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sabato 31 luglio 2021

ERODE, UN DISASTRO TOTALE / Sant' Ignazio di Loyola, 31 luglio.




 

Preghiamo con affetto particolare oggi per il nostro papa, gesuita, che ne porta ovunque il marchio nella ricchezza della sua predicazione e del suo discernimento, ma ha voluto chiamarsi Francesco: sant’Ignazio è il santo che conosco di più ma san Francesco è una figura più completa, disse. Paradosso dell’incontro tra carismi. Tradizionalmente c'era il confronto fraterno tra francescani e domenicani, sorti entrambi nel 1200. Oggi questo confronto avviene nella stessa persona del Papa tra Francesco e Ignazio, non per una contraddizione, ma un arricchimento. Molti carismi ma un solo Signore, un solo Vangelo.

Sant’Ignazio voleva stabilirsi a Gerusalemme con il suo primo gruppo per accogliere i poveri e in particolare i pellegrini. Altrimenti avrebbe rimesso al Papa i suoi progetti per fare ciò che egli volesse di loro. La provvidenza fece sì che in quel periodo non si potesse andare in Terra Santa. Per il Signore è meglio l’obbedienza alla Chiesa piuttosto che un progetto particolare. Una sola Chiesa.

Come in ogni epoca di riforma il Signore accompagna la Chiesa e il suo adattarsi ai tempi nuovi suscitando nuovi carismi o rinnovando profondamente antichi carismi. Per quei tempi detti “moderni” – e molto burrascosi – il Signore, assieme al Concilio di Trento, suscitò tra altri il carisma dei gesuiti per portare e incarnare la riforma. Quali carismi ha suscitato il Signore per portare capillarmente e incarnare il Concilio Vaticano II? In un testo molto limpido (“Juvenescit Ecclesia” 15 maggio 2016) la Congregazione per la Dottrina della Fede spiega questo modo di agire costante del Signore nella Chiesa. La Chiesa è un corpo vivo che, dalla stessa unica radice, evolve continuamente .

Con l’uccisione di san Giovanni Battista come siamo lontani invece dai frutti dello Spirito Santo! Erode si dimostra superstizioso, sballottato tra  i suoi caprici e ubriachezze  e il valore della lealtà, non riferito a Dio però, ma a ciò che penseranno gli uomini. Un disastro totale.

 

Prima Lettura   Lv 25, 1. 8-17
Nell'anno del giubileo ciascuno tornerà nella sua proprietà. 

venerdì 30 luglio 2021

DOTTORE DELLA CHIESA: NON E' UNA VITA TRANQUILLA / S. Pietro Crisologo, 30 luglio.

 

Dottori e Confessori sulla breccia,
il popolo dietro, protetto ma unito a loro.

San Pietro Crisologo (Pietro dalla Parola d’oro), vescovo di Ravenna dal 424, è uno di quelli che hanno approfondito la verità elaborando una cultura cristiana. Dopo l’annuncio del kerigma, il dono spirituale che cambia tutta la vita, dopo il sorgere di comunità che vivono la gioia e la forza della risurrezione, lo sguardo si allarga sempre di più sul mistero di Cristo e sulle sue conseguenze per la vita individuale e sociale, in una società che si considera tutta cristiana. Sono i Padri e Dottori della Chiesa, dal cui tesoro attingiamo ancora oggi con gratitudine.

Forse la loro vita fu una vita serena di studiosi, mentre Mosè, e soprattutto Gesù che vediamo oggi contestato nel suo villaggio, hanno subito dure lotte? No! Combatterono come Gesù che fu crocifisso perché scandalosamente fuori dagli schemi dei ben pensanti e dalla quiete dei potenti. La rivelazione di Gesù è la sua stessa vita, la sua stessa carne: Dio è crocifisso! Non basta però stare fuori dagli schemi per essere nella verità. E anche se le basi della verità sono oggi ben definite, la Chiesa e il mondo hanno bisogno di tanti "dottori nella Chiesa" come Pietro Crisologo, di tanti cristiani come Castrese l’Africano che mise in gioco la sua vita per la verità cattolica e venne a portarla in particolare fino alla nostra cara Marano. A Marano ci vogliono Dottori e Confessori della fede affinché la verità che salva non sia dimenticata, e neppure sia sostituita da altre “verità” che non salvano. Dobbiamo lottare nella verità, a 360 gradi. Ci vogliono per una generazione ancora battezzata ma che non sa nulla di cristianesimo, che segue chi vuole travolgere i valori mettendo psicologismi e sociologismi al di sopra della verità rivelata. Ci vogliono per la minoranza che difende le sue credenze senza conoscere la verità. Ieri su internet ho trovato di un gruppo che si chiama “Il Papa è Benedetto XVI” un post che titolava “secondo Bergoglio, la Croce è una pazzia, e Gesù si è annientato (bestemmia)” LEGGETE QUI: (Omelia, Casa Santa Marta 29 febbraio 2016). È impressionante che dal 2016 nessuno sia andato a leggere la Scrittura e abbia ritirato questo post, magari chiedendo scusa!  Quello che predica il nostro Papa per qualcuno sono eresie, mentre egli ripete quanto afferma la Parola di Dio: noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani”; (1Cor 1:23, vedi tutto il brano 1 Cor 1, 17-23 e altri brani). Gesù annientò se stesso davvero, non solo spogliandosi della sua divinità per essere uomo, servo, ma ancora si umiliò nell’obbedienza della croce! (Filippesi 2,1-11). È desolante che anche in parrocchia ci siano persone che hanno dato corda a simili attacchi a papa Francesco: sono attacchi al cuore stesso della fede cristiana, sia perché attacchi al Papa, pietra di unità per tutti noi, sia perché attacchi alle verità fondamentali della speranza cristiana.

