Elia nel deserto - Daniele da Volterra, Galleria degli Uffizi. |
La prima lettura è la migliore
illustrazione della necessità di cibarsi dell’Eucaristia. È un invito per tutti,
specialmente i depressi, quelli che hanno perso ogni gusto alla vita, ogni progettualità.
Elia è talmente stanco e scoraggiato che vuol morire. Non trova niente di buono
in sé. Ha vinto in modo strepitoso il male sul monte Carmelo eliminando il
culto dei baal, riportando il popolo e il re all’Alleanza con Jahvé. Ma è
veramente così? Non solo la regina Gezabele non si convince ma contrattacca e
minaccia Elia, ed ecco che lui si sente abbandonato, prende paura e fugge. Il
male non avrà dunque mai fine? E se adesso ho paura come potrò continuare la
lotta contro il male nel popolo? Sapendo che sono fuggito, il re così debole e ambiguo non si rivolgerà
forse di nuovo agli idoli, lasciandosi dominare dalla regina? E il popolo? Elia non ha più
progetti, non ha più strada davanti a sé. Stava correndo solo per allontanarsi
dalla minaccia di Gezabele. Quando si hanno progetti, quando si è portati dal
successo, si trovano energie dentro sé stessi. Ma quando sperimenti il
fallimento, tutte le energie sembrano svanire in un attimo, almeno quelle che
sono orientate al bene, attraverso la disciplina, la rinuncia a sé stessi..
Ed ecco l’angelo che propone ad Elia di
mangiare un alimento miracoloso, non un volta soltanto ma più volte. Con quel
pane e quell’acqua, Elia marcia per 40 giorni e 40 notti. E arriva al monte di
Dio. Perché quel pane è in sé stesso la strada, la guida.
Forse dentro di noi c'è ancora l’idea che l’Eucaristia
sia un premio per i puri, un punto di arrivo, mentre è un cibo per poter
camminare. Specialmente tu che ora sei scoraggiato, pronto ad arrenderti, vieni
con fede al Pane di vita e il Signore ti rialzerà.
Prima
Lettura 1 Re 19, 4-8
Con la forza di quel cibo camminò fino al
monte di Dio.
Dal primo libro dei Re
In quei giorni, Elia s'inoltrò nel
deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto una ginestra. Desideroso
di morire, disse: «Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono
migliore dei miei padri». Si coricò e si addormentò sotto la ginestra.
Ma ecco che un angelo lo toccò e gli disse: «Alzati, mangia!». Egli guardò e
vide vicino alla sua testa una focaccia, cotta su pietre roventi, e un orcio
d'acqua. Mangiò e bevve, quindi di nuovo si coricò.
Tornò per la seconda volta l'angelo del Signore, lo
toccò e gli disse: «Alzati, mangia, perché è troppo lungo per te il cammino».
Si alzò, mangiò e bevve. Con la forza di quel cibo camminò per quaranta giorni
e quaranta notti fino al monte di Dio, l'Oreb.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 33/34
Gustate e vedete com'è buono il Signore.
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.
Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.
Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.
L'angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com'è buono il Signore;
beato
l'uomo che in lui si rifugia.
Seconda Lettura Ef 4, 30 - 5, 2
Camminate nella carità come Cristo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini
Fratelli, non vogliate rattristare lo
Spirito Santo di Dio, con il quale foste segnati per il giorno della
redenzione.
Scompaiano da voi ogni asprezza, sdegno,
ira, grida e maldicenze con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli
uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha
perdonato a voi in Cristo.
Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi,
e camminate nella carità, nel modo in cui anche Cristo ci ha amato e ha dato se
stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore.
Canto al Vangelo Gv 6,51
Alleluia, alleluia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore,
se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.
Alleluia.
Vangelo Gv 6, 41-51
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, i Giudei si misero a
mormorare contro Gesù perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo».
E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non
conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: "Sono disceso dal
cielo"?».
Gesù rispose loro: «Non mormorate tra
voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io
lo risusciterò nell'ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: "E tutti
saranno istruiti da Dio". Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da
lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene
da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita
eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri
padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che
discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo,
disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che
io darò è la mia carne per la vita del mondo».
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