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lunedì 9 agosto 2021

VENITE VOI TUTTI, DEPRESSI E SMARRITI, ALL'EUCARISTIA / XIX Dom T.O., B

 

Elia nel deserto - Daniele da Volterra, Galleria degli Uffizi.

La prima lettura è la migliore illustrazione della necessità di cibarsi dell’Eucaristia. È un invito per tutti, specialmente i depressi, quelli che hanno perso ogni gusto alla vita, ogni progettualità. Elia è talmente stanco e scoraggiato che vuol morire. Non trova niente di buono in sé. Ha vinto in modo strepitoso il male sul monte Carmelo eliminando il culto dei baal, riportando il popolo e il re all’Alleanza con Jahvé. Ma è veramente così? Non solo la regina Gezabele non si convince ma contrattacca e minaccia Elia, ed ecco che lui si sente abbandonato, prende paura e fugge. Il male non avrà dunque mai fine? E se adesso ho paura come potrò continuare la lotta contro il male nel popolo? Sapendo che sono fuggito,  il re così debole e ambiguo non si rivolgerà forse di nuovo agli idoli, lasciandosi dominare dalla  regina? E il popolo? Elia non ha più progetti, non ha più strada davanti a sé. Stava correndo solo per allontanarsi dalla minaccia di Gezabele. Quando si hanno progetti, quando si è portati dal successo, si trovano energie dentro sé stessi. Ma quando sperimenti il fallimento, tutte le energie sembrano svanire in un attimo, almeno quelle che sono orientate al bene, attraverso la disciplina, la rinuncia a sé stessi..

Ed ecco l’angelo che propone ad Elia di mangiare un alimento miracoloso, non un volta soltanto ma più volte. Con quel pane e quell’acqua, Elia marcia per 40 giorni e 40 notti. E arriva al monte di Dio. Perché quel pane è in sé stesso la strada, la guida.

Forse dentro di noi c'è ancora l’idea che l’Eucaristia sia un premio per i puri, un punto di arrivo, mentre è un cibo per poter camminare. Specialmente tu che ora sei scoraggiato, pronto ad arrenderti, vieni con fede al Pane di vita e il Signore ti rialzerà.


Prima Lettura   1 Re 19, 4-8
Con la forza di quel cibo camminò fino al monte di Dio.

Dal primo libro dei Re

In quei giorni, Elia s'inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto una ginestra. Desideroso di morire, disse: «Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri». Si coricò e si addormentò sotto la ginestra.
Ma ecco che un angelo lo toccò e gli disse: «Alzati, mangia!». Egli guardò e vide vicino alla sua testa una focaccia, cotta su pietre roventi, e un orcio d'acqua. Mangiò e bevve, quindi di nuovo si coricò.

Tornò per la seconda volta l'angelo del Signore, lo toccò e gli disse: «Alzati, mangia, perché è troppo lungo per te il cammino». Si alzò, mangiò e bevve. Con la forza di quel cibo camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l'Oreb.

 
Salmo Responsoriale 
   Dal Salmo 33/34
Gustate e vedete com'è buono il Signore.
 

Benedirò il Signore in ogni tempo,

sulla mia bocca sempre la sua lode.

Io mi glorio nel Signore:

i poveri ascoltino e si rallegrino.

 

Magnificate con me il Signore,

esaltiamo insieme il suo nome.

Ho cercato il Signore: mi ha risposto

e da ogni mia paura mi ha liberato.

 

Guardate a lui e sarete raggianti,

i vostri volti non dovranno arrossire.

Questo povero grida e il Signore lo ascolta,

lo salva da tutte le sue angosce.

 

L'angelo del Signore si accampa

attorno a quelli che lo temono, e li libera.

Gustate e vedete com'è buono il Signore;

beato l'uomo che in lui si rifugia.
 
Seconda Lettura 
  Ef 4, 30 - 5, 2
Camminate nella carità come Cristo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini

Fratelli, non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, con il quale foste segnati per il giorno della redenzione.

Scompaiano da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenze con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo.

Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore.


Canto al Vangelo
   Gv 6,51 
Alleluia, alleluia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore,
se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.
Alleluia.

 

Vangelo   Gv 6, 41-51
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, i Giudei si misero a mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: "Sono disceso dal cielo"?».

Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: "E tutti saranno istruiti da Dio". Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.

Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

 


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