 

Prima Lettura  Lv 23, 1, 4-11.15-16. 27. 34b-37
Queste sono le solennità del Signore nelle quali convocherete riunioni sacre.

giovedì 29 luglio 2021

APRIAMO I NOSTRI SEPOLCRI AL SIGNORE / Santa Marta, 29 luglio.

 



Quando pensiamo a Marta, forse pensiamo al rimprovero che le fa il Signore “perché si agita per molte cose mentre una sola è necessaria”. È una grande e preziosa lezione che ci dona il Signore.

Ma è brutto festeggiare una santa con un rimprovero che ha subito. La liturgia ci propone anche il dialogo in cui Marta manifesta la sua ferma fede nella risurrezione e in Gesù messia e salvatore. Ma Gesù è la stessa risurrezione, già in atto. Non c'è morte su cui non abbia potere, non c'è peccato, non c'è angoscia di cui egli non sia il Signore. Lazzaro, già cadavere puzzolente, risorgerà.

Affidiamo la nostra vita totalmente al Signore oggi, ogni giorno della nostra vita, “aprendogli i nostri sepolcri”. Egli è la Risurrezione e la Vita.

 

Prima Lettura  1 Gv 4,7-16
Se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi.

martedì 27 luglio 2021

QUAL E' IL VERO NOME DI DIO? / martedì XVII sett. T.O.

 




“Il Signore parlava con Mosè faccia a faccia, come uno parla con il proprio amico”.

Mentre il popolo si alza in piedi, in parte ancora pieno del terrore sacro dell’esperienza del Sinai, la presenza di Dio è quella di un amore infinitamente intimo e tenero. Maestà e tenerezza vanno insieme in questo mistero indicibile. Guai a chi calpesta la presenza di Dio, ma guai più grande a chi dispera di fronte alla Maestà. Maestà sola e “amore che posso distorcere a mio piacimento”, sono due dèi creati dall’uomo e che non salvano. Dio è insieme Amore e Maestà. È colui che si chiama con questo nome così lungo ma in cui ogni parola è preziosa: «Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà, che conserva il suo amore per mille generazioni, che perdona la colpa, la trasgressione e il peccato, ma non lascia senza punizione, che castiga la colpa dei padri nei figli e nei figli dei figli fino alla terza e alla quarta generazione».

Anche se per noi è incomprensibile, avviciniamoci, rispondiamo ai suoi inviti: “venite a me voi tutti…”

Facciamoci l’esame di coscienza: se questa generazione non riconosce più Dio, non lo riconosce nella Chiesa, rigetta le Dieci Parole di Vita per cercare aiuto nello psicologo, in favole senza senso, se cerca di esistere dandosi autodefinizioni di sé senza fondamento, invece di accogliere il proprio mistero nella verità … è certamente opera del demonio che semina continuamente zizzania, ma quanta colpa abbiamo noi che dovremmo essere testimoni della risurrezione e dell’Amore misericordioso?  

 

Prima Lettura  Es 33,7-11; 34,5-9.28
Il Signore parlava con Mosè faccia a faccia.

lunedì 26 luglio 2021

GRAZIA O PECCATO? DUE CAMMINI / SS. Gioacchino e Anna, 26 luglio.

 


Con la parabola del granello di senape, del lievito nella pasta, Gesù ci incoraggia mostrando la potenza della grazia. Con il vitello d’oro, l’Esodo ci mostra la pesantezza disperante del peccato che domina l’uomo.

A Parigi durante la GMG, e io in fondo al Champs de Mars, Giovanni Paolo II disse: “quando parlo di morale sessuale mi si dice che l’uomo non è capace di osservare i comportamenti indicati dal Vangelo. Ma di quale uomo parliamo: dell’uomo redento, dell’uomo con la grazia o dell’uomo  senza la grazia?” “È solo il primo passo che costa” diceva santa Teresina.

