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domenica 4 giugno 2017

PENTECOSTE, PRIMIZIE, RUT / Domenica di Pentecoste

Jans Victor  -  Rut e Noemi
Abbiamo visto che per gli ebrei la Pentecoste è la festa del dono della Legge sul Sinai attraverso Mosè. E questo ci mette in continuità con il dono dello Spirito Santo che compie la Legge che diventa la Legge interiorizzata, il Maestro interiore.

Per gli ebrei la Pentecoste è anche una festa agricola delle primizie e il Sommo Sacerdote agita davanti alla Presenza di Dio (Shekinà) i primi covoni.
Siccome la Storia di Rut ha uno snodo decisivo durante il raccolto dell’orzo a Betlemme, gli ebrei leggono il Libro di Rut (che è breve) durante le festività di Pentecoste. Anche questo presenta una continuità straordinaria con ciò che fa il Signore “quel giorno di Pentecoste che stava per finire” con gli Apostoli a Gerusalemme.

Rut è una moabita. Noemi e il marito Elimelech erano emigrati con i loro due figli in Moab, dall’altra parte del Giordano, perché non trovavano più di che sfamarsi nella loro regione di Betlemme. Non era una scelta molto pia, perché i moabiti erano un popolo da evitare. Infatti il popolo di Moab era nato da Lot e dalla sua figlia maggiore (che l’aveva ubriacato allo scopo) quando erano fuggiti da Sodoma, rifugiandosi nelle montagne vicine (Genesi 19, in particolare 30-38). Anche la figlia più piccola fa lo stesso e dal figlio avuto dal padre nasceranno gli Ammoniti. Due popoli nati quindi dall’incesto, cosa che ripugnava tanto agli ebrei e a buona ragione.


Ma, secoli dopo, l'umile famiglia di Elimelech si installa nel paese di Moab e “inevitabilmente” i figli sposano ragazze moabite, Rut e Orpa. Muore Elimelech e anche i figli lasciando tre vedove, Noemi e le due nuore. Non avendo altri figli da dare loro come mariti secondo l’usanza del tempo, Noemi prega le sue nuore di ritornare a casa dei loro genitori e di rifarsi una vita. Malgrado l’insistenza di Noemi, una di loro, Rut, non vuole abbandonare la suocera anziana e sola, e si appresta a seguirla a Betlemme, una terra straniera per lei. Sul posto si rimbocca le maniche e incontra il favore di Booz, il proprietario del campo dove va a spigolare. Essendo il parente più stretto rimasto e avendo notato la sua virtù, questi decide di sposarla. Dalla loro unione nasce Obed, padre di Jesse che sarà il padre di Davide, che sarà l’antenato di … Gesù! Gesù sarà chiamato Figlio di Davide.

Gesù, nostro Salvatore, conta tra i suoi antenati una moabita! mentre la Bibbia dice:
Deuteronomio 23:4 L'Ammonita e il Moabita non entreranno nella comunità del Signore; nessuno dei loro discendenti, neppure alla decima generazione, entrerà nella comunità del Signore.
Neemia 13:1 In quel tempo si lesse in presenza del popolo il libro di Mosè e vi si trovò scritto che l'Ammonita e il Moabita non dovevano mai entrare nella comunità di Dio.

Quello che colpisce nel libro di Rut è la semplicità dei personaggi e la loro umanità convincente. Quello che gli ebrei ritengono ancora come una lezione impressionante è che LA CARITA’ ANNULLA PERFINO I DECRETI DI CONDANNA DI DIO! Rut la caritatevole siederà tramite il marito nell’Assemblea di Israele e, a maggior ragione i suoi figli, la sua discendenza!

Infine gli ebrei guardano ad Abramo, piuttosto infelice col nipote Lot. Abramo gli ha fatto ogni sorta di piaceri e doni generosi. Eppure sembrava essere stato tutto inutile. Peggio di come andò a finire per Lot, sembra che non si potesse immaginare: perdere la moglie che non obbedisce agli angeli che gli offrono la salvezza, e andare poi a letto con le proprie figlie e generare due popoli dall’incesto! Eppure dal popolo di Moab nasce un gioiello: Rut e proprio da lei nascerà il Re Davide, dal quale nascerà il Messia! Gli ebrei sanno che il Messia sarà figlio di Davide.

Allora concludono: NESSUN BENEFICIO VIENE PERDUTO anche se le apparenze sembrano dire pesantemente il contrario.

Inoltre la presenza di questi "stranieri" nel popolo eletto anticipa la Pentecoste che riunisce nella Chiesa tutti i popoli finora distanti o perfino nemici. Il giorno di Pentecoste si presentano a Dio le "primizie del raccolto" dell'evangelizzazione.

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