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venerdì 29 luglio 2016

COMPRENDERE LA SCRITTURA N. 2: LA SCRITTURA SPIEGA LA SCRITTURA

Incredulità di San Tommaso - Caravaggio
La frase di s. Girolamo esaminata nel post precedente: “tutta la Scrittura è Cristo” è la conclusione cristiana di un doppio principio di fede tramandatoci dagli Ebrei.

Il primo è che Dio ha promesso al suo popolo lo Shalom, cioè la Pace, il Benessere, la Pienezza di Vita e queste promesse vengono attuate da Lui nella Storia attraverso il suo piano di Salvezza. In particolare il Messia promesso da Dio verrà per portare a compimento queste promesse. Egli compirà le Scritture. Per noi il Messia è Gesù di Nazareth, che compie le Scritture con il Mistero Pasquale di Redenzione attraverso la sua Morte per amore e la sua Risurrezione.

Il secondo principio è che Dio è infinitamente superiore a noi e quindi alla nostra mente. L’uomo, da solo, con tutta la sua intelligenza e la sua scienza non può COMPRENDERE DIO, cioè non può definirlo, non può spiegarlo. È Dio che si RIVELA: DIO SPIEGA DIO!

Siccome Dio si rivela tramite le Sante Scritture, bisogna concludere che l’uomo non può spiegare queste da solo. ESSENDO PAROLA DI DIO, RIVELAZIONE DELLA SUA NATURA E DEL SUO PIANO PER GLI UOMINI, E' LA SCRITTURA CHE SPIEGA LA SCRITTURA.

Quanto detto sopra ci dà due metodi molto semplici per leggere e inte-leggere la Scrittura cioè averne l’intelligenza:

TERRORISMO: NON C'E' PACE SENZA GIUSTIZIA, NON C'E' GIUSTIZIA SENZA PERDONO

A qualcuno sembrerà un testo troppo lungo, ma sembra molto opportuno rileggere quello che papa Giovanni Paolo II scrisse per la Giornata Mondiale della Pace del 2002, dopo l'Attentato alle Torri Gemelli, appoggiandosi, oltre che sulla riflessione e l'esperienza della Chiesa lungo questi 2000 anni, anche sulla propria esperienza di vita sotto il nazismo prima e sotto il comunismo poi e di condivisione delle sofferenze di tanti popoli. 
In particolare, nei paragrafi da 4 a 7, egli definisce il terrorismo e l'atteggiamento da avere contro di esso.

MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II  PER LA CELEBRAZIONE DELLA 
XXXV GIORNATA MONDIALE DELLA PACE
1° GENNAIO 2002

NON C' È PACE SENZA GIUSTIZIA
NON C' È GIUSTIZIA SENZA PERDONO 


giovedì 28 luglio 2016

COMPRENDERE LA SCRITTURA. N. 1: TUTTA LA SCRITTURA E' CRISTO

Guercino - san Girolamo nel deserto
“Tutta la Scrittura è Cristo!”

Questa espressione molto celebre è di san Girolamo.

San Girolamo (347 - 420) ha dedicato gran parte della sua vita a tradurre di nuovo la Bibbia in latino perché le traduzioni latine in circolazione erano troppo difettose e la gente senza molta cultura non comprendeva più abbastanza il greco. Egli fece questa nuova traduzione ripartendo dai testi originali (ebraico, arameo, greco), vivendo e lavorando a Betlemme in Terra Santa, nell’ambiente stesso in cui si è formata la Bibbia e mettendosi alla scuola dei rabbini più rinomati. La sua traduzione, molto accurata, divenne, per secoli, praticamente ufficiale nella Chiesa in occidente, tanto da meritare il nome di “Vulgata” (“Comune”).

San Girolamo aggiunge che, quindi, “ignorare la Scrittura è ignorare Cristo!”

Noi vogliamo conoscere Cristo, nostro Salvatore e nostro Modello, e quindi vogliamo conoscere meglio il Vangelo e la Scrittura tutta.

