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martedì 31 agosto 2021

BASTA PREGARE E FARE LE PROCESSIONI PER FAR CESSARE LE EPIDEMIE?

 

Il Patriarca serbo, scettico sul Covid, muore di Covid,
 e dopo i suoi funerali, celebrati senza alcuna
precauzione, esplode il contagio. Questi scenari,
purtroppo, si sono ripetuti nel mondo ortodosso.

Gira la diceria che la Chiesa si è accucciata al grande reset massonico o qualsivoglia nome gli si dia, sottomettendosi alla dittatura sanitaria, impedendo ai fedeli di incontrare Dio vietando le messe e chiedendo il green pass. Mentre quando c'era fede – e il Papa credeva in Dio – si riempivano le chiese, si facevano le processioni invece di vietarle e le epidemie cessavano…

Questo corrisponde a verità?

Indagando, si costata che fin dalla preistoria ci sono state epidemie nei gruppi umani e in genere le comunità colpite scomparivano. Nell’Antichità sono state registrate epidemie letali che hanno abbattuto imperi, come quello Ittita, o città come Atene col tifo nel 430 a. C.: Atene perse in pochi mesi un quarto della sua popolazione compresi i soldati. Nel II e III secolo, la “peste Antonina” (era vaiolo!?) causò in due ondate tra 5 e 30 milioni di morti. Era prima di Costantino: i cristiani erano già molto numerosi ma non la maggioranza della popolazione. Però a partire dal 541, siamo già in piena epoca di cristianità, ci fu la prima epidemia nota di peste bubbonica, che uccise  complessivamente un quarto degli abitanti delle regioni del Mar Mediterraneo occidentale. I morti sono stimati tra i 50 e i 100 milioni.

OFFRIRO' AL SIGNORE IL TESORO DELLE MIE MISERIE / Martedì XXII sett. T.O., dispari.

 


La Parola di Dio mi scruta, cioè in genere mi sgama! Certo è necessario, devo vigilare ed essere sobrio! Costante diffidenza di sé, totale fiducia in Dio, dicono i maestri spirituali. Ma ho bisogno anche di essere rassicurato perché essendo indegno non sempre credo totalmente nella volontà di Dio di salvarmi, costi quel che costi a Lui, anche se me ne ha dato molte prove lungo gli anni.

Ma oggi il Signore mi dice: Dio infatti non ci ha destinati alla sua ira, ma ad ottenere la salvezza per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Egli è morto per noi perché, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con lui”. “Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi”. “Il Signore è mia luce e mia salvezza: di chi avrò timore? Il Signore è difesa della mia vita: di chi avrò paura?”. Egli è venuto a rovinare il regno di satana.

Tutte queste parole di consolazione voglio godermele con infinito ringraziamento. Offrirò al Signore il tesoro quasi infinito delle mie miserie

 

Prima Lettura  1 Ts 5, 1-6. 9-11
Cristo è morto per noi, perché noi viviamo insieme con lui.

PIANTARE UN ALBERO DI FICO, PERCHE'? / Domani, Giornata Mondiale della Cura del Creato.

 

63 volte appare nella Bibbia la parola Fico o Fichi (in questo caso come frutto oppure anche alberi al plurale). Con la Vite e l’Olivo principalmente - ma troviamo anche altre piante come il Melograno e chiaramente il Frumento ecc. - il Fico produce prosperità. Viene apprezzato per la dolcezza del suo frutto e come medicina, ma anche per la sua ombra veramente protettrice. Per cui molto facilmente è diventato un simbolo di benessere e di pace. Come castigo per i tradimenti di Israele, Dio minaccia di devastare i suoi Fichi e le sue Vite. Il Fico è anche il simbolo della Sapienza che offre riposo coprendo con la sua ombra e offrendo i suoi frutti squisiti come nutrimento. Il Fico, albero mediterraneo, prospera anche in terreni aridi. Il Fico selvatico o Sicomoro, dona un frutto poco zuccherato, ma curato, e in particolare “pungendo” i frutti ad uno ad uno, questi diventano dolci. I padri della Chiesa usavano l’immagine del Sicomoro per dire che il nostro cuore è pieno di amarezza finché è “punto”, trafitto dal Kerigma (quando Pietro annuncia alla folla che colui che hanno crocifisso è stato costituito Signore e Cristo, All'udir tutto questo si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?».” come riporta Atti 2,37). L’amore di Dio scioglie la durezza del cuore con le lacrime del pentimento e la misericordia che rigenera diventa anche forza viva da donare agli altri.

C'è il problema crescente del cambiamento climatico con i suoi effetti disastrosi che ricadono particolarmente sui più deboli, i più poveri. Conosciamo tutti il problema della deforestazione selvaggia in varie parti del mondo, non solo in Amazzonia. Ma anche da noi gli incendi boschivi spesso di origine dolosa, ogni anno prendono dimensioni sempre più tragiche. Fragilizzano i suoli, riducono la biodiversità, aumentano l’aridità cronica, diventando una minaccia globale sul futuro dell’umanità e quindi dei nostri stessi figli. Mentre i ghiacciai e le calotte polari si riducono sempre di più, i deserti si espandono in tutto il mondo.

lunedì 30 agosto 2021

LA FEDE SALVA SE SI LASCIA ILUMINARE, FORMARE, SE ACCETTA LA LIBERTA' DI DIO / Lunedì XXII sett. T.O., dispari.

 


Se Dio salva non può lasciarci in mezzo al guado, migliorare la nostra vita soltanto qui, e poi abbandonarci nella morte. Se Dio si è manifestato l’Unico, l’Eterno e l’Onnipotente e Gesù ci ha insegnato a chiamarlo Padre, non può amare così tanto i suoi figli e poi annullare la loro vita. Nessun Padre lo farebbe. È vero che Dio si comporta in modo diverso dai genitori umani, ma per vie diverse dalle nostre vuole ciò che non avremmo osato chiedere e addirittura pensare: essere come lui, risorti nel corpo e nell’anima. Ma la fede dei tessalonicesi è ancora debole di fronte alla morte e san Paolo li istruisce e li incoraggia nella speranza.

