sua vita, ha predicato per tutta la Quaresima in dialetto alla folla di via Tribunali, a santa Teresina che, dopo aver scoperto la Scrittura non voleva più leggere i libri di devozione che si leggevano abitualmente nel monastero, ma solo la Bibbia dove scopriva “il carattere di Dio”, e a tanti altri innamorati della Parola di Dio oltre che di Cristo Gesù. Possiamo citare ancora il Beato Vincenzo Romano, parroco a Portici, che, in un tempo in cui questo non si faceva, spiegava assiduamente in cattedra la Parola di Dio. Ai confratelli increduli perché “il popolo ignorante non avrebbe capito” rispondeva: “Dio spiega sé stesso ai semplici”.

BEATO L'UOMO CHE TEME IL SIGNORE! / 21 giugno san Luigi Gonzaga

San Luigi, erede del Casato
dei principi Gonzaga, diventato studente
dei Gesuiti, lava i piatti.
Abitualmente proclamo le letture del giorno per accompagnare qualche fratello o sorella che il Signore ha chiamato a sé. In genere ci sono degli incontri provvidenziali tra il momento di dolore che si vive e le letture del giorno. Si può dire ad un funerale: “Alzati amica mia e vieni! ecco l’inverno è passato …”? Certamente, se crediamo alle promesse del nostro battesimo. Nel caso preciso credo che stavamo veramente celebrando la chiamata alla Vita Eterna di un giusto. Questo non impedisce di provare un dolore autentico per questa separazione.

Le letture di oggi sembrano un esame di coscienza molto severo. Ma c'è il salmo e il suo ritornello: “Beato l’uomo che teme il Signore”. Beato! Beato veramente l’uomo che teme il Signore, come ci incoraggia oggi san Luigi Gonzaga che si meraviglia della felicità senza fine che gli è riservata dopo così “piccola e breve fatica” (Lettera alla madre).

Ed è ben giusto che leviamo il nostro pensiero a Dio e che ci

martedì 20 giugno 2017

AMATE I VOSTRI NEMICI / martedì XI sett. T.O.

AMATE I VOSTRI NEMICI - VENGO PRESTO
Quando stavo alla ricerca della Verità, il confronto con l’Islam, vissuto dalle persone semplici che lavoravano con me, mi ha aiutato molto. Notavo che avevano molti valori simili a ciò che annunciava il Cristianesimo. Questo mi portava a chiedermi cosa il Cristianesimo portava di specifico, di unico. E ho compreso lì, in Algeria, che lo specifico del Cristianesimo era quello che Gesù ci dice oggi: l’Amore ai nemici.

La cosiddetta “regola d’oro” presente in molte religioni dice: "Non fare agli altri ciò che non vuoi fatto a te!" Magari tutti la mettessero in pratica! Ma Gesù la rovescia: “Fai agli altri tutto ciò che vuoi che gli altri facciano a te”.

Questo è chiaramente inarrivabile se non hai la grazia con te. Ma, paradossalmente, è una Luce che rende unico e credibile il Cristianesimo, con i Santi che hanno mostrato quanto è bella una vita che si lascia illuminare da questa Parola. Un giovane berbero che chiedeva il battesimo al Cardinal Lavigerie spiegò la sua scelta: “Ho capito che l’Islam chiede di lottare contro i nemici della religione e anche di ucciderli, mentre il Cristianesimo insegna a morire per i nemici.

lunedì 19 giugno 2017

MA IO VI DICO / lunedì XI sett. T.O.

Caravaggio - Cacciata dei mercanti al Tempio
Le letture oggi ci mostrano quanto la protezione di Dio sia efficace al punto di poterci fidare di lui anche nelle situazioni più estreme (prima lettura).

