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venerdì 23 giugno 2017

SACRO CUORE DI GESU': IL DIO DELLA VERA ANTIPOLITICA

Affresco della Cappella del Sacro Cuore - Paray Le Monial
Ancora oggi ognuno ha il suo posto nella società ed è catalogato: sei libero o schiavo, proprietario o paghi il fitto, uomo o donna, civilizzato o barbaro, segui la moda o non te lo puoi permettere, sei beneficiario del sistema o sfruttato. Una cosa piccolissima: nei primi anni in Italia quando dovevo rinnovare il permesso di soggiorno, non era la stessa cosa essere nella fila degli stranieri “comunitari” o quella degli “extra comunitari”. E poi “c'è chi sale e chi scende”.
In più, nell’antichità, dovevi seguire gli dèi del gruppo al quale appartenevi.
I primi cristiani invece adoravano Cristo nei loro cuori, lo avevano incontrato risorto, avevano sentito la sua misericordia e il suo amore infinito, sperimentavano che li accompagnava ogni giorno fino alla fine. Nella comunità tutti si chiamavano “fratello” o “sorella” e si sentivano cittadini di un Regno divino Nuovo e Universale di fratellanza. Non tutti con la stessa intensità, certo, ma per questa vita nuova con Cristo, tutti erano “usciti dal sistema”, avevano una nuova identità che non era legata al loro popolo o alla loro condizione sociale. Infatti nei tempi di persecuzione a Roma, i cristiani venivano condannati per “ateismo e costumi ebraici”, perché non adoravano più gli dèi dell’Impero né il Potere divinizzato.

Con la vittoria morale del Cristianesimo, questi divenne prima libero poi religione di Stato. E pur facendo tanto bene, anche grazie alla libertà concessa e anche all’influenza sempre più grande nella società che diventava “cristiana”, la religione di Cristo è anche parzialmente “rientrata nel sistema”.

In certe epoche, volendo dare a Dio una gloria e un onore più grande di quello tributato al Re, si è orientati a dargli un culto che assomigliava più al rapporto con un Super Re che al Dio fattosi vicino in Gesù Cristo. La Chiesa è entrata in un certo modo in questa logica tanto radicata nella mentalità del mondo. Lo vediamo nelle adorazioni eucaristiche in cui il Dio che si dona nell’Eucaristia posato semplicemente sull’altare, viene messo su un piedestallo il più elevato possibile. Eppure l’adorazione eucaristica non è che un prolungamento della Celebrazione Eucaristica, la quale è Culmine e Fonte di tutta la Vita della Chiesa. Ricordo un parroco che mi diceva che il suo Rettore di Seminario diventato vescovo ausiliare di Napoli negli anni ’70, cominciò a portare un anello episcopale enorme e una croce pettorale molto vistosa. A chi gli chiedeva ragione di questa scelta rispondeva: “è per impressionare il popolo!”. Questo inevitabilmente ha tenuto i battezzati sempre più lontani da Dio, sempre più intimoriti dalla sua “Maestà”.

Per sanare questa situazione il Signore stesso ha rivelato il suo amore a Santa Margherita Maria Alacoque nel 1600 e promosso il culto al Sacro Cuore con le devozioni alle quali ha legato delle promesse di misericordia e di salvezza. Da lì, principalmente è nata la Solennità di oggi. Gesù ha fatto questo affinché la Chiesa sia sempre il suo sogno di un Regno di Fratellanza Universale i cui membri siano i suoi figli e non ci sia più né greco o barbaro, né schiavo o libero, né uomo o donna ma tutti siano fratelli e sorelle, uno in Cristo Gesù.



Prima Lettura  Dt 7, 6-11
Il Signore si è legato a voi e vi ha scelti.
 

Dal libro del Deuteronòmio
Mosè parlò al popolo dicendo:
«Tu sei un popolo consacrato al Signore, tuo Dio: il Signore, tuo Dio, ti ha scelto per essere il suo popolo particolare fra tutti i popoli che sono sulla terra.
Il Signore si è legato a voi e vi ha scelti, non perché siete più numerosi di tutti gli altri popoli – siete infatti il più piccolo di tutti i popoli –, ma perché il Signore vi ama e perché ha voluto mantenere il giuramento fatto ai vostri padri: il Signore vi ha fatti uscire con mano potente e vi ha riscattati liberandovi dalla condizione servile, dalla mano del faraone, re d’Egitto.
Riconosci dunque il Signore, tuo Dio: egli è Dio, il Dio fedele, che mantiene l’alleanza e la bontà per mille generazioni, con coloro che lo amano e osservano i suoi comandamenti; ma ripaga direttamente coloro che lo odiano, facendoli perire; non concede una dilazione a chi lo odia, ma lo ripaga direttamente.
Osserverai, dunque, mettendoli in pratica, i comandi, le leggi e le norme che oggi ti prescrivo».
 

Salmo Responsoriale  
Dal Salmo 102
L’amore del Signore è per sempre.

Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici.

Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue infermità,
salva dalla fossa la tua vita,
ti circonda di bontà e misericordia.

Il Signore compie cose giuste,
difende i diritti di tutti gli oppressi.
Ha fatto conoscere a Mosè le sue vie,
le sue opere ai figli d’Israele.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Non ci tratta secondo i nostri peccati
e non ci ripaga secondo le nostre colpe.

Seconda Lettura  1 Gv 4, 7-16
Dio ci ha amati.
 

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.
In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui.
In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.
Carissimi, se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri. Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l’amore di lui è perfetto in noi. In questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha donato il suo Spirito.
E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo. Chiunque confessa che Gesù è il Figlio di Dio, Dio rimane in lui ed egli in Dio. E noi abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi.
Dio è amore; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui.

Canto al Vangelo   Mt 11,29
Alleluia, alleluia.

Prendete il mio giogo sopra di voi, dice il Signore,
e imparate da me, che sono mite e umile di cuore.
Alleluia.



Vangelo  Mt 11, 25-30
Io sono mite e umile di cuore.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse:
«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». 

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