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giovedì 30 settembre 2021

DIO E' PRESENTE NELLA CELEBRAZIONE DELLA PAROLA / S. Girolamo, 30 settembre

 

Esdra predica al popolo a Gerusalemme.

Le letture di oggi sono veramente adatte alla memoria di san Girolamo: Annunciare il Regno di Dio, in forma elementare ma con tutta la potestà, che dà perfino il diritto di scuotere i sandali contro chi non accetta l’annuncio! Ma soprattutto dal libro di Esdra quella meravigliosa celebrazione della Parola in chiave penitenziale che però si conclude nella gioia: avete errato, avete ritrovato la Parola di Dio e quindi la guida, mangiate, fate festa, perché la gioia del Signore è la vostra forza! Straordinario!

Mi colpisce un particolare: “si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra dinanzi al Signore”.

Siamo abituati ad inginocchiarci davanti al tabernacolo, all’Eucaristia al momento della consacrazione, davanti a cose sacre. Ma qui, dov’è il Signore? Il popolo si inginocchia davanti a niente!  Il Signore è presente in mezzo a loro perché c'è stata una convocazione e si sono radunati nel suo Nome, perché la Parola di Dio è stata letta dall’alba fino a mezzogiorno e spiegata… Egli è presente nella benedizione che Esdra eleva a Lui! È presente in tutti questi elementi insieme. Presenza viva di Dio, presenza viva ed efficace del suo Verbo.

E noi benediciamo san Girolamo che ha dato la vita per farci ricevere la Parola di Dio nel modo più accurato possibile, affrontando lo studio di una lingua che non gli piaceva, l’ebraico, spesso tentato di abbandonare ma sempre riprendendo la sua fatica, perché ignorare la Parola di Dio è ignorare Cristo, e non conta essere religiosi o meno, ma adorare il Vero Dio, non come i farisei ai quali san Paolo rende infatti loro testimonianza che hanno zelo per Dio, ma non secondo una retta conoscenza;” (Romani 10,2).

 

Prima Lettura   Ne 8,1-4.5-6.7-12
Esdra aprì il libro della legge e benedisse il Signore, e tutto il popolo rispose: Amen, amen!

mercoledì 29 settembre 2021

PAPA FRANCESCO E MESSA IN LATINO; 2/4 Il Concilio ha rimesso in valore la Tradizione delle origini cristiane

 

IL Cardinale Ratzinger celebra con pienezza di segni.

(Segue dal post La Gioia del Vangelo: PAPA FRANCESCO E MESSA IN LATINO 1/4 Qualche precisazione e riflessione )

Nel post di ieri abbiamo introdotto i fatti che hanno portato alla riforma del 1970 e le prime reazioni contrarie oppure di obbedienza alla Chiesa che hanno portato allo scisma del vescovo Lefebvre. Ma la riforma non ha solo permesso l’uso della lingua di tutti i giorni. La preghiera  eucaristica del vecchio Messale o  “canone romano” è rimasta nel nuovo Messale come prima preghiera eucaristica, tradotta in italiano. Quindi chi vuole rimanere vicino all’unica preghiera eucaristica di prima del Concilio, “quella della Tradizione” come dicono alcuni, la trova nel nuovo Messale, non è stata cancellata. Però sono state aggiunte subito altre tre preghiere eucaristiche, ispirate dalla tradizione delle Chiese più importanti dell’antichità (in seguito ne sono state aggiunte altre sei), altri prefazi, ecc. Ma soprattutto il nostro modo di celebrare di oggi è ritornato alla tradizione più antica e autentica, al modo di celebrare dei primi secoli a Roma, del Tempo dei Padri della Chiesa e dei Martiri:  non più quindi il prete spalle al popolo, separato dall’Assemblea con una balaustra, non più con vesti e cerimoniale più complicati. Come ha chiesto il Concilio si è favorito una maggiore partecipazione dei fedeli, ritrovando ministeri dimenticati come i lettori, il diaconato permanente.... Si è riscoperto la Chiesa come Ecclesia, cioè comunità, presieduta da un presbitero (anziano) deputato a questo dal vescovo (episcopo =sorvegliante), dove tutti sono fondamentalmente uguali perché tutti battezzati, membra dell’unico popolo di Dio, membra del Corpo di Cristo, ognuno con i suoi carismi, ecc. Forse queste parole possono risuonare ancora un po’ strane alle orecchie di qualcuno, eppure questo è il linguaggio del Nuovo Testamento. Già nel 1943 (!) due preti francesi (P. Henri Godin, fondatore de la "Mission ouvrière de Paris", e P. Yvan Daniel) scrivono un libro “France, terre de mission?” in cui vedono come la Chiesa sta perdendo la classe operaia perché non riesce più a parlarci, mentre descrivono esperienze con gruppi di giovani dove costatano con grande sorpresa l’azione viva dello Spirito Santo e la "presenza di carismi come si legge nelle lettere di san Paolo!". Chiaramente il Concilio non voleva accontentarsi di qualche altro ritocco al Messale  del 1962.

