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mercoledì 31 maggio 2017

INSEGNARE TUTTO CIO' CHE IL SIGNORE CI HA COMANDATO 2

Ossios Loukas - Grecia. Il Cristo porta il Libro del Vangelo dove è scritto:
 "Io sono la Luce del Mondo chi segue me non cammina nelle tenebre..."
 Dal Vangelo dell'Ascensione ho tratto l'altro giorno una riflessione sul rapporto di ognuno di noi con l'insegnamento oggettivo di Gesù proposto dalla Chiesa e le difficoltà che il prete può incontrare (o creare) quando non sa presentarlo con abbastanza chiarezza, unita a carità. Ma anche quando sa presentarlo con chiarezza e carità il prete può incontrare difficoltà.  
Se il prete deve essere compreso nei suoi limiti, a maggior ragione il prete deve capire i limiti dei fedeli che che si avvicinano a lui. Tante volte i fedeli non sono mai stati in contatto con la Parola di Dio e hanno attinto solo a fonti giornalistiche o a opinioni di amici e parenti senza alcun fondamento.

Spesso queste opinioni, nel passato, erano molto più rigorose della vera posizione della Chiesa. Quante volte ho sentito: "Padre, sono divorziata, mi hanno detto che non posso fare la comunione". - "Cosa è successo?" - "Il mio marito se n'è andato con un'altra donna" - "E tu?" - "Vivo da sola" - "Certo che puoi fare la comunione se segui il Signore Gesù!" 
Oggi ancora si trovano opinioni popolari rigorose, ma sono cresciute le opinioni che sono invece "lassiste". Né l'una né l'altra posizione sono buone.
Gesù, per non condannare l'adultera,
si mise a scrivere per terra (Giovanni 8)
Riporto qui tre paragrafi di "Amoris Laetitia" il documento del papa sull'amore nella famiglia che dice chiaramente che il matrimonio, creato da Dio e confermato da Gesù è un dono così grande che deve essere proposto e con coraggio per non privare il mondo dei valori della salvezza. Però, in questo testo, papa Francesco riconosce con molta concretezza anche i modi sbagliati che ci possono essere stati nel proporlo:
35. Come cristiani non possiamo rinunciare a proporre il matrimonio allo scopo di non contraddire la sensibilità attuale, per essere alla moda, o per sentimenti di inferiorità di fronte al degrado morale e umano. Staremmo privando il mondo dei valori che possiamo e dobbiamo offrire. Certo, non ha senso

VISITAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA / 31 maggio

Visitazione - Pontormo, Olio su tavola, 1530 circa.
Il mese di maggio si conclude ogni anno con una festa affascinante, la Visitazione.

Il Signore prende l’iniziativa e Maria di Nazareth corrisponde al suo  “primerear” – un neologismo spagnolo al quale papa Francesco ci sta abituando – obbedendo senza indugio, camminando in fretta.

Notiamo che la fretta di Maria è accompagnata dalla GIOIA. Questa gioia raggiunge Elisabetta e perfino il bimbo che porta nel suo grembo. La fretta di Maria è diversa dai nostri atteggiamenti frettolosi che non sanno gustare i doni di Dio e degli altri. È diversa dalla fretta ansiosa di chi agisce senza riferirsi all’amore di Dio e senza gioia.

Infatti la ventata di prontezza giovanile di Maria, che ci fa bene perché ci sprona ad “alzarci dalla sedia” anche fisicamente, non esclude la profondità del discernimento quando è necessario, né esclude chi è impedito dalla debolezza della malattia ma continua a donare tutto se stesso a Dio.

martedì 30 maggio 2017

DOMANI E' PENTECOSTE PER GLI EBREI / 30 maggio 2017

Come la Pasqua ebraica cade al plenilunio di primavera e la Pasqua cristiana la domenica successiva per rispettare il giorno della settimana in cui Cristo è risorto (“risorto il primo giorno della settimana”, dicono i Vangeli), allo stesso modo la Pentecoste ebraica cade 50 giorni dopo la Pasqua ebraica e la Pentecoste cristiana 50 giorni dopo la Pasqua cristiana.

Per questo motivo mentre noi cristiani ci prepariamo a celebrare la Pentecoste domenica prossima, per gli ebrei questa festa cadrà già domani. Festeggiamo uniti di cuore a loro.

La Pentecoste ebraica si chiama Shavuot cioè “settimane” perché cade al compimento di sette settimane dopo la Pasqua, mentre il significato del termine Pentecoste è propriamente “50”. Vediamo che sono due modi di fare lo stesso calcolo di giorni: 7 settimane = 49 giorni + 1 (il giorno proprio della festa) = 50.

Ma quello che interessa davvero è che c'è la stessa continuità tra la Pentecoste ebraica e la Pentecoste cristiana che quella che esiste tra la Pasqua ebraica e la Pasqua cristiana: le feste cristiane portano a compimento le feste ebraiche.

MESE DI RAMADAN


All'occasione dell'accordo di Parigi sul Clima ho conosciuto e apprezzato l'Imam della comunità islamica di Marano e l'ho coinvolto in una testimonianza a favore della custodia della nostra Casa Comune. 

Nulla di molto importante ma, da allora, manteniamo un  contatto. Per Pasqua egli ha fatto gli auguri ai cristiani. In occasione del Ramadan gli ho mandato gli auguri ed egli mi ha risposto.


Con molto ritardo faccio i migliori auguri per il mese di Ramadan.
Possa portare frutti di adorazione sincera a Dio, di misericordia verso tutti in particolare i deboli, e di condivisione con i poveri.
Fra Sereno
Parrocchia san Castrese

Ecco la sua risposta:
Un ringraziamento di cuore a nome di tutta la comunità islamica di Marano.
Pregando Dio in questo mese sacro di portare pace e serenità per l'intera umanità e convivenza pacifica basata sul rispetto di ciascun credo.
Imam Ibrahim

Comunità islamica di Marano

lunedì 29 maggio 2017

INNSEGNANDO LORO A OSSERVARE TUTTO CIO' CHE VI HO COMANDATO

Dal Vangelo di ieri vorrei trarre un'ulteriore riflessione anche perché in particolare in questi giorni mi sono trovato in situazioni simili.