Anche la fede degli abitanti di Nazareth è debole. Sono colpiti dall’apparire di Gesù, così diverso dall’idea che si erano fatti di lui mentre cresceva. Ma invece di aprirsi a questa manifestazione di Dio, si bloccano su un aspetto molto forte ancora tra noi, ma molto molto di più 2000 anni fa: “chi mi appartiene”, chi è mio paesano, deve trattarmi con privilegio, se non addirittura mettersi in toto a servizio della “famiglia”. Gesù ricorda la libertà e gratuità dell’agire di Dio continuamente testimoniata dalla Bibbia. Lo dice in modo così netto – contro ogni logica di clan -  che la buona disposizione dei suoi compaesani si tramuta in ostilità dichiarata.

La fede deve essere illuminata e nutrita, formata, per poter affrontare ogni aspetto della realtà. La fede è abbandono a Dio e alla sua volontà, e non piegarlo con le preghiere o i sacrifici alla nostra volontà. Tutti abbiamo attese. Spesso sono deluse. Chi si abbandona a Dio non rimane deluso.

 

Prima Lettura   1 Ts 4, 13-18
Dio, per mezzo di Gesù, radunerà con lui coloro che sono morti.

domenica 29 agosto 2021

VIENI A MESSA PERCHE' HAI SETE DI DIO E DEL SUO AMORE INFINITO? / XXII Dom T.O., B

 

Gesù contesta la ritualità quando si sostituisce al Mistero.

Dio, tramite Mosè, dona la Legge con i suoi precetti. La legge è un pedagogo in attesa di Cristo direbbe san Paolo. Un pedagogo di lusso, però, se offre tanta Sapienza da distinguere Israele da tutti gli altri popoli. Infatti paragonando le legislazioni dei popoli dell’Antichità, si vede come Israele mette molto di più la persona, la famiglia, al centro, è molto più mite nel trattare gli schiavi, ecc., e mette in secondo piano i soldi, le proprietà, a differenza degli altri popoli.

Nel Vangelo, Gesù ragiona nell’ambito della Legge e dei precetti ma contesta chi li assolutizza. Forse i discepoli non hanno rispettato i gesti della tradizione nel lavarsi le mani, forse non si sono proprio lavati le mani e sappiamo quanto questo sia salutare, quanto, in ambito ospedaliero abbia contribuito, per esempio, ad abbattere la mortalità post parto, ma non solo. Ma Gesù da il primato all’intenzione, alla carità.

È quello che ci dice san Giacomo: Religione pura e senza macchia davanti a Dio Padre è questa: visitare gli orfani e le vedove nelle sofferenze” e anche “non lasciarsi contaminare da questo mondo”.

Come sei venuto a messa questa mattina? Sei venuto per fare un tuo dovere, importante, anche bello, oppure perché Dio vuole incontrarti, cuore a cuore, e ricolmarti del suo amore che scardina sempre le tue posizioni di comodo? Sei venuto perché hai sete di Dio, di infinito, oppure perché sei cristiano e che la messa fa parte delle tue abitudini sante?

 

Prima Lettura   Dt 4, 1-2. 6-8
Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando... osserverete i comandi del Signore.

sabato 28 agosto 2021

QUANTI TALENTI SONO NECESSARI PER SERVIRE IL SIGNORE? / Sant'Agostino, 28 agosto


Gesù racconta la parabola dei talenti. Chi riceve di più, chi di meno, forse molto di meno. Tutti però devono far fruttare i loro talenti, anche quel unico, “povero” talento. Santa Monica non aveva talenti straordinari. Salve uno, gratuito, che può essere di tutti, ma che lei sapeva essere il più prezioso: la fede nell’Unico Salvatore e nella Chiesa da lui fondata. Come si deve essere sentita tante volte povera, sprovvista, incapace di competere ad armi uguali con la cultura di questo figlio brillante e con le lusinghe del mondo dove faceva carriera! La sua non era quindi una fede sempre gioiosa e trionfante, ma con molte suppliche e lacrime implorava da Dio di compiere la sua missione di madre cristiana: trasmettere la fede ai suoi figli, malgrado i suoi limiti e l’influenza avversa del padre. Una volta visto i suoi figli diventati cattolici, poteva andarsene da questo mondo. Le bastava questo. È dal cielo che vide poi sbocciare e fruttificare ciò che aveva seminato, infinitamente aldilà delle sue speranze più rosee: il suo figlio diventato vescovo e luce per tutto l’Occidente, allora assalito da mille pericoli. Questa luce passò poi in eredità ai secoli successivi fino a noi, perché per vivere ogni  società ha bisogno di virtù associate ad un pensiero di qualità, ad una visione.  

Gesù, molto duramente, ci invita tutti a far fruttificare i talenti che abbiamo ricevuto, a non nasconderli sotto terra, anche se, come succede, non ci sentiamo all’altezza. Tu che hai ricevuto molti talenti pensa ai bisogni di questo mondo nostro di oggi, così tormentato e smarrito, quanti vittime della disperazione, loro o di altri, perché nessuno si preoccupa del prossimo. Tu che hai ricevuto un solo talento pensa a quanta è vera la parola di Gesù: “Sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Genitori, tramettete la fede ai vostri figli, come avete promesso nel giorno del loro battesimo. 

 

Prima Lettura   1 Ts 4, 9-11
Avete imparato da Dio ad amarvi gli uni gli altri.

venerdì 27 agosto 2021

DIO NON CI HA CHIAMATI ALL'IMPURITA', MA ALLA SANTIFICAZIONE / santa Monica, 27 agosto.