PAPA FRANCESCO E MESSA IN LATINO 1/4 Qualche precisazione e riflessione

 


Grazie a Dio, tra noi non ci sono problemi riguardo al modo di celebrare la Messa. Però qualcuno attacca Papa Francesco sulla sua ultima decisione di restringere le concessioni accordate dai suoi predecessori di usare ancora il Messale di prima del Concilio, accusandolo di durezza, crudeltà, contraddizione con il suo principio di misericordia e di inclusione. Credo necessario spiegare un po' tutta la faccenda che ha radici lontane. 

1.I fatti:

Papa Francesco con un documento del 16 luglio scorso dal titolo “Traditionis custodes” (TC; Custodi della Tradizione, cioè i vescovi) ha ristretto le possibilità di celebrare la Messa in latino con il Messale di prima del Concilio Vaticano II (1962  - 1965) edito da Giovani XXIII nel 1962. Queste concessioni erano state prima disciplinate da Giovanni Paolo II con “Ecclesia Dei adflicta” dopo lo scisma provocato da Mons. Lefebvre, e rimodulate da Papa Benedetto XVI nel 2007 con “Summorum Pontificum”.

Cosa era successo? I vescovi di tutto il mondo radunati in Concilio (Vaticano II), frutto di un lungo cammino di preghiera, di studi e di esperienze, di riforme iniziali (Pio XII), che ha portato alla nuova edizione del Messale nel 1962 sotto Papa Giovanni XXIII, hanno sentito la necessità, meno di un anno dopo, di chiedere una “riforma generale della Liturgia”. Questo ha portato al Nuovo Messale romano nel 1969.

lunedì 27 settembre 2021

MA BENEDETTO XVI E' ANCORA IL PAPA OPPURE NO?

 



Molti, non contenti del Pontificato di papa Francesco, continuano a dire che Papa Benedetto è ancora il Papa, è il loro Papa, non ha mai dato le dimissioni. Trovo su Fb questo ragionamento: Papa Benedetto è stato costretto alle dimissioni dalla mafia di san Gallo quindi sono dimissioni illegittime, è ancora Papa. Altri dicono che Papa Benedetto abbia fatto coscientemente false dimissioni per smascherare in seguito tutti i cardinali massoni.

Sono due posizioni estreme che penso racchiudono tutte le eventuali varianti.

Cosa dimostrano queste due posizioni condivise da alcuni?

1.Papa Benedetto è stato costretto alle dimissioni da un gruppo di cardinali. Dice Gesù: io sono venuto perché (le pecore) abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza. Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore. (Giovanni 10,10-13). Se Papa Benedetto è fuggito senza denunciare e rimane in un silenzio imbarazzante da ormai 8 anni, mentre doveva farsi uccidere piuttosto che rinunciare, l’unica conclusione è che è stato un Papa indegno della sua missione, un mercenario, molto diverso da come viene presentato. Poi in forza di che cosa sarebbe stato costretto alle dimissioni? Ha forse una seconda vita, “scheletri nell’armadio” per cui può essere ricattato? In ogni caso se questa fantomatica “mafia” ha avuto tanto potere su un “Pontefice Regnante” che, come sappiamo, non può essere costretto da niente e nessuno, ne esce fuori un Papa Benedetto fondamentalmente debole, moralmente deludente. Questi suoi sostenitori, più parlano della “mafia di san Gallo” più affossano la figura di Joseph Ratzinger – Papa Benedetto. Meglio che sia andato via.

domenica 26 settembre 2021

FOSSERO TUTTI PROFETI NEL POPOLO DEL SIGNORE! / XXVI Dom T.O., B

 


Sia Giosuè che Giovanni sono gelosi del loro capo, del loro gruppo: "Solo noi possediamo il potere di Dio". Non è così. Dio agisce per mezzo di tutti e liberamente. La via stretta del Vangelo è veramente molto stretta e va affidata alla grazia con molta umiltà e attenzione per non uscire dal cammino della salvezza. Ce lo ricorda proprio il brano del Vangelo di oggi. Ma la grazia che salva si può manifestare con totale libertà e dobbiamo imparare a riconoscerla.

È quello che vuole papa Francesco per la Chiesa e in particolare lanciando un processo sinodale per le Chiese d’Italia che durerà fino al 2023. Il suo discorso introduttivo alla diocesi di Roma è tutto da leggere. Oltre al link ne do qualche frase ma veramente sarebbe utile leggerlo tutto per comprendere un po’ meglio cosa è la Chiesa (https://www.vatican.va/content/francesco/it/events/event.dir.html/content/vaticanevents/it/2021/9/18/fedeli-diocesiroma.html).

Il Sinodo è dinamismo di ascolto reciproco . Ascoltarsi; parlarsi e ascoltarsi. Non si tratta di raccogliere opinioni, no. Non è un’inchiesta, questa; ma si tratta di ascoltare lo Spirito Santo, come troviamo nel libro dell’Apocalisse: «Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese» (2,7). Avere orecchi, ascoltare, è il primo impegno. Si tratta di sentire la voce di Dio, cogliere la sua presenza, intercettare il suo passaggio e soffio di vita. Capitò al profeta Elia di scoprire che Dio è sempre un Dio delle sorprese, anche nel modo in cui passa e si fa sentire:

(in una brezza leggera) ecco come ci parla Dio. Ed è per questa “brezza leggera” – che gli esegeti traducono anche “voce sottile di silenzio” e qualcun altro “un filo di silenzio sonoro” – che dobbiamo rendere pronte le nostre orecchie, per sentire questa brezza di Dio.   ....