Il compito del sacerdote è molto bello ma non sempre facilissimo. Il termine esatto che usa il Nuovo Testamento e che dovremmo anche noi usare a preferenza di sacerdote è “presbitero”. La forma abbreviata e più usata è “prete”. Presbitero significa “anziano”. Nella Chiesa significa chi ha lo spirito di anzianità ovvero di saggezza. Oltre che corrispondere ad una scelta di vocabolario precisa e motivata della Scrittura, io preferisco questo termine “presbitero” perché illustra meglio la nostra posizione: il presbitero non è separato dalla comunità, dagli altri fedeli, ma è innanzitutto un membro della comunità, un fratello in mezzo agli altri. È una persona però di fede provata, affidabile, anche se ancora peccatore e impegnato come gli altri nel cammino di conversione. Deve avere qualità sufficienti per poter esercitare la presidenza della comunità e l’ufficio di consiglio in modo dignitoso e competente.

Ora Gesù ha detto agli apostoli: “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato.”

Dobbiamo insegnare AD OSSERVARE TUTTO CIO’ che Gesù CI ha comandato. Ogni volta che insegno qualcosa mi chiedo per forza se io stesso lo osservo. Certamente non osservo nulla in modo perfetto. La consapevolezza delle mie mancanze e della misericordia con la quale il Signore mi ha sostenuto nella fatica troppo spesso inconcludente del mio cammino, non è una posizione sempre confortevole, ma mi aiuta a comprendere le difficoltà degli altri. Questo però non mi permette di non insegnare ad osservare tutto ciò che il Signore ci ha comandato.

domenica 28 maggio 2017

ASCENSIONE: QUESTA MATTINA HO CELEBRATO IL G 20 / domenica 28 maggio

Ascensione - Giotto - Cappella degli Scrovegni
L'Ascensione: questo Mistero così grande presenta ogni anno qualche aspetto nuovo.

Siamo in piena stagione dei sacramenti di Iniziazione cristiana, in particolare cresime e prime comunioni. Supponiamo già che molti non verranno più in Chiesa, ma la contentezza di tanti per il cammino percorso questo anno, l’impegno profuso dai catechisti, mi rallegrano e vedo una raccolta, una festa del Signore.

Anche la preparazione dei giovani della comunità francese mi mette ogni volta di fronte al miracolo della grazia di Dio: anno dopo anno, con famiglie sempre nuove (rimangono solo tre anni a Napoli), troviamo catechisti competenti e generosi!

Il francese porta spesso ad una confusione: la cresima viene chiamata abitualmente “confirmation”, conferma. E si è portati a vederla come il passaggio in cui il giovane conferma il suo impegno con Cristo. Certamente, visto l’età più matura dei candidati, c'è questo aspetto ma è quello minore e non c’entra con il sacramento in sé. Semmai è Dio che conferma il suo amore aggiungendo altri doni al battesimo già ricevuto!

Mi meraviglia la fiducia con la quale Cristo ci affida il suo Volto. Questo mandato è appoggiato innanzitutto al suo strapotere più che alle nostre promesse di fedeltà. Strapotere che facciamo così tanta fatica a comprendere nella sua natura e quindi a seguire. Infatti per noi, pur essendo cristiani, il riferimento con il quale giudichiamo il potere è spontaneamente quello del Trump di turno e non quello che di chi ha vinto spogliandosi e consegnandosi ai peccatori sulla croce. I sacramenti, mezzo straordinario di comunione con Dio, ci portano a vederlo con gli occhi del cuore e non con i sensi che colgono la potenza di un esercito o di una banca.

Ieri si è concluso il G. 7. Questa mattina alla messa delle 8, ho celebrato un G. 20 se tengo conto del numero preciso delle comunioni. Se potessimo avere uno “uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui che illumini gli occhi del nostro cuore per farci comprendere a quale speranza ci ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi, che crediamo, secondo l’efficacia della sua forza e del suo vigore” sapremmo quanto questo è vero. Se avessimo la stressa consapevolezza della nostra importanza per il mondo che hanno i 7 capi di Stato che si sono confrontati a Taormina credo che le nostre celebrazioni sarebbero totalmente trasformate.


sabato 27 maggio 2017

INIZIA IL MESE DI RAMADAN 2017. CHE FARE? / 27 maggio 2017

Il mese di ramadan sacro ai musulmani ha inizio questo anno al tramonto del 26 oppure del 27 maggio (a seconda che si “vede la luna nuova” oppure no. In pratica oggi è una decisione presa a tavolino su tabelle astronomiche). E finirà con l’ ‘Aid el Fitr –“la Festa della Rottura (del Digiuno)” il 24 o 25 giugno.

È un mese molto importante in cui la presenza in moschea e la preghiera più intensa associata al digiuno permettono alle famiglie e ai popoli musulmani di fare una specie di “ritiro collettivo”.
Questo comporta anche un’esposizione maggiore alla predicazione degli Imam. Se l’Imam è una persona equilibrata, questo porta un beneficio perché la predicazione richiama a tutti i fondamenti di Misericordia presenti nell’Islam, di protezione dei deboli e di condivisione con i poveri, di perdono delle offese tra vicini, ecc... Se l’Imam è un radicalizzato ricorderà invece le “aggressioni dei crociati”, il dovere della Gihad, giustificherà gli atti terroristici, ecc…

È come da noi, dipende da quale spirito ti fai guidare. Con una differenza: nelle scritture cristiane nulla giustifica la violenza. Però ci rendiamo conto che in noi abita ancora l’aggressività e possiamo essere molto violenti anche solo sul piano psicologico, pur non volendo, e spesso senza nemmeno accorgerci. 
Di fatti, molto conta il cammino che uno fa e il conoscere ciò che si ha nel proprio cuore. Non si nasce cristiani, lo si diventa, o meglio si diventa solo grazie alla conversione personale ciò che si è per grazia nel battesimo. Mentre i musulmani dicono che si nasce musulmani, cancellando di fatto l'esistenza del peccato originale, come se fosse possibile. Chiunque ha esperienza della vita spirituale comprende quali possono essere le conseguenze di una tale veduta.

