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domenica 11 giugno 2017

LA FAMIGLIA E LA COMUNITA' SONO ICONE DELLA TRINITA' / Domenica della Santissima Trinità

Diceva un vecchio e arguto prete francese: “Ci sono persone che sanno tutto ciò che insegna la teologia sul Mistero della Santissima Trinità, ma anche se fosse composta da diciassette persone invece che da tre, questo non cambierebbe nulla alla loro vita!”

Tra i comuni battezzati questa lontananza da Dio si esprime spesso con l’ignoranza e anche possiamo dire una certa quale indifferenza nel rapporto con Dio. Nel senso che per questi fedeli, secondo loro, il rapporto con Dio va benissimo, è un rapporto diciamo scontato che non ci si preoccupa di migliorare o verificare. Pochi giorni fa ho avuto un incontro pieno di simpatia e di buona volontà con una persona, tipico di questo fenomeno. Visto che si confessava ho posto la domanda fatidica: “conosci i comandamenti?” Dopo qualche esitazione si è lanciato: “primo, non uccidere" - "e poi? - "poi, … secondo, non rubare” – “ottimo, due comandamenti, ma sei sicuro che sono il primo e il secondo comandamenti?” – “forse il primo è: onora il padre e la madre!?”


Nel suo donarsi all’Umanità, Dio è innanzitutto vita, cambiamento di vita, potenza e trasformazione, ma,anche, logicamente, è anche conoscenza. Ma se con la Pentecoste viene rivelato pienamente il Mistero di Dio unità d’Amore, unica sostanza, relazione fino alla totale comunione, i cristiani hanno vissuto la Trinità molto prima di definirla.
Teniamoci molto preziosa la dottrina della Chiesa ma pensiamo innanzitutto a vivere i doni di Dio e la sua volontà. Dio da il suo Spirito a coloro che si sottomettono a Lui e Colui che si è sottomesso totalmente e dona lo Spirito senza misura è il Cristo che si è donato fino alla Croce, diventando Via verso il Padre.
Non a caso i cristiani orientali ci dicono che i veri teologi sono i santi, perché il loro sapere è esperienza.

La famiglia, la comunità, sono icone della Trinità. Dio vuole che siamo Uno con Lui e anche tra noi come Egli è Uno. Che i miei familiari, il mio coniuge e i miei figli siano santi o diavoli, che i miei confratelli o le mie consorelle nel convento, i miei fratelli e sorelle di comunità siano santi o diavoli, per essere totalmente Uno con loro COMUNQUE DOVRO’ DARE TUTTO ME STESSO, SENZA NESSUNA RISERVA. 
Criticare la mia comunità o la mia famiglia, non serve che a ritardare la mia donazione totale. Ricordiamoci che comunque, come dicono i monaci: "i Padri eterni fanno i figli crocifissi". Nella nostra aspirazione ad un amore tutto tenerezza e premura, comprensione e sostegno, facilmente dimentichiamo che neanche nella Trinità Santa è stato assente il dolore, la solitudine e la croce. 
Infine, anche se gli altri non dovessero convertirsi, io conserverò tutto il merito di quello che avrò fatto. Ma sicuramente nessun atto di amore mio andrà perduto.

Esponendo queste belle verità, vedo quanto io sono ancora nella totale debolezza della carne e non un uomo spirituale! Ma se la Via è questa e avrò la mia ricompensa per ogni “spicciolo gettato nel tesoro del Tempio”, posso solo chiedere perdono con fiducia e umiltà per ogni giudizio (almeno 100 al giorno!), per ogni fuga e chiusura, e riprendere il cammino con più decisione e abbandono alla forza di Dio.


Prima Lettura  Es 34, 4b-6. 8-9
Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso.
 

Dal libro dell'Èsodo
In quei giorni, Mosè si alzò di buon mattino e salì sul monte Sinai, come il Signore gli aveva comandato, con le due tavole di pietra in mano.
Allora il Signore scese nella nube, si fermò là presso di lui e proclamò il nome del Signore. Il Signore passò davanti a lui, proclamando: «Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà».
Mosè si curvò in fretta fino a terra e si prostrò. Disse: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, Signore, che il Signore cammini in mezzo a noi. Sì, è un popolo di dura cervìce, ma tu perdona la nostra colpa e il nostro peccato: fa’ di noi la tua eredità». 

Salmo Responsoriale  
Dn 3,52.56

A te la lode e la gloria nei secoli.

Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri.

Benedetto il tuo nome glorioso e santo.

Benedetto sei tu nel tuo tempio santo, glorioso.

Benedetto sei tu sul trono del tuo regno.

Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi
e siedi sui cherubini.

Benedetto sei tu nel firmamento del cielo.

Seconda Lettura  
2 Cor 13, 11-13
La grazia di Gesù Cristo, l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo.
 

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, siate gioiosi, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell’amore e della pace sarà con voi.
Salutatevi a vicenda con il bacio santo. Tutti i santi vi salutano.
La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.

Canto al Vangelo  Cf Ap 1,8
Alleluia, alleluia.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo,
a Dio, che è, che era e che viene.
Alleluia.


Vangelo  Gv 3, 16-18
Dio ha mandato il Figlio suo perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
 

Dal vangelo secondo Giovanni
«Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio».

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