Ecco invece la triste storia dell’uomo condizionato dal peccato originale: il popolo oppresso dalla schiavitù e trascinato dai prodigi operati per mezzo di Mosè esce dall’Egitto, sì, ma quando Mosè sale sul monte, dopo pochi giorni si sente perso, non sopporta il vuoto e vuole un dio che si possa vedere e toccare, che simboleggi fecondità e ricchezza, come quelli degli egiziani. Quando Mosè scende dal monte, egli incolpa per primo Aronne di questo peccato: infatti avrebbe dovuto resistere. Egli era il responsabile e non era stato forse coinvolto come nessun altro nei prodigi che Dio aveva fatto per mano di Mosè? Invece Aronne cede, e, davanti a Mosè, invece di assumersi le sue responsabilità, egli scarica la colpa sul popolo.  Uno schema che ritroviamo tutti i giorni.

Cosa scegliamo: la grazia oppure la natura ferita dal peccato originale, senza redenzione?  Scegliamo il combattimento spirituale – il primo passo che costa – oppure di adagiarci? Perché i cristiani come lievito nella pasta possano cambiare la società, devono prima essere evangelizzati. Senza la grazia nessuno è capace di vincere la forza del peccato.

 

Prima Lettura   Es 32, 15-24. 30-34
Questo popolo ha commesso un grande peccato: si sono fatti un dio d'oro.

domenica 25 luglio 2021

FRATELLI TUTTI / 98. Fratelli tutti, fratelli universali

 


286. In questo spazio di riflessione sulla fraternità universale, mi sono sentito motivato specialmente da San Francesco d’Assisi, e anche da altri fratelli che non sono cattolici: Martin Luther King, Desmond Tutu, il Mahatma Gandhi e molti altri. Ma voglio concludere ricordando un’altra persona di profonda fede, la quale, a partire dalla sua intensa esperienza di Dio, ha compiuto un cammino di trasformazione fino a sentirsi fratello di tutti. Mi riferisco al Beato Charles de Foucauld.

287. Egli andò orientando il suo ideale di una dedizione totale a Dio verso un’identificazione con gli ultimi, abbandonati nel profondo del deserto africano. In quel contesto esprimeva la sua aspirazione a sentire qualunque essere umano come un fratello,[286] e chiedeva a un amico: «Pregate Iddio affinché io sia davvero il fratello di tutte le anime di questo paese».[287] Voleva essere, in definitiva, «il fratello universale».[288] Ma solo identificandosi con gli ultimi arrivò ad essere fratello di tutti. Che Dio ispiri questo ideale in ognuno di noi. Amen.

Preghiera al Creatore

Signore e Padre dell’umanità,
che hai creato tutti gli esseri umani con la stessa dignità,
infondi nei nostri cuori uno spirito fraterno.
Ispiraci il sogno di un nuovo incontro, di dialogo, di giustizia e di pace.
Stimolaci a creare società più sane e un mondo più degno,
senza fame, senza povertà, senza violenza, senza guerre.

Il nostro cuore si apra
a tutti i popoli e le nazioni della terra,
per riconoscere il bene e la bellezza
che hai seminato in ciascuno di essi,
per stringere legami di unità, di progetti comuni,
di speranze condivise. Amen.

DIO MOLTIPLICA CIO' CHE OFFRIAMO / XVII Domenica T.O., B.

 



Dio straordinariamente generoso si prende cura di tutta la nostra vita e fa ciò che è impossibile all’uomo. Ma egli moltiplica ciò che noi offriamo. "Il Dio che ti ha creato senza di te, non ti salverà senza di te" diceva s. Francesco di Sales, ma nemmeno vuole salvare gli altri senza di te. La fede cambia la Storia.

Iniziamo in queste domeniche a leggere brani che ci portano a contemplare l’Eucaristia, anzi, il mistero d’Amore di Dio che si manifesta in modo eccelso nell’Eucaristia. La dimensione materiale dei sacramenti è segno che la nostra vita fisica, in tutti i suoi aspetti, è sacra ed è condizione indispensabile della nostra esistenza e crescita come figli di Dio. Ma di fronte alla folla che vuole farlo re, vuole fermarsi alla vita fisica e alle grazie materiali, Gesù scappa. Non dobbiamo travisare il suo messaggio.

Come in ogni tempo, anche in questo tempo dobbiamo pregare e vivere per l’unità della Chiesa. “Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti”.  Una sola Chiesa, uniti al Papa e al Magistero.

Il far raccogliere i pezzi avanzati è un faro potente per noi che ci preoccupiamo di ecologia integrale e contro le nostre abitudini di consumo e di spreco.

