Visualizzazioni totali

domenica 25 giugno 2017

NON ABBIATE PAURA / XII domenica del T.O.

Non abbiate paura!

Gesù invita i suoi apostoli a non temere nulla. Non sta parlando a tutti i discepoli. Questo non è un particolare da poco anche se Dio è sempre lo stesso e la fede non è di una categoria. Ma sicuramente la fede, questo dono che può inondare un’anima in un attimo, corrisponde normalmente ad un cammino. Più cammini più ricevi doni che diventano la premessa di un comportamento più maturo e di altri doni da parte del Signore. Nel Vangelo di oggi Gesù parla a persone da cui si aspetta una fede già più matura.

Prendiamo Abramo che non è citato in queste letture ma è “Nostro Padre nella Fede”. Anch’egli è cresciuto nella fede. L’Abramo che parte lasciando tutto, certamente si fida ma non ha molto da perdere. Non ha figli, non ha una terra dove riposare. Se questo Dio compie le sue promesse ha tutto da guadagnare.


Come sappiamo, Dio si prende tutto il tempo per realizzare la promessa (25 anni!) e Abramo vacilla più volte. Si lamenta con Dio e, più tardi, accetta la proposta di Sara di “compiere” la promessa fabbricandola con mezzi umani: unirsi alla schiava Agar.

Quando finalmente Dio visita Sara e nasce Isacco, questi è veramente il “Figlio della Promessa”, è ‘i-TS-Ha-Q” “Egli rise”, Isacco è il “Figlio del Riso”. Anche se Dio è passato attraverso la loro carne “che vedevano morta”, solo da Dio poteva venire questo figlio a coloro che, dopo una vita di sterilità, avevano ormai 100 e 90 anni.

Allora la fede di Abramo diventa forte. E quando Dio gli chiede il sacrificio del Figlio che egli ama, Abramo non dubita, obbedisce, perché in ciò che in una prospettiva umana appare una terribile e atroce contraddizione, una beffa crudelissima, o la prova che Dio non esiste, la fede di Abramo vede la coerenza di Dio e la risurrezione. Abramo pensa che Dio è fedele, ha dato questo figlio per sempre, mette alla prova ma ridarà il figlio che ora chiede di sacrificare.
Abramo soffre, porta la croce ma non teme più nulla, non teme la morte.

Cresciamo nella fede.


Prima Lettura   Ger 20, 10-13
Ha liberato la vita del povero dalle mani dei malfattori.

Dal libro del profeta Geremia
Sentivo la calunnia di molti:
«Terrore all’intorno!
Denunciatelo! Sì, lo denunceremo».
Tutti i miei amici aspettavano la mia caduta:
«Forse si lascerà trarre in inganno,
così noi prevarremo su di lui,
ci prenderemo la nostra vendetta».
Ma il Signore è al mio fianco come un prode valoroso,
per questo i miei persecutori vacilleranno
e non potranno prevalere;
arrossiranno perché non avranno successo,
sarà una vergogna eterna e incancellabile.
Signore degli eserciti, che provi il giusto,
che vedi il cuore e la mente,
possa io vedere la tua vendetta su di loro,
poiché a te ho affidato la mia causa!
Cantate inni al Signore,
lodate il Signore,
perché ha liberato la vita del povero
dalle mani dei malfattori. 

Salmo Responsoriale  
Dal Salmo 68
Nella tua grande bontà rispondimi, o Dio.

Per te io sopporto l’insulto
e la vergogna mi copre la faccia;
sono diventato un estraneo ai miei fratelli,
uno straniero per i figli di mia madre.
Perché mi divora lo zelo per la tua casa,
gli insulti di chi ti insulta ricadono su di me.

Ma io rivolgo a te la mia preghiera,
Signore, nel tempo della benevolenza.
O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi,
nella fedeltà della tua salvezza.
Rispondimi, Signore, perché buono è il tuo amore;
volgiti a me nella tua grande tenerezza.

Vedano i poveri e si rallegrino;
voi che cercate Dio, fatevi coraggio,
perché il Signore ascolta i miseri
non disprezza i suoi che sono prigionieri.
A lui cantino lode i cieli e la terra,
i mari e quanto brùlica in essi.

Seconda Lettura
  Rm 5, 12-15
Il dono di grazia non è come la caduta.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato.
Fino alla Legge infatti c’era il peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la Legge, la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato a somiglianza della trasgressione di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire.
Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di più la grazia di Dio, e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti. 

Canto al Vangelo
   Cf Gv 15,26b.27a
Alleluia, alleluia.

Lo Spirito della verità darà testimonianza di me,
dice il Signore,
e anche voi date testimonianza.
Alleluia.



Vangelo   Mt 10, 26-33
Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

Nessun commento:

Posta un commento