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lunedì 28 febbraio 2022

ESSERE RICOLMI DI GIOIA IN TEMPO DI GUERRA? / Lunedì VIII sett. T.O., pari.

 


Nel contesto angoscioso di questa guerra e i rischi devastanti di allargamento, san Pietro ci rincuora con una parola forte: la promessa di un'eredità incorruttibile ed eterna così grande che anche in mezzo alle persecuzioni e alle prove più grandi possiamo essere ricolmi di gioia. Non solo perché dopo la notte verrà la luce del mattino, ma, come cristiani, benché la Chiesa preghi continuamente per il dono della Pace, già nella fede possiamo chiamare opportunità ciò che ci affligge, ciò che ci ferisce profondamente come tutti gli altri uomini.

Un tale desidera quella Vita che nulla potrà intaccare, e chiede a Gesù cosa deve fare. La risposta di Gesù, in tempo di pace, non è diversa da quella di Pietro ai cristiani perseguitati: bisogna avere una fede piena, appoggiare totalmente la propria vita al Signore, riferire tutto a lui, ricevere tutto da lui, rinascere a vita nuova in Cristo. Nella fede possiamo vedere il lato positivo delle spogliazioni subite a causa delle persecuzioni. Senza persecuzioni bisogna spogliarsi volontariamente, disfarsi di tutto e darlo ai poveri per riporre la propria sicurezza solo in Dio che è padre e provvede. Questo tale non ci riuscì e se ne andò scuro in volto, perché attaccato ai suoi beni. E i discepoli sono sgomenti perché si vedono anch'essi legati alle poche cose che hanno. Gesù li rincuora con una parola immensa: essere salvati è  «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio». Qualunque sia la mia debolezza, anche se rimango un verme tutta la vita posso confidare in Dio! Ma Dio ha per me un progetto più nobile ancora: egli può, già qui, su questa terra, darmi quell’amore che mi distacca dai beni e dalle sicurezze terreni e mi fa pregustare la vita eterna.

Gesù ha pianto di fronte a Gerusalemme che non aveva compreso la via della pace e stava per vivere le sofferenze immane dell'assedio e delle distruzioni. La Chiesa opera sempre per prevenire, soccorrere, curare, cercare soluzioni di pacificazione. La Chiesa sa quanto la guerra è rischiosa per l'uomo sia sul piano terreno che strettamente spirituale perché molti possono essere scandalizzati, sentendosi abbandonati da Dio. Il Magistero non cessa di ripetere che la guerra non può mai essere una soluzione buona per la risoluzione dei conflitti. Ma non può rinunciare ad annunciare la speranza anche quando incombe la catastrofe: la Vittoria di Cristo sul male e sulla morte fa che, attraverso una fede viva, tutto serva al bene di coloro che amano Dio.

 

Prima Lettura   1 Pt 1, 3-9
Voi amate Gesù Cristo, pur senza averlo visto e credete in lui; perciò esultate di gioia indicibile.

domenica 27 febbraio 2022

VALE IL VANGELO DI OGGI NEL CASO DELLA GUERRA SCATENATA CONTRO L'UCRAINA? / VIII Dom. T.O., C.

 


L’altro ha solo una pagliuzza nell’occhio, tu invece hai una trave. Togliti la trave e dopo potrai aiutare l’altro a migliorare, dice il Vangelo di oggi. Con l’invasione dell’Ucraina da parte dei russi, una guerra vera che anche il Papa e tutti i leader religiosi ritengono molto grave, non solo per la vita di tanti innocenti ma anche per possibili sviluppi ancora più disastrosi nel futuro, non è forse fuori luogo meditare questo Vangelo o persino fuorviante, colpevolizzando chi è aggredito?

Il non giudicare il cuore dell’altro non impedisce di poter e dover valutare i fatti esterni. Per esempio, se un pazzo, una persona incapace di volere e intendere diventa un pericolo per la società, per il prossimo, anche se non sarà imputato sul piano penale, l’autorità dovrà impedirgli di nuocere alle persone e ai beni con le cosiddette “misure di sicurezza” che possono comportare restrizioni di libertà.

Ora, “La pace si fonda non solo sul rispetto dei diritti dell'uomo, ma anche su quello dei diritti dei popoli, in particolare il diritto all'indipendenza” (Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica). Non è stato lo Stato ucraino ad iniziare il conflitto nel Donbass. È la Russia che ha preso l’iniziativa in Crimea. In questi giorni c'è una chiara invasione di tutta l’Ucraina in violazione del diritto internazionale. Contrariamente alla propaganda russa, l’entità culturale e linguistica dell’Ucraina esiste da molto tempo, anche se con modifiche territoriali nei secoli e presenza di minoranze. Se guardiamo la Polonia che tutti riconoscono come nazione, gli “spostamenti di frontiera” sono stati ancora più ampi lungo i secoli. Contro l'Ucraina è in atto un falso storico e la violazione del diritto internazionale.  Questo comporta per gli ucraini il dovere di difendere il proprio popolo, la propria nazione.

Il problema è: come difendere nel modo migliore il mio popolo, la mia nazione, la cultura comune, da un’aggressione militare?

