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domenica 4 febbraio 2018

ANDARE OLTRE CON GESU' / V domenica T.O.

J. Tissot - Gesù guarisce la suocera di Pietro.
La prima lettura ci mostra la sofferenza di Giobbe. Anche se la medicina ha fatto tanti progressi, in particolare nella terapia del dolore, possiamo riconoscere in questo lamento di Giobbe un’esperienza universale dell’uomo e sappiamo che ci sta tanta (troppa) sofferenza nel mondo.
La seconda lettura ci presenta la spinta ad evangelizzare vissuta da san Paolo.
Gesù, nel Vangelo, unisce questi due aspetti, evangelizzando, in particolare la sofferenza.

Per comprendere questo Vangelo è utile dare alcuni punti di riferimento. La scena si svolge di sabato: sarebbe la nostra domenica. Il giorno per gli Ebrei va da tramonto a tramonto, per cui dopo il tramonto del sole del sabato, sarebbe come il lunedì mattina per noi.


Gesù e i suoi discepoli quella mattina sono andati in sinagoga, come noi andiamo a Messa. Pur non essendo il capo di quella sinagoga, la personalità di Gesù si impone da sé. Un demonio che soffoca un uomo lì presente, reagisce violentemente contro Gesù. Gesù lo caccia. Poi torna a casa, la semplice e familiare casa di Pietro e Andrea suo fratello, simbolo della Chiesa. Lì c'è la suocera di Pietro con la febbre e Gesù avvicinandosi la prende per mano e la fa alzare. È guarita e, tutta gioiosa, si mette a servirli. Solo alla fine della giornata, dopo il tramonto del sole, portano a Gesù tutti gli ammalati e gli indemoniati.

Gesù dimostra assoluta libertà nell’interpretare a favore della persona i precetti che riguardano il sabato e guarendo la suocera di Pietro fa “un atto medico” vietato senza scrupolosità alcuna. Il sabato, giorno di riposo e di santità, deve favorire la crescita e la felicità dell’uomo. L’uomo non è fatto per il sabato. Invece la gente di Cafarnao non osa venire a chiedere aiuto durante quel giorno, per la proibizione di camminare troppo, e degli “gli atti medici”, cioè i miracoli compiuti da Gesù. Anche questo modo di vedere la religione è una grandissima sofferenza che ingabbia l’uomo, distorce la sua visione di Dio e di se stesso e genera frustrazione e sensi colpa inutili e dannosi.
Altri fatti da notare sono il vietare di Gesù ai demoni di dire chi egli è e il suo andare altrove, mentre il suo successo a Cafarnao è assicurato e la posizione sulla strada carovaniera lungo il mare di Galilea è oltremodo favorevole. I due fatti vanno insieme. Infatti un’altra sofferenza profonda dell’uomo, meno facile da comprendere, è quando vediamo Dio solo come il dispensatore di grazie, e che lasciamo appiattire la nostra vita sulla ricerca di benessere. In questo modo, soffochiamo lo slancio dell'anima verso l’assoluto, col rischio poi di “perdere la fede” se la grazia richiesta non ci viene concessa, e di invidiare Dio, tranquillo lassù mentre io sono tribolato quaggiù, accusandolo di essere ingiusto. Il segno che la suocera di Pietro è guarita, è risorta, è che si mette al servizio. La religione si serve di Dio, o tenta di farlo, la fede serve Dio e si abbandona a Lui. I demoni proclamando che Gesù è il figlio di Dio non vogliono certo evangelizzare, ma vorrebbero fissare le persone in una visione di Dio distorta. Infatti, gli abitanti di Cafarnao vedono Gesù come colui che risolve i loro problemi e si “mettono sulle sue tracce” come dei segugi, per “catturarlo”.
Andando oltre, e vietando ai demoni di parlare, Gesù rinuncia alla comodità di “sedersi” in un contesto sicuro, e obbliga tutti, discepoli compresi, ad andare oltre, verso il Mistero di Dio.

Prima Lettura  Gb 7, 1-4. 6-7
Notti di dolore mi sono state assegnate.

Dal libro di Giobbe
Giobbe parlò e disse:
«L'uomo non compie forse un duro servizio sulla terra
e i suoi giorni non sono come quelli d'un mercenario?
Come lo schiavo sospira l'ombra
e come il mercenario aspetta il suo salario,
così a me sono toccati mesi d'illusione
e notti di affanno mi sono state assegnate.
Se mi corico dico: "Quando mi alzerò?".
La notte si fa lun­ga
e sono stanco di rigirarmi fino all'alba.
I miei giorni scorrono più veloci d'una spola,
svanisco­no senza un filo di speranza.
Ricòrdati che un soffio è la mia vita:
il mio occhio non rivedrà più il bene».  
    
Salmo Responsoriale  
Dal Salmo 146
Risanaci, Signore, Dio della vita.
    
È bello cantare inni al nostro Dio,
è dolce innalzare la lode.
Il Signore ricostruisce Gerusalemme,
raduna i dispersi d'Israele.

Risana i cuori affranti
e fascia le loro ferite.
Egli conta il numero delle stelle
e chiama ciascuna per nome.

Grande è il Signore nostro,
grande nella sua potenza;
la sua sapienza non si può calcolare.
Il Signore sostiene i poveri,
ma abbassa fino a terra i malvagi.
     
Seconda Lettura 
 1 Cor 9, 16-19.22-23
Guai a me se non annuncio il Vangelo.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo!
Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato. Qual è dunque la mia ricompensa? Quella di annunciare gratuitamente il Vangelo senza usare il diritto conferitomi dal Vangelo.
Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero. Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno. Ma tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch'io.
  
Canto al Vangelo  
 Mt 8,17
Alleluia, alleluia.
Cristo ha preso le nostre infermità
e si è caricato delle nostre malattie.
Alleluia.
   
Vangelo  Mc 1, 29-39
Guarì molti che erano affetti da varie malattie.

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini. perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.


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