La frase stessa di san Girolamo ci illumina, ci dona un metodo per leggere la Bibbia.


Se tutta la Scrittura è Cristo, ogni versetto della Scrittura ci rivelerà qualcosa di Cristo, che è lui stesso il Rivelatore del Padre. Confrontando i vari brani e versetti come i pezzi di un mosaico vedremo apparire questa UNITA’ DELLA SCRITTURA  e il Volto sempre più completo di Cristo. Se tutta la Scrittura è Cristo, se c'è questa unità della Scrittura, ogni versetto è connesso agli altri, ogni episodio o affermazione fa parte della Rivelazione, della STORIA DELLA SALVEZZA  e quindi va capito nel suo contesto unitario.

mercoledì 27 luglio 2016

L'ORRORE DI SAINT ETIENNE DU ROUVRAY, L'ISLAM E LA MADONNA DI FATIMA

Père Jacques Hamel
Siamo tutti colpiti, presi da emozioni molto forti, anche la paura. In quanto francese e presbitero io sono forse il più toccato. Ognuno vuole parlare, scrivere. C'è la solita polemica su ogni aspetto, che non risparmia papa Francesco. Un titolo di giornale che ricordo: “papa Francesco pecca nel non condannare chiaramente l’Isis”.

Non lasciamo che l’ignoranza o i pregiudizi facciano il gioco del Nemico.

Qualcuno ha mai letto nel Vangelo che Gesù abbia condannato un gruppo religioso o politico? Si è sempre rivolto alle persone, al loro cuore fatto ad immagine di Dio e fatto per Lui, mettendone in evidenza le intenzioni segrete. Gesù si è rivolto alla coscienza, cioè alla libertà che si confronta con i valori, al di là di ogni appartenenza etnica o religiosa. Condannare l’Isis da parte del papa

martedì 26 luglio 2016

CHE FARE DELLA ZIZZANIA?

Polizia a Saint Etienne du Rouvray in Francia
Se esco in aperta campagna, ecco le vittime della spada; ... Anche il profeta e il sacerdote si aggirano per la regione senza comprendere». 
Hai forse rigettato completamente Giuda, oppure ti sei disgustato di Sion?

Santi Gioacchino e Anna, solo memoria, quindi letture del giorno, martedì della XVII settimana. Cosa dire? Un concetto che ritorna continuamente nel cuore in questi giorni tristi di attentati, nonché gli ultimi terribili gesti perpetrati in Baviera, ieri in Giappone e oggi in una chiesa di Normandia, vicino a Rouen, per terrorismo o per follia semplice contro persone innocenti. Giorni di apprensione per tutti, anche per i nostri che vanno a Cracovia. Però sappiamo che lì tutto andrà bene.
Questo concetto che ritorna, l’ho già espresso per la Festa di Santa Brigida. Vale la pena di ribadirlo,

25 LUGLIO SAN GIACOMO PSICOLOGIA E SANTITA'

El Greco. Santiago Apòstol 1600
«Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti»

Non ho avuto tempo di scrivere ieri su san Giacomo eppure c’è molto da dire su una tale figura e le letture che la Chiesa ha scelto per caratterizzarla.

Una pista è quella della conversione così forte che trascorre tra il Giacomo grezzo che ci presenta il Vangelo, figlio di Zebedeo assieme al fratello Giovanni e che Gesù chiama “figli del tuono”, e il testimone del Signore che offre la sua vita da servo mite nel martirio.

Ci vuole un carattere o delle doti speciali per essere santo o diventare martiri? Ho letto di un santo cappuccino siciliano che da ragazzo si esercitava a sopportare le peggiori sofferenze per essere pronto ad affrontare il martirio in caso di rapimento da parte dei pirati saraceni che facevano incursioni nell’isola e che, dopo aver depredato le loro vittime, spesso gli ingiungevano di rinnegare la fede cristiana per evitare la morte. Non è stato però l’allenamento da “Marine dell’esercito americano” che l’hanno fatto correre sulla via della santità ma il suo amore per Gesù e la sua fedeltà alla fede ricevuta.

lunedì 25 luglio 2016

PER APPROFONDIRE 2: LA CHIESA PERMETTE LA CREMAZIONE?