Questo dipende dalla vocazione di ognuno e anche dal cammino spirituale compiuto. Come ex ufficiale di complemento paracadutista ero ben convinto che la guerra non fosse né una cosa bella né molto nelle mie capacità. Era il tempo della guerra fredda. Quando l’URSS invase l’Afghanistan si paventò la III Guerra mondiale. Mi chiesi cosa avrei fatto. Non volevo imboscarmi. Quando il Signore mi chiamò alla vita francescana, mi disse con chiarezza: “non userai più le armi”. Sotto l’occupazione nazista, Karol Wojtila scelse la resistenza culturale e non quella armata, anche se comportava pure essa rischi seri ed ebbe i suoi morti. Poi c'è per tutti il cammino spirituale compiuto. Il soldato non deve cedere alla violenza gratuita, a comportamenti ingiusti. Ha bisogno di formazione spirituale e in materia dei diritti dell’uomo, ma anche e soprattutto di preghiera intensa, di esercizio della carità. Il soldato cristiano ha una missione da compiere. Ed ecco che le indicazioni del Vangelo di oggi valgono in tempo di guerra. Non è facile per nulla ma è il miglior modo per essere aiutati dalla grazia divina a far vincere la buona causa e il miglior investimento per il futuro, per ricostruire la convivenza ferita dall’insensatezza della guerra.

 

Prima Lettura  Sir 27,4-7
Non lodare un uomo prima che abbia parlato.

sabato 26 febbraio 2022

MAI PIU' LA GUERRA! NESSUN POTENTE HA DIRITTO A DISPORRE DELLA VITA DEGLI ALTRI / sabato VII sett. T.O., pari.

 


Si conclude la proclamazione della lettera di Giacomo e il meno che si possa dire è che è ricchissima di indicazioni, richiami, verità importanti. Per esempio solo in essa – oggi nel brano liturgico – si parla del sacramento degli ammalati; e così via…

Anche il breve passo del Vangelo ci offre un passo fondamentale: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso”. È un ammonimento straordinariamente importante: i piccoli sono portati a fare fiducia. Chi crede in Gesù deve accogliere la sua parola senza difendersi. Sarà il Signore stesso ad indicargli i passi per progredire nell’incarnare questa parola, perché nessuno è arrivato e siamo tutti in cammino.

Riguardo all'Ucraina, per un cristiano niente può giustificare l'attacco e l’invasione di un paese sovrano con mezzi militari, bombardamenti, e uccisioni di soldati e civili, la messa in pericolo di vecchi, bambini e persone deboli. Sappiamo che non è tutto bianco in un campo e tutto nero nell’altro, ma la guerra d’attacco è un altro livello; è immorale. È vero che pochi decenni fa circolava anche nel campo occidentale la dottrina della “guerra preventiva” e che l’uomo fa tanta difficoltà a liberarsi dalla guerra e dal suo fantasma, dal suo fascino, come mezzo di risoluzione dei conflitti malgrado le infinite lezioni negative che ci offre la Storia. Ma la guerra che non sia solo di difesa va condannata risolutamente. Le prese di posizione nette sono necessarie e aiutano a far crescere nell’umanità la coscienza che ogni vita è sacra, che il potente di turno non può disporre della vita degli altri, dei più piccoli e inermi, che siano del suo popolo o del “popolo nemico”. Come Gesù diamo valore e dignità ai più piccoli, ad ogni vita, ad ogni uomo. È quello che fanno i Papi, e specialmente oggi papa Francesco. L’ultimo suo gesto di andare lui, uomo, spogliato dai paramenti del protocollo, dall’ambasciatore della Russia presso la Santa Sede per esporre la sua preoccupazione riguardo alla guerra in Ucraina è una benedizione. E ogni singolo in Russia che protesta con coraggio eroico contro questa guerra salva l’onore dell’umanità. Gesù ci ricorda la potenza del chicco di grano caduto in terra, così piccolo e che porta frutto.

Siamo invitati a convertirci alla giustizia e alla preghiera incessante: “Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza.”

 

Prima Lettura   Gc 5, 13-20
Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza. 

venerdì 25 febbraio 2022

RIPORTARE TUTTO AL "PRINCIPIO" / venerdì VII sett. T.O., pari.

 


Se Gesù si fosse lasciato imprigionare nella domanda di questi farisei avrebbe dovuto rispondere: sì, è lecito ad un marito ripudiare la propria moglie”. Ma Gesù segue sempre due principi essenziali del cammino spirituale: discerne la sincerità o la malizia delle domande o affermazioni, e le riporta sempre al loro fondamento.  

Se sapessimo fare questo la nostra vita sarebbe molto più semplice e il nostro cammino più fruttuoso. Ci sarebbero confronti ma non ci sarebbero guerre e liti. Ma senza fede è difficile, spesso impossibile agire “conforme al principio”. Per debolezza cerchiamo altre soluzioni che ci complicano la vita. Ispirando a Mosè di scrivere una norma per la debolezza in amore dei padri (cioè durezza di cuore) Dio, che non abbandona mai, si adatta al passo dei suoi figli. Ma egli proclama beati quelli che hanno sopportato con pazienza” e anche noi li ammiriamo. E il “sì, sì!, no, no!” (vedi Gesù in Matteo 5,37) non è una semplificazione ideologica che chiude gli occhi di fronte alla complessità delle situazioni e porta ad escludere ogni dialogo con chi non è d’accordo con me, o carica di pesi insopportabili chi è ancora debole. No!, è un invito a vivere “secondo il principio”, che dona il discernimento, semplifica la vita, aiuta nella pazienza, nella sopportazione e la perseveranza. La sopportazione di cui parla san Giacomo non è un subire lamentoso o rassegnato, ma è “hupomone” cioè un coraggioso e fiducioso “portare su”, certi della ricompensa.


 

Prima Lettura   Gc 5, 9-12
Ecco, il giudice è alle porte.

giovedì 24 febbraio 2022

INTITOLARE LA MIA OFFICINA A GESU', MARIA E "GAETANINO", SOCI / Giovedì VII sett. T.O., pari.

