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mercoledì 21 giugno 2017

ALCUNE CHIAVI PER LEGGERE LA BIBBIA . / Incontro n.1. - 19 Giugno

Il Libro della Vita sigillato
dell'Apocalisse
San Girolamo ha scritto: “Tutta la Scrittura è Cristo” (vd. Rm 10:4 Ora, il termine della legge è Cristo, perché sia data la giustizia a chiunque crede). Lo invocheremo come patrono di questi incontri, assieme alla Madonna che meditava nel suo cuore le parole e gli avvenimenti del suo Figlio, a Sant Antonio, Dottore evangelico, a san Francesco che voleva che si vivesse il Vangelo “sine glossa”, cioè non alla lettera – perché il Vangelo non è una Legge – ma con la semplicità spirituale di chi consegna totalmente la sua vita a Cristo e sa che nella sua Parola si riceve lo Spirito che produce nel Credente la Vita Eterna, a san Tommaso d’Aquino che a Napoli, alla fine della sua vita, ha predicato per tutta la Quaresima in dialetto alla folla di via Tribunali, a santa Teresina che, dopo aver scoperto la Scrittura non voleva più leggere i libri di devozione che si leggevano abitualmente nel monastero, ma solo la Bibbia dove scopriva “il carattere di Dio”, e a tanti altri innamorati della Parola di Dio oltre che di Cristo Gesù. Possiamo citare ancora il Beato Vincenzo Romano, parroco a Portici, che, in un tempo in cui questo non si faceva, spiegava assiduamente in cattedra la Parola di Dio. Ai confratelli increduli perché “il popolo ignorante non avrebbe capito” rispondeva: “Dio spiega sé stesso ai semplici”.


Cercheremo di conoscere il valore della Bibbia e come avvicinarci ad essa. Mi appoggerò molto a due meravigliose catechesi del mercoledì di papa Benedetto su San Girolamo (7 e 14 nov 2007)
- San Girolamo è un Padre della Chiesa che ha posto al centro della sua vita la Bibbia: l’ha tradotta in latino, commentata, e soprattutto si è impegnato a viverla concretamente nella sua lunga esistenza (73 anni), nonostante il ben noto carattere difficile e focoso ricevuto dalla natura. La traduzione di Girolamo, eccellente, divenne la “Vulgata”, cioè la versione ufficiale e più diffusa nella Chiesa d’Occidente fino al Concilio Vaticano II / Apro una parentesi: quali sono le lingue originali della Bibbia? Ebraico, Aramaico e Greco. / Come posso fidarmi di una traduzione se il testo ispirato è stato scritto in un’altra lingua? Perché la Chiesa mi dice che, pur essendo perfettibile come ogni traduzione, in essa Lei, la Sposa, riconosce la sua predicazione! Non si può leggere la Bibbia senza la Chiesa.

-Girolamo nasce in Illiria (= Albania) verso il 347 da famiglia cristiana, che lo invia anche a Roma per studiare. Battezzato a 19 anni fa ancora varie esperienze che lo formano. Nel 382 si trasferì a Roma: Papa Damaso, conoscendo la sua fama di asceta e la sua competenza di studioso, lo assunse segretario e consigliere; lo incoraggiò a fare una nuova traduzione latina dei testi biblici per motivi pastorali e culturali (la Chiesa vuole traduzioni le più fedeli possibile). Alla morte di papa Damaso nel 385, si stabilirà a Betlemme dove farà la sua grande opera di traduzione e morirà il 30 sett. 420. (Per situare l’epoca di san Girolamo, l’Editto di Costantino che da la libertà di culto ai cristiani è del 313,  l’Editto di Teodosio che fa del Cristianesimo la religione ufficiale dell’Impero è del 380. Sant Agostino è vissuto tra il 354 e il 430 dopo Cristo).

Battistero di Novara
E' Cristo che apre il Libro della Vita
Cosa possiamo imparare da san Girolamo? 
-Soprattutto amare la Parola di Dio nella Sacra Scrittura. Dice san Girolamo: «Ignorare le Scritture è ignorare Cristo». Perciò ogni cristiano deve vivere in contatto e in dialogo personale con la Parola di Dio, donataci nella Sacra Scrittura.

-Questo dialogo con essa deve sempre avere due dimensioni: 1. dialogo realmente personale, perché Dio parla con ognuno di noi tramite la Sacra Scrittura e ha un messaggio per ciascuno. La Sacra Scrittura non è Parola del passato, ma è Parola di Dio, che si rivolge anche a noi, il Signore vuole dirci qualcosa. 2. non cadere nell’individualismo: dobbiamo tener presente che la Parola di Dio ci è data proprio per costruire comunione, per unirci nella verità nel nostro cammino verso Dio. Quindi essa, pur essendo sempre una Parola personale, è anche una Parola che costruisce comunità, che costruisce la Chiesa. Perciò dobbiamo leggerla in comunione con la Chiesa viva.