 

Immagine di un Rave Party.

San Paolo annuncia la Risurrezione a gente prevalentemente pagana come sono i primi cristiani di Tessalonica e subito enuncia anche i pilastri del comportamento da credenti: La volontà di Dio è la vostra santificazione. Vi dovete astenere dall’impurità. I fidanzati devono essere casti, ciascuno sappia trattare il proprio corpo con santità e rispetto, senza lasciarvi dominare dalla passione come i pagani che non conoscono Dio. Infatti Dio ha preso un corpo per entrare in relazione con noi e il corpo diventa luogo e segno della mia Alleanza con Dio, tempio dello Spirito Santo, e chi si abbandona all’impurità disprezza Dio stesso. 

Questo monito si rivolge a tutti i credenti, single, sposati, vedovi, e evidentemente consacrati. Non è facile, non lo è per nessuno. Ma è la verità. Grazie san Paolo che mi permetti di dire ciò che si fa fatica persino a dire, e a far passare come messaggio anche se i disastri della pornografia sono sotto gli occhi di tutti, se costatiamo che più il sesso è facile più l’amore duraturo e profondo diventa difficile. Costatiamo che il sesso nelle relazioni ancora non mature, rende spesso difficile uscirne anche quando si vede che bisognerebbe rompere. Più il sesso diventa banale più ci sono aborti che lasciano ferite spesso per tutta la vita perché uccidi un essere umano come te e me, uccidi il tuo bambino; oppure abusi di metodi contraccettivi che danneggiano l’organismo fino a render difficile avere bambini poi nel matrimonio.

Per favore ascoltiamo tutti san Paolo. Dio non ci vuole male, anzi, vuole il nostro bene. Correggiamo con la grazia di Dio e l’aiuto dello Spirito Santo le nostre abitudini, riscoprendo anche il pudore ed educando i figli alla gratitudine per avere un corpo e una sessualità che diventa Tempio di Dio e a non svendersi alla vanità oppure offendere se stessi e gli altri con una sessualità senza sentimenti né responsabilità.

Dio ha ricuperato Sant'Agostino, facendo un'opera meravigliosa in lui, ma proprio perché all'adolescenza egli si è trovato immerso nella mentalità pagana del padre, egli ha preso per molti anni altre strade e ha sofferto molto. E senza la preghiera e le lacrime della sua madre, forse si sarebbe perso per sempre!?!?

 

Prima Lettura  1 Ts 4, 1-8
Questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione.

KABUL, CHE FARE?

 


Non ho ancora scritto nulla sull’Afghanistan, anche se seguo con il dolore, anzi, con lo sgomento di tutti questo orrore, con senso di impotenza e di compassione per tutte le persone, per un popolo intrappolato in questa situazione. Non volevo entrare in riflessioni politiche che mi faccio personalmente.

Però posso dire alcune cose dalla mia esperienza e dal fatto di avere studiato l’Islam in modo, diciamo, abbastanza approfondito.

Il comportamento dei Talebani e dell’Isis non è l’Islam. Ma mentre Gesù ha estirpato la radice della violenza, morendo per i suoi nemici e coprendo con carità chi lo tradiva, Maometto non l’ha fatto pur rimanendo “equilibrato” con grande talento di Leader di comunità, di “Statista”. Ma questa differenza ha grandi conseguenze. Il mio cuore è ancora lontano dal cuore nuovo che il Signore mi ha promesso, e non metto ogni cura a “disarmarlo” come dovrei. Ma il mio Maestro ha detto: “Imparate da me che sono mite e umile di cuore” e mi protegge dalle derive violente, mi rende molto più facile ascoltare lo Spirito dell’Unico Dio che è Pace (Salàm - Shalòm) e il Misericordioso (El-Rahmàn – Ha-Rahmàn). Se il mio Maestro invece non ha sradicato totalmente in sé la violenza, mi sarà molto più facile entrare in derive e ideologie violenti, benché l’Islam non sia un’ideologia. 

Nel 1979 lavoravo in Algeria quando Khomeiny prese il potere in Iran. Parlando con i miei colleghi algerini, gente perfettamente pacifica, notavo che apprezzavano il fatto che l’Islam rialzasse la testa con fierezza contro il giogo occidentale. Il rancore contro l’Occidente ha motivi reali e profondi che dovrebbero portarci a comprendere, a riflettere.  

giovedì 26 agosto 2021

IL SERVO BUONO E FEDELE / Giovedì XXI sett. del T.O., dispari

Mons. Raffaello Delle Nocche.

 

Gesù nel Vangelo ci ammonisce ad essere vigilanti, perché egli verrà nell’ora che non sappiamo. Mi fa un po’ paura? Allora è segno che ho bisogno della misericordia di questo richiamo. Ma c'è anche la ricompensa promessa ai servi fedeli! 

Pensando ai servi fedeli viene in mente la figura di una grande maranese, Mons. Delle Nocche. Battezzato nella parrocchia di s. Castrese, fu vescovo di Tricarico e fondatore costretto ma ispirato delle Suore Discepole di Gesù Eucaristico. Costretto perché vedeva la necessità di avere consacrate nella sua diocesi ma nessuna congregazione voleva perdersi in quelle terre isolate. Anche lui, d'altronde, ricevuta la proposta di diventare vescovo di Tricarico, cercò sulla cartina quella città, ma quella sera non riuscì a trovarla e si avvilì molto: dove mi mandano? Ma accettò per obbedienza e si mise al lavoro con grandi frutti. Per illustrare la sua dedizione da servo fedele possiamo parlare del suo amore per quella gente arretrata, della sua creatività che partiva dall’Adorazione eucaristica praticata assiduamente, del suo spirito concreto a servizio dello sviluppo di tutto l’uomo … Ma forse un episodio riassume tutto. Negli ultimi anni era diventato molto sordo e questo creava problemi nel ricevere e parlare con la gente, i collaboratori…  Sentendosi ormai inadatto, chiese umilmente al Papa di poter dare le dimissioni. Il Papa rifiutò e lo rincuorò. Rassicurato e obbediente, tornò in diocesi pieno di entusiasmo e di progetti che … non realizzò perché era arrivata la sua ora e morì. Era il 1960 e aveva ottant’anni! Pronto a farsi da parte, pronto a servire.