“Ricordati di tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere in questi quarant'anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore e se tu avresti osservato o no i suoi comandi. Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per farti capire che l'uomo non vive soltanto di pane, ma che l'uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore. Il tuo vestito non ti si è logorato addosso e il tuo piede non si è gonfiato durante questi quarant'anni. Riconosci dunque in cuor tuo che, come un uomo corregge il figlio, così il Signore tuo Dio corregge te.” (Deut 8,2-5)

venerdì 26 maggio 2017

TRA PAURA E GIOIA: SAN PAOLO E SAN FILIPPO NERI / venerdì VI° settimana di Pasqua

san Filippo Neri
1.San Paolo ha paura. Forse non ce lo aspetteremmo da una personalità così grande, oppure pensiamo che i santi non hanno paura. Invece sì. Sono coraggiosi in quanto DISOBBEDISCONO alla paura! Senz’altro questo diventa forza che porta ad annullare anche il sentimento della paura in molte situazioni, ma non la esclude a priori. Mi ricordo, anni fa, il Cardinale Joseph Cordes che ci invitava fortemente a pregare per Giovanni Paolo II di cui era stretto collaboratore. Diceva: “è un grande davvero, è coraggioso, ha tutta l’assistenza dello Spirito Santo per la sua missione ma è sempre un uomo e può provare solitudine e stanchezza!” …

San Paolo viene confortato dal Signore. Nel Vangelo Gesù ci invita alla speranza con l’immagine della donna che partorisce. Quella donna prova dolore e ansia (anche paura perché la morte in parto era molto più frequente allora), ma in quella prova - dalla quale non può scappare - è sostenuta dalla prospettiva della nascita di un figlio. Così è il credente che subisce la prova. Sa che sono dolori di un parto che diventerà gioia. La gioia non si vede ma il buio della prova è già trafitto dalla promessa della risurrezione.

giovedì 25 maggio 2017

PAOLO E LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE / giovedì VI° settimana di Pasqua

Paolo - fratel Mario Venzo 1975
La svolta della Chiesa verso i pagani greci continua con una fase nuova (dopo qualche secolo la Chiesa farà un’altro passaggio di enorme portata: il passaggio ai pagani barbari).

Nulla in questo processo è preventivato dall’uomo che rimane sorpreso della piega che prendono gli avvenimenti e va a tastoni. Anzi, in un primo tempo, gli evangelizzatori sono reticenti e addolorati di fronte a ciò che solo più tardi si comprenderà essere una grazia e un preciso piano da parte del Signore (una tale precarietà è una situazione caratteristica del credente, come ce lo testimonia il dialogo di Gesù con gli Apostoli nel Vangelo di oggi).

Riassumiamo: nei primi anni dopo la Risurrezione, attraverso Pietro, Dio spinge la Chiesa ad una prima apertura verso i pagani. Questo rimane però un fatto isolato e comunque marginale. Quindici - vent'anni dopo si apre largamente una porta ad Antiochia. L’ampiezza del fenomeno (“una grande folla (di pagani) fu condotta al Signore”) provoca un’altra verifica, passata alla storia come il “Concilio di Gerusalemme”. Dopo, Paolo predica liberamente e sistematicamente a tutti. Ma costata che il Vangelo penetra meglio tra i pagani che tra gli ebrei, i suoi primi destinatari ! Anzi, tranne bellissime eccezioni, le comunità ebraiche nel loro insieme rigettano la predicazione di Paolo. Allora Paolo che aveva nella sinagoga il suo centro di attività se ne stacca per evangelizzare direttamente in ambiente pagano (come se un prete si staccasse dalla parrocchia, ripartendo da chi non la frequenta e stabilendosi in un locale qualsiasi).

Paolo soffre di questo. Solo alcuni anni più tardi egli comprenderà il disegno di Dio (Romani 11).

mercoledì 24 maggio 2017

LO SPIRITO DI VERITA' VI GUIDERA' / 24 maggio Santa Maria Ausiliatrice

Gli ateniesi, nel loro insieme, deridono l’annuncio di san Paolo. Pochi si aprono. Io sono credente ma mi sono chiesto questa mattina cosa avrei fatto se mi fossi trovato nell’Areòpago quando venne san Paolo. Onestamente non lo posso sapere. So che tante volte nel mio cammino di vita che è diventato di conversione ho detto anch’io con superbia : “ su questo ti ascolterò un’altra volta”. Sopratutto tante volte, non ho osato uscire allo scoperto per chiedere un aiuto, una spiegazione.

Il Signore mi ha fatto la grazia questa mattina di vedere quanto i passi concreti che mi hanno portato a credere in Cristo sono stati tutti donati dallo Spirito Santo che mi ha aperto il cuore poco a poco. Non sono stati frutto di un piano da me prestabilito e nemmeno frutto di un ragionamento, anche se il Signore ha parlato anche al mio intelletto. Sono stati piuttosto frutto di esperienze spirituali – nella preghiera, nella illuminazione che dona la Scrittura, nella Provvidenza che interviene nella tua vita – che sono rimaste dentro di me, edificandomi pian piano.

Fino a quando il Signore si è presentato e mi ha chiesto di scegliere. Ho visto allora che continuare a dubitare era molto più folle, molto meno razionale che credere, dopo tanti segni che mi parlavano secondo la logica del Vangelo. Ma non sono stato costretto. È con un atto di libertà che ho deciso di credere, di fare fiducia. Dopo questo atto di fiducia che sembrava tanto un gettarsi nel vuoto, la logica del Vangelo si è fatto chiara e forte, potente, reale. Ero accompagnato dal Signore.