Per uno come me, queste letture non hanno bisogno di tante spiegazioni ma solo di preghiera per poterle ricevere nel cuore e metterle in pratica disobbedendo alle mie paure, al mio orgoglio, alla mia avarizia e pigrizia, ecc.
Per alcune persone ci vuole però una messa in guardia, quelle che sono "troppo buone" e si lasciano spogliare perdendo la propria dignità, o coprono la loro debolezza con la Parola di Dio. Penso a tutti quelli che incontrano persone petulanti, avide e capaci di strumentalizzare l’emotività e i sensi di colpa dei cristiani e si lasciano solo sfruttare non sapendo resistergli con un amore lucido come ha fatto Gesù. 
Penso in particolare ai genitori che cedono a tutti i capricci dei loro figli mentre devono educarli nella disciplina del Signore, perché imparino ad onorare il padre e la madre, e imparino anche loro a rinunciare a se stessi.

QUESTO E' IL MIO CORPO, PRENDETE E MANGIATE / Domenica del Corpus Domini

Come devo ricevere il corpo di Cristo? Direttamente in bocca o sulle mani? È un aspetto secondario riguardo alla sostanza ma molto significativo.

Tutto ciò che riguarda il cibo, le abitudini alimentari e la loro sacralizzazione simbolica riveste una grande importanza pratica e ha un impatto immediato. Non a caso gli ebrei che sono i nostri fratelli maggiori nella fede hanno sviluppato, come noi e più di noi, ricette specifiche per ogni festa religiosa. I bambini si ricordano della festa, e quindi anche del suo contenuto storico e dottrinale, attraverso i dolci! 
Però i dolci sono diversi secondo le regioni in cui vivono gli ebrei, tenendo conto degli ingredienti facilmente reperibili in loco. Così anche i modi di fare nella Chiesa di una data epoca non possono essere assolutizzati, sopratutto se sono modi di fare nati cinquecento o mille anni fa.

Per questo motivo, il Concilio Vaticano II, appoggiandosi al lavoro dei vari movimenti di ricerca storica e spirituale che lo hanno preceduto, ha rimesso in valore la Scrittura e la Tradizione primitiva della Chiesa.

sabato 17 giugno 2017

UMILTA' E EUCARISTIA / domenica del Corpus Domini

«Ricòrdati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere in questi quarant’anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova. » Cosa c’entra l’umiliazione con l’Eucaristia di cui la manna è la prefigurazione?

La lettura risponde: «per sapere quello che avevi nel cuore, se tu avresti osservato o no i suoi comandi. » Per capire che non te la cavavi da solo. Che avevi bisogno di Dio. Che riconoscendo la sua sovranità avresti scelto di affidarti a Lui con cuore sincero e senza più mormorare o fare doppio gioco. Questo gioco beffardo che ci caratterizza. Eppure il popolo ebraico usciva dall’umiliazione così profonda della schiavitù. Non era forse tempo di smetterla con l’umiliazione. Ma l’umiliazione della schiavitù era solo degradazione, lo aveva fiaccato, forse incattivito. Invece Dio che ha dato al popolo la dignità della libertà, dell’essere il popolo da lui scelto, indirizza i cuori verso un’altra direzione: la conoscenza di sé nell’amore di Dio.

venerdì 16 giugno 2017

LEGGERE LA SCRITTURA CON LA CHIESA / venerdì X sett. T.O.

Maria Madre di  Misericordia
Tutta la Scrittura è Cristo e ogni “tassello” della Scrittura mostra una parte del suo Volto, in modo dinamico. Le due letture di oggi hanno bisogno di questo sguardo che contempla l’unità della Scrittura. Nel Vangelo Gesù ci invita ad una radicalità che nessuno può mettere da parte ma che presa in modo isolato e magari in solitudine può portare ad eccessi terribili.

“Chi guarda una donna per desiderarla”... Una coscienza sensibile può uscire atterrita da una simile lettura. Senz’altro il “per” dell’espressione evangelica che indica l’intenzionalità dello sguardo senza la quale non esiste peccato, è un aspetto fondamentale. Ma quanto conta l’accompagnamento della Chiesa, del padre spirituale, perché un fedele non cada nello scrupolo, oppure nell’autogiustificazione fino alla rimozione di questa parola!!! Invece essa interroga i nostri modi di vivere attuali e ci fa invocare la grazia di un cuore puro “per vedere Dio”.

