Visualizzazioni totali

lunedì 30 settembre 2019

NON DIMENTICATE L'OSPITALITA' / Giornata mondiale dei migranti e dei rifugiati

"Non dimenticate l'ospitalità; alcuni, praticandola,
senza saperlo hanno accolto degli angeli" (Ebrei 13,2)

Ieri era la Giornata mondiale dei migranti e dei rifugiati. Non l'avevo dimenticato ma non si riesce a seguire tutto.
Forse molti di noi non ci facevamo tanto caso prima, ma questa Giornata è stata istituita da Papa Pio X nel 1914, più di un secolo fa. Così comprendiamo che il problema e la sorte difficilissima di chi deve lasciare la propria casa e il proprio paese per non essere ucciso oppure per fuggire dalla fame e la miseria non è qualcosa di nuovo. In particolare Papa Pio X pensava alla migrazione massiva di italiani dalla miseria verso paesi come la Francia e altri paesi europei ma anche verso gli Stati Uniti, verso l’Australia e … l’America del Sud. C'erano anche i rifugiati. Per citare un solo esempio c'è stato in quel tempo il genocidio degli Armeni, più di un milione di persone uccise, tutti cristiani.

PER AIUTARTI A CAPIRE / san Girolamo 30 settembre

San Girolamo - Lionello.

 “nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande”.
Gesù deve ritornare spesso sull’umiltà, sulla tentazione di occupare i primi posti, di essere il leader, detentori assoluti della verità, ecc. Lo fa con l’insegnamento e con gesti di servizio e di umiltà. Visto ciò che è successo nella Chiesa durante i secoli in fatto di clericalismo, trionfalismo, esportazione e imposizione del proprio modello culturale (occidentale) anche se non era il modello originale di Gesù, in fatto di titoli di monsignore, eccellenza, eminenza, tiare, scarpe rosse, baciamano e vita di lusso dei principi della Chiesa, cosa non sarebbe successo se non ci fosse stata la Scrittura a darci dei punti fermi?!?
Al Concilio di Trento (1500) c'era il problema della traduzione della Bibbia nelle lingue moderne accanto a quella in latino che la gente non comprendeva più. Alcuni cardinali si opponevano, dicendo che le traduzioni esistenti erano opera di eretici. Il Concilio non condannò le traduzioni. In particolare il rappresentante del Papa diceva che se una traduzione è fedele non importa se chi l’ha fatta è un eretico o meno, e che, in realtà, se qualcuno non voleva che la gente potesse leggere direttamente la Scrittura nella propria lingua era perché questa denunciava il suo modo di vivere molto lontano dal modello di Gesù e degli apostoli. Non gli conveniva che il popolo potesse fare certi paragoni. Riguardo al rischio di interpretazioni errate, egli affermava che la gente comune cerca gli esempi di santità, di generosità, di pietà, di umanità, e non concetti astratti. Per le questioni di fede e di dogma, egli insisteva che tutto dipendeva dal pastore. Se il popolo aveva fiducia nel suo pastore, lo sentiva vicino e un autentico testimone della fede, avrebbe accettato attraverso di lui le spiegazioni che dona la Chiesa. Che parole sagge! Già nel 1100 un vescovo si era spaventato perché gruppi di contadini si riunivano per leggere il Vangelo. Il Papa gli rispose che non si poteva vietare a dei battezzati di leggere il Vangelo, bastava accompagnarli e vigilare sull’ortodossia dei loro discorsi.
È sorprendente costatare che coloro che vogliono celebrare ancora la Messa in latino secondo il rito anteriore al Concilio Vaticano II, vogliano anche leggere le letture in latino, qualcuno perfino il Vangelo mentre si era cominciato già prima del Concilio ad imporre di leggere almeno il Vangelo nella lingua della gente la domenica. Meno comprendi meno farai domande meglio posso condurti nel Mistero”. Così fanno tutte le sette.
San Girolamo (347 – 420) portò a termine una nuova traduzione della Bibbia in latino perché la gente non comprendeva più il greco che qualche secolo prima si parlava comunemente anche a Roma e le traduzioni latine esistenti non erano molto accurate. La sua traduzione divenne la Vulgata, la traduzione comune nella Chiesa. Poi la gente comprese sempre meno il latino e divenne necessario tradurre in altre lingue. Papa Benedetto, allargando la possibilità di celebrare secondo il Messale del 1962 chiese che i partecipanti abbiano un dominio della lingua latina tale da poter comprendere agevolmente le preghiere e le letture. Non mi risulta che ci siano persone tali in parrocchia. Invece ci sono tantissime persone che ignorano la Scrittura, che non ne fanno il loro pane quotidiano. Benediciamo lo Spirito Santo che ci ha donato il Concilio Vaticano II che ci ha aperto i tesori della Scrittura e diffondiamo questo Pane di Vita. Diceva san Girolamo: “Ignorare la Scrittura è ignorare Cristo”, e “Tutta la Scrittura è Cristo”. Ma, senza Comunità non c'è Scrittura viva.

Prima Lettura   Zc 8, 1-8
Io salvo il mio popolo dall'Oriente e dall'Occidente.

domenica 29 settembre 2019

ASCOLTARE, NON SENTIRE / XXVI domenica T.O.