“Ma, Padre, cosa sta dicendo? I poveri, i mendicanti, i giovani tossicodipendenti, tutti questi che la società scarta, sono parte del Sinodo?”. Sì, caro, sì, cara: non lo dico io, lo dice il Signore: sono parte della Chiesa. Al punto tale che se tu non li chiami, si vedrà il modo, o se non vai da loro per stare un po’ con loro, per sentire non cosa dicono ma cosa sentono, anche gli insulti che ti danno, non stai facendo bene il Sinodo. Il Sinodo è fino ai limiti, comprende tutti. Il Sinodo è anche fare spazio al dialogo sulle nostre miserie, le miserie che ho io come Vescovo vostro, le miserie che hanno i Vescovi ausiliari, le miserie che hanno i preti e i laici e quelli che appartengono alle associazioni; prendere tutta questa miseria! Ma se noi non includiamo i miserabili – tra virgolette – della società, quelli scartati, mai potremo farci carico delle nostre miserie. E questo è importante: che nel dialogo possano emergere le proprie miserie, senza giustificazioni. Non abbiate paura!

 

Prima Lettura   Nm 11, 25-29
Sei tu geloso per me? Fossero tutti profeti nel popolo!

sabato 25 settembre 2021

SARO' MURO DI FUOCO INTORNO AD ESSA / Sabato XXV sett. T.O., dispari

 


“Tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva Gesù”, dal suo successo, tutti amici suoi, pronti a salire sul carro del vincitore, e guai a chi parla male del “mio Messia”

Ma ecco che Gesù parla della croce. E nessuno comprende. Comprendiamo noi adesso, dopo 2000 anni? Eppure se una vuole essere discepola di Gesù Eucaristico, prenda la sua croce e lo segua! 

Che significa prendere la mia croce? Stare zitta di fronte ai miei guai, alle ingiustizie, sempre repressa? Poi alla fine esplodo o cado in depressione! No. Prendere la propria croce è dinamico: significa “amare fino a che faccia male” direbbe Madre Teresa, “amare nella dimensione della croce” direbbe Kiko Arguello. Assodato che nessuno può amare come Gesù che si lasciò uccidere per amore del nemico, significa lasciarsi guidare e giudicare dallo Spirito che egli manifesta sulla croce: disponibilità, generosità che non cerca il proprio tornaconto, non si difende, non tiene conto del male ricevuto. Forse allora cominceremo a sperimentare nella nostra vita ciò di cui parla il profeta Zaccaria oggi: quel misterioso muro di fuoco che protegge Gerusalemme priva di mura e la Gloria del Signore che abita in mezzo ad essa.

 

Prima Lettura  Zc 2, 5-9.14-15
Io vengo ad abitare in mezzo a te.

venerdì 24 settembre 2021

MA VOI CHI DITE CHE IO SIA? / Santi Martiri campani.

 


Cimitile, ingresso della Cappella dei martiri.

Gesù domanda ai suoi discepoli: «Ma voi, chi dite che io sia?». E Pietro risponde: «Il Cristo di Dio».

Questo episodio è riportato in tutti e tre i Vangeli sinottici, perché indica l’importanza di Pietro. È sempre lui che risponde, e la sua risposta è il fondamento del suo essere Roccia, Pietro appunto. Sei Roccia in quanto professi e sai chi è Gesù.

Ma questa domanda è rivolta a tutti i discepoli e quindi a noi: “chi sono io per te?” E dobbiamo dare la risposta che ci abita, mai scontata, mai esauriente, perché impariamo a  conoscere il Signore sempre meglio ogni giorno. Forse il nostro cuore risponde: “Mi hanno detto che”, oppure “Sei il Cristo ma non hai il primo posto nella mia vita”, “Io pensavo che tu mi avresti fatto questa o quella grazia… mi hai deluso…” “Sei il Cristo? speriamo bene”, e così via. Se Gesù è il Cristo devo fidarmi in tutto di lui. Non c'è alternativa a questo. Papa Francesco ultimamente in Ungheria sottolineò che la differenza non passa tra chi è religioso e chi no, ma tra chi adora il vero Dio e chi adora il dio del proprio io.

I Martiri campani ricordati oggi in una festa comune conoscevano il Cristo abbastanza per appoggiare tutta la loro vita, le loro speranze in lui, ritenendo la sua promessa più solida e migliore della loro vita terrena. È possibile che oggi, tra noi, ci siano comunità cristiane così fervorose da versare il sangue per Cristo, senza spada, senza ira, ma come un gesto d’amore per Dio e il prossimo, anche quello che li uccide? Sarebbe semplicemente la logica del cristianesimo, il frutto di un cammino serio con il kerigma. Oggi è necessario avere di nuovo comunità così, per rimanere immuni dal paganesimo che ci circonda, dentro e fuori dalla Chiesa, e per aiutare quanti sono senza speranza.