 

Prima Lettura   1 Ts 3, 7-13
Il Signore vi faccia sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti.

mercoledì 25 agosto 2021

TESTIMONIANZA FARISAICA OPPURE TOTALE? / S. Luigi, re di Francia, 25 agosto.

 


Gesù accusa i farisei di dare una testimonianza solo esteriore, tanto più quanto l’apparire deve coprire l’infedeltà interiore a Dio.

La testimonianza di Paolo invece è totale. Rende credibile il suo annuncio e diventa anche un modello da imitare. Questo significa che non pecca più, che è perfetto? Certamente il suo comportamento morale è elevatissimo, ma lui stesso testimonia delle sue lotte, del suo dramma interiore perché ancora in lui “comanda il peccato”. La confessione sincera delle sue difficoltà non è solo riconoscimento delle sue debolezze ma è conferma del suo annuncio: solo Cristo salva! Solo la Fede vissuta può salvare.

Se quello che dice noi lo leggiamo come un manuale di spiritualità, egli lo scrive però a gente che lo conosce e lo può giudicare. Mettersi a nudo davanti a persone concrete è qualcosa di formidabile. Qualcuno dice che Francesco è il primo Papa a fare autocritica. Non esattamente. Altri papi del passato l’hanno fatto, e Giovanni Paolo II ha aperto un’era di trasparenza della Chiesa, ma Francesco può andare più in là, accusandosi personalmente. Non è facile e non tutti comprendono, ma questo coraggio è la migliore testimonianza resa alla Buona Notizia della Salvezza per Grazia, ed è il miglior antidoto al fariseismo e al clericalismo nella Chiesa.

La testimonianza totale, poi, si irradia. San Luigi, re di Francia, fa parte di quella schiera di santi principi e re che "nascono" da san Francesco e il suo movimento. Essi mettono il Vangelo al di sopra di ogni affare terreno, anzi, ne fanno la loro guida per un buon governo, con frutti mirabili. A sua volta la testimonianza di san Luigi ha perfino travalicato le frontiere della religione cristiana. Infatti egli morì vicino a Tunisi, durante la VIII crociata. La sua figura di re giusto, pio e buono, fece credere a molti musulmani che sia convertito all’Islam, come il rispetto e la lealtà del Sultano verso san Francesco farà dire ai cristiani che fosse convertito segretamente al cristianesimo. Ma i musulmani di Tunisi non sono diventati cristiani, quindi la testimonianza di san Luigi è stata insufficiente!? In un certo senso è vero, ma egli ha potuto diventare un criterio autentico per dei musulmani per vivere la loro religione secondo Dio, come “il lievito che fa fermentare tutta la pasta”. E le testimonianze incrociate tra credenti retti di religione diversa, impediscono le guerre di religione che nascono quando invece ci appropriamo di Dio e della religione a favore del nostro partito o gruppo, offendendo profondamente l’Unico Dio, creatore di tutti, che ci vuole figli suoi e fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti”. (Mt 5:45).

Dobbiamo essere il profumo di Cristo (2 Cor 2,14-15)  che penetra profondamente nei cuori e apre tutti alla salvezza, anche chi formalmente non aderisce al cristianesimo.

 

Prima Lettura   1 Ts 2, 9-13
Lavorando notte e giorno vi abbiamo annunciato il Vangelo. 

martedì 24 agosto 2021

LE "ERESIE" DI BERGOGLIO? / 03/03. IL DISCORSO DI PAPA FRANCESCO DOVE PARLA DI "REGGERE LO SQUILIBRIO"

 



A questo punto, credo che valga la pena di leggere lentamente, attentamente, tutto il Discorso che Papa Francesco ha fatto al Convegno della Diocesi di Roma (i Vescovi, e tutta la Curia, con i responsabili di settori, i Decani, ...) il 9 maggio 2019. E' un po' lungo. La parte che ha suscitato il post di accusa contro Papa Francesco è subito all'inizio. Ho ripreso il testo dal sito  https://www.gliscritti.it  che ringrazio.



Grazie del vostro intervento e del vostro ascolto.

La prima tentazione che può venire dopo avere ascoltato tante difficoltà, tanti problemi, tante cose che mancano è: “No no, dobbiamo risistemare la città, risistemare la diocesi, mettere tutto a posto, mettere ordine”. Questo sarebbe guardare a noi, tornare a guardarci all’interno. Sì, le cose saranno risistemate e noi avremo messo a posto il “museo”, il museo ecclesiastico della città, tutto in ordine… Questo significa addomesticare le cose, addomesticare i giovani, addomesticare il cuore della gente, addomesticare le famiglie; fare calligrafia, tutto perfetto.

Ma questo sarebbe il peccato più grande di mondanità e di spirito mondano anti-evangelico. Non si tratta di “risistemare”. Abbiamo sentito [negli interventi precedenti] gli squilibri della città, lo squilibrio dei giovani, degli anziani, delle famiglie… Lo squilibrio dei rapporti con i figli… Oggi siamo stati chiamati a reggere lo squilibrio. Noi non possiamo fare qualcosa di buono, di evangelico se abbiamo paura dello squilibrio. Dobbiamo prendere lo squilibrio tra le mani: questo è quello che il Signore ci dice, perché il Vangelo – credo che mi capirete – è una dottrina “squilibrata”. Prendete le Beatitudini: meritano il premio Nobel dello squilibrio! Il Vangelo è così.