Un ricco senza nome finisce all’inferno e i suoi fratelli rischiano la stessa sorte, il povero alla sua porta va in paradiso. Il ricco esagerava davvero, la porpora corrisponderebbe oggi ai capi di alta moda. Il povero Lazzaro non è descritto come buono ma solo nella sua estrema indigenza e Dio lo consola con la vita eterna dei mali e dell’abbandono sofferti. È una osservazione importante. Ma la parabola è rivolta ai discepoli che sbarcano degnamente il lunario o anche un po’ meglio. Quindi la domanda è cosa fare per andare in paradiso se ho dei beni? Condividere evidentemente. Anche perché, pur non vestendo di porpora, collettivamente, di fronte alla povertà del mondo noi tutti siamo questo ricco. La Giornata dell’Immigrazione celebrata oggi ce lo ricorda. Ma la soluzione precisa che offre Gesù è di ASCOLTARE MOSE’ E I PROFETI. Il ricco era un ebreo, andava alla Sinagoga, aveva Mosè e i Profeti, ma sentiva soltanto, non ascoltava. Quante volte anch'io sento e non ascolto!... Quante volte preferisco notizie di apparizioni, di esperienze “mistiche”, di preghiere specialmente efficaci o di luoghi privilegiati all’approfondire la Parola!...  
Ma oggi tra noi ci sono tanti, tantissimi, che non hanno mai sentito “Mosè e i Profeti”. Per lo più la loro catechesi è da Prima Comunione. Infatti c'è pochissima offerta di catechesi agli adulti.  Abbiamo trasformato il Cristianesimo in qualcosa per i bambini. Talvolta perché pensiamo che non siamo in grado di dare risposte agli adulti. O che il cristianesimo stesso non sappia rispondere e sostenere una vita adulta nella società di oggi. Ho sentito dame catechiste dire che da 13 fino a 60 anni non si può essere cristiani! Mentre Gesù non parlava ai bambini!!!! Gesù nel Vangelo non ha mai fatto catechesi ai bambini. Li benediceva, li abbracciava e poi li rimetteva ai loro genitori. Secondo la Bibbia, è la famiglia, è il padre che deve trasmettere la fede, la sua fede vissuta ai suoi figli. E noi? facciamo catechesi quasi solo ai bambini! Quello che si dice ai bambini è vero, santo, ma un adulto ha problemi, responsabilità e una visione della vita diversi. A 22 anni quando ho cominciato a lavorare mi sono chiesto se il Cristianesimo aveva risposte per la mia vita di adulto e mi sono reso conto che come insieme coerente avevo il catechismo dei miei dieci anni. Più tardi mentre cercavo certezze di fede il Signore mi ha fatto prendere coscienza che non avevo mai letto, nemmeno una volta, il Vangelo dalla prima pagina all’ultima, mentre avevo letto – e studiato – libri molto più grossi. Mi ricordo ancora l’immenso senso di vergogna che ho provato. Dubitavo, criticavo qualcosa che non conoscevo. Quanti non hanno nemmeno l'inizio della conoscenza del Cristianesimo.
La parrocchia offre (dal primo ottobre) catechesi per adulti. Approfittiamone per venire, e per invitare. Che tutti abbiano “Mosè e i Profeti”, anzi, Gesù Cristo risorto e la certezza della fede. Se Abramo ha potuto, lui vecchio, lasciare al nipote Lot la scelta dei pascoli migliori è perché era pieno della promessa di Dio che valeva più di tutto il resto. Se alcuni cristiani, ancora oggi, preferiscono morire piuttosto che abbandonare il Signore non è perché dicono: “secondo me ci deve essere qualcosa lassù! Chi sa?”, ma perché sono certi, perché hanno incontrato il Signore risorto, perché hanno fatto esperienza di Lui! Allora possono condividere, perché il Signore gli ha riservato meglio di abiti di porpora e lauti banchetti.

Prima Lettura  Am 6, 1.4-7
Ora cesserà l’orgia dei dissoluti.

sabato 28 settembre 2019

COM'E' DIFFICILE "METTERSI BENE IN MENTE" / sabato


Dio ha progetti più grandi dei nostri! Vogliamo contare, “misurare Gerusalemme” come dice la prima lettura. Quando Davide volle misurare, fare un censimento del popolo, era a scopo militare: guarda che io posso sconfiggerti!, era la diplomazia della guerra, o peggio, progetti bellici. Davide si rende conto allora che ha offeso il Signore con questo spirito di potenza e si pente. Dio invece vuole il bene del suo popolo e la sua gloria con altri mezzi, altre vie.
Il progetto di Dio però passa per la croce e benché Gesù vada piano per svelarlo (parla molto chiaro - "mettetevi bene in mente" - ma per gradi!) gli apostoli non riescono a recepire il suo discorso, né a fargli domande. Noi accettiamo la croce come simbolo, come parola, ma nella vita pratica non siamo meglio degli apostoli e fuggiamo continuamente quando tocca o potrebbe toccare concretamente la nostra vita.
Prendiamo almeno coscienza di questo: come gli apostoli, come tutti quanti, non comprendiamo quello che è il cuore della nostra fede, non osiamo chiarire, fare domande, preferiamo non pensarci. Questo condiziona tutto il nostro vivere agire e pensare. Al punto che costruiamo una religione diversa del Cristianesimo pur sotto etichette cristiane, fino a toglierle ogni senso.
Almeno prendiamo coscienza di questo nostro eludere continuamente il centro della nostra fede, la morte infamante e terribile in croce e la risurrezione nel suo vero corpo di Gesù di Nazareth, l’Unto di Dio. Questo centro è il Kerigma sul quale è fondato tutto. Noi invece, come minimo giriamo in tondo senza camminare, al peggio prendiamo veramente una via diversa da quella indicata dal Signore per salvarci.