La Chiesa primitiva ha dovuto lottare contro la prassi dell’automutilazione che minacciava ambienti e

giovedì 15 giugno 2017

DOVE C'E' LO SPIRITO C'E' LIBERTA' INTERIORE / giovedì X sett. T.O.

Papa Francesco apre la prima Porta Santa
del Giubileo della Misericordia non a Roma ma a Bangui!
San Paolo, con grande sofferenza , dice che un velo è steso sul cuore dei figli d’Israele perché non comprendono Mosè che annuncia Gesù di Nazareth.

Noi che siamo cristiani guardiamo senza velo. O, forse, siamo in fondo cristiani culturali, nel senso che crediamo in Gesù senza però aver preso pienamente coscienza di quello che questo significa né averlo accettato nel cuore?

Infatti san Paolo non dice che un velo è steso sugli occhi dei figli d'Israele, ma sul loro cuore. Non si tratta tanto di una conoscenza e di un assenso intellettuali quanto di conversione, di consegna di tutta la vita alla Parola del Maestro.

mercoledì 14 giugno 2017

LA LETTERA UCCIDE, LO SPIRITO INVECE DA VITA

Per una felice coincidenza nella lettura continua tipica delle letture dei giorni feriali, Vangelo e prima lettura trattano esattamente dello stesso tema: il rapporto tra Antica e Nuova Alleanza, tra lettera e Spirito.

Gesù affronta il problema dal lato della continuità. Non viene per abolire ma per portare a compimento. Perché deve precisare questo a chi l'ascolta? Perché portare a compimento significa anche cambiare alcune cose e proprio chi è attaccato alla lettera e alle forme del “si è sempre fatto così” entra in crisi, si sente smarrito. Do un esempio: se un parroco volesse portare a compimento il culto del santo patrono, probabilmente chi è tutto legato alle forme tradizionali del fare la processione, venerare il simulacro del santo (la statua) ecc., ecc., sentirebbe che gli si cambia qualcosa di “essenziale” mentre è solo una sua particolare forma di religiosità che non è per niente importante per la fede, persino può essere anti evangelica.

San Paolo impianta il confronto dal lato della rottura, con parole molto forti, quasi scioccanti. Ma comprendiamo il suo scopo: se segui Cristo devi seguirlo, in particolare devi lasciarti guidare dal suo Spirito e non arroccarti sulla lettera delle cose sempre fatte ma essere pronto ad abbandonarle.

Non ho tempo di scrivere di più ma forse è tanto meglio! Meditiamo da soli sull’importanza che san Paolo attribuisce alla presenza visibile dello Spirito Santo nella vita dei battezzati! ….

martedì 13 giugno 2017

SANT'ANTONIO DI PADOVA, UN SANTO INCREDIBILMENTE GIOVANE / 13 giugno

Guercino - Sant Antonio e il bambino
Sant’Antonio di Padova, un santo incredibilmente giovane e veloce. Muore a 36 anni con una esperienza e una raccolta di frutti di santità e apostolici che potrebbero far invidia a chi dovesse lavorare per 100 anni nella vigna del Signore. 

Nel medio evo ci si svegliava presto alla vita. Era necessario. Ma san Francesco si converte a 24 anni. Sant’Antonio invece entra in monastero a 15 anni dopo aver già fatto le sue scelte di ragazzo, riguardo alla purezza e alla visione del mondo. Decide per Cristo. 15 anni! A 17 chiede di andare lontano da Lisbona per vivere più integralmente la sua consegna a Cristo (la storiella della fidanzata e del voto per salvare il cugino che si vede nel film è una invenzione. Per di più è una invenzione molto infelice perché fa capire che sant’Antonio si sente costretto malgrado se stesso a rimanere frate per via del voto. Atroce!).