Si sta sempre più diffondendo, anche tra noi, l’uso di far cremare il corpo del caro defunto. Spesso le motivazioni coscienti sono comprensibili ragioni economiche. Purtroppo, sappiamo che il business dei morti a Napoli ha aspetti scandalosi. Ma c'è altro da dire? Quale è la posizione della Chiesa al riguardo?
Leggiamo il Catechismo della Chiesa Cattolica al paragrafo 2300: “I corpi dei defunti devono essere trattati con rispetto e carità nella fede e nella speranza della risurrezione. La sepoltura dei morti è un'opera di misericordia corporale; rende onore ai figli di Dio, templi dello Spirito Santo.”; e al n.2301 : “La Chiesa permette la cremazione, se tale scelta non mette in questione la fede nella risurrezione dei corpi.” Il Codice di Diritto Canonico, invece, dice: “La Chiesa raccomanda vivamente che si conservi la pia consuetudine di seppellire i corpi dei defunti; tuttavia non proibisce la cremazione, a meno che questa non sia stata scelta per ragioni contrarie alla dottrina cristiana” (Canone 1176, § 3).

sabato 23 luglio 2016

23 LUGLIO SANTA BRIGIDA - GIOVANNI PAOLO II - GESU' - L'ATTUALITA'

Santa Brigida - chiesa di Salems
La disgraziata attualità ci riempie di insicurezza. E ci pone interrogativi molto seri. È un dato di fatto che l’Occidente sta crollando in tanti modi. 63% dei francesi adulti non si riconoscono in nessuna religione. Se togli dai 37% restanti i musulmani e religioni varie, coloro che si riconoscono in qualche modo come cristiani tutte confessioni confuse sono poco più di un quarto. Trent'anni fa erano l'80%. Anche negli Stati Uniti, così tradizionalmente religiosi, la crescita dei senza religione ha un tasso esponenziale in questo ultimo decennio. In Italia, l’Istat ha calcolato che se il ritmo attuale di decrescita dei matrimoni si mantiene, l’ultimo matrimonio celebrato in Chiesa sarà nel 2032, cioè fra 16 anni! Se guardiamo le varie ideologie libertarie e disumane che invadono le nostre società in tutti i campi sensibili: potere politico, informazione, educazione, e le proposte di una vera cultura di morte vediamo come c'è un trend negativo molto forte.

Ma non è la prima volta che l’Europa è minacciata dalle sue divisioni interne e dagli attacchi esterni (vedi anche Islam) nonché dalle lacerazioni nella Chiesa stessa. Il tempo di santa Brigida era un tempo di questo genere. La sua parabola è però innanzitutto una parabola di amore:

venerdì 22 luglio 2016

I TRE PRIMATI DI SANTA MARIA MADDALENA

Quest’anno, per la prima volta la ricorrenza di santa Maria Maddalena è “festa” e non solo “memoria”. Cosa significa per noi, in questi tempi disastrati e violenti? Maria Maddalena mette in risalto tre cose:

IL PRIMATO DELLA RISURREZIONE.
Santa Maria Maddalena è la prima ad aver visto Gesù risorto secondo la Scrittura (ma Giovanni Paolo II, seguendo una sua intuizione oppure appoggiandosi ad una tradizione che non conosco, dice che certamente la prima apparizione del Risorto è stata per sua Madre (di getto: mi sembra evidente anche a me). La Maddalena è stata poi, sicuramente, la prima persona annunciatrice della Risurrezione ad altri.
È vero che non si parla più di Lei in seguito nella Scrittura, mentre si raccontano le fatiche e le

IN MEMORIAM CARMEN HERNANDEZ


ripreso dal "Sismografo" a cura della redazione.