Gli Apostoli si sono innervositi quando veniva il tramonto e quella folla – cinquemila solo gli uomini – continuava ad ascoltare Gesù; e loro hanno guardato l’orologio e dicevano: “Questo è troppo, dobbiamo pregare i Vespri, la Compieta… e poi mangiare…”. E hanno cercato la maniera di “risistemare” le cose: si sono avvicinati al Signore e hanno detto: “Signore, congedali, perché il posto è deserto: che vadano a comprarsi da mangiare”, nella pianura deserta. Questa è l’illusione dell’equilibrio della gente “di Chiesa” tra virgolette; e io credo – l’ho detto non ricordo dove – che lì è incominciato il clericalismo: “Congeda la gente, che se ne vadano, e noi mangeremo quello che abbiamo”. Forse lì c’è l’inizio del clericalismo, che è un bell’“equilibrio”, per sistemare le cose.

lunedì 23 agosto 2021

LE "ERESIE" DI BERGOGLIO? / 02/03. L'ANTIPAPA ANTICRISTICO DICE BLASFEMIE CONTRO DIO E IL SANTO VANGELO

 


L'Antipapa Anticristico dice blasfemie contro Dio e il Santo Vangelo ?!?

Una sorella pubblica un post con questo titolo. Si apre con una frase di introduzione: 2019: il Papa Anticristico bestemmia pesantemente contro Dio e contro il Santo Vangelo. Poi un breve video del Papa. Non si dice dove e a chi parla. Cosa viene incriminato a papa Francesco? Egli dice: “Il Vangelo è una dottrina squilibrata. Prendete le Beatitudini, meritano il Premio Nobel allo squilibrio”. Finisce lì il video del Papa. Il resto sono slides con frasi di accusa al Papa, in particolare una citazione dall’Apocalisse  che dice che alla Bestia fu data una bocca per bestemmiare Dio.

Credo che sarebbe stato più bello lasciare più spazio al discorso del Papa. Le frasi estrapolate sono sempre a rischio manipolazione. E anche dire a chi parlava il Papa: ai preti di Roma. Gente che professa il Vangelo, che deve accettarlo in tutta la sua forza, che deve mangiare “cibo solido” e non soltanto latte come si dà ai bambini (vedi san Paolo) e tante volte invece si abitua ad “addolcirlo”, a renderlo “ragionevole”. Papa Francesco invece, col linguaggio della predicazione che non è quello di una Enciclica, usa immagini forti per farne risaltare la forza profetica e le introduce mettendo le mani avanti: “credo che mi capirete”.

Papa Francesco vuole solo che la Chiesa sia profetica, come la vuole Gesù, ed invita i preti a “reggere lo squilibrio”. Infatti cosa c'è di più “squilibrato” di morire per i propri nemici, di perdonare 77 volte 7 a chi ti rovina la vita, di saltare, di danzare di gioia quando si viene insultati, quando si dice male di te mentendo, di lasciarsi derubare e di porgere l’altra guancia a chi ti schiaffeggia in modo sprezzante, di farti schiavo degli altri, di non poterti nemmeno adirare ed essere passibile di giudizio da parte di Dio se chiami chi ti fa del male "stupido" o "pazzo", o veder pagato chi ha lavorato solo un'ora come chi ha sgobbato tutto il giorno?

DA DOVE VIENE LA FORZA DEI TESSALONICESI? / lunedì XXI sett. T.O., dispari

 


I primi cristiani di Tessalonica formano una bella comunità di cui si complimenta Paolo. Vede in loro molto impegno: fede operosa, carità anche quando è faticosa, e speranza ferma nella ricompensa immensa che il Signore Gesù porterà alla sua prossima venuta.

Come mai i tessalonicesi si impegnano così tanto? Volontarismo, moralismo, oppure orgoglio di sentirsi migliori degli altri? No. Ah, certo, la ricompensa!… Si lavora tanto per una ricompensa in denaro, per una posizione, una promozione, … Ma la ricompensa che porterà il Signore Gesù non è denaro, non è una promozione terrena.

La risposta sta in quello che afferma Paolo: Sappiamo bene, fratelli amati da Dio, che siete stati scelti da lui. Il nostro Vangelo, infatti, non si diffuse fra voi soltanto per mezzo della parola, ma anche con la potenza dello Spirito Santo e con profonda convinzione”.

I cristiani di Tessalonica sanno, assieme ai loro evangelizzatori, di essere stati chiamati per nome da Dio, scelti per essere figli di Dio e per una missione: essere sale e luce nel mondo. Lo sanno perché hanno fatto esperienza dello Spirito Santo che ha cambiato i loro cuori. Non sono filosofi che riflettono sui mali della società, o filantropi che sognano un progetto di vita migliore per tutti, ma persone amate da Dio. Da lì viene tutto il resto: nessuno dice loro “dovete”, nessun moralismo, nessun volontarismo. Questo Spirito l’hanno anche "respirato" vedendo la convinzione e la testimonianza di vita dei loro evangelizzatori.

Certo questa fede deve essere nutrita, consolidata, difesa nei momenti di buio e di tentazione. Ma la radice, la linfa è l’esperienza dell’amore vivo e gratuito di Dio.

Invece, senza l’esperienza dello Spirito Santo lo zelo dei farisei diventa moralismo, intimamente violento, che alla lunga scade in doppiezza di vita. 

 

Prima Lettura   1 Ts 1,2-5.8-10
Vi siete convertiti dagli idoli a Dio, per attendere il suo Figlio che egli ha risuscitato.

domenica 22 agosto 2021

SIAMO UNA SOLA CARNE CON CRISTO! / XXI Dom T.O. B

 



Gesù afferma la necessità di mangiare il suo corpo e bere il suo sangue per aver parte al Regno di Dio. Parola scioccante, troppo dura, che suscita ribellione. Molti decidono allora di non seguire più Gesù: si bloccano di fronte a ciò che non comprendono. Gesù invece non ci invita alla credulità ma a fare esperienza dello Spirito Santo lasciandoci guidare da lui. Se non vado aldilà di quello che vedo o già conosco, non ho fede.

