Povero Gedeone sbrigato in un giorno liturgico
soltanto e l’indomani stiamo già alla sua sanguinosa successione: un suo figlio,
Abimelec fa eliminare tutti i suoi fratellastri. L’immagine del rovo che non può
offrire ombra ma dal quale esce un fuoco si realizzerà: la violenza di Abimelec
e dei suoi compaesani di Sichem si ritorcerà contro di essi. Tutti moriranno in
modo orribile. Violenza chiama violenza. Meglio avere il Dio di Gesù Cristo come
re in tutto e per tutto e per sempre.
Ma come si comporta questo Dio? In modo strano per la
nostra logica: a tutti gli operai della vigna viene
data la stessa ricompensa, anche a chi ha lavorato un’ora soltanto. Annullati i
meriti, le lunghe preghiere, i sacrifici, ecc. !?!?
Sì, è così, ma cerchiamo di vederci chiaro: Dio ha una sola misura,
dare tutto sé stesso, sempre. Non c'è quindi nessuna differenza tra le persone?
La differenza sta nella capacità di ricevere Dio. “Fatti capacità, io mi farò
torrente” disse Gesù a Santa Caterina da Siena. “Svuotarsi dell’io e del
mio per riempirmi di Dio” diceva don Adolfo l’Arco, salesiano di santa memoria. A 16 anni ho fatto un’esperienza di Dio attraverso una confessione a Pasqua
che fu solo luce e pace. 10 anni dopo una confessione mi mise di fronte ad un
combattimento, perché nel frattempo, pur facendo più o meno gli stessi peccati
di sempre, mi ero allontanato con maggiore consapevolezza dalla grazia di Dio.
MA LA SUA MISURA DI AMORE FU UGUALE, OSEREI DIRE MAGGIORE IN QUANTO AVEVO ANCHE
MAGGIORE CONSAPEVOLEZZA DI LUI. Sembra contraddittorio ma è la verità. I miei
peccati erano soggettivamente più gravi, ma questa confessione veniva ad inserirsi
in un cammino di ricerca di Dio più maturo. E Dio non mi rinfacciò nulla. Facendomi
misericordia mi scelse per servire il suo Regno. Il suo amore mi aveva accompagnato
e sostenuto, “era cresciuto con me” per riprendere una stupenda espressione di
santa Teresina.
Oggi rispondi alla sua chiamata, lasciati guidare in
tutto dal suo amore!
Prima
Lettura Gdc 9, 6-15
Avete detto: Un re regni sopra di noi. Invece il Signore, vostro
Dio, è vostro re.
Dal libro dei Giudici
In quei giorni, tutti i signori di Sichem e tutta Bet Millo si radunarono e andarono a proclamare re Abimèlec, presso la Quercia della Stele, che si trova a Sichem.
Ma Iotam, informato della cosa, andò a porsi sulla sommità del monte Garizìm e, alzando la voce, gridò: «Ascoltatemi, signori di Sichem, e Dio ascolterà voi!
Si misero in cammino gli alberi
per ungere un re su di essi.
Dissero all’ulivo:
“Regna su di noi”.
Rispose loro l’ulivo:
“Rinuncerò al mio olio,
grazie al quale
si onorano dèi e uomini,
e andrò a librarmi sugli alberi?”.
Dissero gli alberi al fico:
“Vieni tu, regna su di noi”.
Rispose loro il fico:
“Rinuncerò alla mia dolcezza
e al mio frutto squisito,
e andrò a librarmi sugli alberi?”.
Dissero gli alberi alla vite:
“Vieni tu, regna su di noi”.
Rispose loro la vite:
“Rinuncerò al mio mosto,
che allieta dèi e uomini,
e andrò a librarmi sugli alberi?”.
Dissero tutti gli alberi al rovo:
“Vieni tu, regna su di noi”.
Rispose il rovo agli alberi:
“Se davvero mi ungete re su di voi,
venite, rifugiatevi alla mia ombra;
se no, esca un fuoco dal rovo
e divori i cedri del Libano”».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 20
Signore, il re gioisce della tua potenza!
Signore,
il re gioisce della tua potenza!
Quanto esulta per la tua vittoria!
Hai esaudito il desiderio del suo cuore,
non hai respinto la richiesta delle sue labbra.
Gli
vieni incontro con larghe benedizioni,
gli poni sul capo una corona di oro puro.
Vita ti ha chiesto, a lui l’hai concessa,
lunghi giorni in eterno, per sempre.
Grande
è la sua gloria per la tua vittoria,
lo ricopri di maestà e di onore,
poiché gli accordi benedizioni per sempre,
lo inondi di gioia dinanzi al tuo volto.
Canto al Vangelo Eb 4,12
Alleluia, alleluia.
La parola di Dio è viva, efficace;
discerne i sentimenti e i pensieri del cuore.
Alleluia.
Vangelo Mt 20, 1-16
Sei invidioso perché io sono buono?
Dal
vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per
prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un
denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del
mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro:
“Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi
andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto.
Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro:
“Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero:
“Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi
nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i
lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”.
Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro.
Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma
anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro
il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai
trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio
torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene.
Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie
cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”.
Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».
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