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lunedì 12 giugno 2017

POLITICA DI RECLUTAMENTO DELLA CHIESA / lunedì X sett. T.O.

Gesù a Pietro peccatore e perdonato: "Pasci i miei agnelli!"
Chi il Signore chiama a costituire la sua Chiesa e a rendere testimonianza al Vangelo?

Nelle competizioni elettorali i candidati si presentano come i migliori, come dei salvatori che metteranno tutto a posto, apriranno una nuova era in cui si realizzeranno le più rosee prospettive, a costo di rivelarsi poi, qualche volta miseramente, tristemente uguali agli altri comuni mortali. 
C'è anche un fenomeno generale mai abbastanza messo in conto: basta che un governante cacciato per le sue inadempienze, abbia trascorso un lasso di tempo, anche breve, lontano dal  potere, perché possa ripresentarsi come l’uomo nuovo e sia creduto quando promette tutto ciò che non ha realizzato quando ne aveva l’occasione. 
Questi fenomeni ci dicono che un bisogno fondamentale dell’uomo è di poter sperare.


Dall’altro canto ci sono nel mondo dei corpi scelti, nel campo sportivo, economico, del servizio, professionale oppure militare, dove vige una vera selezione basata sulle competenze reali e lo sviluppo di queste competenze.

Nel mondo la mentalità è quindi che devi eccellere, che sia un’eccellenza reale o finta. Se non eccelli ti senti insicuro. Magari cadi pure nella critica invidiosa oltre che nella bugia. In verità portiamo tutti delle maschere (il buon viso che si fa per generosità alle situazioni difficili invece non è una maschera bugiarda ma segno di coraggio).

Nella Chiesa i criteri di valutazione e di “reclutamento” sono molto diversi. Sappiamo com'era la comunità di Corinto. Non super eroi, né persone senza macchia, ma gente piccola e con grande bisogno di trovare consolazione, conforto, riscatto della propria dignità. Eppure hanno portato la vera luce al mondo. Nel Vangelo di oggi, proclamando le beatitudini, Gesù apprezza l’impegno (beati gli operatori di pace …) ma proclama beati, portatori del Regno che cambia il mondo, innanzitutto persone che subiscono condizioni negative. Gesù proclama beati gli afflitti e tutti quelli che sono trattati ingiustamente e propone loro di esultare. Perché Dio solo può realmente cambiare le situazioni. Chi spera in lui, si lascia guidare dal suo Spirito, riceve dentro di sé una potenza misteriosa che rende presente il Regno di Dio e fa crescere le su potenzialità, suscita lo zelo e l’impegno positivo. Chi spera in Dio diventa suo collaboratore e strumento per un mondo realmente migliore.

Ritroviamo nel Regno di Dio la caratteristica fondamentale dell’uomo di essere bisognoso di speranza e di consolazione che avevamo notato nel mondo. Solo che la speranza in Dio non è illusoria e la sua consolazione scende fin nel profondo dell’essere umano guarendo il suo bisogno di amore. Dio fa misericordia e allo stesso momento sceglie per la missione che consiste nell’annunciare la Misericordia. “Miserando atque eligendo”. 

Non dimentichiamo le Beatitudini, e di chi era composta la comunità di Corinto.



Prima Lettura   2 Cor 1, 1-7
Dio ci consola, perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in ogni genere di afflizione.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi 
Paolo, apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, e il fratello Timòteo, alla Chiesa di Dio che è a Corinto e a tutti i santi dell’intera Acàia: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo.
Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione! Egli ci consola in ogni nostra tribolazione, perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in ogni genere di afflizione con la consolazione con cui noi stessi siamo consolati da Dio. Poiché, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione. 
Quando siamo tribolati, è per la vostra consolazione e salvezza; quando siamo confortati, è per la vostra consolazione, la quale vi dà forza nel sopportare le medesime sofferenze che anche noi sopportiamo. La nostra speranza nei vostri riguardi è salda: sappiamo che, come siete partecipi delle sofferenze, così lo siete anche della consolazione.  

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 33
Gustate e vedete com’è buono il Signore.


Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.

Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.

Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.

L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.   

Canto al Vangelo 
  Mt 5,12 
Alleluia, alleluia.

Rallegratevi ed esultate, 
perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.
Alleluia.


Vangelo 
  Mt 5, 1-12
Beati i poveri in spirito.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi».

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