Cornelio, vescovo di Roma e Cipriano, vescovo di Cartagine, morirono
martiri a pochi anni di distanza. Era quindi un tempo di persecuzioni e ci fu allora la questione gravissima dei
cosiddetti “lapsi”, cristiani che avevano rinnegato la fede e volevano
ritornare, pentiti. A Roma, molti dicevano che chi avesse dato uno scandalo così
grave, non poteva essere riammesso senza danneggiare la testimonianza e
la forza della Chiesa. Troppa misericordia l’avrebbe indebolita. Cornelio si
oppose in particolare a Novaziano, un prete rigorista che portando avanti
il suo discorso si fece anche eleggere abusivamente vescovo di Roma, diventando
così antipapa, con molti seguaci (le difficoltà della Chiesa di oggi ci
addolorano ma quando guardiamo la Storia sorridiamo. Anzi, la fine di tutti quelli
che si sono messi contro il Papa, contro i Concili, ci serve da grande lezione per
la situazione attuale). Anche Cipriano aveva dei “lapsi”. Che fare per loro? Cipriano “inventò” un percorso di penitenza affinché il perdono non sia lassismo e che chi era caduto
ritrovi la forza della grazia. Un particolare è molto significativo: prima
di riammette alla comunità un “lapsus”, il vescovo lo affidava allo "scrutinio" e alla preghiera di un “confessore”, cioè qualcuno che, messo alle strette, non aveva rinnegato
la fede ma, per un qualche motivo non era stato ucciso. Qualcuno che aveva conosciuto
sia l’angoscia della condanna che la vittoria della grazia. Chi non aveva affrontato la prova non doveva giudicare chi nella prova era caduto. È troppo
facile giudicare "dalla poltrona". Questo produceva quella misericordia
seria che manifestava il Volto divinamente materno della Chiesa. Da questa Misericordia
che qualcuno, come oggi, reputava eccessiva, la Chiesa non è uscita più debole
ma più grande. Cornelio e Cipriano non sono stati indeboliti, ma facendo
fiducia alla Misericordia divina prima come pastori, poi come testimoni, hanno trionfato. Il Vangelo di oggi mostra gli effetti meravigliosi della misericordia che abbraccia sia la peccatrice che i farisei convenuti.
Prima
Lettura 1 Tm 4, 12-16
Vigila su te
stesso e sul tuo insegnamento: così facendo, salverai te stesso e quelli che ti
ascoltano.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
Figlio mio, nessuno disprezzi la tua giovane età, ma sii di esempio ai fedeli nel parlare, nel comportamento, nella carità, nella fede, nella purezza.
In attesa del mio arrivo, dèdicati alla lettura, all’esortazione e all’insegnamento. Non trascurare il dono che è in te e che ti è stato conferito, mediante una parola profetica, con l’imposizione delle mani da parte dei presbìteri.
Abbi cura di queste cose, dèdicati ad esse interamente, perché tutti vedano il tuo progresso. Vigila su te stesso e sul tuo insegnamento e sii perseverante: così facendo, salverai te stesso e quelli che ti ascoltano.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 110
Grandi sono le opere del Signore.
Le opere
delle sue mani sono verità e diritto,
stabili sono tutti i suoi comandi,
immutabili nei secoli, per sempre,
da eseguire con verità e rettitudine.
Mandò a
liberare il suo popolo,
stabilì la sua alleanza per sempre.
Santo e terribile è il suo nome.
Principio
della sapienza è il timore del Signore:
rende saggio chi ne esegue i precetti.
La lode del Signore rimane per sempre.
Canto al Vangelo Mt 11,28
Alleluia, alleluia.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi,
e io vi darò ristoro, dice il Signore.
Alleluia.
Vangelo Lc 7, 36-50
Sono
perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato.
Dal
vangelo secondo Luca
In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella
casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di
quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di
profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli
di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di
profumo.
Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse
un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una
peccatrice!».
Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’
pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento
denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito
a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia
colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene».
E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato
in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato
i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato
un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i
piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi
di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché
ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco».
Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali
cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma
egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».
Nessun commento:
Posta un commento