-Il luogo privilegiato della lettura e dell’ascolto della Parola di Dio è la Liturgia, nella quale, celebrando la Parola e rendendo presente nel Sacramento il Corpo di Cristo, attualizziamo la Parola nella nostra vita e la rendiamo presente tra noi. Mai dimenticare che la Parola di Dio trascende i tempi. Le opinioni umane vengono e vanno. Quanto è oggi modernissimo, domani sarà vecchissimo. La Parola di Dio, invece, è Parola di Vita eterna, porta in sé l’eternità, ciò che vale per sempre. Portando in noi la Parola di Dio, portiamo dunque in noi l’eterno, la vita eterna. San Girolamo scriveva a san Paolino di Nola, un altro contemporaneo : «Cerchiamo di imparare sulla terra quelle verità, la cui consistenza persisterà anche nel cielo».

-Girolamo sottolinea la gioia e l’importanza di familiarizzarsi con i testi biblici: «Non ti sembra di abitare – già qui, sulla terra – nel regno dei cieli, quando si vive fra questi testi, quando li si medita, quando non si conosce e non si cerca nient’altro?». In realtà, dialogare con Dio, con la sua Parola, è in un certo senso presenza del cielo, cioè presenza di Dio. Accostare i testi biblici, soprattutto il Nuovo Testamento è essenziale per il credente, perché «ignorare la Scrittura è ignorare Cristo» (frase citata nella Dei Verbum del Concilio Vaticano II.

-Veramente «innamorato» della Parola di Dio, egli si domandava: «Come si potrebbe vivere senza la scienza delle Scritture, attraverso le quali si impara a conoscere Cristo stesso, che è la vita dei credenti?». La Bibbia, strumento «con cui ogni giorno Dio parla ai fedeli», diventa così stimolo e sorgente della vita cristiana per tutte le situazioni e per ogni persona. Leggere la Scrittura è conversare con Dio: «Se preghi – egli scrive a una nobile giovinetta –, tu parli con lo Sposo; se leggi, è Lui che ti parla». Lo studio e la meditazione della Scrittura rendono l’uomo saggio e sereno (Commento alla Lettera agli Efesini). Certo, per penetrare sempre più profondamente la Parola di Dio è necessaria un’applicazione costante e progressiva. Vale specialmente per i sacerdoti. Ad una mamma romana consigliava per l’educazione cristiana della figlia: «Assicurati che essa studi ogni giorno qualche passo della Scrittura ... Alla preghiera faccia seguire la lettura, e alla lettura la preghiera ... Che invece dei gioielli e dei vestiti di seta, essa ami i Libri divini». Con la meditazione e la scienza delle Scritture si «mantiene l’equilibrio dell’anima». Raccomandava ad una figlia spirituale: «Ama la Sacra Scrittura e la saggezza ti amerà; amala teneramente, ed essa ti custodirà; onorala e riceverai le sue carezze. Che essa sia per te come le tue collane e i tuoi orecchini». E ancora: «Ama la scienza della Scrittura, e non amerai i vizi della carne».

-Solo un profondo spirito di preghiera e l’aiuto dello Spirito Santo possono introdurci alla comprensione della Bibbia: «Nell’interpretazione della Sacra Scrittura noi abbiamo sempre bisogno del soccorso dello Spirito Santo».

-Per Girolamo fondamentale criterio di metodo nell’interpretazione delle Scritture era la sintonia col Magistero della Chiesa. Non possiamo mai da soli leggere la Scrittura. Troviamo troppe porte chiuse e scivoliamo facilmente nell’errore. La Bibbia è stata scritta dal Popolo di Dio e per il Popolo di Dio, sotto l’ispirazione dello Spirito Santo. Solo in questa comunione col Popolo di Dio possiamo realmente entrare con il «noi» nel nucleo della verità che Dio stesso ci vuol dire. Un’autentica interpretazione della Bibbia deve essere sempre in armonica concordanza con la fede della Chiesa cattolica. Non si tratta di un’esigenza imposta a questo Libro dall’esterno; il Libro è proprio la voce del Popolo di Dio pellegrinante, e solo nella fede di questo Popolo siamo, per così dire, nella tonalità giusta per capire la Sacra Scrittura. La sana dottrina che ne deriva è anche molto utile per confutare gli errori. In particolare, dato che Gesù Cristo ha fondato la sua Chiesa su Pietro, ogni cristiano deve essere in comunione «con la Cattedra di san Pietro. Io so che su questa pietra è edificata la Chiesa». Senza mezzi termini, dichiarava: «Io sono con chiunque sia unito alla Cattedra di san Pietro».