 

Prima Lettura   2 Re 4, 42-44
Ne mangeranno e ne faranno avanzare.

sabato 24 luglio 2021

NO!, NON E' SEMPRE LEGITTIMA DIFESA! / sabato XVI sett. T.O., dispari.

 


L’Alleanza di Dio con il popolo si fa “sulla base di tutte queste parole!” cioè, per semplicità, sui Dieci Comandamenti.

Mi chiedo: è normale che dei bambini siano ammessi alla prima comunione senza conoscere a memoria i dieci comandamenti? Sulla base di che cosa rafforzano coscientemente la loro Alleanza con Dio, offerta loro gratuitamente nel battesimo da piccoli? Il Curato d’Ars faceva fare la comunione solo a chi sapeva tutto il catechismo a memoria. Esagerato?! Qualcuno ad Ars ha fatto la comunione solo a vent’anni per questo motivo, ma tutti, poi, erano solidi nella vita e nei valori. Oggi troppi bambini (e i loro genitori) si avvicinano ai sacramenti cercando “emozioni” nell’incontro con Gesù. La fede non è fondata sulle emozioni anche se i credenti vivono emozioni come ogni essere umano. Ma la fede è amica della ragione e della vita proprio perché aiuta ad andare al di là delle emozioni, della soggettività personale …

Il risultato di tanta trascuratezza nella formazione dei battezzati si vedono ovunque, giorno dopo giorno. E molti si presentano in buona fede per fare i padrini, cioè essere garanti dell’educazione cristiana di un bimbo, e non sanno neppure i comandamenti. 

 Il popolo promette di obbedire ai comandamenti di Dio, dicendo: «Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto». Strano!, infatti, prima uno ascolta e poi esegue! Il testo ebraico dice “ascolteremo”, ma la traduzione cerca di rendere tutta la forza dell’ “ascoltare” ebraico, e ci introduce nel vero senso della frase: siamo pronti ad obbedire, subito, senza discutere, ma comprendiamo anche che dovremo approfondire il significato, le conseguenze pratiche dei comandamenti. Infatti sui comandamenti si basa la nostra Alleanza con Dio e UN VIVERE GIUSTO E ARMONIOSO DELLA SOCIETA’.

Facciamo qualche esempio. I due comandamenti che tutti ricordano sono “non rubare” e “non ammazzare”. Non devo uccidere, ma se vogliono uccidermi, posso difendermi?  Sì, esiste la “legittima difesa”. Ma bisogna sapere di che si tratta e questo esige anche una riflessione comune e personale. NON E’ SEMPRE LEGITTIMA DIFESA! Chi dice che "è sempre legittima difesa", va contro il buon senso elementare, contro i comandamenti di Dio, contro tutta la CULTURA CRISTIANA. La difesa deve essere proporzionata al valore del bene che difendo e alla minaccia, all’aggressione di cui sono oggetto. Va dunque GIUDICATA CASO PER CASO, speriamo prima di agire, e non in tribunale dopo aver ucciso qualcuno. Altro che “è sempre legittima difesa”.

Senza nessun giudizio sul caso specifico di questi giorni a Voghera che lasciamo agli inquirenti, chi, in Italia, scende in paese di giorno, e infila in tasca una pistola carica, deve prima chiedersi molto seriamente se il suo comportamento è giustificato oppure se si mette in grave pericolo di fare un uso improprio della sua arma.

Una conseguenza del quarto comandamento (“Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che ti dà il Signore, tuo Dio”) è l’obbedienza alle autorità e alle leggi. Dell’obbedienza alle autorità e alle leggi civili è pieno il Nuovo Testamento. Eppure le piccole comunità cristiane vivevano tutte sotto Autorità e leggi non cristiane, per lo più pagane. Chi, oggi, è insofferente alla legalità anche spicciola del vivere e del bene comune quotidiano, non conosce la Scrittura. Deve lasciarsi guidare dallo Spirito di Gesù Cristo.

 

Prima Lettura   Es 24, 3-8
Ecco il sangue dell'alleanza che il Signore ha concluso con voi.

venerdì 23 luglio 2021

PERCHE' SANTA BRIGIDA E' COMPATRONA DI EUROPA? / Santa Brigida di Svezia, 23 luglio.

 


Santa Brigida di Svezia ha affidato tutta la sua vita a Cristo e al Vangelo, per viverlo concretamente. Così ha potuto attraversare l’esperienza di sposa e madre (8 figli!), di compagna di un uomo impegnato nel bene comune, di vedova, poi di educatrice di Principi, di monaca, mistica e fondatrice, madre di una comunità religiosa, e infine di ambasciatrice di pace tra le grandi famiglie regnanti di Europa. Ha quindi molti titoli per essere compatrona di Europa. E possiamo imparare da lei la grandezza della fede e dei suoi orizzonti sconfinati, e lo zelo per il Vangelo che si cala nel concreto del quotidiano. Attraverso le piccole cose, il Signore l’ha preparata a cose sempre più grandi.