Prima Lettura  Zc 2, 5-9.14-15
Io vengo ad abitare in mezzo a te.

venerdì 27 settembre 2019

COSA SI MANGIA A CENA? / san Vincenzo de' Paoli



«Le folle, chi dicono che io sia?». Gesù parte da lontano per rivolgere la domanda agli apostoli. Saggio metodo per introdurre una domanda semplice ma molto impegnativa: «Ma voi, ...?»
E tu, chi è Cristo per te? Dobbiamo rispondere a questa domanda ogni giorno diceva papa Paolo VI. Metterci davanti a Cristo vivo e chiedermi ogni mattina: “Cosa dice il mio cuore di te?” cioè “ti accetto come mio Salvatore personale” secondo l’espressione dei fratelli evangelici, “sei il mio Signore che voglio ascoltare e obbedire in queste ore che si aprono?”. Tante volte viviamo nel “tutto scontato” e la routine della preghiera, i problemi, le cose da fare, le piccole mete o il peccato invadono il centro della nostra coscienza… Un documentario diceva: “noi ci chiediamo perché siamo qui, che senso ha la nostra esistenza, ma la prima domanda universale è banalmente : cosa si mangia a cena?” Trovare l’energia necessaria alla mia sopravvivenza è realmente necessario e stringente, ma spesso, noi che abbiamo la luce della fede, ci comportiamo soltanto come ogni altro essere animale. Ci procura un danno gravissimo dimenticare ciò che da la misura della nostra dignità e il senso del nostro essere sulla terra. Per inciso, se ogni uomo dicesse ogni giorno: “Chi sei tu Signore e chi sono io per te?” non avremmo rapinato le risorse, sconvolto l'ambiente e messo in pericolo la nostra stessa sopravvivenza…
Una volta che mi sono messo davanti al Signore, devo ancora conoscerlo. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto… ». Questo non era previsto da Pietro ed egli si ribellerà.
San Vincenzo de' Paoli testimonia in modo esemplare questo cammino progressivo della presa di coscienza e della conversione al Signore Gesù.

Prima Lettura   Ag 1, 15 - 2,9
Ancora un poco e riempirò questa casa della mia gloria.

giovedì 26 settembre 2019

NON RIMANDARE, CONVERTITI OGGI / Giovedì XXV sett. T.O.


Un "piccolo resto" è tornato dall’esilio per ricostruire il Tempio e una comunità nuova nella Terra dei Padri. Erano carichi di entusiasmo, pieni di sogni e buoni propositi, ma la realtà si è rivelata irta di difficoltà inaspettate avvolte dalle preoccupazioni quotidiane. Ecco che queste preoccupazioni prendono il sopravvento e chi è tornato a Gerusalemme con lo scopo preciso di ricostruire il Tempio, rimanda di volta in volta. Il Signore suscita un profeta che richiama tutti associando all’impegno per il Tempio una promessa di prosperità e al disimpegno la costatazione di difficoltà nella vita economica. Ma è vero questo? Se metto il Signore al primo posto, oltre sue grazie particolari, l’obbedienza ai suoi comandi crea una situazione di vita ordinata e operosa, senza vizi, collaborativa con gli altri, caritatevole con i più deboli, piena di forza spirituale e di valori veri. Se la fedeltà a Dio si estende a tutta la famiglia, al villaggio, alla società, essa genera senz’altro un benessere diffuso. Ma quando sette religiose spesso protestanti oppure cattolici settari promettono il benessere materiale in base al numero delle preghiere o all’adesione a certe pratiche o al loro gruppo, ecc., e misurano la fedeltà a Dio con il metro della tua ricchezza o delle grazie che ottieni, dicono una bugia immensa. La fedeltà a Cristo non può escludere la croce!!! E' certo, però, che se cerco il Signore con tutto il cuore entro pienamente nel suo piano provvidenziale per me, che è un piano di amore e di salvezza.
Nella prima lettura, i rimpatriati scoraggiati abbandonano Dio per ripiegarsi sul vivere materiale. Questo genera una vita fiacca. Questo stesso vivere fiacco che troviamo alla Corte di Erode. Gesù è l’avvenimento del giorno e tutti ne parlano. Chi è Gesù? Si scomodano le interpretazioni più varie ma tutte dicono quanto sembra un personaggio importantissimo: un risorto dai morti, il profeta Elia che annuncia l’arrivo del Messia, ecc… Dire questo dovrebbe significare: devo assolutamente verificare e poi convertirmi per non incappare nel giudizio di Dio! Ma, invece sappiamo che Erode e la sua corte non si convertono…
Noi che crediamo alla Risurrezione e celebriamo i sacramenti forse quotidianamente perché il nostro pensiero e la nostra volontà non sono di convertirci costi quel che costi, di seguire Gesù in tutto e per tutto nel suo abbassamento, nella sua fede, nella sua carità? Questa semplice osservazione ci fa prendere coscienza di tutto il peso della nostra umanità figlia del peccato di Adamo, di questo spirito fiacco e reticente che ci caratterizza. I santi non erano diversi ma hanno implorato dal Signore la grazia della conversione. Noi pensiamo di fare, di essere già a buon punto, mentre “Senza di me non potete fare niente” ci dice Gesù con tutto il suo amore. Fare niente significa morire nei nostri peccati per l’eternità. Nelle icone russe del giudizio universale c'è un uomo nudo che abbraccia una colonna, legato ad essa: è quell'uomo comune che è legato ai suoi affetti, ai suoi affari, alle sue sicurezze e non riesce a sciogliersi. Il Signore misericordioso ci dia la grazia di chiedere ostinatamente, fiduciosamente, ogni giorno la conversione.

Prima Lettura   Ag 1, 1-8
Ricostruite la mia casa, in essa mi compiacerò.

mercoledì 25 settembre 2019

LI MANDO' AD ANNUNCIARE IL REGNO DI DIO / mercoledì XXV sett. T.O.



Anche se perfino il comportamento dei rimpatriati è pieno di manchevolezze, Esdra costata la benevolenza del Signore e lo ringrazia. Potendo tornare a Gerusalemme e ricostruire il Tempio, gli israeliti sono stati messi in una condizione molto migliore, anche se sono ancora sotto il potere del re di Persia e quindi sono ancora schiavi, non un popolo libero. Il cuore dell’uomo aspira alla libertà completa da ogni male e dalla morte. Per questo apprezza la libertà politica, anche parziale. Il nostro Dio è un Dio Liberatore. Gesù viene a donare la libertà totale eppure non spinge i discepoli alla lotta politica. Egli non dimentica la sofferenza fisica (e tutti vorremmo avere il dono dei miracoli contro le malattie …), ma sa che il vero male è più profondo, è un altro. Il vero male è il peccato, la nostra poca fede, il nostro poco abbandono all’Amore di Dio.   
Infatti, per realizzare il suo progetto di liberazione a favore di Israele, per ricostruire il Tempio di Gerusalemme, Dario provvede i rimpatriati di denaro e materiali a sufficienza in modo che il cantiere non si fermi. Per realizzare il suo progetto di liberazione, per ricostruire il Tempio di Dio nel cuore dell'uomo, Gesù chiede ai discepoli di non portare nulla, vivendo solo dell'essenziale e spogliandosi di ogni sicurezza. "Va Francesco, e ripara la mia casa che, come vedi, cade in rovina".
  