Per lui si fa eccezione alla regola che voleva che uno non diventasse prete prima dei 30 anni. Lui lo sarà a 25 anni. Questo corrisponde all’incontro con i martiri francescani del Marocco e il modo di vivere dei frati minori. Subito lascia il convento degli agostiniani, con la benedizione dei suoi superiori! Per farsi frate minore. Pochi mesi ed eccolo in viaggio verso il Marocco, pronto a versare il sangue per Cristo e le anime di chi non lo conosce.

Ma Dio distrugge il suo progetto. Questo è il passaggio cruciale della sua vita. Eppure era un progetto santo, generoso, coraggioso. Di traverso si mettono una forte malattia in Marocco, e una

lunedì 12 giugno 2017

POLITICA DI RECLUTAMENTO DELLA CHIESA / lunedì X sett. T.O.

Gesù a Pietro peccatore e perdonato: "Pasci i miei agnelli!"
Chi il Signore chiama a costituire la sua Chiesa e a rendere testimonianza al Vangelo?

Nelle competizioni elettorali i candidati si presentano come i migliori, come dei salvatori che metteranno tutto a posto, apriranno una nuova era in cui si realizzeranno le più rosee prospettive, a costo di rivelarsi poi, qualche volta miseramente, tristemente uguali agli altri comuni mortali. 
C'è anche un fenomeno generale mai abbastanza messo in conto: basta che un governante cacciato per le sue inadempienze, abbia trascorso un lasso di tempo, anche breve, lontano dal  potere, perché possa ripresentarsi come l’uomo nuovo e sia creduto quando promette tutto ciò che non ha realizzato quando ne aveva l’occasione. 
Questi fenomeni ci dicono che un bisogno fondamentale dell’uomo è di poter sperare.

domenica 11 giugno 2017

LA FAMIGLIA E LA COMUNITA' SONO ICONE DELLA TRINITA' / Domenica della Santissima Trinità

Diceva un vecchio e arguto prete francese: “Ci sono persone che sanno tutto ciò che insegna la teologia sul Mistero della Santissima Trinità, ma anche se fosse composta da diciassette persone invece che da tre, questo non cambierebbe nulla alla loro vita!”

Tra i comuni battezzati questa lontananza da Dio si esprime spesso con l’ignoranza e anche possiamo dire una certa quale indifferenza nel rapporto con Dio. Nel senso che per questi fedeli, secondo loro, il rapporto con Dio va benissimo, è un rapporto diciamo scontato che non ci si preoccupa di migliorare o verificare. Pochi giorni fa ho avuto un incontro pieno di simpatia e di buona volontà con una persona, tipico di questo fenomeno. Visto che si confessava ho posto la domanda fatidica: “conosci i comandamenti?” Dopo qualche esitazione si è lanciato: “primo, non uccidere" - "e poi? - "poi, … secondo, non rubare” – “ottimo, due comandamenti, ma sei sicuro che sono il primo e il secondo comandamenti?” – “forse il primo è: onora il padre e la madre!?”

PAPA FRANCESCO SULLA NATURA DELLA CHIESA / domenica 11 giugno

Da quattro anni un vescovo designato dalla Santa Sede non ha potuto insediarsi nella sua diocesi in Nigeria perché rifiutato dal clero a causa della sua appartenenza ad una etnia diversa. Ieri, sabato, il papa ha ricevuto una delegazione della diocesi di Ahiara. Di seguito le sue parole e la riflessione che mi ha ispirato:

Sala stampa della Santa Sede 
Pubblichiamo di seguito le parole che il Santo Padre Francesco ha rivolto ai Membri della Delegazione della Diocesi di Ahiara nel corso dell’Udienza dell’8 giugno scorso:

Parole del Santo Padre
Saluto cordialmente la Delegazione e ringrazio per essere venuti dalla Nigeria con spirito di pellegrinaggio. Per me, è una consolazione questo incontro, perché sono molto triste per la vicenda della Chiesa in Ahiara.
La Chiesa, infatti (e mi scuso per la parola), è come in stato di vedovanza per aver impedito al Vescovo di andarvi. Tante volte mi è venuta in mente la parabola dei vignaioli assassini, di cui parla il Vangelo (cfr. Mt 21, 33-44)…che vogliono appropriarsi dell'eredità. In questa situazione la Diocesi di Ahiara è come senza sposo, ed ha perso la sua fecondità e non può dare frutto. Chi si è opposto alla presa di possesso del Vescovo Mons. Okpaleke vuole distruggere la Chiesa; ciò non è permesso; forse non se ne accorge, ma la Chiesa sta soffrendo e il Popolo di Dio in essa. Il Papa non può essere indifferente.
Conosco molto bene le vicende che da anni si trascinano nella Diocesi e ringrazio per l'atteggiamento di grande pazienza del Vescovo; dico di santa pazienza da lui dimostrata. Ho ascoltato e riflettuto molto, anche sull'idea di sopprimere la Diocesi; ma poi ho pensato che la Chiesa è madre e non può lasciare tanti figli come voi. Ho un grande dolore verso questi sacerdoti che sono manipolati, forse anche dall'estero e da fuori Diocesi.
Ritengo che qui non si tratti di un caso di tribalismo, ma di appropriazione della vigna del Signore. La Chiesa è madre e chi la offende compie un peccato mortale, è grave. Perciò ho deciso di non sopprimere la Diocesi. Tuttavia, desidero dare alcune indicazioni da comunicare a tutti: anzitutto va detto che il Papa è profondamente addolorato, pertanto, chiedo che ogni sacerdote o ecclesiastico incardinato nella Diocesi di Ahiara, sia residente, sia che lavori altrove, anche all'estero, scriva una lettera a me indirizzata in cui domanda perdono; tutti, devono scrivere singolarmente e personalmente; tutti dobbiamo avere questo comune dolore.
Nella lettera

sabato 10 giugno 2017

L'OROSCOPO: CI CREDI ANCORA? n. 2

Abbiamo visto ieri che l’oroscopo che ti propinano non ha nessuna verità PROPRIO PERCHE’ NON TIENE AFFATTO CONTO DELLE STELLE! 
SE le stelle avessero un’influenza sulla vita degli uomini, bisognerebbe almeno partire da carte del cielo reali e aggiornate anno dopo anno. Invece nulla di questo.

Ma, dirà qualcuno, io noto delle caratteristiche nella personalità delle persone che corrispondono al profilo del suo segno zodiacale.
Proprio sicuro che queste corrispondenze sono legate allo Zodiaco? Vediamo un po'.

Che cos'è l’ “effetto di convalida soggettiva”? (vedi Wikipedia)
Nel 1948, lo psicologo Bertram R. Forer consegnò un test di personalità ai suoi allievi, al termine del quale fornì a ciascuno di loro un'analisi della personalità quale risultato del test effettuato. In seguito, invitò ognuno degli studenti a dare un giudizio, su una scala numerica da 0 (molto scarso) a 5 (eccellente), al profilo fornito, in base a una valutazione dell'adeguatezza del giudizio. La media fu di 4,26. Solo al termine Forer rivelò agli studenti che era stato consegnato a tutti lo stesso profilo psicologico, del tutto indipendente ai risultati del test. Secondo il foglio dato agli studenti, questa era la personalità di TUTTI:

venerdì 9 giugno 2017

CREDI NELL'OROSCOPO? NON MI DIRE!

Scrive un’amica:
Molto spesso mi capita di imbattermi in cristiani (anche fratelli del mio gruppo di preghiera !!!!) che nel chiedermi quando nascerà il mio bambino fanno il calcolo a quale segno zodiacale apparterrà per pronosticare il carattere, le affinità, ecc... Forse se fai tu un passaggio sull'argomento ci schiariamo un po' le idee... 