Anche noi dobbiamo crescere affinché il Cristo che già vive in noi per il battesimo possa diventare la totalità della nostra vita. Per adesso siamo mondati, potati alquanto dalla Parola di Dio che rimane ancora molto esterna a noi, anche se ci comincia a trasformare. Ma lo Spirito Santo che per adesso è accanto a voi sarà in voi, dice ancora Gesù agli apostoli. Mi colpisce il richiamo continuo di Gesù alla Parola…

 

Prima Lettura  Gal 2, 19-20
Non vivo più io, ma Cristo vive in me.

G 20 A NAPOLI. MESSAGGIO DEL VESCOVO AI "GRANDI" DEL G 20.



 

22/07/2021

ABBIATE CURA DELLA CASA DI DIO, DELLA MADRE TERRA, NON IN NOME DI UN PROFITTO, MA PER AMORE DI VOLTI E PERSONE

Messaggio dell'Arcivescovo don Mimmo Battaglia ai "grandi" del G20

 

Ecco il testo del messaggio dell’Arcivescovo:

“Sorelle e fratelli potenti, governanti di ricche nazioni e grandi Stati, nel darvi il benvenuto anche a nome della Chiesa napoletana in questa terra generosa e accogliente, vi chiedo perdono se in questo mio discorso oserò prendere la parola a nome vostro.

Prendo indebitamente in prestito il vostro prestigio e l’attenzione che esso comporta per rivolgermi a quanti non godono di alcun privilegio e di alcun diritto. A nome vostro, sorelle e fratelli primi, parlerò agli ultimi.

Parlerò a voi, fratelli e sorelle, che siete i primi agli occhi di Dio, a voi vedove e orfani, stranieri e ammalati, anziani e soli, popolo dei diseredati, degli scartati; a voi che nessuno vuole e che nessuno considera: a voi voglio innanzitutto chiedere perdono a nome dei fratelli potenti, che reggono le sorti di numerosi popoli, per non aver ascoltato il vostro grido, il vostro dolore, per non aver dato un volto alla vostra sofferenza. Sono sicuro che non si offenderanno se a nome loro chiedo scusa.

In questi giorni, nella nostra amata città, si riuniscono quanti hanno diritto ad un nome e a un’opinione, coloro che ascolti in silenzio e che non osi interrompere, la cui parola si trasforma in azione se solo lo vogliono, se solo lo desiderano.

giovedì 22 luglio 2021

CREDEVA CHE FOSSE IL CUSTODE DEL GIARDINO / Santa Maria Maddalena, 22 luglio.

 




Maria maddalena non riconosce Gesù risorto. Crede che sia il giardiniere. Eppure era il suo maestro, era colui che aveva trasformato tutta la sua vita. Lo conosceva bene. Ma ecco tutto cambia quando Gesù gli parla, la chiama (la Parola! la Fede che nasce dall'udito!). Allora il suo cuore vibra. È la stessa voce, e anche se non è più nella sua condizione terrena è lo stesso Gesù, prima uomo mortale di Nazareth, oggi Signore immortale, nel suo vero corpo. La morte è stata ingoiata dalla vittoria e il corpo mortale è stato glorificato. Se anche abbiamo conosciuto Cristo alla maniera umana, ora non lo conosciamo più così”.

La difficoltà di riconoscere Gesù risorto sarà vissuta dagli Apostoli e da tutti quelli che l’hanno conosciuto prima della crocifissione: lo conoscevano secondo la carne. Gesù dovrà faticare non poco per far accettare il suo mistero di morte e risurrezione e la sua nuova presenza. Una svolta definitiva avverrà con l’accettazione del suo Spirito a Pentecoste. Non sarà però ancora la fine del cammino. San Paolo e san Pietro, Barnaba, vengono consegnati alla Scrittura nei loro combattimenti e anche nelle loro debolezze, dopo la Pentecoste. Ma ormai il loro cammino sarà continuo fino all’accettazione totale di questo mistero nel martirio: “ho terminato la mia corsa” dirà allora san Paolo.

Anche noi possiamo conoscere Gesù in modo solo umano, cercando in lui solo ciò che lui voleva evitare, e chiamandolo Signore ma rifiutando di lasciarci guidare da lui. Oggi, grazie a Maria maddalena prendiamo però meglio coscienza della centralità della Risurrezione per la nostra fede e della necessità di conoscere Gesù secondo lo Spirito Santo e non secondo la carne. Le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove”.

 

Prima Lettura  Ct 3,1-4a
Trovai l’amore dell’anima mia.

mercoledì 21 luglio 2021

IL SEME DEVE CRESCERE / mercoledì XVI sett. del T.O., dispari.