Prima Lettura   Esd 9, 5-9
Nella nostra schiavitù il nostro Dio non ci ha abbandonati.

CONTA FARE LA VOLONTA' DI DIO / lunedì XXV sett. T.O.

Esdra, la ricostruzione del Tempio.

Israele è stato formato da Dio nel deserto e ha ricevuto in dono la Terra promessa ai padri. Col tempo, invece di andare migliorando, Israele “si installa”, si sente proprietario della Terra e del culto, perfino di Dio stesso. Imita i popoli vicini, ricercando la potenza politica, moltiplicando i peccati e le iniquità, reintroducendo l’adorazione degli idoli, ecc.
Dio castiga allora il suo popolo togliendogli la Terra, segno tangibile della sua benevolenza. Sarà l’esilio. Dio toglie la Terra e il Tempio, ma non la sua benevolenza. Paradossalmente l’esilio sarà l’esperienza di una nuova vicinanza di Dio. Sarà un nuovo deserto, doloroso e che si attraversa nel pentimento, ma ricco di grazie. In particolare Israele scopre che il fare memoria delle azioni di Dio in favore del suo popolo nel passato, rende Dio stesso ancora presente e che questa Parola antica suscita una Parola Nuova per il presente e il futuro. Nasce così la Sinagoga. E, infine, l’esilio non dura per sempre. Dio riporta il suo Popolo con il compito di ricostruire il Tempio: “Quando il Signore ricondusse i prigionieri di Sion, ci sembrava di sognare” canta il Salmo.
Ma non tutti ritornano. Gli ebrei, dopo la catastrofe della sconfitta e le violenze terribili subite, non sono stati trattati tanto male in esilio. Qualcuno si è installato, ha prosperato, si è abituato. Il ritorno è sempre un’avventura, sarebbe giusto farlo, anzi, lodevole, ma preferisco “servire il Signore” dove ormai ho le mie abitudini e le mie comodità. Dio non è forse il Signore di ogni luogo, l’Unico Dio? E così molti rimangono prigionieri volontari dell’esilio. Neanche in quel momento Dio ritira la sua benevolenza ma loro stessi si mettono fuori del Cammino.
Il Vangelo di oggi ce lo conferma in modo straordinario. Gesù sta insegnando e gli dicono: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti». E Gesù : «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica». La Madonna ascolta la Parola di Dio e la mette in pratica. Non sappiamo se i parenti di Gesù erano giusti o malvagi e non conosciamo i peccati o le virtù di coloro che Gesù indica come sua madre e i suoi fratelli. Egli dice dunque chiaramente che – sopra i legami di sangue e ogni altro realtà umana – conta camminare nella Parola e nella volontà di Dio. In parole povere: non è perché faccio più preghiere che faccio la volontà di Dio. In noviziato mi hanno insegnato il valore di fare esattamente le penitenze imposte dall’obbedienza: “Il di più si fa per il diavolo, non per Dio”. Nessuno mi ha detto che era peccato mortale ma che contava fare la volontà di Dio e non la mia. “Misericordia io voglio, non sacrificio!” dice il Signore.
Rallegriamoci perché – umilmente e con tanti difetti – siamo madre e fratelli di Gesù, perché ascoltiamo la sua Parola e cerchiamo sinceramente di metterla in pratica.

Prima Lettura  Esd 6, 7-8.12b.14-20
Portarono a compimento la costruzione del tempio e celebrarono la Pasqua.

lunedì 23 settembre 2019

COSA RIMANE DI P. PIO? / 23 settembre



Abbiamo il privilegio di aver avuto P. Pio tra noi! Un così grande segno di Cristo vivente che molti hanno conosciuto di persona, spesso sperimentandone la vicinanza. Anche questa mattina mi sono stati riportati episodi di prima mano che mi hanno commosso. Certo P. Pio rimane come figura di santo ricco di insegnamenti. Ma, anche se la devozione a P. Pio è ancora molto forte, cosa rimane veramente di lui per la massa? Cioè chi lo segue nel suo cammino cristiano? I gruppi di preghiera di P. Pio chi ne parla ancora? È vero che non sono la sua opera principale. Da parte sua è stata un’obbedienza a Papa Pio XII che ne ha lanciato l'idea e P. Pio l’ha messa in pratica con un certo successo. Questo ci fa comprendere che dove c'è la santità, tutto funziona. Casa Sollievo della Sofferenza invece è proprio una sua ispirazione personale e ancora oggi è un luogo di eccellenza riconosciuto nel mondo della Sanità. Rimane molto di P. Pio. 
Ma voglio partire da lui per una riflessione generale sul “logoramento rapido dei santi”. Per quante persone oggi P. Pio è soltanto un prodigio (le stimmate, la bilocazione, la speranza di sentire qualche profumo), un santino da avere in tasca, un rosario benedetto o una medaglia da mettere in macchina, un adesivo alla porta d’ingresso di casa come un talismano, un protettore al quale chiedere grazie, ma non un discepolo di Cristo che mi indica una via di conversione al Vangelo. Rischia di diventare soltanto un segnale di un Divino generico, del Sacro, ma non di Gesù Cristo, dell’Incarnazione. Spesso è peggio: in quanti rioni Statue di P. Pio sono state erette dalla camorra e sono perfino servite come nascondigli di armi o di droga, in quante case di camorristi ci sono immagini e statue di P. Pio e della Madonna dell’Arco? Questo è gravissimo, perché molte di queste persone credono o sono state convinte di avere fede, magari più del loro prete o del Papa! Facciamo dunque tutti attenzione a come preghiamo, a come ascoltiamo: “Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce… A chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere”.  
Quando i santi sono presi in questo modo c'è un altro rischio: svuotati dallo Spirito di Cristo, diventano ambasciatori di un determinato momento storico, creano nostalgie di forme culturali del passato che non torna (l'età d'oro), mentre il Cristianesimo è uno Spirito che trascende tutte le epoche e tutte le culture fermentandole in modo creativo.
Questo è il rischio della devozione popolare ai santi: da radice ispiratrice animata da un Soffio, sono trasformati in simboli rassicuranti che BLOCCANO L’EVANGELIZZAZIONE, CHE BLOCCANO L’OPERA DI SALVEZZA DI DIO.

