Geroboamo sacrifica la vitello d'oro - Fragonard. |
Geroboamo, eletto Re d’Israele dietro la profezia di
Achìa, vede che il Signore, sempre tramite i profeti, ferma la guerra di
riconquista che la tribù di Giuda voleva iniziare. Ma non si fida, un pensiero
lo angoscia: Gerusalemme e il Tempio di Salomone, in mano a suo figlio Roboamo,
rimane il centro del culto delle dodici tribù. Così che dall’unità religiosa teme che si ritorni all’unità politica. Invece di fidarsi del Signore inventa
santuari e feste per trattenere i suoi sudditi entro il territorio del suo
Regno onde evitare ogni contatto con Gerusalemme. Una scelta sciagurata che lo
porta pure a creare un clero ad hoc, senza nessuna vocazione, e a intronizzare
se stesso sommo sacerdote. Tutto questo avrà conseguenze disastrose. Eppure, proprio
quando Geroboamo offre sacrifici a Betel, Dio gli manda un profeta per avvertirlo
e dargli un segno. Ma Geroboamo non torna indietro dalla sua condotta malvagia.
È impressionante vedere come lo stesso comportamento
ha portato il Califfo omayyado Abd el Malik a costruire la Cupola della Roccia
su ciò che fu il Tempio ebraico a Gerusalemme, affermando arbitrariamente che era
il luogo del viaggio celeste di Maometto riportato dal Corano. L’intento era lo
stesso: oltre a competere con lo splendore dei luoghi cristiani bizantini
(usando gli stessi artigiani e artisti bizantini!), il falso storico aveva il “preciso
intento di trattenere all'interno dei domini omayyadi i sudditi siriani del
califfo, che, recandosi alla Mecca per il hajj, avrebbero
pericolosamente potuto ascoltare le tesi di parte
dell'"anti-califfo" ʿAbd Allāh b. al-Zubayr, che contestava la
legittimità del califfato di ʿAbd al-Malik”, secondo lo
storico musulmano filo sciita Al-Ya‘qubi (fonte Wikipedia). Così Gerusalemme
divenne la terza Città Santa dei musulmani, dopo La Mecca e Medina, e, lungo i
secoli, molti morirono per questo fatto.
Anche Gesù, nel Vangelo di oggi, si trova alle strette,
ma si fida di Dio e della sua potenza e rivela a tutti il suo amore e la
potenza della fede con la moltiplicazione dei pani e dei pesci.
Purtroppo “Geroboamo non è morto”. Anche noi, messi alle
strette, usiamo spesso ragionamenti solo umani anche usando la retorica della
religione. Così ci sono state scelte vocazionali disastrose per la Chiesa. Un vescovo
diceva di candidati al sacerdozio che i formatori giudicavano poco idonei: “mi
terranno una chiesa aperta!” Ma la Chiesa non deve tenere le chiese aperte,
deve evangelizzare, manifestare l’amore fedele di Dio, educare alla fede. La sabbia non ha mai sostituito il sale. Gesù ha detto: "siete il sale della terra", non ha detto: "siete la sabbia".
Oggi affidiamo le nostre vite e le nostre decisioni totalmente
al Signore. Egli sa calarsi nel concreto del nostro cammino e delle nostre risorse, manifestandovi il suo Spirito di amore e la sua potenza.
Prima Lettura
1 Re 12,26-32; 13,33-34
Geroboàmo preparò due vitelli d’oro: ne collocò uno a Betel e l’altro lo mise a Dan.
Dal primo libro dei Re
In quei giorni, Geroboàmo, [re d’Israele], pensò: «In questa situazione il regno potrà tornare alla casa di Davide. Se questo popolo continuerà a salire a Gerusalemme per compiervi sacrifici nel tempio del Signore, il cuore di questo popolo si rivolgerà verso il suo signore, verso Roboàmo, re di Giuda; mi uccideranno e ritorneranno da Roboàmo, re di Giuda».
Consigliatosi, il re preparò due vitelli d’oro e disse al popolo: «Siete già saliti troppe volte a Gerusalemme! Ecco, Israele, i tuoi dèi che ti hanno fatto salire dalla terra d’Egitto». Ne collocò uno a Betel e l’altro lo mise a Dan. Questo fatto portò al peccato; il popolo, infatti, andava sino a Dan per prostrarsi davanti a uno di quelli.