 



San Giacomo chiede ai cristiani di vivere la giustizia sociale. Il giusto che i ricchi hanno condannato sono tutti i poveri e operai sfruttati ma è soprattutto il Giusto, presente in coloro che seguono la via della Vita e negli ultimi e derelitti della terra. Condannandolo, i ricchi hanno condannato sé stessi, precludendosi la via della Vita. Eppure fin dagli inizi la Chiesa accoglie persone ricche, almeno come invitati nelle celebrazioni (Gc 2,1-4; vedi 1 Cor 11,21). Si è posto quindi progressivamente il problema di coloro che ricevevano il battesimo. “Quis Dives salvetur?” “C'è salvezza per il ricco?” si chiede Clemente Alessandrino (II secolo). Tante volte la Chiesa ha fatto compromessi, compiacendo i ricchi. La risposta invece è che tutti siamo in cammino anche su questo aspetto e chiamati ad amare il prossimo con tutte le nostre forze, cioè tutti inostri soldi. Gesù guarda la persona e accoglie tutti a condizione di affidargli  la propria vita, intitolando, secondo il concetto di don Tonino Bello, “la tua officina a Gesù, Maria e Gaetanino, soci!”.

Dio vede e da valore ad ogni atto di carità, anche minimo, anche se la sua esigenza è totale. La sua frase: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile” fa tremare. La Chiesa ha sempre insegnato che nessuno si deve mutilare fisicamente ma sappiamo che se Gesù non ha avuto piedi e mani tagliati, ha accettato che siano trafitti con i chiodi per amore mio e tuo. Contempliamo la passione d’amore di Gesù. Tanto amore ci dia fiducia nella salvezza e desiderio di convertirci seriamente.

 

Prima Lettura   Gc 5, 1-6
Il salario da voi defraudato ai lavoratori grida, e le proteste sono giunte alle orecchie del Signore.

mercoledì 23 febbraio 2022

DALLE GUERRE DI RELIGIONI TRA CRISTIANI AL MARTIRIO / San Policarpo, vescovo e martire.

 



San Giacomo ci ricorda che esiste il peccato di omissione (non fare del male è bene, non fare del bene è male), quel peccato che dimentichiamo sempre di accusare proprio perché è un non fare. Ma Giacomo lo colloca però nel quadro della precarietà: non sai cosa sarà domani, quindi fai oggi quanto più bene possibile.

Invece facciamo piani per noi stessi. Qualcuno vive come se fosse eterno. Ora la vita si svolge diversamente dai piani. Non si tratta di non organizzare nulla, di non investire e fare scelte oculate per l’avvenire, ma di appoggiarci a Dio con fiducia, ricordarci che solo lui è roccia, che le nostre capacità di comprensione e di previsione sono molto limitate.

Questa “chiusura” su Dio solo, è libertà perché purifica il cuore e la mente e apre al mondo, all’universale. Da una parte Gesù costituisce un gruppo ben identificabile e lo cura, formandolo, e, oltre i dodici, conosce i suoi discepoli, ma d’altra parte accoglie con tranquillità chi “ruba” il suo nome per fare del bene. Chi invece non si appoggia ancora su Dio teme chi esce fuori dagli schemi. Non ha il discernimento e la libertà interiori. Gli apostoli vogliono vietare di usare nella fede il nome di Gesù a chi non è del loro gruppo. Per entrare nel gruppo di Gesù bisogna essere chiamati da lui o da chi, poi, fa le sue veci e accettarne la struttura essenziale. Esiste la Chiesa. Ma l’appoggiarsi troppo sul gruppo invece che sull’universalità del messaggio e dell’amore di Dio per tutti, porta alla lotta tra gruppi, fino alle sanguinose “guerre di religioni” tra cristiani, come vediamo oggi ancora all’interno del dramma russo-ucraino.

Il vero cristiano nell'antichità era il martire, perché aveva appoggiato la sua vita su Dio così totalmente da poter rinunciare ad essa per mano di ingiusti pur di preservare la vita che veniva dalla fede in Cristo. Nelle letture di domenica, Davide, per fede, rinuncia alla vendetta, prende il rischio di lasciar andare illeso il suo persecutore. Lo può fare perché questo rimane in un contesto terreno. Amare il nemico al punto di fargli del bene e lasciarsi uccidere non è più un contesto terreno, si appoggia su una vita che non si può vedere ancora, si può ottenere solo attraverso la fede in una promessa. Solo chi è abitato da Cristo risorto può vivere già aldilà della morte (2Cor 13,5; Gal 2:20).

 

Prima Lettura   Gc 4, 13-17
Che è mai la vostra vita?

martedì 22 febbraio 2022

COM'E' TRISTE QUANDO PERSONE E POPOLI FIERI DI ESSERE CRISTIANI VEDONO GLI ALTRI COME NEMICI E PENSANO A FARSI GUERRA! /Angelus del Papa del 20 febbraio.

 




Seguiamo con angoscia il dramma dell’Ucraina, sapendo che la preghiera è indispensabile e primaria. I cristiani non possono essere a favore della guerra. Purtroppo tra i partner diretti di questa crisi ci sono autorità cristiane che sostengono politiche di guerra in nome della difesa delle tradizioni e dei valori cristiani. Papa Francesco commentando le letture di domenica ha detto:

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Nel Vangelo della Liturgia odierna Gesù dà ai discepoli alcune indicazioni fondamentali di vita. Il Signore si riferisce alle situazioni più difficili, quelle che costituiscono per noi il banco di prova, quelle che ci mettono di fronte a chi ci è nemico e ostile, a chi cerca sempre di farci del male. In questi casi il discepolo di Gesù è chiamato a non cedere all’istinto e all’odio, ma ad andare oltre, molto oltre. Andare oltre l’istinto, andare oltre l’odio. Gesù dice: «Amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano» (Lc 6,27). E ancora più concreto: «A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra» (v. 29). Quando noi sentiamo questo, ci sembra che il Signore chieda l’impossibile. E poi, perché amare i nemici? Se non si reagisce ai prepotenti, ogni sopruso ha via libera, e questo non è giusto. Ma è proprio così? Davvero il Signore ci chiede cose impossibili, anzi ingiuste? È  così?