In tutto questo cammino la presenza della Madonna e il suo amore sono stati costanti e fondamentali.
  

Prima Lettura   At 17, 15-22-18,1
Colui che, senza conoscerlo, voi adorate, io ve lo annuncio.

Dagli Atti degli Apostoli.
In quei giorni, quelli che accompagnavano Paolo lo condussero fino ad Atene e ripartirono con l’ordine, per Sila e Timòteo, di raggiungerlo al più presto.

MANCHESTER - CON DOPPIA TRISTEZZA

Per l’attentato di Manchester orrendo e totalmente inaccettabile si sprecano le emozioni. Si può dire poco, mancano le parole. Una tristezza molto grande.

Noto solo che ho dovuto aspettare fino a questa mattina per sentire alla radio qualcuno ricordare che tanti altri bambini soffrono giorno dopo giorno in guerre vere dove tutto viene devastato. Di loro si scrive a stento due righe per dovere di cronaca quando succede qualche evento eclatante cioè purtroppo sanguinoso e mortale. Sono guerre che vengono dalla follia omicida degli uomini ma che sono anche nutrite da interessi economici enormi di cui bambini più “fortunati” beneficiano in qualche modo, essendo stati finora dalla “parte buona del muro”, dalla “parte buona della barriera”.

E mi sembra che, in modo generale, nel voler combattere moralmente il terrorismo e la paura che genera, nel difendere i nostri “valori” e le nostre “società aperte”, si cerchi in modo troppo semplicistico soltanto di affermare che i nostri privilegi e la nostra superficialità gaudente devono continuare. Questa è la seconda tristezza.

lunedì 22 maggio 2017

LA LINGUA DEL SERPENTE /Omelia di Papa Francesco nella parrocchia di San Pier Damiani

Abbiamo sentito come Gesù si congeda dai suoi nell’Ultima Cena, e chiede loro di osservare i comandamenti, e promette che invierà loro lo Spirito Santo: «Io pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Paraclito” – “paraclito” significa “avvocato” – “un altro avvocato, perché rimanga con voi per sempre: lo Spirito della Verità” (Gv 14,16-17). E lo Spirito Santo è in noi – in ognuno di noi – e noi lo abbiamo ricevuto nel Battesimo: lo abbiamo ricevuto da Gesù e dal Padre. In un’altra parte [del Nuovo Testamento], l’Apostolo ci dice di custodire lo Spirito Santo, e dice di più: “Non rattristate lo Spirito Santo” (cfr Ef 4,30), come [a dire]: “Siate consci che voi avete dentro Dio stesso, il Dio che ti accompagna, che ti dice quello che devi fare e come lo devi fare; Colui che ti aiuta a non sbagliare, che ti aiuta a non scivolare nella tentazione; l’Avvocato: Colui che ti difende dal maligno”. E questo Spirito è quello che Pietro, nella seconda Lettura, dice che ci aiuterà “ad adorare Cristo nei nostri cuori” (cfr 1 Pt 3,15). E come? Con la preghiera di adorazione e lasciando emergere proprio l’ispirazione dello Spirito Santo. E’ Lui che ci dice: “Questo è buono, questo non è buono, questa è la strada sbagliata, questa è la strada giusta…”: ci porta avanti. E quando la gente ci chiede spiegazioni, sul perché noi cristiani siamo così, Pietro dice: “Siate pronti a rispondere a chiunque vi domandi perché siete così” (cfr 1 Pt 3,15). E questo, come si deve fare? Continua Pietro: «Tuttavia, questo sia fatto con dolcezza e rispetto» (v. 15). E qui voglio fermarmi.
Il linguaggio dei cristiani che custodiscono lo Spirito Santo che ci è stato dato in dono, di coloro che sanno di avere lo Spirito che spiega loro [la verità], questo linguaggio è un linguaggio speciale. Non devono parlare in latino: no, no. E’ un altro linguaggio. E’ il linguaggio della dolcezza e del rispetto. E questo può aiutarci a pensare a come è il nostro atteggiamento di cristiani. E’ un atteggiamento di dolcezza, o di ira? O è amaro? E’ tanto brutto vedere quelle persone che si dicono cristiane ma sono piene di amarezza… Con dolcezza. Il linguaggio dello Spirito Santo è dolce, e la Chiesa lo chiama il “dolce ospite dell’anima”, perché Lui è dolce e ci dà dolcezza. E rispetto. Sempre rispetta gli altri. Ci insegna a rispettare gli altri. E il diavolo, che sa come indebolirci nel servizio di Dio, e anche come indebolirci in questa custodia dello Spirito Santo che è dentro di noi, farà di tutto perché il nostro linguaggio non sia di dolcezza e non sia di rispetto. Anche dentro le comunità cristiane.

domenica 21 maggio 2017

PER NON RIMANERE ORFANI / VI° Domenica di Pasqua

Abbazia di Monte Cassino
Lo scopo della Chiesa non è di celebrare i sacramenti o di aumentare i tesserati o di costruire organizzazioni ben articolate o di fare dei sistemi di pensiero molto elaborati. Anche questo c'è nella ricchezza della Chiesa, ma viene in un secondo tempo come conseguenza. 
Lo scopo della Chiesa è di suscitare dei figli di Dio, uomini e donne che abbiano lo stesso Spirito di Gesù e siano fratelli e sorelle tra loro, famiglia di Dio.