 


Il popolo non vede oltre le apparenze e appena queste sono meno favorevoli, si scoraggia davvero, mormora e invoca la morte: Ok siamo stati liberati dalla schiavitù e avevamo tanto pregato per questo, tanto chiesto aiuto, ma non per trovarci in un deserto!… Volevamo essere aiutati ma in un altro modo. A questo punto, sarebbe stato meglio se il Signore ci avesse uccisi tutti mentre avevamo la pancia piena, in Egitto.

È difficile far entrare l’idea di un cammino, di un progetto, di un affidarsi giorno dopo giorno al Signore. E il demonio ha buon gioco di invadere i pensieri per le condizioni difficili del presente e ancora di più con le prospettive di futuro, mentre il Signore ha per noi progetti di pace e non di sventura.

Il Vangelo porta a riflessioni simili con la parabola del seminatore. Una parabola fondamentale. Per questo motivo è la prima raccontata da san Marco nel suo Vangelo. Il seme è la Parola di Dio. Se un terreno non è seminato con buon seme rimane sterile o ci crescono le erbacce. Se il seme è la Parola di Dio perché ancora tanta assenza di Parola di Dio nella vita dei battezzati? spesso nella stessa pastorale?

E il seme deve crescere. Conosciamo tutti la storiella. Uno scopre il “Negozio della Felicità”, entra incuriosito e trova nientemeno che un angelo a servire. – Cosa vendete qui? – Non vendiamo nulla, è tutto gratuito, e abbiamo tutto perché tu e la tua famiglia siate felici. – Avete la pace? Ho tanto bisogno di pace! – Certamente! – E la pazienza, la bontà, la mitezza, la gioia, … - Tutto  questo l’abbiamo. – Allora prendo tutto questo e anche …  Sorpresa di quell’uomo quando si vede porre sul bancone piccoli sacchetti. – Certo, dice l’angelo, noi diamo i semi, sei tu che li devi far crescere.  

 

Prima Lettura   Es 16, 1-5. 9-15
Io sto per far piovere pane dal cielo per voi.

martedì 20 luglio 2021

IL POPOLO ATTRAVERSA IL MARE CON MOSE'. COSA SIGNIFICA? / martedì XVI sett. T.O., dispari.

 

Una lettura attenta dell’Esodo suggerisce che il fenomeno che ha permesso agli israeliti di attraversare il mare a piedi è solo naturale, anche se raro. Ma se Dio ha usato le leggi della natura con perfetto tempismo, questo non toglie nulla alla sua potenza e manifesta proprio la sua provvidenza.

Dio compie miracoli, anche oggi, cioè compie azioni che vanno aldilà delle leggi della natura. Ne sono stato personalmente testimone. La Scrittura distingue tra “prodigio” (dunameis), un fatto che supera soltanto le leggi della natura, e “segno” (semeion) cioè un prodigio rivolto direttamente alla fede. A Lourdes ci sono guarigioni che per il “Bureau médical” sono prodigi perché inspiegabili nello stato attuale della scienza, istantanei, totali, duraturi. Però, affinché queste guarigioni siano riconosciute dall’autorità ecclesiale come segni-miracoli, bisogna che ci sia anche il frutto dello Spirito Santo, una relazione profonda con la fede in Gesù Cristo. Ma oltre a questi casi eccezionali, a Lourdes ci sono molte grazie. L’energia della preghiera e della fede mette in moto processi di guarigioni autentici, che cambiano i cuori e le vite. Lourdes e altri luoghi sono privilegiati perché l’intervento di Dio, il più delle volte attraverso la Vergine Maria, ne fa dei centri di aggregazione dei fedeli e di preghiera fiduciosa. Anche il mettersi in pellegrinaggio favorisce l’apertura a Dio.

Ma se la Vergine Maria è presente a Lourdes, non è forse vero che è presente ovunque viene invocata? Gesù ha promesso la sua presenza speciale in mezzo a due o più riuniti nel suo nome. Gesù non è certamente meno della Madonna, anzi, lei segue lui. Se abbiamo fede, ogni comunità diventa un santuario, una dimora di Dio. Se la Vergine Maria è apparsa nel 1858 a Lourdes, in date precise, cioè è intervenuta nella Storia, non significa che Dio limiti i suoi interventi a questi momenti eclatanti. Dio interviene continuamente nella Storia, interviene con la sua provvidenza quotidianamente nella tua storia. Beato chi sa leggere questi segni di Dio e fidarsi.