Ricordiamo i nomi dei martiri che conosciamo: Sossio, Procolo, Eutiche, Acuzio, Festo, Desiderio, Prisco, Felice, Giuliana, Massimo, Fortunata, e Castrese nostro patrono. Sono originari di varie Chiese della Campania e attraverso il martirio manifestano la loro comunione.

 

Prima Lettura   Ag 1, 15 - 2,9
Ancora un poco e riempirò questa casa della mia gloria.

giovedì 23 settembre 2021

RICOSTRUITE LA CASA DEL SIGNORE! / Padre Pio da Pietralcina, 23 settembre.

 


In alcuni paesi, dopo un terremoto devastante si è ricostruito per primo le fabbriche affinché ci fosse reddito, e con il reddito, vita autonoma delle persone e delle famiglie e ricostruzione del resto. In altri si pensò prima ai monumenti, anche religiosi, all’identità spirituale del popolo e solo dopo alle case e alle fabbriche.

Quale sarebbe secondo la Bibbia la posizione di Dio al riguardo?

Dopo il ritorno dall’esilio, il popolo con i suoi capi da priorità alla sicurezza della città e alla vita delle famiglie. Ma ecco che in seguito ci si adagia e si rimanda continuamente l’inizio dei lavori al cantiere del Tempio.

Dio vuole che contino le persone e la loro vita più del luogo del culto. Ma sa anche che senza la trascendenza, senza lo sguardo rivolto a Dio, la vita si appiattisce, e poi si imbarbarisce rapidamente. Ed ecco allora il richiamo tramite Aggeo: “ricostruite la casa del Signore!”.

Molti fideisti si sono scandalizzati perché dall’inizio della pandemia la Chiesa ha insistito sulla prudenza sanitaria. Il Papa non crede in Dio! Ma costatiamo che dopo la fase acuta della pandemia molti non sono tornati alle nostre Assemblee. Sentivo di una comunità di 35 persone ridotta oggi a 7.

Il radunarsi dei credenti nel nome del Signore per celebrare il memoriale della sua resurrezione è vitale. Una comunità che non dice: “Maranathà! Vieni Signore Gesù!”, che  non guarda al paradiso, al compimento della vita oltre alla morte e non invoca la grazia di Dio, o la invoca solo per questa vita terrena, perde slancio, diventa tiepida, smette di difendere i valori che salvano, danno senso e grandezza alla vita.

È possibile che una comunità cristiana, benché strutturata da orari e impegni, perda questo slancio interiore verso Dio, faccia cose di Dio, celebrazioni, preghiere, senza sete dell’incontro vero con Dio. Disse papa Francesco incontrando i gesuiti slovacchi:

innanzitutto: non lasciare la preghiera! La preghiera vera, del cuore, non quella formale che non tocca il cuore. La preghiera che lotta con Dio, e che conosce il deserto dove non si sente nulla. Vicinanza con Dio: lui ci aspetta sempre. Potremmo avere la tentazione di dire: non posso pregare perché sono indaffarato. Ma anche lui è indaffarato. Lo è stando accanto a te, aspettandoti”. Padre Pio si definiva: "un povero frate che prega"; Madre Teresa raccomandava sempre di mettere la preghiera al primo posto. San Francesco, "più che uomo che prega, era un uomo fatto preghiera".

 

Prima Lettura   Ag 1, 1-8
Ricostruite la mia casa, in essa mi compiacerò.

ATTACCHI AL PAPA, DOLORE E PIAGNISTEI

 


Papa Francesco è stato attaccato dal primo giorno. Infatti nel suo primo saluto non disse: “Sia Lodato Gesù Cristo”... Scandalo! È attaccato come tutti i Papi ma credo più di altri. Non ricordo che un Papa fosse stato chiamato Anticristo, né invitato a dimettersi dall’interno della Chiesa. Ma sono attacchi paradossali. All’inizio si diceva che egli non rispettava la dottrina. Adesso lo attaccano perché è troppo duro nel suo linguaggio, “poco inclusivo”.

Papa Francesco dall’inizio incoraggiò ad accogliere tutti, ad accompagnare tutti pastoralmente perché tutti redenti dal sangue di Cristo, tutti possono risorgere e diventare santi – san Matteo festeggiato qualche giorno fa ne è un grandissimo segno – e nessuno conosce fino in fondo il foro interno, le grazie e le lotte, le sofferenze di ciascuno. Anche se papa Francesco precisava che lo diceva sul piano pastorale e non rinnegava nulla della dottrina rimanendo in linea con i suoi predecessori, è stato chiamato eretico e distruttore della Chiesa.

Nello stile di povertà e semplicità, nei gesti di accoglienza egli si è spinto con coraggio più in là dei Papi prima di lui proseguendo il cammino del Concilio e rispondendo anche lui ai problemi del momento. Non significa che Paolo VI o Giovanni Paolo II non abbiano avuto altrettanto coraggio aprendo il cammino, ma papa Francesco non si è accontentato di mantenere le loro conquiste.

lunedì 20 settembre 2021

COSA AUGURARE A UN BAMBINO CHE FA LA PRIMA COMUNIONE?