Quando gli apostoli incontrano credenti in Gesù e vedono che non pulsa in loro lo Spirito Santo, impongono loro le mani perché lo ricevano (prima lettura).
Puoi dire di avere lo Spirito di Gesù? Se no, non ti serve di essere battezzato, cresimato, di avere un ruolo nella parrocchia. Come sapere se hai lo Spirito di Gesù? Chiedi a qualche amico sincero se vede crescere in te il frutto dello Spirito che è “amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé” (Galati 5,22). Magari chiedi a più di uno perché quell’amico forse non vorrà darti un brutto colpo …

Ma in ogni caso non scoraggiarti. Le letture di oggi ti indicano “trucchi” sicuri per ottenere lo Spirito del Signore.
Per esempio dare testimonianza della speranza che è in te CON DOLCEZZA E RISPETTO, CON RETTA COSCIENZA, non per altri scopi interessati, SOFFRENDO VOLENTIERI LE INGIUSTIZIE mentre fai il bene (seconda lettura).
Ma non è così facile essere un giudice imparziale e severo per se stesso. È facile negare a se stessi gli scopi doppi che ci animano, è facile fare la vittima, chiamare franchezza ciò che è mancanza di rispetto…. Ecc.

C'è un altro metodo che ci può accompagnare tutta la vita e salvare le nostre anime…
Nel Vangelo Gesù dice: non vi preoccupate, io vi amo, anche il Padre vi ama, vi ho generato alla vita divina e non vi abbandonerò, non vi lascerò orfani, vi manderò un altro Consolatore….  Però amate concretamente, OBBEDENDO! Se mi amate osserverete i miei comandamenti.

Oggi, la provvidenza mi ha portato a Monte Cassino, da san Benedetto, Padre del monachesimo occidentale. 
I suoi monaci lo chiamavano ABBA’, Padre. Per essere sicuri di amare Dio e non rimanere orfani, i monaci fanno voto di obbedienza a Dio nelle mani del loro Padre Abate! 
E San Benedetto dice loro: Non anteporre nulla a Cristo! (Regola di san Benedetto).


Prima Lettura  At 8, 5-8. 14-17
Imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo.

sabato 20 maggio 2017

UN'OMELIA PER UN MATRIMONIO / traduzione italiana


L'ingresso dei paggetti e delle damigelle in chiesa sabato scorso

Pensando al vostro matrimonio mi son chiesto che differenza fondamentale passa tra il discorso del mondo e quello della Chiesa.
Il mondo parla ogni giorno, abbondantemente, dell’amore, della coppia, e del matrimonio. Con il più grande entusiasmo e anche il più grande pessimismo fino al cinismo.
Con la crescita vertiginosa del numero dei divorzi e dei figli nati fuori dal matrimonio e l’aumento preoccupante delle violenze nelle famiglie e nelle coppie, si è diffuso il sentimento che una promessa di amore eterno è un rito certamente romantico ma non una parola che impegni veramente perché nessuno, in fin dei conti, è capace di amare per sempre. Eppure rimane una grande nostalgia. Si parla ancora di Grande Amore, di Perfetta Armonia, di Persone Fatte l’Una per l’Altra, e il giorno del matrimonio rimane il Grande Giorno. Le “Promesse Eterne” attirano e … fanno vendere.
È vero che l’oscillazione tra questi due poli è da sempre. Quarant’anni fa c'era in Francia un vignettista, Jacques Faizant, famoso per le sue “Vecchie Signore” che esprimevano con grazia il pessimismo di coppie invecchiate e disilluse. C'era anche il famoso cantante, Johnny Halliday, che si era già sposato sei volte. Ogni volta diceva: “LEI E’ LA donna della MIA vita”. Tra un matrimonio e l’altro ebbe numerose relazioni ma – nostalgia del suo cuore – egli aggiungeva: “Sono un uomo molto fedele. Quando sono con una donna non la tradisco mai”.
Da allora le nostre società occidentali sono andate molto aldilà dei punti di riferimento che conservavano Jacques Faizant e Johnny Halliday. Il pessimismo e le menzogne sul matrimonio sono cresciuti. Ma il cuore umano fatto ad immagine di Dio conserva un grande slancio verso la felicità di una unione stabile e unica, anche se accompagnato dal più grande pessimismo per le difficoltà che si incontrano per realizzarla. Infatti, senza la Grazia, l’uomo non è capace di amare fino in fondo. Neppure noi cristiani, senza la Grazia, siamo capaci di amare fino in fondo. Anche se è importante, non basta “essere di sani principi” o di grandi ideali. Ci vuole la Grazia ricevuta, vissuta giorno dopo giorno.
E la Chiesa? È sempre più spesso accusata dei peggiori crimini contro “l’amore autentico”, di esserne la nemica o per lo meno di riempirlo di tristezza e rigidità. È vero che di fronte all’entusiasmo del “colpo di fulmine” la Chiesa invita a maggiore riflessione. Sa che affinché l’amore – che è un dono – possa durare, portare frutto e molta gioia, deve essere costruito giorno dopo giorno. Tutti coloro che hanno lasciato entrare la Parola di Dio e la maternità della Chiesa nella loro vita di coppia e nella loro famiglia non se ne sono pentiti, anche se alla fine dei conti nessuna famiglia è perfetta e, perfino, in questo cammino necessario, gli accompagnatori che la Chiesa offre non sono perfetti neppure loro.
Ogni esistenza, da sola o in coppia, è un’avventura che ha delle caratteristiche irripetibili e pochissimi automatismi. Bisogna VOLER AMARE. In questo senso l’AMORE E’ LIBERO PER NATURA. Ma noi cristiani abbiamo delle certezze sulle quali possiamo appoggiarci saldamente per attraversare le tempeste: in Gesù Cristo è possibile amare per sempre ed è bello e buono.
È di fronte al Cristo risorto, Signore delle nostre vite, che voi prendete il vostro impegno oggi. Lui si impegna con voi fedelmente e non può rinnegare se stesso. Se noi siamo infedeli Lui rimane fedele.
Dalle letture che avete scelto, sottolineate per tutti noi altre preziose certezze.
1.Siete discendenti di un popolo di santi e non potete vivere come dei pagani che non conoscono Dio. Tobia e Sara pregano insieme. Giovanni Paolo II diceva: “il segno della famiglia cristiana è la preghiera in famiglia (in casa, tutti insieme, ogni giorno) e la famiglia unita dalla preghiera rimane unita”. Oggi è il centenario delle apparizioni di Fatima. L’importanza della preghiera nella vita dei pastorelli e i suoi frutti sono un insegnamento molto forte. Donald Reagan ha detto un giorno che questi tre pastorelli erano più forti del suo esercito! In famiglia avevano imparato di dover recitare il rosario prima di ogni cosa arrivando al pascolo con le pecore. Ma volevano giocare! Allora dicevano solo: “Ave Maria! / Santa Maria! – Ave Maria! / Santa Maria! …”  Evidentemente così finivano presto! La Vergine Maria insegnò loro a dire le preghiere per intero. Pregate insieme tutti i giorni, senza stancarvi. La Vergine Maria è vostra Madre, vostra Amica, vostro Ricorso. “Se qualcuno vuol essere cristiano deve essere mariano” ripete papa Francesco sulla scia di papa Paolo VI.
2.Alla base del processo umano del matrimonio c'è l’abbandono dei genitori per legarsi alla persona scelta e formare insieme una sola carne nuova. Tutta la psicologia del matrimonio parte da lì. Questo distacco non è sempre facile, sia da parte dei genitori che dei figli, ma è necessario e non è contrario al quarto comandamento.
Scegliere la tua sposa, per te L. è lasciare la tua famiglia e mettere lei al primo posto. È anche onorare i genitori della tua sposa come i tuoi. Scegliere il tuo sposo, per te A. è lasciare la tua famiglia e mettere lui al primo posto. È anche onorare i genitori del tuo sposo come i tuoi. Ed è, insieme, cercare la volontà di Dio per questo “noi” che inizia. Una sola “Carne!” La parola “Carne” in senso biblico (sarx) indica la debolezza. Un viaggio felice appoggiati su Dio senza mai dimenticare la mia debolezza e quella dell’altro. Impegnarsi di tutto cuore in un progetto di matrimonio è bellissimo e molto grande, ma ciò che è difficile è sposare una persona concreta. Chesterton affermava: “mi dicono che bisogna fare matrimonio ragionevoli. Ma quando mai un matrimonio è stato ragionevole?”
3.L’uomo non osi separare ciò che Dio ha unito. Questa parola è rivolta innanzitutto a voi due. In una liturgia di matrimonio orientale si afferma che le fedi al dito degli sposi sono fatte del metallo dei chiodi della Croce. Don Tonino Bello diceva: “amare, voce del verbo morire”. Morire a sé per amare l’altro come vuole essere amato, nella volontà di Dio. L’uomo non osi separare ciò che Dio ha unito. Questa parola è rivolta anche a noi tutti, in particolare a parenti ed amici. Tante volte e quasi senza accorgersene, scegliendo di sostenere le parti di colui dei due che si preferisce, non si rafforza la coppia, tutto il contrario.
4.Nel Vangelo che avete scelto, al versetto successivo, Gesù dice ai farisei che se Mosè ha concesso il divorzio non è a causa delle differenze culturali, di problemi di soldi, o di incompatibilità di carattere, o per colpa delle suocere, o non so che. Il divorzio è dovuto alla durezza di cuore. Orbene siamo tutti duri di cuore. Ma Gesù, Lui, è mite e umile di cuore. E con Lui avremo sempre la grazia di continuare e di ricominciare. Questa durezza di cuore (sklerocardia) è la stessa che Gesù rimproverò ai discepoli per non aver creduto alla Risurrezione, non aver creduto alla vittoria dell’amore sulla morte. Con Gesù possiamo vincere il deserto di una vita dove l’amore sembra morto per sempre, e perfino non essere mai esistito.
Christos anesthi! Cristo è risorto! Veramente è risorto! Egli è il Vivente, è il Paziente, Egli vi accompagna. Questo è il cuore della nostra fede. È il cuore del sacramento del matrimonio.
Cristo è risorto!

