Il Libro della Vita sigillato dell'Apocalisse |
San Girolamo ha scritto: “Tutta la Scrittura è Cristo” (vd. Rm
10:4 Ora, il termine della legge è Cristo, perché sia data la
giustizia a chiunque crede). Lo invocheremo come patrono di questi
incontri, assieme alla Madonna che meditava nel suo cuore le parole e gli
avvenimenti del suo Figlio, a Sant Antonio, Dottore evangelico, a san Francesco
che voleva che si vivesse il Vangelo “sine glossa”, cioè non alla lettera –
perché il Vangelo non è una Legge – ma con la semplicità spirituale di chi
consegna totalmente la sua vita a Cristo e sa che nella sua Parola si riceve lo
Spirito che produce nel Credente la Vita Eterna, a san Tommaso d’Aquino che a
Napoli, alla fine della sua vita, ha predicato per tutta la Quaresima in
dialetto alla folla di via Tribunali, a santa Teresina che, dopo aver scoperto
la Scrittura non voleva più leggere i libri di devozione che si leggevano
abitualmente nel monastero, ma solo la Bibbia dove scopriva “il carattere di
Dio”, e a tanti altri innamorati della Parola di Dio oltre che di Cristo Gesù.
Possiamo citare ancora il Beato Vincenzo Romano, parroco a Portici, che, in un
tempo in cui questo non si faceva, spiegava assiduamente in cattedra la Parola
di Dio. Ai confratelli increduli perché “il popolo ignorante non avrebbe
capito” rispondeva: “Dio spiega sé stesso ai semplici”.
Cercheremo di conoscere il valore della Bibbia e come avvicinarci ad essa.
Mi appoggerò molto a due meravigliose catechesi del mercoledì di papa Benedetto
su San Girolamo (7 e 14 nov 2007)
- San Girolamo è un Padre della Chiesa che ha posto al centro della sua
vita la Bibbia: l’ha tradotta in latino, commentata, e soprattutto si è
impegnato a viverla concretamente nella sua lunga esistenza (73 anni),
nonostante il ben noto carattere difficile e focoso ricevuto dalla natura. La
traduzione di Girolamo, eccellente, divenne la “Vulgata”, cioè la versione
ufficiale e più diffusa nella Chiesa d’Occidente fino al Concilio Vaticano II / Apro una parentesi: quali sono le lingue originali della Bibbia? Ebraico,
Aramaico e Greco. / Come posso fidarmi di una traduzione se il testo ispirato è
stato scritto in un’altra lingua? Perché la Chiesa mi dice che, pur essendo
perfettibile come ogni traduzione, in essa Lei, la Sposa, riconosce la sua
predicazione! Non si può leggere la Bibbia senza la Chiesa.
-Girolamo nasce in Illiria (= Albania) verso il 347 da famiglia cristiana,
che lo invia anche a Roma per studiare. Battezzato a 19 anni fa ancora varie
esperienze che lo formano. Nel 382 si trasferì a Roma: Papa Damaso, conoscendo
la sua fama di asceta e la sua competenza di studioso, lo assunse segretario e
consigliere; lo incoraggiò a fare una nuova traduzione latina dei testi biblici
per motivi pastorali e culturali (la Chiesa vuole traduzioni le più fedeli
possibile). Alla morte di papa Damaso nel 385, si stabilirà a Betlemme dove
farà la sua grande opera di traduzione e morirà il 30 sett. 420. (Per situare
l’epoca di san Girolamo, l’Editto di Costantino che da la libertà di culto ai
cristiani è del 313, l’Editto di Teodosio che fa del Cristianesimo la
religione ufficiale dell’Impero è del 380. Sant Agostino è vissuto tra il 354 e
il 430 dopo Cristo).
Battistero di Novara E' Cristo che apre il Libro della Vita |
Cosa possiamo imparare da san Girolamo?
-Soprattutto amare la Parola di Dio nella Sacra Scrittura. Dice san
Girolamo: «Ignorare le Scritture è ignorare Cristo». Perciò ogni
cristiano deve vivere in contatto e in dialogo personale con la Parola di Dio,
donataci nella Sacra Scrittura.
-Questo dialogo con essa deve sempre avere due dimensioni: 1. dialogo
realmente personale, perché Dio parla con ognuno di noi tramite la Sacra
Scrittura e ha un messaggio per ciascuno. La Sacra Scrittura non è Parola del
passato, ma è Parola di Dio, che si rivolge anche a noi, il Signore vuole dirci
qualcosa. 2. non cadere nell’individualismo: dobbiamo tener presente che la
Parola di Dio ci è data proprio per costruire comunione, per unirci nella
verità nel nostro cammino verso Dio. Quindi essa, pur essendo sempre una Parola
personale, è anche una Parola che costruisce comunità, che costruisce la
Chiesa. Perciò dobbiamo leggerla in comunione con la Chiesa viva.