Anche gli apostoli sono scioccati e interdetti, ma a nome di tutti, Pietro fa un atto di fede totale.  Seguire Gesù è appoggiarsi alla sua Parola al di là di ciò che comprendiamo.

San Paolo esorta i cristiani di Efeso ad essere sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo. Oltre i rapporti fraterni di comunità, quali situazioni si possono trovare tra i membri della Chiesa? Rapporti tra marito e moglie, tra genitori e figli, rapporti tra padroni e schiavi, socioeconomici. A tutti dice di essere sottomessi all’altro. Il marito alla moglie, i genitori ai figli, i padroni agli schiavi. Il marito da uomo alla moglie e la moglie da donna al marito. San Paolo tiene conto delle condizioni sociali e psicologiche di ciascuno per incarnare questo rapporto di sottomissione reciproco tendendo ad una perfetta reciprocità tra le persone, tendendo al sogno dell’amore reciproco tanto sognato tra sposi. E la forza della croce e della risurrezione di Gesù rende possibile questo cammino, passando dal fragile amore di “filia” a quello potente di Agape, l’amore a prescindere. E così per gli altri rapporti. Alle mogli bastano tre versetti per spiegare come devono vivere, ai mariti sono necessari ben nove versetti. Segno che l’impegno del marito verso la propria moglie non è minore di quello della moglie verso il marito e che forse gli uomini sono più lenti a comprendere.  

Ma soprattutto questo cammino sfocia nella unione perfetta con Dio, Colui che è perfettamente Uno e Trino insieme. Siamo una sola carne con Cristo! Siamo il suo Corpo! Egli ci cura e ci nutre, muore per noi, come un marito innamorato muore per la moglie. Grande è il mistero della comunità cristiana, della Chiesa.

 

 

Prima Lettura   Gs 24, 1-2.15-17.18b
Serviremo il Signore, perché egli è il nostro Dio.

sabato 21 agosto 2021

LE "ERESIE" DI BERGOGLIO? / 01/03. HA CAMBIATO IL PADRE NOSTRO E FATTO IL MESSALE DEL GRANDE RESET

 

Padre Nostro - James Tissot.

Dialogo sul web con persone profondamente turbate riguardo a papa Francesco. Purtroppo molti e anche alcuni organi di stampa continuano a fare campagna contro di lui, alimentando timori ed esasperazione riguardo a papa Francesco. In questo modo non aiutano a comprendere né chi è come uomo, né qual è la figura e il ruolo del Papa in generale.

Ma cerchiamo di vedere quali sono le accuse ricorrenti di eresia rivolte a Papa Bergoglio. Iniziamo dalle più semplici.

Ha cambiato il Padre Nostro, la preghiera che ci ha dato nostro Signore Gesù Cristo!

Gesù ci ha dato il Padre Nostro è vero, ma non in italiano. Quindi quello che noi leggiamo nella Bibbia e recitiamo pregando, è una traduzione che come tutte le traduzioni cerca di rendere al meglio le parole originali. A proposito si dice spesso questa battuta per far capire la difficoltà del tradurre da una lingua all’altra: “traduttore = traditore”.  Il testo del Padre nostro è uno dei brani difficili da tradurre. Infatti, secondo gli studiosi, il passaggio dall’aramaico parlato da Gesù al greco nel quale è stato scritto il Vangelo ha creato qualche difficoltà. Poi una stessa lingua evolve nel tempo. Per cui diventa necessario rivedere la traduzione usata precedentemente. Prendo solo un esempio: quando sono arrivato in Italia sentivo persone anziane, preti fare il segno di croce dicendo: “Nel nome del Padre, e del Figliuolo, e dello Spirito Santo”. Oggi sembrerebbe strano esprimersi così. Diciamo tutti: “Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”. Queste due osservazioni ci fanno capire perché si può cambiare anche la formula del Padre Nostro in italiano. Non cambia il messaggio d’amore che Gesù ci ha trasmesso. E sono vari anni che i cristiani di lingua francese e spagnola usano una nuova formula del Padre Nostro.

venerdì 20 agosto 2021

RUT: QUANDO L'AMORE DEGLI UMILI VINCE TUTTO / S. Bernardo, 20 agosto.

 


Gesù ricorda ciò che tutti sanno, ma che sfugge sempre: Amerai il Signore tuo Dio … e amerai il Prossimo tuo come te stesso. Gli ebrei ripetono lo Shemà tre volte al giorno e lo mettono scritto sulle loro porte nella Mezuzah. Sanno che le Dieci Parole cominciano con “Io sono il Signore tuo Dio” e finiscono con “al Prossimo tuo” e che questo non è casuale, ma che amare Dio e il Prossimo è l’essenza della Legge. Anche noi lo sappiamo. Eppure dopo duemila anni di cristianesimo fioriscono tra noi il rigetto di Dio e il misurare l’amore dovuto al prossimo a come mi piace, a quanto mi fa sentire bene, a quanta attenzione mi dona. Conoscere la Parola di Dio e ripeterla, meditandola, è fondamentale per non perdere l’Orizzonte della Salvezza, della crescita in umanità.