Prima Lettura   Esd 1, 1-6
Chiunque appartiene al popolo del Signore, salga a Gerusalemme e costruisca il tempio del Signore.

domenica 22 settembre 2019

AMMINISTRATORI SCALTRI E ... ONESTI / XXV° domenica T.O.

L'Amministratore disonesto.


Da ragazzo pensavo che Gesù mi chiedeva di non essere furbo, perché i figli della luce sono meno scaltri dei figli di questo mondo! Bisogna dire che avevo una forte predisposizione naturale a non essere furbo, aiutato da una grande pigrizia! Ma Gesù ci chiede esattamente il contrario. Non solo il coraggio della coerenza e dell’onestà, ma anche la creatività di chi rischia cammini nuovi, non avventati ma fedeli allo Spirito Santo che fa salire sulla casa e aprire il tetto per calare il paralitico fino a Gesù. Gesù non si scandalizza della polvere che gli cade addosso, ma vede la fede dei portatori, parenti e amici, e per questo perdona i suoi peccati a quel poveretto!
Il problema è che il mondo sta anche dentro di me, di noi. Cosa mi muove davvero, mi motiva? Non è male occuparmi delle cose del mondo ma perché non ho almeno lo stesso sprint per il Regno di Dio? Rubo un’immagine ad un amico diacono: “L’uomo riesce a farsi furbo per i debiti! E per la salvezza? Ci si mantiene al salvagente ma non ci si arrampica alla zattera che porta alla terra ferma. Signore donaci tanta grazia affinché siamo buoni amministratori della nostra vita”.
Perché tanta cura per il tuo corpo e la tua salute fisica e non per la tua anima? Lo sai che sei un’anima incarnata e tutta la tua vita, ma anche la tua salute fisica per una buona parte, dipende dalla tua salute spirituale?
Non vediamo forse quali disastri – guerre, sfruttamento insensato di risorse e di persone, ingiustizie, uccisioni, emigrazioni, disastri ambientali che da tempo sono diventati globali – produce il culto della ricchezza? Tutto questo però è anche permesso dalla nostra ignavia, dalla nostra pigrizia, e il nostro dire: “Che ci posso fare? Ma che fa?”
Il non servire la ricchezza non significa adagiarsi nel disordine. Abbiamo saputo che il Vaticano è in deficit da molto tempo, anche perché moralizzando alcune attività ha meno entrate, e quindi papa Francesco ha preso misure per affrontare il problema non facile delle riforme necessarie e della revisione delle spese gonfiate senza motivi. Purtroppo infatti questa pigrizia, questo essere cattivi amministratori spirituali si trasferisce anche alla nostra vita materiale: disordine nel lavoro, disordine nei conti, nei ritmi di vita, nella scelta dei mezzi necessari per raggiungere i nostri scopi. Chi segue davvero lo Spirito Santo ha una forza in più per accettare i suoi limiti e affrontare realmente i suoi problemi.

Prima Lettura  Am 8, 4-7
Contro coloro che comprano con denaro gli indigenti.

venerdì 20 settembre 2019

CHI HA FEDE NON CADE MAI IN DEPRESSIONE? / 1 di 2


“fra’ Sereno, è vero che vai dicendo che chi ha fede non cade mai in depressione?”
No, questo non l’ho mai detto. C'è un prete che semina insieme granellini di frumento e di zizzania che l’ha scritto, almeno un paio di volte a quanto mi risulta: “Se la tua ditta ha fatto fallimento è perché non servi il Signore, se sei schizofrenico è perché non sei fedele a Dio”, e roba del genere. Scrive anche cose peggiori: “se hai questa tal difficoltà … è perché segui satana!” Come si può? Persone impressionabili, o instabili, che siano malati, parenti oppure vicini di ammalati, possono credere a queste frasi irresponsabili e false! …. Immaginiamo il disastro che può venirne fuori: ribellione a Dio e alla Chiesa, scoraggiamento e autocondanna, disperazione, esclusione da parte degli altri verso chi è “servo di satana”! Ho avuto all’Ospedale Psichiatrico Giudiziario il caso, uno solo grazie a Dio, di un ammalato psichico che il suo sacerdote aveva convinto che la sua sofferenza proveniva da un’influenza satanica. Non era vero. Non aveva i segni dei disturbi satanici. Questo prete aveva solo finito di rovinarlo…