Durante il funerale, a Madrid, di Carmen Hernández, presieduto dall'arcivescovo Mons. Carlos Osoro, è stato letto un messaggio di cordoglio di Papa Francesco.
Al Sr. Francisco (Kiko) Argüello
Camino Neocatecumenal
Madrid
He recibido con emoción la noticia de la muerte de la Sra. Carmen Hernández, después de una larga existencia marcada por su amor a Jesús y por un gran entusiasmo misionero. En esta hora de dolorosa separación estoy espiritualmente cercano con mi afecto a todos los familiares y a todo el Camino Neocatecumenal, del que ella ha sido co-iniciadora, como también a cuantos han apreciado su ardor apostólico concretizado sobre todo al indicar un itinerario de redescubrimiento del bautismo y de educación permanente en la fe. 


VERITA' DELLA FEDE - VERITA' SCOMODE E SALUTARI

Una testimonianza sorprendente del Cardinale Cordes:
Oggi alle 18.00 nella cattedrale dell'Almudena a Madrid le esequie di Carmen Hernandez, iniziatrice con Kiko Arguello del Cammino neocatecumenale. Si è spenta martedì nella capitale spagnola all’età di 85 anni. A presiedere il rito, l'arcivescovo di Madrid mons. Carlos Osoro Sierra, alla presenza di numerosi vescovi e cardinali e gli itineranti di tutto il mondo. 

Roberto Piermarini ha chiesto al cardinale Paul Joseph Cordes che è stato Incaricato di san Giovanni Paolo II per l’Apostolato del Cammino, cosa ha rappresentato Carmen per il Cammino neocatecumenale:
R. - Carmen è stata una donna molta importante per l’iniziativa della Nuova Evangelizzazione. Kiko è il catechista, ma Carmen, con tante ispirazioni teologiche ed ecclesiali, lo ha molto aiutato; conosceva come pochi i documenti del Concilio Vaticano II; conosceva tutti i discorsi di Giovanni Paolo II, di Benedetto XVI, di Francesco. Per me era un po’ come la mente teologica del Cammino: posso affermare che è per merito suo che ho potuto studiare molto bene la teologia. Ho sempre ammirato la conoscenza e l’insistenza di Carmen sulla verità della fede.

giovedì 21 luglio 2016

MA QUALE AUTORITA'? (mercoledì 19 luglio, XVI settimana T O)

“Vedi, oggi ti do autorità sopra le nazioni e sopra i regni!” (prima lettura)
Seguendo gli avvenimenti dell’attualità sembra che questa frase, così importante per chi ha sete di giustizia, sia molto fasulla. Veramente i profeti hanno autorità sopra le nazioni? Almeno Geremia ha avuto autorità? Certamente non come Erdogan o un semplice Re orientale dell’epoca. Geremia ebbe una vita tormentata e dovette soffrire fino alla fine della sua vita.

Se leggiamo meglio il testo vediamo che è tutto un incoraggiamento amorevole e esigente ad un tempo: prima di formarti nel grembo ti ho conosciuto, prima che tu nascessi ti ho consacrato, non dire sono giovane, ti do autorità sopra le nazioni. Questo significa: non aver paura sono con te, non dire quelli non capiscono, quelli la pensano diversamente, quelli non ascolteranno…

Il potere che Dio dà è un potere di verità, la sua parola è universale perché c'è un solo Dio e il cuore dell’uomo è fatto a sua immagine e per Lui. Al di là di ogni religione e cultura.

martedì 19 luglio 2016

PREGHIERA DI ABBANDONO

Frère Charles a Tamanrasset nello Hoggar
“Egli tornerà ad avere pietà di noi, calpesterà le nostre colpe. Tu getterai in fondo al mare tutti i nostri peccati”.  
La liturgia ci propone la fine del piccolo libro del profeta Michèa, che alterna minacce, addirittura processi, a Samaria e Gerusalemme a dichiarazioni di amore. I processi di Dio al suo popolo non arrivano mai a condanne definitive ma a proposte di riconciliazione, talvolta unilaterali. “Egli non serba per sempre la sua ira, ma si compiace di manifestare il suo amore.”

