I primi cristiani di Tessalonica formano una bella comunità
di cui si complimenta Paolo. Vede in loro molto impegno: fede operosa,
carità anche quando è faticosa, e speranza ferma nella ricompensa immensa che il
Signore Gesù porterà alla sua prossima venuta.
Come mai i tessalonicesi si impegnano così tanto?
Volontarismo, moralismo, oppure orgoglio di sentirsi migliori degli
altri? No. Ah, certo, la ricompensa!… Si lavora tanto per una ricompensa in
denaro, per una posizione, una promozione, … Ma la ricompensa che porterà il Signore
Gesù non è denaro, non è una promozione terrena.
La risposta sta in quello che afferma Paolo: “Sappiamo bene, fratelli amati da Dio, che siete stati scelti da
lui. Il nostro Vangelo, infatti, non si diffuse fra voi soltanto per mezzo
della parola, ma anche con la potenza dello Spirito Santo e con profonda
convinzione”.
I cristiani
di Tessalonica sanno, assieme ai loro evangelizzatori, di essere stati chiamati
per nome da Dio, scelti per essere figli di Dio e per una missione: essere sale
e luce nel mondo. Lo sanno perché hanno fatto esperienza dello Spirito Santo che
ha cambiato i loro cuori. Non sono filosofi che riflettono sui mali della
società, o filantropi che sognano un progetto di vita migliore per tutti, ma persone amate da Dio. Da lì viene tutto il resto: nessuno dice loro “dovete”,
nessun moralismo, nessun volontarismo. Questo Spirito l’hanno anche "respirato" vedendo
la convinzione e la testimonianza di vita dei loro evangelizzatori.
Certo questa fede deve essere nutrita, consolidata,
difesa nei momenti di buio e di tentazione. Ma la
radice, la linfa è l’esperienza dell’amore vivo e gratuito di Dio.
Invece, senza l’esperienza dello Spirito Santo lo zelo dei farisei diventa moralismo, intimamente violento, che alla lunga scade in doppiezza di vita.
Prima
Lettura 1 Ts 1,2-5.8-10
Vi siete convertiti dagli idoli a Dio, per attendere il suo Figlio
che egli ha risuscitato.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
Paolo e Silvano e Timòteo alla Chiesa dei Tessalonicési che è in Dio Padre e nel Signore Gesù Cristo: a voi, grazia e pace.
Rendiamo sempre grazie a Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere e tenendo continuamente presenti l’operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la fermezza della vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo, davanti a Dio e Padre nostro.
Sappiamo bene, fratelli amati da Dio, che siete stati scelti da lui. Il nostro Vangelo, infatti, non si diffuse fra voi soltanto per mezzo della parola, ma anche con la potenza dello Spirito Santo e con profonda convinzione: ben sapete come ci siamo comportati in mezzo a voi per il vostro bene.
La vostra fede in Dio si è diffusa dappertutto, tanto che non abbiamo bisogno di parlarne. Sono essi infatti a raccontare come noi siamo venuti in mezzo a voi e come vi siete convertiti dagli idoli a Dio, per servire il Dio vivo e vero e attendere dai cieli il suo Figlio, che egli ha risuscitato dai morti, Gesù, il quale ci libera dall’ira che viene.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 149
Il Signore ama il suo popolo.
Cantate
al Signore un canto nuovo;
la sua lode nell’assemblea dei fedeli.
Gioisca Israele nel suo creatore,
esultino nel loro re i figli di Sion.
Lodino
il suo nome con danze,
con tamburelli e cetre gli cantino inni.
Il Signore ama il suo popolo,
incorona i poveri di vittoria.
Esultino
i fedeli nella gloria,
facciano festa sui loro giacigli.
Le lodi di Dio sulla loro bocca:
questo è un onore per tutti i suoi fedeli.
Canto al Vangelo Gv 10,27
Alleluia, alleluia.
Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore,
e io le conosco ed esse mi seguono.
Alleluia.
Vangelo Mt 23, 13-22
Guai a voi, guide cieche.
Dal
vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù parlò dicendo:
«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti
alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che
vogliono entrare.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per
fare un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geènna
due volte più di voi.
Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se uno giura per il tempio, non conta
nulla; se invece uno giura per l’oro del tempio, resta obbligato”. Stolti e
ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che rende sacro l’oro? E dite
ancora: “Se uno giura per l’altare, non conta nulla; se invece uno giura per
l’offerta che vi sta sopra, resta obbligato”. Ciechi! Che cosa è più grande:
l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta? Ebbene, chi giura per l’altare,
giura per l’altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura
per il tempio e per Colui che lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il
trono di Dio e per Colui che vi è assiso».
Nessun commento:
Posta un commento