Consideriamo anzitutto quel senso di ingiustizia che avvertiamo nel “porgi l’altra guancia”. E pensiamo a Gesù. Durante la passione, nel suo ingiusto processo davanti al sommo sacerdote, a un certo punto riceve uno schiaffo da una delle guardie. E Lui come si comporta? Non lo insulta, no, dice alla guardia: «Se ho parlato male, dimostrami dov’è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?» (Gv 18,23). Chiede conto del male ricevuto. Porgere l’altra guancia non significa subire in silenzio, cedere all’ingiustizia. Gesù con la sua domanda denuncia ciò che è ingiusto. Però lo fa senza ira, senza violenza, anzi con gentilezza. Non vuole innescare una discussione, ma disinnescare il rancore, questo è importante: spegnere insieme l’odio e l’ingiustizia, cercando di recuperare il fratello colpevole. Non è facile questo, ma Gesù lo ha fatto e ci dice di farlo anche noi. Questo è porgere l’altra guancia: la mitezza di Gesù è una risposta più forte della percossa che ha ricevuto. Porgere l’altra guancia non è il ripiego del perdente, ma l’azione di chi ha una forza interiore più grande. Porgere l’altra guancia è vincere il male con il bene, che apre una breccia nel cuore del nemico, smascherando l’assurdità del suo odio. E questo atteggiamento, questo porgere l’altra guancia, non è dettato dal calcolo o dall’odio, ma dall’amore. Cari fratelli e sorelle, è l’amore gratuito e immeritato che riceviamo da Gesù a generare nel cuore un modo di fare simile al suo, che rifiuta ogni vendetta. Noi siamo abituati alle vendette: “Mi hai fatto questo, io ti farò quell’altro”, o a custodire nel cuore questo rancore, rancore che fa male, distrugge la persona.

lunedì 21 febbraio 2022

DAVIDE AMAVA I SUOI NEMICI? / VII Domenica T.O., C.

 




In questa domenica preghiamo per la pace in Ucraina. La Liturgia ci da esempi di comportamento in guerra, con i nemici. E l’attualità drammatica ci obbliga a penetrare più profondamente nella Parola di Dio.

Innanzitutto Gesù precisa che si rivolge a coloro che ascoltano. Non tutti ascoltano. L’abbiamo visto varie volte con i discepoli stessi. Anzi, è difficile ascoltare. La fase del Sinodo che stiamo vivendo in parrocchia lo mostra nel suo aspetto più ordinario e benigno: bisogna essere attenti perché tutti parlino e non solo alcuni; qualche momento diventa discussione – amichevole – e non più solo raccolta dell’opinione di ciascuno. Fare spazio alla Parola di Dio è più difficile ancora.

La seconda lettura ci presenta lo spartiacque tra il primo ‘adam (= terrestre) e la sua discendenza che vengono dalla terra e il nuovo Adamo che viene dal cielo. La prima lettura con Davide riguarda l’uomo terrestre, il Vangelo riguarda l’uomo celeste.

Davide non può amare i suoi nemici, l’uomo celeste sì. Eppure mentre Saul lo vuole uccidere, Davide risparmia Saul quando questi sta alla sua mercé. Come mai? Davide ha una fede profonda in Dio, sa di dipendere da lui per la sua vita e rispetta non Saul, ma Dio in Saul, rispetta la consacrazione del Signore, anche se Saul è stato infedele. Questo ultimo particolare è importante: la consacrazione rimane anche nel peccatore! Se invece di una fede autentica Davide fosse stato guidato da una fede sentimentale, avrebbe ceduto alla rabbia, al desiderio di vendetta. L’atteggiamento così nobile e fermo di Davide è quindi possibile per “l’uomo di terra” se si lascia guidare dalla fede. Il frutto nel cuore si effonde anche fuori. Davide avrà il regno più tardi ma fondato sulla Grazia e non sulla violenza. Abner, oggi con Saul e quindi nemico mortale di Davide, diventerà un suo fedele generale. Così sarà per tutto il popolo. L’atteggiamento di fede di Davide si rivela col tempo la migliore avvedutezza politica. Conviene obbedire a Dio, anche adesso, ed è la base sulla quale si può innestare il Vangelo.

Gesù ci chiede di amare i nemici. Ne abbiamo il potere in germe nel nostro battesimo, e a questo siamo chiamati in quanto battezzati. I musulmani accusano i cristiani di essere adolescenti simpatici e romantici che si riempiono la bocca di bellissime parole di amore ma, in pratica, non fanno nulla di quello che vanno predicando, quando non sono coscientemente ipocriti. Attenti dunque ai “Mistici”, agli “Uomini e donne celesti” il cui amore “è come una nube del mattino, come la rugiada che all'alba svanisce” ( Os 6,4;  Os 13,3). Il Vangelo non è nemmeno una legge, impossibile da mettere in pratica per l’uomo con i suoi sforzi di coerenza. Solo chi crede fermamente che Dio ha tutto nelle mani, si lascia guidare totalmente e entra nell’obbedienza a Dio, può camminare sulla strada delle beatitudini. La fede di Davide è la base di ogni credente. Pregando per il dono della pace, abbandoniamo a Dio tutte le nostre situazioni di conflitto, aperto o latente, e chiediamo al Signore la grazia di cooperare con lui nel costruire il suo Regno in queste situazioni che sono alla nostra portata ma fanno parte del suo progetto di salvezza per tutta l’umanità.