Prima lettura: Tobia 8, 4b-9
Tobia si alzò dal letto e disse a Sara: «Sorella, alzati! Preghiamo e domandiamo al Signore che ci dia grazia e salvezza». Essa si alzò e si misero a pregare e a chiedere che venisse su di loro la salvezza, dicendo: «Benedetto sei tu, Dio dei nostri padri, e benedetto per tutte le generazioni è il tuo nome! Ti benedicano i cieli e tutte le creature per tutti i secoli! Tu hai creato Adamo e hai creato Eva sua moglie, perché gli fosse di aiuto e di sostegno. Da loro due nacque tutto il genere umano. Tu hai detto: non è cosa buona che l'uomo resti solo; facciamogli un aiuto simile a lui. Ora non per lussuria io prendo questa mia parente, ma con rettitudine d'intenzione. Dègnati di aver misericordia di me e di lei e di farci giungere insieme alla vecchiaia». E dissero insieme: «Amen, amen!». Poi dormirono per tutta la notte.

Vangelo: Matteo 19,3-6
Allora gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». Ed egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi».

venerdì 19 maggio 2017

OBBEDIENZA PROFETICA E UNITA' DELLA CHIESA / venerdì V° settimana di Pasqua

Paolo e Sila in carcere - Arcidiocesi di washington
Arriva al suo epilogo il racconto del Concilio di Gerusalemme (Atti 15), ossia della svolta fondamentale che permise alla Chiesa nascente di aprirsi al mondo intero. Abbiamo visto la difficoltà della discussione e il metodo seguito. Si arriva ad una decisione che fissa alcune “cose necessarie da rispettare”, legittimate dal sigillo dello Spirito Santo!

Necessarie ma fino a che punto? In un primo tempo, san Paolo visitando le comunità fondate da lui e Barnaba, trasmetteva ad esse le decisioni prese a Gerusalemme affinché le osservassero (Atti 16,4):  innanzitutto le aperture che davano ai pagani convertiti a Cristo piena uguaglianza con i cristiani di origine ebraica ma anche le cose da evitare.