Cosa dice la Bibbia? : “(Babilonia) si presentino e ti salvino gli astrologi che osservano le stelle, i quali ogni mese ti pronosticano che cosa ti capiterà. Ecco, essi sono come stoppia: il fuoco li consuma; non salveranno se stessi dal potere delle fiamme.” (Isaia 47, 13 – 14)
Come vediamo la Bibbia non fa proprio l’elogio dell’astrologia! Un credente non considera attendibile l’oroscopo.

Eppure anche oggi riviste, televisione, internet, ecc., pullulano di oroscopi. Ma come si fa nel XXI° secolo a credere all’astrologia, all’oroscopo?

Ci sono almeno tre motivi che fanno che NON SI POSSA credere all’oroscopo.

INTERNET E PERICOLI

SABATO 27 MAGGIO 2017 Mondo I buchi della Rete L'Osservatore Romano
«Credevo che Internet migliorasse il mondo. Mi sbagliavo» a parlare è il guru Evan Williams, 45 anni, creatore di Blogger (nel 1999), la piattaforma dei blog, fondatore di Twitter (nel 2006) e di Medium (nel 2012), lo spazio digitale pensato per contenuti di qualità. Williams, ovvero Il pentito del web come recita il titolo di un articolo uscito sul «Corriere della Sera» del 22 maggio scorso a firma di Leonard Barbieri.

Dello stesso tono il J’accuse (o forse sarebbe meglio chiamarlo il mea culpa) di Walter Isaacson, presidente e amministratore delegato di Aspen Institute, autore di una biografia di Steve Jobs. «Oggi nessuno può dire con certezza chi ci sia oltre lo schermo, se un troll o un adolescente macedone» ha detto qualche mese fa Isaacson in un discorso all’Accademia americana delle arti e delle scienze. E ha continuato: «Dobbiamo aggiustare la Rete: dopo quarant’anni ha iniziato a corrodere se stessa e noi». Certo, «resta un’invenzione meravigliosa e miracolosa, ma ci sono insetti alle fondamenta e
pipistrelli nel campanile». E l’anonimato virtuale, celebrato perché permetteva alle voci represse di esprimersi liberamente, alimenta i peggiori istinti. «Il web non è più il luogo dove la comunità si confronta». Su 3,7 miliardi di utenti connessi è diventato un esercito di troll e hacker, cracker e bot, i programmi che imitano il nostro modo di parlare e offrono informazioni online. Risultato? «Internet non funziona più», ammette al «New York Times» Evan Williams. E non solo il web è rotto, ma le cose stanno pure peggiorando. I suicidi, gli omicidi e i pestaggi finiscono su Facebook. I provocatori e i diffamatori inondano Twitter. E le notizie false — «create per

giovedì 8 giugno 2017

UNA STORIA D'AMORE IMPROPONIBILE? / giovedì IX sett. T.O.


Nella lettura liturgica tra ieri e oggi c'è un bel salto (tre capitoli). Abbiamo lasciato Tobi mentre chiedeva a Dio di morire e oggi incontriamo suo figlio Tobia a seicento chilometri da casa, dalla lontana cugina Sara. Infatti dopo aver pregato, Tobi pensa di essere esaudito e si ricorda che ha lasciato soldi in deposito da un altro parente, abitante della Media. Fa le sue raccomandazioni per la sua sepoltura al figlio Tobia e gli chiede di andare prima a ricuperare quei soldi. Cercando una guida, Tobia si imbatte nell arcangelo Raffaele sotto sembianze umane. Partono insieme e arrivano presso la casa di Raguèle, padre della sfortunata Sara. Raffaele stesso suggerisce a Tobia di fermarsi da Raguèle e di sposare Sara di cui vanta le virtù. Tobia è titubante perché si è sparso la voce della sventura dei sette mariti, ma Raffaele lo rassicura ed egli chiede la mano di Sara a suo padre.