Nel Vangelo però sembra che questa misericordia si manifesti molto duramente: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Ma la bontà di Dio, salvatore nostro e il suo amore per gli uomini si sono manifestati in Gesù Cristo che ci ha salvati non in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per sua misericordia mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo (cfr. Tito 3,4 ss). Quello che Dio promette per la bocca di Michèa si realizza in Gesù Cristo. Perché allora il nostro cuore si rallegra ascoltando Michèa e un po’ si stringe ascoltando quella frase di Gesù, in particolare pensando alla Madonna in modo sentimentale? È lo stesso quando diciamo che Natale è la più bella festa dell’anno e non ci

lunedì 18 luglio 2016

L’UMILTA’ DELLA RISURREZIONE

Cupola di Santa Maria in Fiore, Firenze.
“Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che richiede il Signore da te: praticare la giustizia, amare la bontà, camminare umilmente con il tuo Dio”.
Notiamo la forza profetica di questa frase (prima lettura): Dio propone la bontà a gente che penserebbe normale uccidere il proprio primogenito in sacrificio alla divinità! Non scandalizziamoci dunque se il Vangelo va contro la mentalità che ci circonda e che, per comodo, vorremmo continuare a chiamare società cristiana. Chiediamo al Signore di credere veramente alla sua Parola e di prenderla come pietra angolare della nostra vita, andando umilmente ma decisamente contro la mentalità "farisaica" presente nella Chiesa e contro la mentalità pagana ormai comune.

A questa generazione malvagia e adultera non sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona!
In quanto a generazione malvagia e adultera ci stiamo, questa descrizione ci riguarda. Ma, qual è il “segno di Giona” di cui ci parla il Vangelo? sembra che sia doppio: il Mistero pasquale di morte e risurrezione, ma anche la Predicazione.

Se confrontiamo le tre cose “ciò che richiede il Signore da te”, la Risurrezione e la Predicazione, quale rapporto scopriamo tra loro?

domenica 17 luglio 2016

PER APPROFONDIRE 1 : QUANDO MI DEVO CONFESSARE?

C'è un problema che turba ancora molto spesso i fedeli: mi devo confessare ogni volta prima di fare la comunione? e: come si fa a saper che una cosa è peccato oppure no, e la gravità di questo peccato?

Illuminiamo il primo problema con la risposta di Benedetto XVI a una bambina in ottobre 2005:
«Santo Padre, prima del giorno della mia Prima Comunione mi sono confessata. Mi sono poi confessata altre volte. Ma volevo chiederti: devo confessarmi tutte le volte che faccio la Comunione? Anche quando ho fatto gli stessi peccati? Perché mi accorgo che sono sempre quelli».
Risposta : “Direi due cose: la prima, naturalmente, è che non devi confessarti sempre prima della Comunione, se non hai fatto peccati così gravi che sarebbe necessario confessarsi. Quindi, non è necessario confessarsi prima di ogni Comunione eucaristica. Questo è il primo punto. Necessario è soltanto nel caso che hai commesso un peccato realmente grave, che hai offeso profondamente Gesù, così che l’amicizia è distrutta e devi ricominciare di nuovo. Solo in questo caso, quando si è in peccato “mortale”, cioè grave, è necessario confessarsi prima della Comunione. Questo è il primo

venerdì 15 luglio 2016

15 LUGLIO SAN BONAVENTURA E LA STRAGE DI NIZZA

Oggi s’impone alla nostra attenzione la strage assurda e disumana di Nizza: gente pacifica in un giorno di festa schiacciata da un uomo alla guida di un camion, tra loro molti bambini. Immediata la partecipazione del Papa: «Francesco segue con sgomento e in preghiera la terribile strage. Condanniamo nella maniera più assoluta ogni manifestazione di follia omicida, di odio, di terrorismo, di attacco contro la pace».