CHI HA FEDE NON CADE MAI IN DEPRESSIONE? / 2 di 2



Uso spesso la frase di san Giovanni della Croce: “Se qualcuno entra nella notte oscura della fede, anche se soffre di Melancholia (grave depressione, malattia psichica) guarisce; e la sua anima è tutta sana perché è tutta mossa dall’amore”.
Questa frase merita qualche spiegazione.
Innanzitutto san Giovanni della Croce non ha un ideale psicologico di sanità. Per lui l’anima è tutta sana in quanto è mossa dall’amore, non perché il mio carattere è tutto sotto controllo e pienamente armonioso. D’altronde anche gli psicoterapeuti sanno che il “tutto sotto controllo”, il “tutto risolto” non esiste. Scherzava Karl Jung: “Se trovate qualcuno perfettamente armonioso, portatemelo che lo guarisco io”. La guarigione dalla depressione o dalla malattia mentale consiste in questo per san Giovanni della Croce : sapersi amati al punto di lasciare l’amore di Dio guidarmi in tutto attraverso la luce (oscura) della fede. È molto più di una terapia psicologica, di un percorso di presa di coscienza di sé e di autostima solo psicologiche. Anche se ci sono dei seri punti di contatto, è un percorso diverso sopratutto perché più profondo nel senso in cui si appoggia su Dio che trascende la mia realtà psicologica. Ha una prospettiva profondamente diversa. Lo psicologo che sa limitarsi nel suo campo può essere molto utile. Un buon psicologo può svelare in modo molto efficace molti idoli nocivi, specialmente gli idoli del mondo. Ci sono gli idoli del mondo (soldi, successo, piaceri, affetti, ecc.) e ci sono gli idoli della religione (sensi di colpa perpetui e scrupoli, fiducia magica nelle formule o nelle immagini particolari, fariseismo e ideali religiosi falsi che nascondono la realtà personale e non le permettono di emergere, volontà di realizzarsi spiritualmente invece di donarsi…). Se lo psicologo vuole negare la realtà della fede e invadere un campo che non è suo, non aiuta il paziente cristiano e priva ogni suo paziente della dimensione veramente spirituale della sua vita. Ma allo stesso modo il prete che si improvvisa psicologo mentre non ne ha le competenze, oppure nega la dimensione psicologica del cammino spirituale, crea molti danni. Non è un buon Direttore spirituale
Gesù dice prendi la tua croce e seguimi. Gesù ha attraversato la morte in modo che prendiamo fiducia anche noi negli avvenimenti di morte della nostra vita. La preghiera dopo la Comunione di questa domenica recitava così: La potenza di questo sacramento, o Padre, ci pervada corpo e anima, perché non prevalga in noi il nostro sentimento, ma l'azione del tuo Santo Spirito. Per Cristo nostro Signore.”

giovedì 19 settembre 2019

MI HANNO ODIATO SENZA RAGIONE: PAPA FRANCESCO, IL SINODO SULL'AMAZZONIA, IL SINODO UCRAINO E TEDESCO / san Gennaro 19 settembre

Martirio di san Gennaro - Tarquinio.
Mi hanno odiato senza motivo.

“Mi hanno odiato senza ragione” dice il Vangelo di oggi, Solennità di san Gennaro, patrono principale della diocesi. Può accadere ancora oggi.
Lunedì scorso nella prima lettura (1 Tm 2, 1-8) san Paolo chiedeva ai cristiani di pregare per tutti gli uomini e anche per i governanti per aiutarli a servire il bene comune. Commentando quel passo nella sua omelia di Santa Marta, come ogni buon parroco, papa Francesco ha costatato che la politica suscita facilmente passioni, e se uno tifa per il governo un altro gli attribuisce tutti i mali, adulazione e insulti. Ma spesso ci dimentichiamo di pregare per chi ha responsabilità pubbliche come ci invita a fare la Parola di Dio. L’indomani trovo un articolo critico contro papa Francesco che “benedice il Governo giallorosso”, mentre prima ce l’aveva con Salvini. Mah?! Il giorno dopo ancora, un altro articolo critico contro papa Francesco che “rivela”: dal Papa parole pesantissime contro il Governo PD-M5S, talmente pericoloso che bisogna pregare assai per loro affinché vivano in modo degno e onesto, ecc. Boh?! Dove sta la ragione? I veri attacchi a papa Francesco sono molti e di ben altro spessore. Ma anche questo prendere pretesto di ogni parola per attaccarlo fa pensare.
E noi, ci odiano senza ragione? Non facciamo le vittime. In ogni caso Gesù ci dice che si deve compiere la Parola di Dio. Ma sopratutto è importante che vediamo fino a che punto non siamo anche noi stessi parte di questo gioco dove sguazza il demonio: la mancanza di obbiettività, il lasciarci condizionare da simpatie e antipatie, l’esigere infantilmente la perfezione dagli altri mentre ne siamo così lontani noi stessi, il parlare e criticare senza innanzitutto rimboccarci le maniche. Essere cristiani dovrebbe aiutarci molto a scoprire in noi stessi questi meccanismi e a combatterli.
Ma in particolare Gesù puntualizza che il mondo ha i suoi criteri, mentre il cristiano ha altri criteri di giudizio e di azione. Chi conosce il Padre si comporta diversamente dalla mentalità comune. Se nella vita comunitaria e nella vita quotidiana mi comporto ancora come si comporta il mondo, questo è un segnale d’allarme che la mia vita di fede e di unione con Dio risulta mancante.

mercoledì 18 settembre 2019

QUAL E' LA VERA RELIGIOSITA'? / mercoledì XXIV sett. T.O.




Due punto fermi:
“la casa di Dio, (che) è la Chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità.”
Dio è la Verità. La colonna e il sostegno della verità è la sua Chiesa. Chi si allontana dalla comunione concreta con essa si allontana dalla verità. Si crea una sua verità che non salva nessuno. Ci sono punti di riferimento che aiutano a non errare secondo il proprio sentimento o l’inganno degli uomini che vogliono distorcere la verità a loro piacimento o interesse. Questi punti di riferimento sono la Scrittura, la Tradizione, quella con la “T” maiuscola, il Magistero dei Pastori che integra la vita e l’insegnamento dei Santi. Ma se non vivo concretamente in comunione con la Chiesa, in particolare attraverso una vita comunitaria, non partecipo veramente del suo sostegno per il mio cammino. Chi strappa la Scrittura dal suo ambiente, cioè la Chiesa, la sottomette a interpretazione privata e va nell’errore. Chiediamo a Dio e alla Madonna l'umile fedeltà alla Chiesa, madre e maestra.
“grande è il mistero della vera religiosità”
Qual è la vera religiosità? Un modo di pregare? Un insieme di precetti da osservare? Dei simboli religiosi da portare addosso, vestiti, medaglie benedette, coroncine? No! Il Mistero della vera religiosità, o pietà, cioè ciò che ci spiega il senso della nostra vita e il cammino da percorrere per essere salvi, è Gesù Cristo e il suo percorso pasquale di morte e risurrezione. Dio che ci ha amati mentre eravamo ancora nemici e ci ama gratuitamente. Le altre religiosità che partono dall'iniziativa dell'uomo, anche con etichette cristiane, sono fabbricate dall'uomo su un modello umano. 