-Girolamo ovviamente non trascura il dovere di accordare la vita con la Parola divina: solo vivendola troviamo anche la capacità di capirla. Tale coerenza è indispensabile per ogni cristiano e particolarmente per il predicatore, affinché le sue azioni, quando fossero discordanti rispetto ai discorsi, non lo mettano in imbarazzo. Così esorta un sacerdote: «Le tue azioni non smentiscano le tue parole, perché non succeda che, quando tu predichi in chiesa, qualcuno nel suo intimo commenti: “Perché dunque proprio tu non agisci così?”. Carino davvero quel maestro che, a pancia piena, disquisisce sul digiuno; anche un ladro può biasimare l’avarizia; ma nel sacerdote di Cristo la mente e la Parola si devono accordare». Girolamo scrive ancora: «Anche se possiede una dottrina splendida, resta svergognata quella persona che si sente condannare dalla propria coscienza». Sempre in tema di coerenza, egli osserva: il Vangelo deve tradursi in atteggiamenti di vera carità, perché in ogni essere umano è presente la Persona stessa di Cristo. Bisogna «vestire Cristo nei poveri, visitarlo nei sofferenti, nutrirlo negli affamati, alloggiarlo nei senza tetto». L’amore per Cristo, alimentato con lo studio e la meditazione, ci fa superare ogni difficoltà: «Amiamo anche noi Gesù Cristo, ricerchiamo sempre l’unione con Lui: allora ci sembrerà facile anche ciò che è difficile».

-Girolamo ricorda anche che un coraggioso impegno verso la perfezione richiede una costante vigilanza, frequenti mortificazioni, anche se con moderazione e prudenza, un assiduo lavoro intellettuale o manuale per evitare l’ozio e soprattutto l’obbedienza a Dio: «Nulla ... piace tanto a Dio quanto l’obbedienza..., che è la più eccelsa e l’unica virtù» (Omelia sull’obbedienza).

-Importantissimo l’apporto dato da Girolamo in materia di pedagogia cristiana. Si deve formare l’anima a «diventare il tempio del Signore», una «preziosissima gemma» agli occhi di Dio. Con profondo intuito egli consiglia di preservarla dal male e dalle occasioni peccaminose, di escludere amicizie equivoche o dissipanti;. Soprattutto esorta i genitori perché creino un ambiente di serenità e di gioia intorno ai figli, li stimolino allo studio e al lavoro, anche con la lode e l’emulazione, li incoraggino a superare le difficoltà, favoriscano in loro le buone abitudini e li preservino dal prenderne di cattive, perché «a stento riuscirai a correggerti di quelle cose a cui ti vai tranquillamente abituando». I genitori sono i principali educatori dei figli, i primi maestri di vita. Con molta chiarezza Girolamo, rivolgendosi alla madre di una ragazza ed accennando poi al padre, ammonisce, quasi esprimendo un’esigenza fondamentale di ogni creatura umana che si affaccia all’esistenza: «Essa trovi in te la sua maestra, e a te guardi con meraviglia la sua inesperta fanciullezza. Né in te, né in suo padre veda mai atteggiamenti che la portino al peccato, qualora siano imitati. Ricordatevi che... potete educarla più con l’esempio che con la parola». Tra le principali intuizioni di Girolamo come pedagogo si devono sottolineare l’importanza attribuita a una sana e integrale educazione fin dalla prima infanzia, la peculiare responsabilità riconosciuta ai genitori, l’urgenza di una seria formazione morale e religiosa, l’esigenza dello studio per una più completa formazione umana. Inoltre un aspetto abbastanza disatteso nei tempi antichi, ma ritenuto vitale dal nostro autore, è la promozione della donna, a cui riconosce il diritto ad una formazione completa: umana, scolastica, religiosa, professionale. E vediamo proprio oggi come l’educazione della personalità nella sua integralità, l’educazione alla responsabilità davanti a Dio e davanti all’uomo, sia la vera condizione di ogni progresso, di ogni pace, di ogni riconciliazione e di ogni esclusione della violenza. Educazione davanti a Dio e davanti all’uomo: è la Sacra Scrittura che ci offre la guida dell’educazione, e così del vero umanesimo.


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