 

Prima Lettura  1 Sam 26,2.7-9.12-13.22-23
Il Signore ti aveva messo nelle mie mani e non ho voluto stendere la mano.

sabato 19 febbraio 2022

LA LINGUA, TIMONE UTILE E POTENTE, MALE RIBELLE, FUOCO INDOMABILE, PIENO DI VELENO / Sabato VI sett. T.O., pari.

 



Dopo aver ricordato che la fede vera spinge ad operare, e aver denunciato un difetto comune nelle comunità: le preferenze di persone, san Giacomo ne ricorda un altro, forse ancora più comune: erigersi in maestri degli altri, in dottori e censori di costumi o di teologia. Ci sono nella comunità cristiana veri dottori e maestri (1Cor 12:28-29; Ef 4:11) e san Giacomo sa di farne parte, usando il “noi” parlando del giudizio più severo loro riservato. Egli sa che questa responsabilità è l'opera primaria che deve esercitare seguendo l’insegnamento e il modello dell’unico vero Maestro: Gesù. Purtroppo molti vogliono fare da maestri agli altri, perfino al Papa, senza averne né titolo né capacità, oppure essendo maestri nella comunità, siamo però senza discrezione. Il vero maestro sa che quello che insegna giudica innanzitutto la sua vita e trema. Dovremmo tacere ogni volta che non siamo obbligati a parlare, cercando innanzitutto di conoscere Dio e di lasciarci abitare da lui, poi, di indicare agli altri la via attraverso l’esempio della nostra vita. Essa non è e non sarà mai perfetta, ma possono essere sinceri il nostro impegno nella conversione e nell’umiltà. Con vari esempi san Giacomo ci esorta ad essere attenti alla lingua, timone utile e potente, ma anche male ribelle, fuoco indomabile, pieno di veleno. Quanto danno fanno il “chiacchiericcio” e i maestri autoproclamati, e difficilmente ce ne accorgiamo se siamo noi stessi a parlare.

 

Prima Lettura   Gc 3, 1-10
La lingua nessun uomo la può domare.

venerdì 18 febbraio 2022

LA BIBBIA SI CONTRADDICE? / venerdì VI sett. T.O., pari.

 


“La fede senza le opere è morta”. Quello che dice san Giacomo è pieno di buon senso. La Fede cristiana spinge ad agire da cristiani. La Parola di Dio accolta mette in cammino. Con la fede Dio dona la speranza e la carità e ciò che conta è “la fede che opera per mezzo della carità” (Gal 5,6; "carità" ritorna 42 volte nelle lettere di san Paolo). Gesù usa oggi parole molto più forti ancora : Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”.

Notiamo due cose:

in alcune espressioni san Giacomo sembra contraddire altre espressioni di san Paolo. Per questo motivo bisogna nutrirsi abbondantemente della Parola di Dio. Così potremo vedere apparire il volto di Cristo, averne una conoscenza sempre più profonda accostando molteplici versetti e approcci che la Scrittura stessa usa per parlare del Mistero di Dio senza mai esaurirlo. La Scrittura ci rivela Dio come attraverso un poliedro e un singolo versetto non esaurisce la Rivelazione. La Gioia del Vangelo: ALCUNE CHIAVI PER LEGGERE LA BIBBIA . / Incontro n.1. - 19 GiugnoLa Gioia del Vangelo: ALCUNE CHIAVI PER LEGGERE LA BIBBIA / incontro numero 1 - parte 2

Esiste purtroppo la tentazione di assolutizzare un versetto o un passo della Bibbia, staccandolo dal suo contesto. Proprio per il passo che leggiamo oggi, la lettera di Giacomo è stata rigettata come “una lettera di paglia” da togliere dalla Bibbia, da alcuni che annunciavano la salvezza “solo per fede”.  Invece si deve tener conto che ogni libro della Bibbia ha dei destinatari, risponde a situazioni concrete. Comprendiamo allora perché pur esprimendo la Verità universale, ogni libro della Bibbia sottolinea maggiormente un aspetto o l’altro. In pratica non possiamo fare a meno del discernimento che ci offre la Chiesa per leggere e comprendere la Bibbia.

Mi colpisce questa osservazione di Giacomo: per le opere la fede divenne perfetta”.

 

Prima Lettura   Gc 2, 14-24. 26
Come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta.

giovedì 17 febbraio 2022

SE GESU' VENISSE IN PARROCCHIA E CHIEDESSE: "CHI SONO IO PER VOI?" ... /

 



«La gente, chi dice che io sia?» chiede Gesù ai discepoli. 

Se Gesù venisse oggi in una parrocchia cosa gli risponderemmo?:

- "Alcuni dicono che non sei mai esistito, altri che tutto quello che è scritto nei Vangeli è falso, che sei sopravvissuto alla croce perché avevi imparato la magia in Oriente o dagli egiziani, altri dicono che sei un grande uomo, il più grande rivoluzionario, che hai sposato Maria Maddalena e siete spariti dalla circolazione, che già san Paolo ha tradito profondamente il tuo messaggio, ecc.."

Costatiamo che la maggior parte delle persone non ha mai approfondito seriamente e razionalmente la formidabile proposta di salvezza terrena e ultraterrena del cristianesimo. Dire che Gesù non è mai esistito mentre abbiamo testimonianze storiche così forti rileva dall’ignoranza e ci ricorda quanto sia necessario formare anche i cristiani anche su questo piano per rafforzare la loro fede e la loro testimonianza.