Prima Lettura   1 Tm 3, 14-16
Grande è il mistero della vera religiosità

martedì 17 settembre 2019

COME SCEGLIERE UN RESPONSABILE DI GRUPPO O COMUNITA' / martedì XXIV° sett. T.O.




San Paolo dà consigli a Timoteo su come scegliere i vescovi e i diaconi. Questi consigli sono sempre validi per i vescovi attuali, ma gli episcopoi (sorveglianti, vescovi) di allora sono spesso dei semplici preti (presbuteroi=presbiteri, anziani,“preti”). Infatti le comunità cristiane sono molto piccole. Si stima che due secoli più tardi, ai tempi di Papa Cornelio (era la sua festa ieri) tutti i cristiani di Roma fossero circa 50 000, su una popolazione che superava abbondantemente il milione di abitanti. Quindi piccole comunità, a carattere di vera comunità dove tutti si conoscono e vivendo la comunione formano una vera famiglia. Infatti uno dei criteri per la scelta del vescovo è che, essendo sposato, sappia guidare bene la sua famiglia.
Da quanto esposto sopra comprendiamo che queste qualità sono un punto di riferimento non solo per il comportamento dei presbiteri e i vescovi di oggi ma di ogni responsabile, sia maschio che  femmina, di comunità cristiana. Rileggiamo insieme: “sia irreprensibile, marito di una sola donna (“marito di una sola donna” significa che se vedovo non si risposi ma si consacri maggiormente al servizio del Regno di Dio e della comunità), sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare, non dedito al vino, non violento ma benevolo, non litigioso, non attaccato al denaro”. Quante qualità auspicabili per ogni cristiano, e necessarie per un responsabile di comunità, di gruppo, e, a maggior ragione, di parrocchia e di diocesi. A differenza dei responsabili laici, i presbiteri e i vescovi devono essere capaci di insegnare. 
“Inoltre non sia un convertito da poco tempo, perché, accecato dall’orgoglio, non cada nella stessa condanna del diavolo”. E per i diaconi: “Perciò siano prima sottoposti a una prova e poi, se trovati irreprensibili, siano ammessi al loro servizio”. San Paolo è talmente preoccupato di questo ultimo punto che vi ritornerà ancora alla fine della stessa lettera (1 Timoteo 5,22). È un grave errore affidare un compito di responsabilità a qualcuno prima di formarlo, ma sopratutto prima di averlo messo alla prova.

lunedì 16 settembre 2019

SCISMA O UNITA' NELLA CHIESA? / Santi Cornelio Papa, Cipriano vescovo



Oggi la Chiesa ricorda i santi Cornelio e Cipriano, campioni dell’Unità della Chiesa. Molti cristiani di fronte alle persecuzioni avevano rinnegato la fede per sfuggire al martirio. Tornata la pace o almeno la tranquillità, questi “caduti” (lapsi) volevano rientrare nella Chiesa, veramente pentiti. Ovunque, la questione di accoglierli o meno divideva le comunità. Cornelio, vescovo di Roma e Cipriano vescovo di Cartagine, erano a favore della reintegrazione di coloro che chiedevano perdono. Gruppi di preti e laici “rigoristi” si ribellavano contro questa posizione creando grande tensione. A Roma, Novaziano, un colto rigorista, rifiutò l’elezione di Papa Cornelio e si fece consacrare vescovo, pretendendo di essere il vero Papa. Cipriano, anche lui sotto attacco da parte di un altro vescovo, Novato, sostenne con tutte le forze l’elezione legittima di Cornelio. Alla fine vinse la Chiesa della Misericordia. Una misericordia seria che chiedeva una giusta penitenza ma non chiudeva le porte.

COSA DIFFERENZIA VERAMENTE I DUE FRATELLI? / XXIV Dom. T.O.



Nella grandissima ricchezza delle letture di questa domenica e anche la ricchezza degli incontri della giornata tiriamo fuori l’essenziale.
Cosa differenzia veramente i due fratelli che, chi in un modo chi in un altro, sono tutti e due peccatori. 
Il fratello minore dice “Padre”. Lo nomina tre volte nei suoi ragionamenti e e si rivolge a lui due volte chiamandolo “Padre!” Il fratello maggiore mai.
Il figlio minore riconosce i suoi peccati: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Il figlio maggiore, è “giusto” e presenta i suoi meriti.
C'è un terzo aspetto importante nella salvezza di questo figlio. Nei suoi ragionamenti si fa un idea di quello che può essere il suo futuro, il suo statuto di pentito ravveduto. Il Padre che lo ha abbracciato prima ancora della confessione – peccatore o non peccatore egli è sempre un figlio e lo è per sempre! – non gli permette di dettare le sue condizioni, di definire ciò che è buono per lui, ma lo ristabilisce nella sua dignità, anche esteriore, di figlio. Quante volte vogliamo imporre a Dio i nostri desideri, la nostra volontà, magari a forza di parole, moltiplicando le nostre preghiere. Questo ostacola il progetto di amore e di salvezza del Padre nei nostri confronti. È Lui che abbassa e innalza per il mio bene, devo lasciarmi guidare, abbandonarmi a Lui.