In seguito, col mutare delle situazioni e delle mentalità, rimase pienamente  nell’insegnamento di Paolo l’indicazione riguardo alle unioni illegittime, perché fondata sulla natura profonda e immutabile dell’uomo. Invece il divieto delle carni immolate agli idoli, del sangue e degli animali soffocati, sfumò quando il rischio di confusione riguardo alla fede perse consistenza. Eppure erano le prime cose menzionate nella lettera degli Apostoli!

UNE HOMELIE POUR UN MARIAGE

Sabato scorso ho sposato una mia nipote in Francia e, avendo scritto l'omelia, la metto qui - sperando di riuscire a tradurla in un secondo tempo - pensando al bisogno che abbiamo sempre di meditare sui pilastri del matrimonio-sacramento. 
Le letture erano Tobia 8,4b-10  e Matteo 19,3-6.


En pensant à votre mariage je me suis demandé quelle différence fondamentale on pouvait trouver entre le discours du monde e celui de l’Eglise.

Le monde parle chaque jour, abondamment, de l’amour, du couple et aussi du mariage. Avec le plus grand enthousiasme et aussi le plus grand pessimisme jusqu’au cynisme.
Avec la croissance vertigineuse du nombre de divorces et d’enfants nés hors mariage et l'augmentation préoccupante des violences dans les familles et dans les couples s'est répandu le sentiment qu’une promesse d’amour éternel est un rite certes romantique mais pas une parole qui engage vraiment, parce que dans le fond personne n’est capable d’aimer pour toujours. Et pourtant il reste une grande nostalgie. On parle encore de Grand Amour, de Parfaite Harmonie, de Personnes Faites l’Une pour l’Autre, et le jour du Mariage reste le Grand Jour, les "Promesses éternelles" attirent et … font vendre. L’oscillation entre ces deux pôles est de toujours.

On se souvient des vieilles dames du dessinateur Faizant qui faisaient rire mais exprimaient le pessimisme des couples vieillissants et désabusés. Il y avait aussi le chanteur Johnny Halliday. Avant que j’aille vivre en Italie il s’était déjà marié six fois. Et chaque fois il disait : ELLE, c’est LA femme de MA vie. Entre ses mariages il a eu de nombreuses liaisons mais - nostalgie de son cœur - il ajoutait : je suis très fidèle. Quand je suis avec une femme je ne la trahis jamais.
Notre société est allée bien au-delà des points de repère que conservaient Johnny Halliday et Jacques Faisant. Le pessimisme et les mensonges sur le mariage ont grandi. Mais le cœur humain fait à l’image de Dieu conserve un grand élan vers le bonheur d'un couple stable et unique même si c’est accompagné d’un grand pessimisme pour les difficultés qu’on rencontre dans sa réalisation. En effet sans la grâce, l’homme n’est pas capable d’aimer jusqu’au bout. Sans la grâce nous, chrétiens, nous ne sommes pas différents.

Et l’Eglise ?

Elle est souvent accusée des pires crimes contre « l’amour authentique », d’en être l’ennemie ou au moins d’être rabat joie. C’est exact que face à l’enthousiasme que déclenche un « coup de foudre » l’Eglise invite à plus de réflexion. Elle sait que afin que l’amour – qui est un don – puisse durer, porter des fruits et beaucoup de joie, il faut le construire jour après jour avec la grâce de Christ .Tous ceux qui ont laissé entrer la Parole de Dieu et la maternité de l’Eglise  dans leur vie de couple et de famille ne s’en sont pas repentis, même si aucune famille n’est parfaite et, dans ce cheminement nécessaire, ceux que l’Eglise donne pour accompagner ne sont pas parfaits non plus.

giovedì 18 maggio 2017

CONCILIO DI GERUSALEMME E DEVOZIONE MARIANA / giovedì V° settimana di Pasqua

Icona del Concilio di Gerusalemme
Qual è il segreto della Salvezza e della Felicità? (Salvezza e Felicità sono la stessa cosa): Rimanere nell’amore di Dio osservando i comandamenti (Vangelo). È quello che fa la Chiesa radunata in Concilio a Gerusalemme chiedendosi quale atteggiamento prendere di fronte alle numerosissime “conversioni tra le persone sbagliate” o per lo meno inattese, cioè i pagani (prima lettura). Vedere come hanno proceduto questi nostri primi padri ci può aiutare molto per la nostra vita.

1.Innanzitutto non è così facile. C'è una grande discussione! Una discussione in buona fede oppure ognuno partendo dalla presunzione così diffusa nel genere umano che “ho sempre ragione io”, “come diceva sempre la mia mamma” “ma si è sempre fatto così!”. Anche in buona fede posso essere limitato, non avere la soluzione di Dio in tasca. Ho bisogno della Chiesa.

2.La Chiesa osserva i fatti, le opere compiute da Dio. Pietro ricorda che il Signore l'ha già reso testimone di una esperienza di apertura dei pagani all’annuncio della fede donando loro lo Spirito Santo. E il Signore, vincendo la resistenza di Pietro, aveva fatto fare anche a lui un’esperienza di apertura allo Spirito Santo. 
Ricordiamo anche che c'era stata allora una vivace discussione, anzi no! Pietro era stato proprio rimproverato! (Atti 11) Però poi sentendo come erano andate le cose i fratelli si erano calmati. Notiamo che è strano che questi stessi fratelli non si ricordino da soli di questa vicenda! Però è un fatto comune: la vicenda di Pietro era una eccezione da accettare, e sulle eccezioni si può facilmente chiudere un occhio anche senza essere pienamente convinto. Quello che vivono Paolo e Barnaba diventa un fenomeno di massa che minaccia di spostare gli equilibri nella Chiesa e anche i meno attenti devono per forza aprire gli occhi ...
Insomma, la Chiesa vede i frutti, anzi il dono dello Spirito, e giudica partendo da lì. Chiedo: la Chiesa si sente ancora capace di giudicare della presenza o meno del dono dello Spirito? di fare degli scrutini alla vita dei suoi figli e figlie, oppure si rifugia dietro un formalismo che diventa per forza di cose “magia sacra”: è battezzato quindi è cristiano completo.