In parrocchia ci siamo anche tutti noi che diremmo: “tu sei il Cristo” ma, come Pietro  non lo conosciamo bene e rischiamo di essere chiamati satana perché pensiamo secondo gli uomini e non secondo Dio. Gesù ci inviterà con tutto il suo amore ad “andare dietro a lui” per iniziare un discepolato serio, invece di autoproclamarci maestri. L’evangelizzazione deve coinvolgere tutti. Certamente i non battezzati hanno bisogno dell’annuncio e di un catecumenato, ma anche i battezzati (e pure qualche prete, ha detto oggi il Papa. Grande Papa Francesco che dice in modo chiaro le cose che non osiamo dire!). Sentire come alcuni giorni fa una persona che prega molto dire che per lei Cristo  è soltanto il Creatore dell’Universo non basta assolutamente per fare un cristiano. Una fede così distorta perde ogni forza e questa persona si trova di fatto in gravissime difficoltà.

 

Prima Lettura   Gc 2, 1-9
Dio non ha forse scelto i poveri? Voi invece avete disonorato il povero! 

mercoledì 16 febbraio 2022

SAN GIACOMO ERA ITALIANO? / mercoledì VI sett. T.O., pari.

 


Di dove era san Giacomo che dice che osservare la legge di Dio porta alla libertà e alla felicità? Forse non era italiano. Un po’ tutti gli italiani pensano che beato e libero è chi può farla franca con la legge, non chi osserva le leggi! In verità sarebbe difficile dargli una nazionalità perché tanti popoli pensano così. …. Di dove era allora san Giacomo? Semplicemente non era di questo mondo. Mi dirai: “Va bene, le leggi, ma san Giacomo parla della legge di Dio, non delle leggi degli uomini che sono tutte ingiuste”.  – “Spiegami allora perché san Paolo che vuole far camminare le sue comunità sulla via di Dio, raccomanda di osservare le leggi degli uomini e di rispettare le autorità civili?”

Possono esserci leggi umane realmente ingiuste, che contraddicono i Comandamenti, ma in verità facciamo fatica non solo a mettere in pratica ma anche molto spesso ad accettare intimamente i Comandamenti, la legge di Dio stessa. È segno di una profonda ribellione a Dio stesso e all’ordine della creazione, perché la legge di Dio è conforme alla natura. Non a caso gli ebrei chiamano i Dieci Comandamenti “Parole di Vita” e benedicono Dio che ha rivelato loro la sua Sapienza. Dobbiamo cambiare radicalmente visione della vita.

Per il Vangelo siamo come quel cieco che portano da Gesù perché gli apra gli occhi e possa vedere la bellezza del mondo e vivere felice. La sua guarigione progressiva indica il processo della conversione. Ma il vedere spirituale passa per l’accoglienza della Parola e implica il mettere in pratica perché “ognuno sa quanto fa” dice san Francesco.

 

Prima Lettura   Gc 1, 19-27
Siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e non ascoltatori soltanto.

martedì 15 febbraio 2022

QUALI SONO LE PASSIONI CHE PORTANO ALLA MORTE? / martedì VI sett. T.O., pari.

 


“Ciascuno piuttosto è tentato dalle proprie passioni, che lo attraggono e lo seducono;…”

E progressivamente esse possono portare al peccato e alla morte. Ma quali sono queste passioni? Pensiamo sicuramente alle passioni amorose e al sesso. Anche al calcio o altri sport, pur comprendendo che non sono il punto centrale di Giacomo. Più difficilmente penseremo ai soldi “perché servono!” e “ci accontentiamo del poco”… Cosa intende san Giacomo per passioni?

Secondo il dizionario Treccani le passioni sono “Nell'accezione comune, inclinazione esclusiva verso un oggetto, sentimento intenso e violento (di attrazione o repulsione) che può turbare l'equilibrio psichico e la capacità di discernimento e di controllo”.

La preoccupazione per il cibo può essere una passione? Il Vangelo di oggi ci suggerisce di sì. Mentre Gesù parla dando ai discepoli la parola di verità” che “genera” e fa diventare “una primizia delle sue creature”, ecco che la preoccupazione per il pane gli impedisce di ascoltare, di fare spazio al suo insegnamento. Eppure sono stati testimoni di due moltiplicazioni di pani ma non l’hanno interiorizzato, non ne hanno tratto le conseguenze per la loro vita, non hanno creduto alla fedeltà di Dio che si era manifestata in questi episodi. La passione che si chiama “preoccupazione per il pane” non è stata scalfita. È rimasta in tutta la sua potenza, impedendo loro di ascoltare la Parola di Vita.

Comprendiamo allora che molte passioni possono generare in noi l’allontanamento da Dio, e quindi la morte. Ma bisogna pur mangiare (ecc.)! Certo! Ma la grazia ci aiuta a trovare la vera libertà, cioè a conservare in ogni circostanza l'equilibrio psichico, la capacità di discernimento e di controllo. Infatti, a che serve parlare di pane se non c'è modo di procurarselo sul lago? A nulla. Conviene rimandare l'argomento a dopo e ascoltare Gesù! Ma i discepoli non lo fanno.

In ogni messa preghiamo dopo il Padre nostro: “Liberaci o Signore da tutti i mali (dalla schiavitù delle passioni)” …  per vivere “liberi da ogni peccato e sicuri da ogni turbamento” …

 

Prima Lettura  Gc 1, 12-18
Dio non tenta nessuno.

lunedì 14 febbraio 2022

CIRILLO E METODIO PATRONI DEGLI INNAMORATI DELL'AMORE ASSOLUTO E MODELLI PER GLI EVANGELIZZATORI / Santi Cirillo e Metodio, 14 febbraio 2022.

 

    Cirillo e Metodio con 
l'alfabeto cirillico.