Eccoti qui, amore mio!

È arrivato il grande giorno.

Un giorno di vera luce dove per la prima volta incontrerai consapevolmente Gesù, il tuo grande Amico che mai ti lascerà sola.

Oggi riceverai l’eucarestia, ed è proprio così che Gesù ci dimostra che è sempre con noi per noi.

E tu piccola mia, ricordando sempre le parole del nostro caro Santo Giovanni Paolo II, mantieniti degna di Gesù che ricevi!

Sii innocente e generosa!

Impegnati a rendere bella la vita a tutti con l’obbedienza, con la gentilezza, con la buona educazione!

Il segreto della gioia è la bontà!”

Ed ora va: “ prendi in mano la tua vita e fanne un capolavoro”!

La benedizione di Dio scenda su di te e con te rimanga sempre.

Auguri

❤️Con amore Mamma.


 

COMPRENDERE I TEMPI DI DIO / Andrea Kim, Paolo Chong e compagni, martiri coreani

 

Andrea Kim.

Finché Ciro re di Persia non fece quel decreto, gli israeliti deportati non potevano nulla. Ma questo periodo di stallo non ha significato inazione da parte di Dio: «Il Padre mio opera sempre e anch'io opero». (Gv 5:17). È stato il momento benedetto per il popolo privato del Tempio e dei sacrifici, della scoperta della potenza della Parola in mezzo alla comunità, della nascita della Liturgia della Parola e della Sinagoga. Noi viviamo di questa scoperta.

È spesso difficile comprendere i tempi di Dio. Oggi celebriamo i primi martiri coreani. Non sappiamo perché la nascita della Chiesa Coreana così evidentemente voluta da Dio è avvenuta in quel momento e non prima o dopo. Ma bisogna rispettare i tempi di Dio, agire quando egli "apre" e trasformare i periodi di attesa – di stallo secondo i nostri criteri – in tempi attivi, di formazione, di conversione: la lampada deve sempre fare luce, consumarsi e non spegnersi. Dall’esperienza della lunga prigionia senza termine fissato, san Giovanni della Croce ha tratto l’insegnamento della “Notte oscura della Fede che illumina e conforta tutta la Chiesa. Dal fallimento dei suoi primi progetti (battezzare quanti più musulmani possibili e costituire fraternità di monaci) Charles de Foucauld ha aperto una imprevista e nuova via di presenza cristiana e di evangelizzazione per la Chiesa universale. Padre Bergoglio ha vissuto una profonda "Kenosi", "scartato" per ben dieci anni. Ha dovuto pregare molto per accettarlo. Appena si è completamente pacificato, c'è stata una telefonata del Nunzio: "il Cardinale di Buenos Aires La vuole come vescovo ausiliare"...

 

Prima Lettura   Esd 1, 1-6
Chiunque appartiene al popolo del Signore, salga a Gerusalemme e costruisca il tempio del Signore.

PERCHE' IL SOCCORSO NON E' VENUTO AL GIUSTO? / XXV Dom. T.O., B

 




Gli empi sfidano il giusto (e Dio): “vediamo se le sue parole sono vere”. La sfida ha vari aspetti ma c'è il punto principale : Se infatti il giusto è figlio di Dio, egli verrà in suo aiuto e lo libererà dalle mani dei suoi avversari”. Ora, il giusto è morto. I nemici hanno trionfato, il soccorso non gli è venuto. Forse anche noi crediamo che il soccorso sia arrivato solo dopo la Passione con la Risurrezione. È comprensibile. Gesù non ha forse gridato: “Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?”. La Croce non è una passeggiata. Ma gli avversari di Gesù erano ciechi e lo siamo ancora anche noi nella vita quotidiana: il soccorso è venuto costantemente durante la Passione con lo Spirito che ha permesso a Gesù di amare fino all’ultimo respiro, a dimenticare se stesso anche sulla croce, a non allontanarsi mai dal Comandamento, a non chiudere mai il cuore, ad accorgersi del condannato che gli chiedeva aiuto. Il Centurione ha visto quanto questo condannato era diverso da tutti: “veramente quest’uomo era figlio di Dio!”

Dio è forse assetato di sangue o di sofferenze? Chi confida in Dio e si sottomette a lui riceve protezioni eccezionali. Gesù proteggerà i suoi discepoli: “se cercate me, lasciate che questi vadano via”. Lui stesso è intoccabile fin quando non giunge la sua ora. Dio protegge dalle false promesse di vita, dalla falsa religiosità, e salva dalla morte definitiva che è il distacco da Lui.

 

Prima Lettura   Sap 2, 12.17-20
Condanniamo il giusto a una morte infamante.

sabato 18 settembre 2021

AFFINCHE' VEDENDO NON VEDANO, ASCOLTANDO NON COMPRENDANO! / sabato XXIV sett. T.O., dispari.