La Parola di Dio di oggi e la figura di san Bonaventura possono illuminare questa tragedia e ciò che l’ha ispirata?

mercoledì 13 luglio 2016

LA GEOPOLITICA SPIEGATA DAI SEMPLICI

Oggi come al tempo degli Assiri (prima lettura) siamo presi nel vortice di avvenimenti molto più grandi di noi: crisi internazionali e guerre continue. Un grande pregio della Comunità Europea è di aver dato ai popoli membri un’era di pace senza precedenti, anche se sono appena 70 anni! Ma in quel periodo nel continente Europa la guerra c'è stata più volte (Balcani, invasioni militari nell’Est Europeo…) e c'è oggi in Ucraina. Un uomo nato 70 anni fa non avrà sentito tuonare il cannone da casa sua ma, nato nelle macerie della seconda guerra mondiale, sarà vissuto sotto la minaccia delle armi nucleari e di possibili invasioni e, forse, qualche suo fratello maggiore avrà combattuto in guerre legate alla decolonizzazione, figli o nipoti suoi saranno andati in Iraq o in Afghanistan, o in uno dei tanti teatri di guerra odierni. E sembra che la spinta civilizzatrice della costruzione europea si stia esaurendo.

Maledizione inevitabile? Fascino sempre presente nel nostro DNA della violenza, codificata come grande ideale? Un giorno mi diede passaggio verso la Francia un belga che tornava da una ricostituzione storica della battaglia di Marengo: tre giorni entusiasti in uniforme d’epoca, a dormire sotto la tenda, sulla paglia, senza portare occhiali né fumare, accomunato con francesi, olandesi, inglesi, tedeschi ecc., dal mito di Napoleone. Appena finito quel campeggio particolare aveva inforcato di nuovo gli occhiali e … ricuperava le sigarette perdute! Ricordo, durante il servizio militare, lo stato di eccitazione dei compagni nell’odore della polvere da sparo la prima volta al poligono di tiro …

martedì 12 luglio 2016

SE OGGI ASCOLTATE LA SUA VOCE, NON INDURITE IL VOSTRO CUORE!

Le letture di oggi ruotano attorno al tema dell’ascolto. Dice il versetto evangelico: Oggi non indurite il vostro cuore,  ma ascoltate la voce del Signore. (cfr salmo 94).

La prima lettura ce ne offre una dimensione molto importante, quello della fede “passiva”: il re di Aram e il re di Samaria (il regno del nord, teoricamente un regno ebraico fratello ma di fatto nemico, esagerando possiamo dire Corea del Nord contro Corea del Sud) stanno assediando Gerusalemme. Ma Dio non permetterà che Gerusalemme sia espugnata, a prescindere dagli uomini e manda Isaia a re Acaz per rassicurarlo, ma questi deve credere alle parole del profeta. Il Signore non agisce mai mettendo l’uomo da parte. La sua protezione è un invito a crescere nella fede. Se Acaz non crede, ci sarà il paradosso di una situazione sicura con un popolo, re in testa, che vive in perpetua ansia e da questo commette tanti errori pratici nel quotidiano! Chiediamoci quante volte abbiamo temuto un pericolo che non si è realizzato e nel frattempo siamo vissuti così male, in ansia e continua agitazione. Dio chiede la fede e la fede da stabilità.