La salvezza del popolo di Mosè e l’annegamento dei suoi nemici, significa che Dio apre cammini attraverso la morte per chi crede. Nel mare si annega, è segno della morte. Dio apre la morte per far passare il suo popolo, salvandolo dalla distruzione e dalla disperazione, ma solo perché si sono fidati. La traversata del mare è segno del nostro battesimo. Gesù ha attraversato realmente la morte, fidandosi del Padre, “sperando nella sua misericordia contro ogni speranza” e ha tolto ogni potere alla morte. Per beneficiare della sua vittoria, è necessaria la fede. Lourdes ci insegna l’importanza dei segni permanenti della fede: appena Bernadette ha fatto la Prima Comunione, la Madonna le è apparsa solo un’altra volta come congedo, affidandola ai sacramenti e alla pastorale ordinaria della Chiesa! Alla fine della sua vita, Bernadette non riusciva più a ricordarsi delle apparizioni, è vissuta solo di fede. Per questo è santa.

 

Prima Lettura  Es 14, 21-31
Gli Israeliti avevano camminato sull’asciutto in mezzo al mare.

lunedì 19 luglio 2021

LA FEDE DONA STABILITA' / Lunedì XVI sett. T.O., dispari.

 


Gli israeliti escono dall’Egitto a mano alzata. Sono vittoriosi, sono felici, godono della liberazione regalata da Dio. Ma il Faraone li sta già inseguendo e dopo pochissimo si vedranno persi, crollano e si rivoltano contro Mosè.

Chi si appoggia sulle apparenze non ha stabilità, perché le apparenze cambiano spesso. Chi crede vede ciò che non vedono gli occhi, cioè: “che colui che ha iniziato in voi quest'opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù”. (Fili 1:6, vedi 1 Cor 15,58: “Perciò, fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili, prodigandovi sempre nell'opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore”).

 

Prima Lettura   Es 14, 5-18
Sapranno che io sono il Signore, quando dimostrerò la mia gloria contro il faraone.

QUAL E' IL VERO RIPOSO? / XVI Dom T.O., B.

 


Gesù invita i suoi apostoli a riposarsi, in disparte. Ottimo suggerimento da accogliere anche noi. Ma sbarcando c'è la gente che lo aspetta e salta tutto. Delusione per gli apostoli che devono accettare questi cambiamenti di programma!? Umanamente hanno perso il momento anche piacevole di tranquillità, di silenzio, di ascolto con Gesù. E, inoltre, è indispensabile “saper staccare”. Ma Gesù ci insegna una verità fondamentale: il vero riposo è fare la volontà di Dio. Mi sento rimandato alle sue frasi in Giovanni 4: “Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete” “Il mio cibo (e il mio riposo) è fare la volontà di colui che mi ha mandato”.

Il Curato d'Ars viene in obbedienza e forse molto contento agli esercizi spirituali predicati dal vescovo, il quale gli dice: "lei non ha bisogno, torni a confessare i suoi penitenti che hanno più bisogno". E il santo Curato gira i tacchi con la stessa umiltà con la quale era venuto, senza commenti.

 

Prima Lettura   Ger 23, 1-6
Radunerò il resto delle mie pecore, costituirò sopra di esse pastori.

QUALCHE PRECISAZIONE E RIFLESSIONE SULLA MESSA IN LATINO E LA DECISIONE DEL PAPA

 


Il Concilio Vaticano II, frutto di un lungo cammino di preghiera, di studi e di esperienze, di riforme iniziali (Pio XII), ha sentito la necessità di riformare profondamente la Liturgia. Questo ha portato, nel 1970, al Nuovo Messale romano (esistono altri riti, in particolare riti orientali, ma anche occidentali, come il rito ambrosiano a Milano, ecc.).

Il cambiamento più evidente è stato il passare dal latino alla lingua di tutti i giorni: l’italiano in Italia, il francese in Francia ecc. Infatti nessuno sapeva più il latino. I suoi difensori dicevano che era la lingua della Chiesa, che ci univa tutti, che permetteva di seguire la messa facilmente anche all’estero, ecc. Idealmente il latino ci univa, ma la gente vive a casa propria, qualcuno non va mai all’estero… Chi non sa il latino, che bel vantaggio andando all’estero! continua a non capire, come a casa. Siamo più uniti se comprendiamo tutti chi è Gesù Cristo e viviamo la stessa fede illuminata, che se preghiamo con le stesse parole incomprensibili.

Nel 2000 ho viaggiato in treno con dei tradizionalisti francesi, in pellegrinaggio verso Roma. Abbiamo parlato molto e le loro motivazioni per rifiutare il Concilio erano tutte basate su cattivi esempi dati dai parroci “conciliari”. Tipo, il prete che si presenta alla porta della canonica in canottiera, o anche cose più pesanti…  Alla fine, ho proposto di dire il rosario insieme. Il loro libretto di pellegrinaggio era tutto in latino: preghiere, inni, ecc.. Ho quindi pensato fargli piacere pregando in latino. Non sapevano nemmeno il Padre nostro e l’Ave Maria in latino!

domenica 18 luglio 2021

LES EVEQUES DE FRANCE FACE AU MOTU PROPRIO DU PAPE "TRADITIONIS CUSTODES"

 

Un appel exigeant pour toute l’Eglise à un authentique renouveau eucharistique

Publié le 17 juillet 2021

 

 


Les évêques de France reçoivent, avec l’ensemble des fidèles de leur diocèse, le motu proprio « Traditionis Custodes » du Pape François rendu public hier.

