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giovedì 19 agosto 2021

IEFTE: QUANDO E' GIUSTO INFRANGERE UN VOTO / giovedì XX sett. T.O. , dispari.

 


Iefte, un giudice di Israele, spinto dallo Spirito Santo, organizza una campagna militare a difesa del popolo. Per rendersi benevolo il Signore, egli fa voto di compiere un sacrificio umano: se tornerà vincitore, la prima persona che uscirà di casa sua sarà uccisa in olocausto a Dio. Pensava a qualche servo, ma ecco che esce festante la sua unica figlia. Per coerenza, Iefte la ucciderà con le proprie mani e la brucerà in onore del Signore.

Ci viene la pelle d’oca. Come può esistere questo? Quale Spirito Santo è presente? Questa storia terribile ci aiuta a fare discernimento.

1.      La Bibbia non dice che quello che ha fatto Iefte è buono, lo racconta soltanto.

2.      Se il primo impulso viene dallo Spirito non significa che tutto quello che fai dopo è giusto e viene da lui. Altrimenti i preti, chiamati dal Signore, sarebbero senza peccato e infallibili. Non è così. Anche il Papa si confessa. E quindi ognuno deve costantemente vivere in comunione con Dio e chiedere l’assistenza dello Spirito per compiere alla perfezione la missione voluta in origine da Dio.

3.      Vediamo anche la forza terribile dei condizionamenti. Sono di due tipi almeno. Quello personale e quello culturale, cioè della mentalità comune.

4.      Nella nostra Società in cui la parola data vale quasi nulla, ci impressiona la forza di questa nel caso di Iefte. Ma il suo voto non era secondo Dio. Egli avrebbe potuto salvare la sua figlia e rappresentare un progresso enorme per l’umanità se fosse stato del tutto libero dall’orgoglio, dalla vanità, disponibile all’umiltà e al dialogo con tutti di fronte ai problemi. Probabilmente gli mancava l’abitudine a dire: Scusatemi, ho sbagliato (mi è piaciuta molto questa battuta: “io sono una persona molto matura. Quando sbaglio chiedo scusa.  – Non ti ho mai sentito chiedere scusa… - Non ho mai sbagliato!). Probabilmente gli mancava l’interiorità necessaria per guardarsi nel profondo e mettersi in discussione.

5.      C'è anche il condizionamento esteriore, della mentalità comune. Se l’idea che i sacrifici umani sono un abominio per Dio fosse stata diffusa tra la  gente, sarebbe stato più facile per Iefte ritornare sui suoi passi, oppure tra i suoi guerrieri qualcuno avrebbe detto: Dài, capo, oggi il Signore ci ha dato la vittoria, è giornata di festa per tutti, prendiamo invece un bell’agnello e non ne parliamo più…. Invece cambiare in meglio le mentalità comuni è difficilissimo.

Per questo motivo, lo Spirito Santo ci insegna il discernimento nell’abbandono fiducioso ed esigente alla sua guida. Abbiamo bisogno di essere salvati, e poi ancora di convertirci giorno dopo giorno. La libertà interiore non è mai né completa né definitiva.

Sant’Agostino ci offre una parola di forza di fronte al male: “Iefte ha sbagliato nel fare quel voto, e, una volta fatto, ha sbagliato ancora nel metterlo in esecuzione”.

 

Prima Lettura   Gdc 11, 29-39
Chiunque uscirà per primo dalle porte di casa mia, io lo offrirò in olocausto. 

Dal libro dei Giudici
In quei giorni, lo spirito del Signore venne su Iefte ed egli attraversò Gàlaad e Manasse, passò a Mispa di Gàlaad e da Mispa di Gàlaad raggiunse gli Ammoniti.
Iefte fece voto al Signore e disse: «Se tu consegni nelle mie mani gli Ammoniti, chiunque uscirà per primo dalle porte di casa mia per venirmi incontro, quando tornerò vittorioso dagli Ammoniti, sarà per il Signore e io lo offrirò in olocausto».
Quindi Iefte raggiunse gli Ammoniti per combatterli e il Signore li consegnò nelle sue mani. Egli li sconfisse da Aroèr fin verso Minnit, prendendo loro venti città, e fino ad Abel Cheramìm. Così gli Ammoniti furono umiliati davanti agli Israeliti.
Poi Iefte tornò a Mispa, a casa sua; ed ecco uscirgli incontro la figlia, con tamburelli e danze. Era l’unica figlia: non aveva altri figli né altre figlie. Appena la vide, si stracciò le vesti e disse: «Figlia mia, tu mi hai rovinato! Anche tu sei con quelli che mi hanno reso infelice! Io ho dato la mia parola al Signore e non posso ritirarmi».
Ella gli disse: «Padre mio, se hai dato la tua parola al Signore, fa’ di me secondo quanto è uscito dalla tua bocca, perché il Signore ti ha concesso vendetta sugli Ammoniti, tuoi nemici». Poi disse al padre: «Mi sia concesso questo: lasciami libera per due mesi, perché io vada errando per i monti a piangere la mia verginità con le mie compagne».
Egli le rispose: «Va’!», e la lasciò andare per due mesi. Ella se ne andò con le compagne e pianse sui monti la sua verginità. Alla fine dei due mesi tornò dal padre ed egli compì su di lei il voto che aveva fatto.   

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 39
Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.

Beato l’uomo che ha posto la sua fiducia nel Signore
e non si volge verso chi segue gli idoli
né verso chi segue la menzogna.

Sacrificio e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto,
non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.
Allora ho detto: «Ecco, io vengo.

Nel rotolo del libro su di me è scritto
di fare la tua volontà:
mio Dio, questo io desidero;
la tua legge è nel mio intimo».

Ho annunciato la tua giustizia
nella grande assemblea;
vedi: non tengo chiuse le labbra,
Signore, tu lo sai.  

Canto al Vangelo
    Sal 94,8
Alleluia, alleluia.

Oggi non indurite il vostro cuore,
ma ascoltate la voce del Signore.
Alleluia.


Vangelo   
Mt 22, 1-14
Tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze. 

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse:
«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire.
Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.
Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.
Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”.
Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

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