Cirillo e Metodio, due fratelli, missionari cristiani, provenienti dalla raffinata cultura greca e dalla gloriosa e potente Chiesa cresciuta nella testimonianza di Paolo e di tanti santi e martiri, creano nel IX secolo un alfabeto adatto ad un popolo grezzo che era ancora senza scrittura. Appassionati di civiltà straniere, riformatori sociali? No, solo portatori della Buona Notizia a persone concrete che il Signore ritiene sue pecore, degne del Regno di Dio. Come annunciare il Vangelo se non parli il linguaggio dei destinatari, come far penetrare il culto in verità in un popolo attraverso una lingua straniera?  

Incontrarono tantissime difficoltà di matrice geopolitica: già allora da principi e vescovi l’evangelizzazione era usata come mezzo di colonizzazione. Non sostenuti abbastanza dalla Chiesa Madre greca, andarono dal Papa che approvò la loro opera, vincendo le resistenze esistenti anche a Roma. Per alcuni la lingua slava non era degna di lodare Dio! Lo si poteva fare solo in ebraico, greco e latino (perché in latino che non è una lingua biblica e non nelle altre lingue? …).Perché Cirillo e Metodio furono così tenaci nel sostenere il diritto degli slavi ad essere evangelizzati e a pregare nella loro lingua? Oltre lo Spirito Santo, avevano tradotto la Bibbia in lingua slava. Questo obbliga a nutrirsi profondamente della Parola di Dio. Come avere allora una mente chiusa e rigida se si è plasmati dallo Spirito di Gesù e dalle azioni dei Profeti, degli Apostoli e dei primi evangelizzatori?

Cirillo e Metodio non hanno mai messo in discussione la loro appartenenza alla Chiesa, malgrado contrarietà e persecuzioni. La pesantezza di queste si intuisce nel grido di gioia di Cirillo ormai vicino alla morte: «Da questo momento non sono più servo né dell'imperatore né di alcun uomo sulla terra, ma solo di Dio onnipotente. Non esistevo, ma ora esisto ed esisterò in eterno. Amen». La menzione dell’imperatore non è un caso.

Oltre che Padri dei popoli cristiani dell’est, Cirillo e Metodio sono modelli di inculturazione, patroni degli innamorati dell’Amore assoluto e degli evangelizzatori.

Cirillo e Metodio, intercedete per il popolo ucraino e per quanti subiscono tragiche minacce di matrice geopolitica, con complicità ecclesiali. Aprite la porta del Vangelo a  questa generazione.

 

Prima Lettura  At 13,46-49 Noi ci rivolgiamo ai pagani.

domenica 13 febbraio 2022

UNA FEDE DALLE RADICI INTEGRE E PROFONDE / VI Dom T.O., C.

 


Ieri sera si ragionava sull’entusiasmo all'inizio della conversione e l'appiattirsi successivo. 

Quando il Signore ci incontra, ci abbraccia, ci colma del suo amore e io, ancora tutto ripiegato su me stesso, vedo in lui l’amore, la verità e la vita, e proietto su di lui tutto me stesso e le mie attese di felicità visto che mi ama, è misericordia, onnipotente…

Ma ecco che le mie attese (io non me rendo conto ancora) sono contrarie alla Vita vera. La Vita è Agape, cioè amore disinteressato fino a morire per l’altro gratuitamente anche se nemico, la Vita è Dio. Il Signore mi ha chiamato perché mi ama e io sono senza vita: amo ancora allo stadio di Eros, cioè di desiderio di realizzarmi tramite una crescita personale, di instaurare relazioni gratificanti, di fare esperienze utili o piacevoli, di possedere cose di valore. È un amore essenzialmente egoistico. Forse già conosco un poco l’amore di Filia, cioè l’amore capace di amicizia nella reciprocità con persone sincere pronte a ricambiarmi. Ed ecco che, da cristiano, la mia vita si rivolge a Dio, ma le mie attese di perfezione personale, di successo nella vita spirituale e apostolica, di vivere in una comunità perfetta vengono, col tempo, duramente messe alla prova. Confidavo ancora nell’uomo e mi ritrovo maledetto: gli amici deludono, la comunità delude, la vita e le preghiere deludono. Il Signore non ha smesso di parlarmi invitandomi a seguire la via delle beatitudini ma io non ascolto ancora. Come si fa a rallegrarsi ed esultare, saltare di gioia quando sei odiato, messo al bando, insultato e disprezzato, considerato infame?

Eppure "chi confida nel Signore non rimarrà deluso" (Romani 10,11). Ma confidare non è pregare fin quando Dio faccia la mia volontà, appaghi le mie attese; è aprirsi alla sua guida  nella Chiesa, nutrendosi della Parola e dei Sacramenti, “obbedendo come sempre” (Filippesi 2,12) a "coloro che vegliano", “come chi ha da renderne conto” (Ebrei 13,17).

Ci sono tanti rischi di appiattimento. Uno è rimanere soli, abbandonati al proprio consiglio, anche se si prega molto, tanto più quando si è soli per scelta. Un altro è quello presente fin dalle origini nelle comunità evangelizzate da Paolo: ridurre il Vangelo a ciò che sento accettabile, comprensibile …: "Cristo è risorto, ok lo credo, ma che i morti risorgano... mah!..." Così seguo una visione più comoda, più accettabile per la mia mentalità vecchia e quella del mio ambiente. Sono quindi meno perseguitato! Ma questa “fede” non mi salva perché è il contrario della fede, anche se professo molti valori della fede autentica. Bisogna accettare Gesù nella sua totalità: E lasciata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca”. (Mc 4,36)

 

Prima Lettura  Ger 17,5-8
Maledetto chi confida nell'uomo; benedetto chi confida nel Signore.

sabato 12 febbraio 2022

NON SEI STUPIDO MA SE RAGIONI SENZA DIO, SEI STUPIDO DI FRONTE ALLA VITA / sabato V sett. T.O., pari.