 


È paradossale la frase di Gesù: parlo agli altri solo con parabole, affinché vedendo non vedano e ascoltando non comprendano.” Dio non vuole la salvezza di tutti? Certo, ma la salvezza esige l’apertura del cuore, il lasciarlo trafiggere. Conoscere la Legge senza aprire il cuore è peggio che non conoscerla affatto. È la radice di ogni clericalismo. La tentazione del clericalismo, del fariseismo, è nel cuore dell’uomo e anche molti laici, purtroppo, aspirano a diventare clericali. Papa Francesco all’Incontro sul tema: “LA RESPONSABILITÀ DI GOVERNO NELLE AGGREGAZIONI LAICALI: UN SERVIZIO ECCLESIALE” (https://www.vatican.va/content/francesco/it/events/event.dir.html/content/vaticanevents/it/2021/9/16/associazioni-fedeli.html) disse:

Tutti noi cristiani siamo sempre in cammino, sempre in conversione, sempre in discernimento.Il primo ostacolo che impedisce di diventare un vero servitore di Dio e degli altri è la “voglia di potere”… C’è poi un altro ostacolo al vero servizio cristiano, e questo è molto sottile: la slealtà. Lo incontriamo quando qualcuno vuol servire il Signore ma serve anche altre cose che non sono il Signore (e dietro ad altre cose, sempre ci sono i soldi). È un po’ come fare il doppio gioco! A parole diciamo di voler servire Dio e gli altri, ma nei fatti serviamo il nostro ego, e ci pieghiamo alla nostra voglia di apparire, di ottenere riconoscimenti, apprezzamenti... Non dimentichiamo che il vero servizio è gratuito e incondizionato, non conosce né calcoli né pretese. Inoltre, il vero servizio si dimentica abitualmente delle cose che ha fatto per servire gli altri”.

Gesù parla in parabole affinché la gente prenda coscienza: “ma io non capisco cosa dice quello!” e si metta in discussione. Se non si mette in discussione è meglio che questa parola scivoli e si perda. Ai discepoli che hanno lasciato tutto e vivono in un clima che li mette sempre in discussione, Gesù può spiegare le parabole.

La domanda per noi è: “vieni a messa tutti i giorni, fai un camino di fede. La Parola di Dio nella tua vita ha portato frutto il cento per uno? Se no, perché?”

Il Vangelo di oggi e il Papa ci offrono tanti spunti per comprendere il perché. E forse non abbiamo mai pensato all’importanza della Parola di Dio per portare frutto, senza fatica. Se zappo tanto la terra, la concimo, ma non semino, tengo il sacco dei semi ma non lo apro, come il mio campo potrà portare frutto? Invece dopo la semina, il seme germoglia e cresce da solo, che il contadino vegli o dorma.

 

Prima Lettura  1 Tm 6, 13-16
Conserva senza macchia il comandamento, fino alla manifestazione del Signore.

venerdì 17 settembre 2021

COSA CI INSEGNA SAN ROBERTO BELLARMINO? / S. Roberto Bellarmino, 17 settembre.

 


San Roberto Bellarmino (1542 – 1621, gesuita) visse il tempo drammatico e stupendo dello scisma d’Occidente (Lutero, Calvino, ecc.) e del rigenerarsi della Chiesa con il Concilio di Trento. Professore e predicatore zelante che si distingueva per santità e dottrina, lottò in modo molto efficace per spiegare la fede della Chiesa e confutare le eresie protestanti. Il suo catechismo breve ebbe un uso larghissimo in molti paesi fino al XIX secolo. Formatore di santi fu tra i fondatori dell’attuale Università Gregoriana.

Da lui mi colpiscono questi tratti che si rispecchiano nelle raccomandazioni di san Paolo a Timoteo di oggi:

Ricerca della santità, nel fare la volontà di Dio. Lui che era uno studioso di grande successo, lasciò questo aspetto per dedicarsi al popolo a lui affidato quando fu nominato vescovo di Capua.

Fedeltà assoluta alla sana dottrina della Chiesa. Questa fedeltà non era ottusa. Infatti continuò la ricerca teologica. Non fece alcuna protesta quando un suo libro stava per essere messo all’Indice dei libri proibiti. Il Papa però morì appena prima e un Papa successivo gli concesse invece una speciale approvazione pontificia.

Distacco totale dalla ricchezza e fedeltà alla povertà "madre e baluardo della vocazione". Pur essendo cardinale e in totale contrasto con gli usi del tempo, si ritirò nel povero noviziato dei gesuiti dove morì.

Un'altra cosa importantissima ci insegna il Bellarmino. E' criticato violentemente da alcuni perché coinvolto come consultore nel processo di Giordano Bruno e nel caso Galileo più di quindici anni prima che questi sia processato. Non ha condannato nessuno ma, nel caso di Galileo ha espresso pareri  che sono stati poi superati dalla ricerca biblica. Non solo devi diventare santo anche tu, ma hai da aggiungere qualcosa di nuovo nel Cammino della Chiesa e dell'Umanità. 

 

 Tu, uomo di Dio, tendi alla giustizia.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Timòteo 1Tm 6,2c-12

giovedì 16 settembre 2021

LA MISERICORDIA NON INDEBOLISCE LA CHIESA / SS. Cornelio e Cipriano, martiri.