Egli edificò templi sulle alture e costituì sacerdoti, presi da tutto il popolo, i quali non erano discendenti di Levi. Geroboàmo istituì una festa nell’ottavo mese, il quindici del mese, simile alla festa che si celebrava in Giuda. Egli stesso salì all’altare; così fece a Betel per sacrificare ai vitelli che aveva eretto, e a Betel stabilì sacerdoti dei templi da lui eretti sulle alture.
Geroboàmo non abbandonò la sua via cattiva. Egli continuò a prendere da tutto il popolo i sacerdoti delle alture e a chiunque lo desiderava conferiva l’incarico e quegli diveniva sacerdote delle alture. Tale condotta costituì, per la casa di Geroboàmo, il peccato che ne provocò la distruzione e lo sterminio dalla faccia della terra.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 105
Ricòrdati di noi, Signore, per amore del tuo popolo.
Abbiamo peccato con i nostri padri,
delitti e malvagità abbiamo commesso.
I nostri padri, in Egitto,
non compresero le tue meraviglie.
Si fabbricarono un vitello sull’Oreb,
si prostrarono a una statua di metallo;
scambiarono la loro gloria
con la figura di un toro che mangia erba.
Dimenticarono Dio che li aveva salvati,
che aveva operato in Egitto cose grandi,
meraviglie nella terra di Cam,
cose terribili presso il Mar Rosso.
Canto al Vangelo Mt 4,4
Alleluia, alleluia.
Non di solo pane vivrà l’uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Alleluia.
Vangelo Mc 8, 1-10
Mangiarono a sazietà.
Dal vangelo secondo Marco
In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano».
Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette».
Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli.
Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò.
Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà.
Geroboàmo preparò due vitelli d’oro: ne collocò uno a Betel e l’altro lo mise a Dan.
Dal primo libro dei Re
In quei giorni, Geroboàmo, [re d’Israele], pensò: «In questa situazione il regno potrà tornare alla casa di Davide. Se questo popolo continuerà a salire a Gerusalemme per compiervi sacrifici nel tempio del Signore, il cuore di questo popolo si rivolgerà verso il suo signore, verso Roboàmo, re di Giuda; mi uccideranno e ritorneranno da Roboàmo, re di Giuda».
Consigliatosi, il re preparò due vitelli d’oro e disse al popolo: «Siete già saliti troppe volte a Gerusalemme! Ecco, Israele, i tuoi dèi che ti hanno fatto salire dalla terra d’Egitto». Ne collocò uno a Betel e l’altro lo mise a Dan. Questo fatto portò al peccato; il popolo, infatti, andava sino a Dan per prostrarsi davanti a uno di quelli.
Egli edificò templi sulle alture e costituì sacerdoti, presi da tutto il popolo, i quali non erano discendenti di Levi. Geroboàmo istituì una festa nell’ottavo mese, il quindici del mese, simile alla festa che si celebrava in Giuda. Egli stesso salì all’altare; così fece a Betel per sacrificare ai vitelli che aveva eretto, e a Betel stabilì sacerdoti dei templi da lui eretti sulle alture.
Geroboàmo non abbandonò la sua via cattiva. Egli continuò a prendere da tutto il popolo i sacerdoti delle alture e a chiunque lo desiderava conferiva l’incarico e quegli diveniva sacerdote delle alture. Tale condotta costituì, per la casa di Geroboàmo, il peccato che ne provocò la distruzione e lo sterminio dalla faccia della terra.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 105
Ricòrdati di noi, Signore, per amore del tuo popolo.
Abbiamo peccato con i nostri padri,
delitti e malvagità abbiamo commesso.
I nostri padri, in Egitto,
non compresero le tue meraviglie.
Si fabbricarono un vitello sull’Oreb,
si prostrarono a una statua di metallo;
scambiarono la loro gloria
con la figura di un toro che mangia erba.
Dimenticarono Dio che li aveva salvati,
che aveva operato in Egitto cose grandi,
meraviglie nella terra di Cam,
cose terribili presso il Mar Rosso.
Canto al Vangelo Mt 4,4
Alleluia, alleluia.
Non di solo pane vivrà l’uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Alleluia.
Vangelo Mc 8, 1-10
Mangiarono a sazietà.
Dal vangelo secondo Marco
In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano».
Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette».
Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli.
Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò.
Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà.
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