Quello che colpisce nel libro di Tobia è il modo di concepire il matrimonio, così lontano dalla nostra mentalità comune di oggi, anche tra i cristiani. Certamente quei modi di allora non sono tutti proponibili tali e quali oggi. Ma per i cristiani rimane il fatto che il matrimonio non è prima di tutto un sentimento e ancora meno una passione (dice Tobia: non per lussuria prendo questa moglie) ma un progetto che si appoggia su dei valori. Se l’incontro tra gli sposi è iniziato con un sentimento e/o un’attrazione, non si può arrivare al matrimonio senza aver maturato altri aspetti. Il matrimonio è un cammino di crescita umano e spirituale. Non a caso gli ebrei lo chiamano “Santificazione”. Tobia sposa una donna della sua parentela, cioè della sua stessa fede, che condivide gli stessi valori e sopratutto le stesse promesse fatte da Dio. Sara è cugina di Tobia ma in un grado lontano. Infatti la Bibbia vieta le unioni tra cugini fino al quarto grado. Talvolta la Chiesa ha concesso dispense, anche se sappiamo ormai scientificamente che legami di parentela troppo vicini portano alla degenerazione, sopratutto tare psichiche. La Bibbia lo sapeva già!

mercoledì 7 giugno 2017

UN MINUTO DI PREGHIERA PER LA PACE DOMANI 8 GIUGNO


Questa volta è vero, non è una catena di sant'Antonio, né una bufala. Lo copio direttamente dal sito del Vaticano che riporta l'Udienza generale di oggi: il papa ci invita pregare domani alle ore 13, nel terzo anniversario dell'incontro in Vaticano per la pace nella terra di Gesù. Ecco la citazione di papa Francesco:

"Domani, alle ore 13, si rinnova in diversi Paesi l’iniziativa “Un minuto per la pace”, cioè un piccolo momento di preghiera nella ricorrenza dell’incontro in Vaticano tra me, il compianto Presidente israeliano Peres e il Presidente palestinese Abbas. Nel nostro tempo c’è tanto bisogno di pregare – cristiani, ebrei e musulmani – per la pace."

IL DRAMMA DI TOBI E SARA / mercoledì IX sett. T.O.

Da lunedì (di Pentecoste) stiamo leggendo il libro di Tobia. Mi colpisce la coincidenza quest’anno perché la storia di Tobia ha una svolta decisiva proprio un giorno di Pentecoste. E non a caso. La Pentecoste è la festa del dono della Legge sul Sinai. Ora Tobi, assieme al suo popolo venne deportato in esilio a Ninive. I profeti interpretano questa catastrofe nazionale come la conseguenza delle troppe infedeltà alla Legge di Dio da parte dei re d’Israele e del popolo tutto. Infatti se c'è una vera vita spirituale nel popolo, non solo egli ha una identità radicata che lo protegge, ma anche una forza spirituale che gli permette di far fronte unito ai suoi nemici. Questo vale in ogni tempo e situazione. 

Lo osserviamo e lo comprendiamo più facilmente a livello della famiglia. Se una famiglia è unita dalla fede praticata, dalla preghiera, dall’osservanza dei precetti di Dio, vive in un clima che facilita il perdono reciproco, il superamento delle difficoltà, la solidarietà tra i suoi membri, la felicità e la forza morale. In una famiglia senza vita spirituale può facilmente prevalere tra i suoi membri l’egoismo, la doppiezza e tanti altri meccanismi che la disgregano. È lo stesso a livello di una comunità, di un popolo e anche della vita individuale.

martedì 6 giugno 2017

RIUNIONI DI CONDOMINIO O RIUNIONI DI CRISTIANI? / ufficio delle letture del martedì della IX sett del T.O.


Tutti conosciamo le riunioni di condominio. Anche perché spesso si svolgono in parrocchia dove trovano sale capienti e accoglienti. Raramente sono pacifiche. Tanto che a Fuorigrotta avevamo scritto per loro una preghiera specifica da recitarsi prima di iniziare. 
Le riunioni di cristiani non devono svolgersi al modo delle riunioni di condominio. Anche perché i cristiani non sono con-domini. Sono invece discepoli dell'unico Dominus Misericordioso e Sapiente e devono fare riferimento a Lui e non a sé stessi, a quello che opera Lui nella loro vita ogni giorno e al suo insegnamento.
Ecco quello che scriveva san Doroteo a coloro che, animati da lui, volevano imparare a vivere in una comunità di cristiani.