 




Cornelio, vescovo di Roma e Cipriano, vescovo di Cartagine, morirono martiri a pochi anni di distanza. Era quindi un tempo di persecuzioni e ci fu allora la questione  gravissima dei cosiddetti “lapsi”, cristiani che avevano rinnegato la fede e volevano ritornare, pentiti. A Roma, molti dicevano che chi avesse dato uno scandalo così grave, non poteva essere riammesso senza danneggiare la testimonianza e la forza della Chiesa. Troppa misericordia l’avrebbe indebolita. Cornelio si oppose in particolare a Novaziano, un prete rigorista che portando avanti il suo discorso si fece anche eleggere abusivamente vescovo di Roma, diventando così antipapa, con molti seguaci (le difficoltà della Chiesa di oggi ci addolorano ma quando guardiamo la Storia sorridiamo. Anzi, la fine di tutti quelli che si sono messi contro il Papa, contro i Concili, ci serve da grande lezione per la situazione attuale). Anche Cipriano aveva dei “lapsi”. Che fare per loro? Cipriano “inventò” un percorso di penitenza affinché il perdono non sia lassismo e che chi era caduto ritrovi la forza della grazia. Un particolare è molto significativo: prima di riammette alla comunità un “lapsus”, il vescovo lo affidava allo "scrutinio" e alla preghiera di un “confessore”, cioè qualcuno che, messo alle strette, non aveva rinnegato la fede ma, per un qualche motivo non era stato ucciso. Qualcuno che aveva conosciuto sia l’angoscia della condanna che la vittoria della grazia. Chi non aveva affrontato la prova non doveva giudicare chi nella prova era caduto. È troppo facile giudicare "dalla poltrona". Questo produceva quella misericordia seria che manifestava il Volto divinamente materno della Chiesa. Da questa Misericordia che qualcuno, come oggi, reputava eccessiva, la Chiesa non è uscita più debole ma più grande. Cornelio e Cipriano non sono stati indeboliti, ma facendo fiducia alla Misericordia divina prima come pastori, poi come testimoni, hanno trionfato. Il Vangelo di oggi mostra gli effetti meravigliosi della misericordia che abbraccia sia la peccatrice che i farisei convenuti. 

 

Prima Lettura   1 Tm 4, 12-16
Vigila su te stesso e sul tuo insegnamento: così facendo, salverai te stesso e quelli che ti ascoltano.

EUROPA, ABORTO, "MATRIMONIO" GAY, VACCINAZIONE, COMUNIONE EUCARISTICA, ANTISEMITISMO: PAPA FRANCESCO RISPONDE,

 


Qualcuno ha scritto che Bergoglio in aereo sragiona sette volte di più che quando sta a terra, facendo riferimento alla Conferenza Stampa nel volo di ritorno da Bratislava. Uno di quelli che accusano il Papa senza nessun riferimento concreto alle sue parole, senza nessuna argomentazione. Lasciamo perdere. Ma avevo appena finito di leggere quello che ha detto papa Francesco parlando con i giornalisti. Non avevo trovato nulla di strano. La forma orale improvvisata può esigere uno sforzo maggiore per comprendere qualche frase, ma su tutti gli argomenti toccati tra cui Europa, aborto, “matrimonio" gay, vaccinazione anti Covid, comunione a chi la chiede, ecc. ho trovato tutto molto chiaro e molto pacificamente in linea con il Magistero costante della Chiesa. Anzi, molto illuminante su alcuni punti. Leggete e ditemi voi.

 

 

VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ FRANCESCO
A BUDAPEST, IN OCCASIONE DELLA SANTA MESSA CONCLUSIVA
DEL 52.mo CONGRESSO EUCARISTICO INTERNAZIONALE, E IN SLOVACCHIA

(12-15 SETTEMBRE 2021)

CONFERENZA STAMPA DEL SANTO PADRE
DURANTE IL VOLO DI RITORNO DA BRATISLAVA

Volo papale
Mercoledì, 15 settembre 2021

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Matteo Bruni:

Buongiorno, Santità. Grazie per questi giorni che si sono aperti con l’adorazione eucaristica a Budapest e conclusi con la celebrazione e la preghiera, unita, questa mattina a Šaštin. Tra i due momenti, tante immagini, tante parole, tanti incontri, ed è bello che si sia potuto riprendere a incontrarsi di persona. Bella anche la partecipazione e la gioia del popolo di Dio, in questi giorni.

Questi giorni li ripercorriamo attraverso le domande dei giornalisti.

La prima domanda viene da un giornalista ungherese, il signor István Károly Kuzmányi, di Magyar Kurír.

István Károly Kuzmányi, di Magyar Kurír:

Santo Padre, La ringraziamo per la Sua visita a Budapest dove ha citato il venerabile cardinale József Mindszenty, che disse: “Se ci sono un milione di ungheresi che pregano, non ho paura del domani”. Ed ecco la mia domanda: perché ha deciso, dopo 21 anni, di partecipare da Papa al Congresso Eucaristico Internazionale, partendo da questo evento? Come vede il futuro del cristianesimo europeo e cosa pensa che possiamo fare, noi ungheresi, per questo? Grazie.

Papa Francesco:

Bene, grazie, grazie tante. All’inizio non si capiva bene: “Ma viene soltanto alla cerimonia, e a noi ungheresi non ci visita?”, e qualcuno la pensava male. No. Io ho spiegato che era già pianificata – ma in mente – la visita in Slovacchia, e la incominciai dopo. Ma ho promesso al vostro Presidente, con il quale mi sono incontrato – questa è la terza volta che lo incontro –, ho promesso di vedere il prossimo anno o l’altro di poter venire, perché sono tanti i valori degli ungheresi… Mi ha colpito il senso dell’ecumenismo, per esempio, che voi avete, con una profondità grande grande grande. E questo mi ha colpito.

In genere, l’Europa deve – lo dico sempre, questo, lo ripeto – prendere i sogni dei grandi, dei padri fondatori dell’Unione Europea. L’Unione Europea non è – diciamo – una riunione per fare le cose…, è un fatto molto spirituale, c’è uno spirito alla base dell’Unione Europea, che hanno sognato Schuman, Adenauer, De Gasperi, questi grandi: tornare lì. Perché c’è un pericolo: che sia soltanto un ufficio di gestione, l’Unione Europea, e questo non va. Deve andare proprio alla mistica [allo spirito], cercare le radici dell’Europa e portarle avanti. E credo che tutti i Paesi debbano andare avanti. È vero che alcuni interessi, forse non europei, cercano di usare l’Unione Europea per le colonizzazioni ideologiche, e questo non va. No, l’Unione Europea dev’essere indipendente in sé stessa, e tutti i Paesi allo stesso livello, ispirati dal sogno dei grandi fondatori. Questa è la mia idea. E voi ungheresi: con voi sono stato l’anno scorso [due anni fa] in Transilvania. È stata bellissima quella Messa in ungherese!

mercoledì 15 settembre 2021

UNA FESTA DI GIOIA / Beata Vergine Maria Addolorata, 15 settembre.

 

Affresco in una chiesa della Cappadocia


Nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi, perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate gioire ed esultare.

L’antifona alla Comunione riassume ciò che percepisco di questa festa: la gioia. Una gioia non superficiale, non a buon mercato anche se totalmente gratuita come lo è l’amore di Gesù per noi, che ci riscatta a caro prezzo.  Quindi una gioia purificata dalla croce che vince. Dolore e gioia che trafiggono e gratitudine.

 

Prima Lettura  Eb 5, 7-9
Imparò l'obbedienza e divenne causa di salvezza eterna.

L'AMORE E' IL SOGNO PIU' GRANDE DELLA VITA, MA NON E' UN SOGNO A BUON MERCATO / Incontro con i giovani in Slovacchia 14 sett 2021

 


Un discorso che è una miniera di espressioni e riflessioni semplici e profonde


INCONTRO CON I GIOVANI

 DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO

Stadio Lokomotiva (Košice)
Martedì, 14 settembre 2021

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Cari giovani, cari fratelli e sorelle, dobrý večer! [buonasera!]

Mi ha dato gioia ascoltare le parole di Mons. Bernard, le vostre testimonianze e le vostre domande. Ne avete fatte tre e io vorrei provare a cercare delle risposte con voi.

Inizio da Peter e Zuzka, dalla vostra domanda sull’amore nella coppia. L’amore è il sogno più grande della vita, ma non è un sogno a buon mercato. È bello, ma non è facile, come tutte le cose grandi della vita. È il sogno, ma non è un sogno facile da interpretare. Vi rubo una frase: «Abbiamo cominciato a percepire questo dono con occhi totalmente nuovi». Davvero, come avete detto, servono occhi nuovi, occhi che non si lasciano ingannare dalle apparenze. Amici, non banalizziamo l’amore, perché l’amore non è solo emozione e sentimento, questo semmai è l’inizio. L’amore non è avere tutto e subito, non risponde alla logica dell’usa e getta. L’amore è fedeltà, dono, responsabilità.

La vera originalità oggi, la vera rivoluzione, è ribellarsi alla cultura del provvisorio, è andare oltre l’istinto, oltre l’istante, è amare per tutta la vita e con tutto sé stessi. Non siamo qui per vivacchiare, ma per fare della vita un’impresa. Tutti voi avrete in mente grandi storie, che avete letto nei romanzi, visto in qualche film indimenticabile, sentito in qualche racconto toccante. Se ci pensate, nelle grandi storie ci sono sempre due ingredienti: uno è l’amore, l’altro è l’avventura, l’eroismo. Vanno sempre insieme. Per fare grande la vita ci vogliono entrambi: amore ed eroismo. Guardiamo a Gesù, guardiamo al Crocifisso, ci sono entrambi: un amore sconfinato e il coraggio di dare la vita fino alla fine, senza mezze misure. C’è qui davanti a noi la Beata Anna, un’eroina dell’amore. Ci dice di puntare a traguardi alti. Per favore, non facciamo passare i giorni della vita come le puntate di una telenovela.