Al primato dell’amore e alla crescita in umanità, ci offre oggi un approccio preziosissimo la storia di Rut, una storia che trasmette tanta pace, la pace degli umili. Elimelec con sua moglie Noemi, da Betlemme cercano un po’ di fortuna nel paese di Moab, fuori dalla Terra Promessa, in mezzo ad un popolo considerato particolarmente impuro. Per un po’ di tempo le cose vanno benino e succede quello che succede sempre: i ragazzi, crescendo, si innamorano di ragazze del paese, pagane, e le sposano. Non sono matrimoni di cui vantarsi. Ma la vita si svolge pacificamente: tutti si vogliono bene. Purtroppo, uno dopo l’altro, Elimelec e i suoi due figli muoiono. Rimangono tre vedove insieme senza prospettive, e Noemi decide di ritornare al paese di origine per una ragione molto pratica: da un po’ di tempo i raccolti sono buoni lì, quindi è più facile vivere in una società ricca per delle donne che non ce la fanno a coltivare la terra da sole. Noemi è amorevole e concreta con le sue nuore e propone loro di lasciarla per rifarsi una vita, ripartendo dalla propria famiglia. Avrebbe bisogno, lei ormai anziana, di un aiuto, e sarebbe un suo diritto esigerlo, ma due giovani vedove straniere a Betlemme, che futuro avrebbero? Ma l’amore di una di loro, Rut, vince su tutte le difficoltà e la gente di Betlemme le accetta bonariamente. Gusteremo lo sviluppo della storia domani. Senza gesti eclatanti, senza protagonismi, l’amore sta per rovesciare un pregiudizio tenace contro i Moabiti e inserire Rut e Noemi nel progetto più grande che possa avere Dio: essere le antenate del Messia.  

Gli ebrei leggono il libro di Rut a Pentecoste, la festa del dono dei Dieci Comandamenti, che fanno di Israele un popolo diverso dagli altri popoli. Come mai? Gli ebrei sanno di essere un popolo testimone che accoglie e invita tutti quelli che sognano la libertà, la dignità dell’uomo, l’amore autentico come base della vita umana. Per noi cristiani che festeggiamo a Pentecoste il dono dello Spirito, compimento della Legge, noi che non siamo discendenti della Stirpe di Abramo ma, come Rut, figli di popoli  stranieri, questa umile storia è altrettanto straordinaria. Non sarebbe male leggere il libro di Rut a Pentecoste.

 

Prima Lettura  Rt 1,1.3-6.14-16.22
Venne Noemi, con Rut la moabita, e arrivò a Betlemme.

giovedì 19 agosto 2021

IEFTE: QUANDO E' GIUSTO INFRANGERE UN VOTO / giovedì XX sett. T.O. , dispari.

 


Iefte, un giudice di Israele, spinto dallo Spirito Santo, organizza una campagna militare a difesa del popolo. Per rendersi benevolo il Signore, egli fa voto di compiere un sacrificio umano: se tornerà vincitore, la prima persona che uscirà di casa sua sarà uccisa in olocausto a Dio. Pensava a qualche servo, ma ecco che esce festante la sua unica figlia. Per coerenza, Iefte la ucciderà con le proprie mani e la brucerà in onore del Signore.

Ci viene la pelle d’oca. Come può esistere questo? Quale Spirito Santo è presente? Questa storia terribile ci aiuta a fare discernimento.

1.      La Bibbia non dice che quello che ha fatto Iefte è buono, lo racconta soltanto.

2.      Se il primo impulso viene dallo Spirito non significa che tutto quello che fai dopo è giusto e viene da lui. Altrimenti i preti, chiamati dal Signore, sarebbero senza peccato e infallibili. Non è così. Anche il Papa si confessa. E quindi ognuno deve costantemente vivere in comunione con Dio e chiedere l’assistenza dello Spirito per compiere alla perfezione la missione voluta in origine da Dio.

3.      Vediamo anche la forza terribile dei condizionamenti. Sono di due tipi almeno. Quello personale e quello culturale, cioè della mentalità comune.

4.      Nella nostra Società in cui la parola data vale quasi nulla, ci impressiona la forza di questa nel caso di Iefte. Ma il suo voto non era secondo Dio. Egli avrebbe potuto salvare la sua figlia e rappresentare un progresso enorme per l’umanità se fosse stato del tutto libero dall’orgoglio, dalla vanità, disponibile all’umiltà e al dialogo con tutti di fronte ai problemi. Probabilmente gli mancava l’abitudine a dire: Scusatemi, ho sbagliato (mi è piaciuta molto questa battuta: “io sono una persona molto matura. Quando sbaglio chiedo scusa.  – Non ti ho mai sentito chiedere scusa… - Non ho mai sbagliato!). Probabilmente gli mancava l’interiorità necessaria per guardarsi nel profondo e mettersi in discussione.

5.      C'è anche il condizionamento esteriore, della mentalità comune. Se l’idea che i sacrifici umani sono un abominio per Dio fosse stata diffusa tra la  gente, sarebbe stato più facile per Iefte ritornare sui suoi passi, oppure tra i suoi guerrieri qualcuno avrebbe detto: Dài, capo, oggi il Signore ci ha dato la vittoria, è giornata di festa per tutti, prendiamo invece un bell’agnello e non ne parliamo più…. Invece cambiare in meglio le mentalità comuni è difficilissimo.

Per questo motivo, lo Spirito Santo ci insegna il discernimento nell’abbandono fiducioso ed esigente alla sua guida. Abbiamo bisogno di essere salvati, e poi ancora di convertirci giorno dopo giorno. La libertà interiore non è mai né completa né definitiva.

Sant’Agostino ci offre una parola di forza di fronte al male: “Iefte ha sbagliato nel fare quel voto, e, una volta fatto, ha sbagliato ancora nel metterlo in esecuzione”.

 

Prima Lettura   Gdc 11, 29-39
Chiunque uscirà per primo dalle porte di casa mia, io lo offrirò in olocausto. 

mercoledì 18 agosto 2021

FATTI CAPACITA' E IO MI FARO' TORRENTE / mercoledì XX sett. T.O., dispari

 


Povero Gedeone sbrigato in un giorno liturgico soltanto e l’indomani stiamo già alla sua sanguinosa successione: un suo figlio, Abimelec fa eliminare tutti i suoi fratellastri. L’immagine del rovo che non può offrire ombra ma dal quale esce un fuoco si realizzerà: la violenza di Abimelec e dei suoi compaesani di Sichem si ritorcerà contro di essi. Tutti moriranno in modo orribile. Violenza chiama violenza. Meglio avere il Dio di Gesù Cristo come re in tutto e per tutto e per sempre.