 


La gente pensa ai “bisogni primari”: mangiare, vestirsi, coprirsi, lavorare, trovare l’amore, e sopra ogni cosa la salute, ecc. La gente parte da lì, in particolare nella preghiera: chiede le grazie. Anche Dio pensa ai “bisogni primari”: sa che ne abbiamo bisogno. Anzi, nel Vangelo di oggi della moltiplicazione dei pani, Gesù è attento, osserva che alcuni sono venuti da lontano.... e provvede. Tutto potrebbe dunque andare per il meglio.

Purtroppo Geroboamo nella prima lettura dimentica che è Dio che gli ha concesso il governo di dieci tribù. E fa un ragionamento umano. La gente ha bisogno di pregare, di chiedere le grazie, qualcuno forse pregherà anche per poesia… Comunque, se il Tempio è solo a Gerusalemme, la gente andrà lì e il re di Giuda non perderà certamente l’occasione di fare propaganda. Conviene creare altri templi. Non era un ragionamento stupido. La gente non è stupida. Ma se ragioni senza Dio, sei stupido di fronte alla vita. Questo è la prima verità. Quello che fece Geroboamo, consigliato da altri che ragionavano senza Dio fu la sua perdita. Vedi anche: La Gioia del Vangelo: SE SEI MESSO ALLE STRETTE, A CHI TI AFFIDI? / sabato V sett. T.O. (2018).

Eppure la sua nuova organizzazione religiosa ebbe successo. La gente andò a Betel, a Dan, e ad altri luoghi secondari, con sacerdoti improvvisati e non appartenenti alla tribù dei Leviti. La seconda verità è che la gente si lascia guidare senza riflettere, soprattutto se si propone loro il metodo infallibile per avere le grazie, tutto ciò che è centrato su “mangiare, vestirsi, coprirsi, lavorare, trovare l’amore, e sopra ogni cosa la salute, ecc.” Il pullulare di gruppi cristiani “cattolici”, spesso con “mistici” e gente “ispirata”, ecc.,  nelle parrocchie o virtuali, ne è la continua e triste prova. “Non rifiutare questo avviso di benedizione speciale e tra due ore avrai un grande miracolo” ho letto tra altre cose ancora questa mattina. La verità 2 bis è dunque che essere la guida degli altri è una grandissima responsabilità. San Francesco lo sapeva bene che conclude la Regola con queste parole:affinché sempre sudditi e soggetti ai piedi della medesima santa Chiesa, stabili nella fede cattolica, osserviamo la povertà, l’umiltà e il santo Vangelo del Signor nostro Gesù Cristo, che abbiamo fermamente promesso”, e nel Testamento indica misure, sorprendenti per la sua figura tradizionale, contro i frati che “non fossero cattolici” da tenere imprigionati!

 

Prima Lettura   1 Re 12,26-32; 13,33-34
Geroboàmo preparò due vitelli d’oro: ne collocò uno a Betel e l’altro lo mise a Dan.

LA VIA DEL VANGELO E IL DANNO DELLE IDEOLOGIE / Una lettera manoscritta di Papa Francesco.

 


Papa Francesco ha scritto una lettera manoscritta alla fondatrice in occasione del 50° del “Centro de Espiritualidad de Santa Maria” in Argentina che si propone di “accompagnare le persone nel cammino verso il proprio cuore per scoprire il senso della loro vita”.

Traduco le righe in cui papa Francesco descrive ciò che deve essere un centro di spiritualità:

 

… Il cammino di un centro di spiritualità non deve essere altro che il cammino del Vangelo. Semplice, chiaro, quotidiano, dietro i passi di Gesù... e accettando anche di fare il cammino di “comprendere” il Vangelo (che non è lo stesso di “intendere”). Nel seguire Gesù ci sono insieme luci e ombre, chiarezza e oscurità, gioia e pena… E per “andare bene” in questa “simultaneità”, è necessario il dialogo continuo con lo Spirito Santo, luce e amore, creatore delle differenze e, assieme, creatore dell’armonia. “Egli è l’armonia”. Lo Spirito Santo è “l’anima” di un Centro di Spiritualità.

Un’altra cosa che mi viene è “lo stile”. Quanto più vicino allo “stile di Gesù” quanto più sarà autentico. E lo stile di Gesù era uno stile semplice, concreto, con il ritmo e “la musica” con la quale si esprimeva il suo popolo. Concreto e fedele alle radici ricevute: quella della rivelazione e quella della cultura. E, in questo senso, possiamo parlare della “originalità” di Gesù. Non è sceso a patti né è entrato nel gioco delle ideologie del suo tempo: farisei, sadducei,esseni e zeloti. Si è distinto chiaramente da loro e ha optato per la sua originalità.

E un Centro di spiritualità deve optare per la originalità del Vangelo. Sicuramente sarà “tentato” da una o altra ideologia. Nel suo cammino di maturità dovrà vincere queste tentazioni e “ri-situarsi” sempre nella originalità del Vangelo. Ricordati per esempio il male che ha fatto la ideologizzazione di stampo marxista di alcuni centri latinoamericani negli anni ‘70.

Da questo centro, da questo nucleo, deve nascere tutto e organizzarsi tutto. Il cammino di sequela di Gesù, l’armonia, è opera dello Spirito al quale dobbiamo essere aperti. Un “metodo” necessario è la capacità di discernimento nel cammino. Ed è questa capacità che segnerà il ritmo i assicurerà il giusto cammino.

Inès, questo è ciò che mi è uscito dal cuore. ….

 

Ecco il testo originale intero: