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mercoledì 29 settembre 2021

PAPA FRANCESCO E MESSA IN LATINO; 2/4 Il Concilio ha rimesso in valore la Tradizione delle origini cristiane

 

IL Cardinale Ratzinger celebra con pienezza di segni.

(Segue dal post La Gioia del Vangelo: PAPA FRANCESCO E MESSA IN LATINO 1/4 Qualche precisazione e riflessione )

Nel post di ieri abbiamo introdotto i fatti che hanno portato alla riforma del 1970 e le prime reazioni contrarie oppure di obbedienza alla Chiesa che hanno portato allo scisma del vescovo Lefebvre. Ma la riforma non ha solo permesso l’uso della lingua di tutti i giorni. La preghiera  eucaristica del vecchio Messale o  “canone romano” è rimasta nel nuovo Messale come prima preghiera eucaristica, tradotta in italiano. Quindi chi vuole rimanere vicino all’unica preghiera eucaristica di prima del Concilio, “quella della Tradizione” come dicono alcuni, la trova nel nuovo Messale, non è stata cancellata. Però sono state aggiunte subito altre tre preghiere eucaristiche, ispirate dalla tradizione delle Chiese più importanti dell’antichità (in seguito ne sono state aggiunte altre sei), altri prefazi, ecc. Ma soprattutto il nostro modo di celebrare di oggi è ritornato alla tradizione più antica e autentica, al modo di celebrare dei primi secoli a Roma, del Tempo dei Padri della Chiesa e dei Martiri:  non più quindi il prete spalle al popolo, separato dall’Assemblea con una balaustra, non più con vesti e cerimoniale più complicati. Come ha chiesto il Concilio si è favorito una maggiore partecipazione dei fedeli, ritrovando ministeri dimenticati come i lettori, il diaconato permanente.... Si è riscoperto la Chiesa come Ecclesia, cioè comunità, presieduta da un presbitero (anziano) deputato a questo dal vescovo (episcopo =sorvegliante), dove tutti sono fondamentalmente uguali perché tutti battezzati, membra dell’unico popolo di Dio, membra del Corpo di Cristo, ognuno con i suoi carismi, ecc. Forse queste parole possono risuonare ancora un po’ strane alle orecchie di qualcuno, eppure questo è il linguaggio del Nuovo Testamento. Già nel 1943 (!) due preti francesi (P. Henri Godin, fondatore de la "Mission ouvrière de Paris", e P. Yvan Daniel) scrivono un libro “France, terre de mission?” in cui vedono come la Chiesa sta perdendo la classe operaia perché non riesce più a parlarci, mentre descrivono esperienze con gruppi di giovani dove costatano con grande sorpresa l’azione viva dello Spirito Santo e la "presenza di carismi come si legge nelle lettere di san Paolo!". Chiaramente il Concilio non voleva accontentarsi di qualche altro ritocco al Messale  del 1962.

È chiaro che la Nuova Messa (N.O. = Novo Ordo)  ha comportato un grande cambiamento per i fedeli! Molti, ai quali spesso non è stato ben spiegato il senso della Riforma, si sono sentiti smarriti. Ho avuto  la grazia di avere una famiglia aperta e un parroco tranquillamente obbediente al vescovo, per cui non ho avuto difficoltà con le novità del Concilio. Il mio padre spirituale invece aveva 60 anni al momento dell'inizio con il N.O.. La prima volta, assieme alle Clarisse si sono inginocchiati tutti insieme per recitare il Credo! “Credo nella Chiesa, Una, Santa, Cattolica…”. Obbedire alla Chiesa, far fiducia alla Chiesa, perché è del Signore. Non l’ho mai visto in difficoltà per la mancanza di spiritualità del nuovo Rito. Ho sentito Kiko Arguello, iniziatore del Cammino neocatecumenale, dire davanti a 400 preti : “Siate tranquilli, noi obbediremo sempre alla Chiesa. Abbiamo fatto tante ricerche per arrivare al nostro modo di celebrare, ma se la Chiesa ci toglie le concessioni che ci ha donato, obbediremo. Se la Chiesa ci chiede di celebrare in latino, lo faremo”. Questo è la fede. Questa è la via giusta.

(Continua ... http://ilblogdifrasereno.blogspot.com/2021/10/papa-francesco-e-messa-in-latino-34-i.html)

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