Doroteo nacque a Antiochia all’inizio del VI sec. da famiglia benestante e molto cristiana. L’unica passione della sua gioventù fu quella per lo studio. Verso il 525 decise di abbracciare la vita religiosa ed entrò nel monastero fondato e diretto dall’abate Seridos nei pressi di Gaza dove si trovavano i celebri Barsanufio e Giovanni il Profeta, grandi maestri di vita spirituale. Verso il 540, dopo che Barsanufio scelse la solitudine totale e che fossero morti l’abate Seridos e Giovanni il Profeta, Doroteo lasciò il monastero e poco dopo ne fondò un altro tra Gaza e Maiuma, ove trascorse il resto della sua vita. I suoi scritti e consigli spirituali ebbero una grandissima risonanza che dura ancora.


Seconda Lettura
Dai «Discorsi spirituali» di san Doroteo, abate
(Doctr. 13, De accusatione sui ipsius, 2-3; PG 88, 1699)
La falsa pace dello spirito
Chi incolpa se stesso, accoglie tutto serenamente quando incorre in qualunque contrarietà, danno, maldicenza, oltraggio o altra afflizione: di tutto egli si ritiene meritevole, né può in alcun modo essere turbato. Che cosa vi è di più tranquillo di quest'uomo?
Forse qualcuno mi obietterà: «Se un fratello mi affligge ed esaminandomi non trovassi di avergli data alcuna occasione, perché dovrei accusare me stesso?». Intanto è certo che se

lunedì 5 giugno 2017

NUOVO TWEET DEL PAPA

Vaticano
Nuovo tweet del Papa: "Non dimentichiamo mai che l’ambiente è un bene collettivo, patrimonio di tutta l’umanità e responsabilità di tutti."(5 giugno 2017)

Ho digitato su google "Panorama mozzafiato" e tra le prime immagini di tutto il mondo è uscita proprio questa.
Sì! Prendiamoci cura della nostra terra, troppo offesa dall'inquinamento, dall'incuria e dall'indifferenza per il bene comune! Sentiamoci responsabili della generazione attuale e delle generazioni future!

SUCCESSO E PIETRE SCARTATE / lunedì IX settimana del T.O.

Tobi cieco benedice il figlio prima
della sua partenza  in viaggio
accompagnato dall'Angelo Raffaele
Noi cerchiamo il successo. Anche Gesù cerca di raggiungere dei risultati. Solo che Gesù, fin dalla sua vita terrena, si distingue in modo radicale dalla mentalità comune: cerca solo la Gloria di Dio come fine e nei mezzi. Come fine, la Gloria di Dio, che è adorazione, comprende tutto ciò che è il vero bene delle persone e dell’intero Creato. Non è disincarnata. Anzi, “trascina con sé” tutte le facoltà dell’uomo, impegnandolo in tutti i campi del sapere e dell’operare.

Gesù non cede mai al “il fine giustifica i mezzi”. Egli sa – come diceva un grande spirituale non cristiano – che da una ghianda non nasce una spiga di grano ma una quercia. Invece noi, se non siamo convinti del tutto che il peccato sia buono, nel fondo del cuore probabilmente crediamo almeno un po’ che il peccato ci renderebbe felice se fosse permesso da Dio. E come minimo pensiamo che spesso il peccato sia l’unica soluzione. Vedi, per esempio, le “bugie a fin di bene” di cui sono piene le nostre giornate.

Qualche prete predica il successo come segno che sei fedele a Dio. Riesce a scrivere che se la tua azienda è in fallimento oppure che non riesci a sfamare la tua famiglia è perché non sei fedele a Dio! È una bestemmia bell’e buona!