Ils souhaitent manifester aux fidèles célébrant habituellement selon le missel de Saint Jean XXIII et à leurs pasteurs, leur attention, l’estime qu’ils ont pour le zèle spirituel de ces fidèles, et leur détermination à poursuivre ensemble la mission, dans la communion de l’Église et selon les normes en vigueur.

Chaque évêque aura à cœur d’être à la hauteur des enjeux décrits par le Saint Père afin d’exercer la responsabilité qui lui est rappelée dans la justice, la charité, le soin de tous et de chacun, le service de la liturgie et de l’unité de l’Eglise. Cela se fera par le dialogue et demandera du temps.

Le motu proprio « Traditionis Custodes » et la lettre du Saint Père aux évêques qui l’introduit sont un appel exigeant pour toute l’Église à un authentique renouveau eucharistique. Aucun ne peut s’en dispenser.

Les évêques invoquent l’Esprit-Saint pour que l’Eucharistie, « source et sommet de la vie chrétienne », sacrifice du Seigneur et mémorial de sa Passion et de sa Résurrection, soit chaque jour le lieu où l’Église puise sa force pour devenir ce qu’elle est : « dans le Christ, en quelque sorte le sacrement, c’est-à-dire à la fois le signe et le moyen de l’union intime avec Dieu et de l’unité de tout le genre humain. » (Lumen Gentium 1).

 

sabato 17 luglio 2021

PAPA FRANCESCO RESTRINGE LA POSSIBILITA' DI CELEBRARE LA MESSA IN LATINO PRECONCILIARE. COSA PENSARE?

 


Papa Francesco ha firmato ieri, festa della Madonna del Carmine, un Motu Proprio che restringe l’uso del Messale preconciliare, la cosiddetta “Messa in Latino”. Nella lettera di presentazione, che pubblico sotto, egli spiega le motivazioni di questa decisione che sono semplici ma molto importanti per la nostra formazione di cristiani. La contraddizione che sembra apparire tra Giovanni Paolo II e Benedetto XVI con questa decisione di papa Francesco si risolve molto facilmente guardando alle motivazioni di questi tre Papi che sono le stesse: ricomporre l’unità della Chiesa accompagnando le persone con sensibilità diverse. Siccome però il tentativo dei due Papi precedenti invece di riavvicinare le persone all’unità della Chiesa e al Magistero del Concilio (“la più grande grazia spirituale ricevuta dalla Chiesa nel ventesimo secolo” disse Giovanni Paolo II) è stato quasi ovunque strumentalizzato da gruppetti e da singoli preti, per formare una Chiesa parallela, anticonciliare, è diventato necessario interrompere questo tentativo fallito. Possano tutti comprenderlo!

LETTERA DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AI VESCOVI DI TUTTO IL MONDO PER PRESENTARE
IL MOTU PROPRIO «TRADITIONIS CUSTODES»
SULL’USO DELLA LITURGIA ROMANA
ANTERIORE ALLA RIFORMA DEL 1970

 

Roma, 16 luglio 2021

Cari Fratelli nell’Episcopato,

come già il mio Predecessore Benedetto XVI fece con Summorum Pontificum, anch’io intendo accompagnare il Motu proprio Traditionis custodes con una lettera, per illustrare i motivi che mi hanno spinto a questa decisione. Mi rivolgo a Voi con fiducia e parresia, in nome di quella condivisione nella «sollecitudine per tutta la Chiesa, che sommamente contribuisce al bene della Chiesa universale», come ci ricorda il Concilio Vaticano II [1].

Sono evidenti a tutti i motivi che hanno mosso san Giovanni Paolo II e Benedetto XVI a concedere la possibilità di usare il Messale Romano promulgato da san Pio V, edito da san Giovanni XXIII nel 1962, per la celebrazione del Sacrificio eucaristico. La facoltà, concessa con indulto della Congregazione per il Culto Divino nel 1984 [2] e confermata da san Giovanni Paolo II nel Motu proprio Ecclesia Dei del 1988 [3], era soprattutto motivata dalla volontà di favorire la ricomposizione dello scisma con il movimento guidato da Mons. Lefebvre. La richiesta, rivolta ai Vescovi, di accogliere con generosità le «giuste aspirazioni» dei fedeli che domandavano l’uso di quel Messale, aveva dunque una ragione ecclesiale di ricomposizione dell’unità della Chiesa.