-Il luogo privilegiato della lettura e dell’ascolto della Parola di Dio è
la Liturgia, nella quale, celebrando la Parola e rendendo presente nel
Sacramento il Corpo di Cristo, attualizziamo la Parola nella nostra vita e la
rendiamo presente tra noi. Mai dimenticare che la Parola di Dio trascende i
tempi. Le opinioni umane vengono e vanno. Quanto è oggi modernissimo, domani
sarà vecchissimo. La Parola di Dio, invece, è Parola di Vita eterna, porta in
sé l’eternità, ciò che vale per sempre. Portando in noi la Parola di Dio,
portiamo dunque in noi l’eterno, la vita eterna. San Girolamo scriveva a san
Paolino di Nola, un altro contemporaneo : «Cerchiamo di imparare sulla terra
quelle verità, la cui consistenza persisterà anche nel cielo».
-Girolamo sottolinea la gioia e l’importanza di familiarizzarsi con i testi
biblici: «Non ti sembra di abitare – già qui, sulla terra – nel regno dei
cieli, quando si vive fra questi testi, quando li si medita, quando non si
conosce e non si cerca nient’altro?». In realtà, dialogare con Dio, con la sua
Parola, è in un certo senso presenza del cielo, cioè presenza di Dio. Accostare i testi biblici, soprattutto il Nuovo Testamento è essenziale per
il credente, perché «ignorare la Scrittura è ignorare Cristo» (frase citata
nella Dei Verbum del Concilio Vaticano II.
-Veramente «innamorato» della Parola di Dio, egli si domandava: «Come si
potrebbe vivere senza la scienza delle Scritture, attraverso le quali si impara
a conoscere Cristo stesso, che è la vita dei credenti?». La Bibbia, strumento «con cui ogni giorno Dio parla ai fedeli», diventa
così stimolo e sorgente della vita cristiana per tutte le situazioni e per ogni
persona. Leggere la Scrittura è conversare con Dio: «Se preghi – egli scrive a
una nobile giovinetta –, tu parli con lo Sposo; se leggi, è Lui che ti parla». Lo studio e la meditazione della Scrittura rendono l’uomo saggio e sereno (Commento
alla Lettera agli Efesini). Certo, per penetrare sempre più profondamente
la Parola di Dio è necessaria un’applicazione costante e progressiva. Vale
specialmente per i sacerdoti. Ad una mamma romana consigliava per l’educazione
cristiana della figlia: «Assicurati che essa studi ogni giorno qualche passo
della Scrittura ... Alla preghiera faccia seguire la lettura, e alla lettura la
preghiera ... Che invece dei gioielli e dei vestiti di seta, essa ami i Libri
divini». Con la meditazione e la scienza delle Scritture si «mantiene
l’equilibrio dell’anima». Raccomandava ad una figlia spirituale: «Ama la Sacra
Scrittura e la saggezza ti amerà; amala teneramente, ed essa ti custodirà;
onorala e riceverai le sue carezze. Che essa sia per te come le tue collane e i
tuoi orecchini». E ancora: «Ama la scienza della Scrittura,
e non amerai i vizi della carne».
-Solo un profondo spirito di preghiera e l’aiuto dello Spirito Santo
possono introdurci alla comprensione della Bibbia: «Nell’interpretazione della
Sacra Scrittura noi abbiamo sempre bisogno del soccorso dello Spirito Santo».
-Per Girolamo fondamentale criterio di metodo nell’interpretazione delle
Scritture era la sintonia col Magistero della Chiesa. Non possiamo mai da soli
leggere la Scrittura. Troviamo troppe porte chiuse e scivoliamo facilmente
nell’errore. La Bibbia è stata scritta dal Popolo di Dio e per il Popolo di
Dio, sotto l’ispirazione dello Spirito Santo. Solo in questa comunione col
Popolo di Dio possiamo realmente entrare con il «noi» nel nucleo della verità
che Dio stesso ci vuol dire. Un’autentica interpretazione della Bibbia deve
essere sempre in armonica concordanza con la fede della Chiesa cattolica. Non
si tratta di un’esigenza imposta a questo Libro dall’esterno; il Libro è
proprio la voce del Popolo di Dio pellegrinante, e solo nella fede di questo
Popolo siamo, per così dire, nella tonalità giusta per capire la Sacra
Scrittura. La sana dottrina che ne deriva è anche molto utile per confutare gli
errori. In particolare, dato che Gesù Cristo ha fondato la sua Chiesa su
Pietro, ogni cristiano deve essere in comunione «con la Cattedra di san Pietro.