Ma come si comporta questo Dio? In modo strano per la nostra logica: a tutti gli operai della vigna viene data la stessa ricompensa, anche a chi ha lavorato un’ora soltanto. Annullati i meriti, le lunghe preghiere, i sacrifici, ecc. !?!?

Sì, è così, ma cerchiamo di vederci chiaro: Dio ha una sola misura, dare tutto sé stesso, sempre. Non c'è quindi nessuna differenza tra le persone? La differenza sta nella capacità di ricevere Dio. “Fatti capacità, io mi farò torrente” disse Gesù a Santa Caterina da Siena. “Svuotarsi dell’io e del mio per riempirmi di Dio” diceva don Adolfo l’Arco, salesiano di santa memoria. A 16 anni ho fatto un’esperienza di Dio attraverso una confessione a Pasqua che fu solo luce e pace. 10 anni dopo una confessione mi mise di fronte ad un combattimento, perché nel frattempo, pur facendo più o meno gli stessi peccati di sempre, mi ero allontanato con maggiore consapevolezza dalla grazia di Dio. MA LA SUA MISURA DI AMORE FU UGUALE, OSEREI DIRE MAGGIORE IN QUANTO AVEVO ANCHE MAGGIORE CONSAPEVOLEZZA DI LUI. Sembra contraddittorio ma è la verità. I miei peccati erano soggettivamente più gravi, ma questa confessione veniva ad inserirsi in un cammino di ricerca di Dio più maturo. E Dio non mi rinfacciò nulla. Facendomi misericordia mi scelse per servire il suo Regno. Il suo amore mi aveva accompagnato e sostenuto, “era cresciuto con me” per riprendere una stupenda espressione di santa Teresina.

Oggi rispondi alla sua chiamata, lasciati guidare in tutto dal suo amore!

 

Prima Lettura   Gdc 9, 6-15
Avete detto: Un re regni sopra di noi. Invece il Signore, vostro Dio, è vostro re.

martedì 17 agosto 2021

PERCHE' C'E' BISOGNO DI FIGURE COME GEDEONE? / martedì XX sett. T.O., dispari.

 



Nelle letture di oggi troviamo due reazioni che prorompono dal profondo del cuore: «se il Signore è con noi, perché ci è capitato tutto questo? Dove sono tutti i suoi prodigi?» dice Gedeone oppresso dai madianiti. «Allora, chi può essere salvato?» esclama Pietro.

La salvezza è al di là della nostra portata, delle nostre forze. Ma se Dio manda, la sua potenza si manifesta nella debolezza. Gedeone diventerà un grande leader in Israele e i mandianiti saranno respinti, Pietro porterà la salvezza al mondo.

Solo se Dio manda. Tutti gli “auto proclamati profeti” finiscono nel nulla, oppure, peggio, fanno sempre più spazio allo spirito negativo.

Quindi devo aspettare che Dio mi mandi o mandi un altro. Ma perché Dio permette tanta sofferenza e non interviene subito? Il problema è che se Dio fa chiamate molto forti quando le situazioni sono disperate, come nel caso di Gedeone, Dio chiama giorno dopo giorno tutti noi battezzati e non soltanto i battezzati.

Infatti Dio chiama tutto il suo popolo alla santità. Gesù non è morto sulla croce perché la maggior parte dei battezzati sia pantofolaia, ma è venuto ad accendere  un fuoco sulla terra. Se ognuno di noi accetta di servire giorno dopo giorno, lì dove si trova, con tutto il cuore, forse non ci sarà mai bisogno di grandi figure carismatiche come Gedeone, e certamente si vivrà molto meglio tutti. Da chi cominciamo? Dagli altri o da me? Nulla di  quello che faccio per il Signore è inutile ma mi porta alla gloria eterna.

 

 

Prima Lettura  Gdc 6, 11-24
Gedeone, salverai Israele: non ti mando forse io?

lunedì 16 agosto 2021

AVERE LA VITA ETERNA O ENTRARE NELLA VITA? / San Rocco, 16 agosto 2021

 


Il popolo ha giurato fedeltà a Dio che li ha salvati, nutriti nel deserto, protetti. Ma questa fedeltà non dura:  motivo? Sempre il cercare di avere qualcosa in più seguendo le menzogne del diavolo e l’influenza dei cananei presenti nella regione e i loro suggestivi culti della fecondità. È, come sempre, l’abbaglio della ricchezza, che sia realmente posseduta o solo agognata, desiderata, riverita nel potente.

Gesù incontra lo stesso ostacolo. Mentre egli è quasi pignolo – secondo i nostri criteri, ma questa insistenza di Gesù vorrà pur dire qualcosa – nel richiamare alla purezza del culto verso il Santo d'Israele: “Buono è uno solo”, quel tale che lo interroga sulla vita eterna è lontano da questa purezza pur essendo molto religioso. Infatti quel giovane si avvicina a Dio con un atteggiamento falsato. Si vede subito dal confronto tra due verbi. Lui che ha molte ricchezze vuole “avere la vita eterna”, completare la sua ricchezza, renderla più solida. Gesù gli propone di “entrare nella vita” spogliandosi.

San Rocco, spinto dallo Spirito Santo, si fece pellegrino, mendicante, poverissimo e penitente, ma la sua esperienza di Dio divenne un tesoro infinito e ricchezza per tutti quelli che lo avvicinavano. 

 

Prima Lettura   Gdc 2, 11-19
Il Signore fece sorgere dei giudici, ma neppure a  loro davano ascolto.