Prima Lettura  Es 32, 7-11. 13-14
Il Signore si pentì del male che aveva minacciato di fare al suo popolo.

sabato 14 settembre 2019

DEBITORI DEL VANGELO / Esaltazione della Santa Croce


Gesù non è venuto a condannare ma a salvare affinché chiunque crede in lui non muoia, non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Speranza per tutti i peccatori, qualunque sia la grandezza del loro peccato. Di questa Buona Notizia – l’unica Vera Buona Notizia per l’uomo, e non solo in questi tempi burrascosi ma sempre – siamo annunziatori, ma molto di più siamo debitori verso tutti. Ogni uomo, ogni bambino, ha diritto a riceverla.  
Il Vangelo di oggi è preso dal dialogo di Nicodemo con Gesù. Nicodemo è una persona buona che ha servito il Signore e conosce la Scrittura, aspetta che Dio realizzi per il suo popolo la salvezza che ha promesso. Eppure non comprende. Dice a Gesù: “come può un uomo rinascere di nuovo?” Teniamo molto conto di questo, ricordandoci che Nicodemo è una persona buona, virtuosa. Solo Dio salva e l’uomo non comprende nemmeno la via da seguire se la grazia non lo illumina. Chiediamo la grazia per noi e per gli altri. Dio la vuole donare ma la possiamo accogliere solo lasciandoci guidare, abbandonandoci, sottomettendoci a Dio perché ci dia il suo Spirito Santo.

  Fil 2, 6-11
Cristo umiliò se stesso; per questo Dio lo esaltò.

venerdì 13 settembre 2019

INIZIATIVA MONDIALE DELLA FAO CONTRO LO SPRECO DI CIBO


RISPARMIO DEL CIBO: Iniziativa mondiale sulla riduzione della perdita e dello spreco di alimenti



Riprendo dati dal sito ufficiale della Fao.
circa un terzo degli alimenti prodotti nel mondo per il consumo umano (approssimativamente 1 300 milioni di tonnellate annuali) si getta o si perde.
Circa il 30% dei cereali, il 40 a 50 % dei legumi a radice, verdure e frutta,il  20% per gli oleaginosi, la carne e i prodotti a base di latte, il 35% per il pesce.

 

Oltre agli alimenti che si gettano, c'è la perdita o deperimento che riguarda ciò che si guasta nel percorso che va dalla raccolta al distributore al dettaglio.
Perdite e deperimenti di alimenti sono sostanzialmente uguali nell’insieme dei paesi sviluppati e nell’insieme dei paesi in via di sviluppo (670 e 630 milioni di tonnellate, rispettivamente).
Ma in cifre “pro capite” le cose cambiano molto. Per esempio le perdite di alimenti in Europa e America del Nord vanno da 95 a 115 kg per persona ogni anno, mentre in Africa sub sahariana e Asia meridionale questa cifra rappresenta solo da 6 a 11 kg/anno! Ogni anno i consumatori dei paesi industrializzati sprecano un totale di alimenti quasi uguale alla produzione totale netta di tutta l’Africa sub sahariana.

giovedì 12 settembre 2019

ALTA E' LA MISURA CHE IL MAESTRO CI PROPONE! / giovedì XXIII sett. T.O.



Con sorpresa ho costatato che le letture scelte da papa Francesco per la Messa, il 6 settembre scorso, in Mozambico, reduce di decenni di conflitti interni sanguinosi (più di un milione di morti), sono quelle di oggi secondo il calendario liturgico. La sua omelia nella capitale del Mozambico, anche se lunga, ci aiuterà a prendere coscienza che la Parola di Gesù ci sfida e può veramente aiutarci, guidarci, salvarci, anche nelle situazioni più difficili.
Cari fratelli e sorelle!
Abbiamo ascoltato nel Vangelo di Luca un brano del cosiddetto “discorso della pianura”. Gesù, dopo aver scelto i suoi discepoli e aver proclamato le Beatitudini, aggiunge: «A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici» (Lc 6,27). Una parola rivolta oggi anche a noi, che Lo ascoltiamo in questo stadio.
E lo dice con chiarezza, semplicità e fermezza, tracciando un sentiero, una via stretta che richiede alcune virtù. Perché Gesù non è un idealista, che ignora la realtà; sta parlando del nemico concreto, del nemico reale, che aveva appena descritto nella Beatitudine precedente (6,22): colui che ci odia, ci mette al bando, ci insulta e disprezza il nostro nome come infame.
Molti di voi possono ancora raccontare in prima persona storie di violenza, odio e discordie; alcuni, nella loro stessa carne; altri, di qualche conoscente che non c’è più; e altri ancora per paura che le ferite del passato si ripetano e cerchino di cancellare il cammino di pace già percorso, come a Cabo Delgado.
Gesù non ci invita a un amore astratto, etereo o teorico, redatto su scrivanie per dei discorsi. La via che ci propone è quella che Lui stesso ha percorso per primo, la via che gli ha fatto amare quelli che lo tradivano, lo giudicavano ingiustamente, quelli che lo avrebbero ucciso.
È difficile parlare di riconciliazione quando sono ancora aperte le ferite procurate da tanti anni di discordia, oppure invitare a fare un passo di perdono che non significhi ignorare la sofferenza né chiedere che si cancelli la memoria o gli ideali (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 100). Nonostante ciò, Gesù invita ad amare e a fare il bene. E questo è molto di più che ignorare la persona che ci ha danneggiato o fare in modo che le nostre vite non si incrocino: è un mandato che mira a una benevolenza attiva, disinteressata e straordinaria verso coloro che ci hanno ferito. Gesù, però, non si ferma qui; ci chiede anche di benedirli e di pregare per loro, che cioè il nostro parlare di loro sia un dire-bene, generatore di vita e non di morte, che pronunciamo i loro nomi non per insulto o vendetta, ma per inaugurare un nuovo rapporto che conduca alla pace. Alta è la misura che il Maestro ci propone!