Io so che su questa pietra è edificata la Chiesa». Senza mezzi termini,
dichiarava: «Io sono con chiunque sia unito alla Cattedra di san Pietro».
-Girolamo ovviamente non trascura il dovere di accordare la vita con la
Parola divina: solo vivendola troviamo anche la capacità di capirla. Tale
coerenza è indispensabile per ogni cristiano e particolarmente per il
predicatore, affinché le sue azioni, quando fossero discordanti rispetto ai
discorsi, non lo mettano in imbarazzo. Così esorta un sacerdote: «Le tue azioni
non smentiscano le tue parole, perché non succeda che, quando tu predichi in
chiesa, qualcuno nel suo intimo commenti: “Perché dunque proprio tu non agisci
così?”. Carino davvero quel maestro che, a pancia piena, disquisisce sul
digiuno; anche un ladro può biasimare l’avarizia; ma nel sacerdote di Cristo la
mente e la Parola si devono accordare». Girolamo scrive ancora:
«Anche se possiede una dottrina splendida, resta svergognata quella persona che
si sente condannare dalla propria coscienza». Sempre in tema di coerenza, egli
osserva: il Vangelo deve tradursi in atteggiamenti di vera carità, perché in
ogni essere umano è presente la Persona stessa di Cristo. Bisogna «vestire
Cristo nei poveri, visitarlo nei sofferenti, nutrirlo negli affamati, alloggiarlo
nei senza tetto». L’amore per Cristo, alimentato con lo studio e la
meditazione, ci fa superare ogni difficoltà: «Amiamo anche noi Gesù Cristo,
ricerchiamo sempre l’unione con Lui: allora ci sembrerà facile anche ciò che è
difficile».
-Girolamo ricorda anche che un coraggioso impegno verso la perfezione
richiede una costante vigilanza, frequenti mortificazioni, anche se con
moderazione e prudenza, un assiduo lavoro intellettuale o manuale per evitare
l’ozio e soprattutto l’obbedienza a Dio: «Nulla ... piace tanto a Dio quanto
l’obbedienza..., che è la più eccelsa e l’unica virtù» (Omelia
sull’obbedienza).
-Importantissimo l’apporto dato da Girolamo in materia di pedagogia
cristiana. Si deve formare l’anima a «diventare il tempio del Signore», una
«preziosissima gemma» agli occhi di Dio. Con profondo intuito egli consiglia di
preservarla dal male e dalle occasioni peccaminose, di escludere amicizie
equivoche o dissipanti;. Soprattutto esorta i genitori perché creino un
ambiente di serenità e di gioia intorno ai figli, li stimolino allo studio e al
lavoro, anche con la lode e l’emulazione, li incoraggino a superare le
difficoltà, favoriscano in loro le buone abitudini e li preservino dal
prenderne di cattive, perché «a stento riuscirai a correggerti di quelle cose a
cui ti vai tranquillamente abituando». I genitori sono i principali educatori
dei figli, i primi maestri di vita. Con molta chiarezza Girolamo, rivolgendosi
alla madre di una ragazza ed accennando poi al padre, ammonisce, quasi esprimendo
un’esigenza fondamentale di ogni creatura umana che si affaccia all’esistenza:
«Essa trovi in te la sua maestra, e a te guardi con meraviglia la sua inesperta
fanciullezza. Né in te, né in suo padre veda mai atteggiamenti che la portino
al peccato, qualora siano imitati. Ricordatevi che... potete educarla più con
l’esempio che con la parola». Tra le principali intuizioni di Girolamo come
pedagogo si devono sottolineare l’importanza attribuita a una sana e integrale
educazione fin dalla prima infanzia, la peculiare responsabilità riconosciuta
ai genitori, l’urgenza di una seria formazione morale e religiosa, l’esigenza
dello studio per una più completa formazione umana. Inoltre un aspetto
abbastanza disatteso nei tempi antichi, ma ritenuto vitale dal nostro autore, è
la promozione della donna, a cui riconosce il diritto ad una formazione
completa: umana, scolastica, religiosa, professionale. E vediamo proprio oggi
come l’educazione della personalità nella sua integralità, l’educazione alla
responsabilità davanti a Dio e davanti all’uomo, sia la vera condizione di ogni
progresso, di ogni pace, di ogni riconciliazione e di ogni esclusione della
violenza. Educazione davanti a Dio e davanti all’uomo: è la Sacra Scrittura che
ci offre la guida dell’educazione, e così del vero umanesimo.
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