3.Infine non manca anche il riferimento alla Scrittura con l’Apostolo Giacomo. La Chiesa che si lascia illuminare dallo Spirito sotto la spinta dei fatti comprende la Scrittura di cui finora non comprendeva il senso o trascurava. I fatti che non trovano conferma nella Parola di Dio non vengono da Dio perché Egli non si contraddice.

mercoledì 10 maggio 2017

13 MAGGIO CENTENARIO DELLE APPARIZIONI DI FATIMA


Da domani sarò in Francia fino al 17 maggio. Non so se potrò scrivere lì. Viviamo assieme a papa Francesco il suo viaggio a Fatima e preghiamo ancora di più per le sue intenzioni, per la pace in tutto il mondo e in Siria in modo tutto particolare.

PRIMA EVANGELIZZAZIONE / martedì e mercoledì della IVa settimana di Pasqua

Manaen
Ieri e oggi la lettura degli Atti degli Apostoli ci mostra una svolta  formidabile per la Chiesa primitiva. Tutto parte da una persecuzione che disperde gente allora presente a Gerusalemme e dintorni. Non si abbattono, non si scandalizzano ma ne approfittano per testimoniare Gesù Messia crocifisso e risorto. La Buona Notizia è diventata la loro vita. Ad Antiochia però, annunciano solo agli ebrei. Ma alcuni ebrei diventati cristiani, originari di terre lontane dove ci sono comunità ebraiche fiorenti, cominciano a parlare di Gesù ai pagani. Una piccola fiammella che non sembra per nulla importante accenderà un fuoco immenso. Infatti molti pagani di Antiochia si convertono a Cristo. Interviene Barnaba, un personaggio molto più importante, inviato dalla comunità di Gerusalemme. Non chiude, non frena, incoraggia. Anzi, comprende che per istruire, formare, è buono che ci siano evangelizzatori che abbiano la doppia cultura, ebraica e greca e pensa a Saulo di Tarso, che diventerà Paolo. Da una cosa piccola nasce un cambiamento così grande. 
Non sai quanta importanza può avere la tua piccola, oscura offerta al Signore per il suo Regno. Comunque ha valore perché il Signore guarda il tuo cuore.

La svolta si manifesta in tanti modi. Se oggi nella Chiesa universale diciamo “L’Apostolo” parliamo di san Paolo che non faceva parte dei dodici scelti allora da Gesù. In tutto il mondo o quasi se vogliamo indicare i discepoli di Gesù di Nazareth non diciamo i Messianiti (discepoli del Messia) ma i Cristiani (discepoli del Cristo). In sostanza è la stessa cosa ma cristiano viene da “Cristo” che è una parola greca, Messianita si riferisce a “Messia” che è la parola ebraica.
La salvezza viene o si sviluppa spesso dalle periferie, da ciò che non conta, come era Antiochia per gli abitanti della Palestina, come era la cultura pagana per gli ebrei. Sembra che ce lo dica spesso papa Francesco. Ma è vero da sempre.

martedì 9 maggio 2017

LEGITTIMA DIFESA 2: FIN DOVE ARRIVA L'AMORE

Caravaggio
Abbiamo visto qualche giorno fa che la difesa è legittima se si svolge entro determinate condizioni. Questo non significa che sia sempre facile definire queste condizioni nel concreto. Ma comunque il difendersi, per chi vuole seguire la propria coscienza non è affidato solo alla posizione soggettiva di chi si sente attaccato, ai suoi istinti né a qualsiasi visione morale o ideologica del mondo.

L’argomento trattato ha suscitato interesse e varie reazioni. Qualcuno opportunamente mi ha ricordato l’Enciclica di Giovanni Paolo II “Evangelium Vitae” del 25 MARZO 1995 sul valore e l’inviolabilità della vita umana. Mentre condanna senza mezzi termini l’aborto come un crimine, d’altra parte Giovanni Paolo II riprende la dottrina della legittima difesa di fronte all’ingiusto aggressore. E precisa che essere ingiusto aggressore è una condizione oggettiva. Per esempio se un malato mentale minaccia la vita di bambini innocenti, anche se incapace di volere e intendere e quindi non colpevole moralmente, diventa oggettivamente un aggressore ingiusto.

Partiamo da questo esempio per spingere oltre la nostra riflessione. Nel caso di un malato mentale rabbrividiamo solo all’idea che qualcuno gli spari addosso. Anche se la Chiesa nella sua riflessione mantiene la distinzione oggettiva tra aggressione ingiusta e giusta, sentiamo che un malato mentale è anche lui una vittima. Nasce il desiderio di spingersi oltre ogni limite e salvare tutti fin dove è possibile. C'è un altro punto di partenza: la sacralità di ogni vita umana. Quando gli ebrei celebrano la Pasqua parlano di Hitler, peggio di dieci faraoni. E concludono con questa frase straordinaria: dovremmo parlare all’infinito per rendere conto di quanto male ha fatto ma ci fermiamo per non offendere la scintilla di bene che rimane sempre in ogni uomo creato a immagine di Dio.

Gesù, sulla base di questi due principi: “Dio ama ogni sua creatura incondizionatamente e ha impresso un carattere sacro alla sua vita, rimane sempre immagine di Dio” e “ogni uomo è peccatore”, ci propone di porgere l’altra guancia come lui che “avendo amato i suoi che erano nel mondo li amò sino alla fine”. Tutto in Gesù esprime la sua misericordia e il suo amore che superano all’infinito “l’occhio per occhio, dente per dente”. Nulla può essere più chiaro di così. Il problema è quando io, suo discepolo, cerco di seguirlo su questa via. Come fare? Fino a quale punto? È sempre giusto porgere l’altra guancia? Se non ci riesco sono in peccato?

PORGERE L'ALTRA GUANCIA NON E' UNA LEGGE ANCHE SE E' LA LEGGE DI CRISTO.