Il Vangelo ci presenta un altro aspetto: il non ascolto - perché il cuore si chiude - porta alla non conversione malgrado i segni sperimentati, mentre città pagane “vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite”. Cosa dici del nostro tempo?: crisi economica, crisi dei valori, corruzione dei politici, inquinamento sempre più preoccupante e globalizzato, rumori di guerra, problemi di soldi e di salute, figli che non seguono la via della fede nella Chiesa e nel matrimonio … Ma puoi anche, con certezza, dire che hai visto molti segni straordinari! Quante figure sante hanno inciso sulla storia del mondo contemporaneo! Quanti segni di una Chiesa capace di rinnovarsi, di aprire vie nuove, adatte a questo tempo! Quante grazie di guarigione, quanti interventi celesti! E ci siamo vestiti di sacco e cosparsi di cenere? ti sei convertito? Se Dio si è presentato alla tua vita non dovevi forse metterti in piedi e cominciare a camminare, cercandolo con tutto il cuore, con tutta la mente e tutte le forze, imparando a vivere nella logica della fede?

lunedì 11 luglio 2016

11 LUGLIO, SAN BENEDETTO PATRONO D’EUROPA


In questo momento così difficile per l’Europa, cosa ci possono dire san Benedetto e le letture che la Chiesa ha scelto per illustrare la sua figura?

Nato nel 480 dell’era cristiana san Benedetto nasce in una società dove il Cristianesimo è diventato il perno e ha anche il carattere di religione ufficiale. Il Cristianesimo è ormai una religione di massa perché tutti sono convinti che è la religione vera, ma questo non significa che tutti sono disposti a convertirsi. Anzi, lo Stato si appoggia sulla religione come collante della società e come forza morale sana. Può diventare quindi talvolta interessante essere cristiano per avere un buon nome, una raccomandazione, perfino una carriera.

Tutti quelli che leggono il Vangelo con cuore aperto sanno che Gesù non è venuto per questo. Il suo amore crocifisso continua ad attirare le anime. Nella sua ricerca di comunione sempre più stretta con Cristo Benedetto cerca prima la solitudine che lo mette in “vacanze per Dio” (= “vacans pro Deo”, “vacante”, libero di tutto per Dio). Poi viene portato alla grande ricchezza della vita comunitaria dove si vive da una parte la ricerca di Dio, dall’altra parte il sostegno dei fratelli e la loro correzione fraterna. Il Signore guida il suo genio per codificare questa esperienza spirituale in una regola che sa unire sete di perfezione e mitezza, semplicità e prudenza, austerità e dolcezza, libertà e obbedienza. I monaci in Occidente diventano progressivamente tutti “benedettini” nel senso che, per contagio, adottano la sua regola. Non una vita da sfaticati o da paurosi che non sanno affrontare la vita, ma una vita dove si cerca la vera sapienza come si cerca l’argento, si scava come per i tesori (prima lettura). Una vita dove si lascia tutto per scommettere sulla promessa del Signore (Vangelo): un atteggiamento da sempre contrario allo spirito mondano ma specialmente oggi dove l’uomo rifiuta gli impegni definitivi, vuole lasciarsi sempre aperte tutte le possibilità, fino a trovarsi senza figli e dover ricorrere alle tecniche più costose e barbare per averne, si ritrova in solitudine o con un’infinità di legami affettivi che non danno stabilità…

domenica 10 luglio 2016

LA PASTORALE DELLO SCHIAFFO - DOMENICA XV DEL TEMPO ORDINARIO

Che gioia cominciare questo blog con il Vangelo del Samaritano in questa domenica XV del Tempo Ordinario.

Rubo a papa Francesco una sua interpretazione di questo Vangelo, lui che ha rinnovato in tutti noi l’Evangelii Gaudium, la Gioia del Vangelo, ma anche, bisogna dirlo, l’inquietudine del Vangelo. Riporto questo pensiero a memoria, non è una citazione esatta.


Ciò di cui ha bisogno il mondo è la Pastorale dello Schiaffo. Prendiamo l’albergatore della parabola e mettiamoci nei suoi panni. Egli è un personaggio secondario del racconto ma in qualche modo ci rappresenta, come spettatori della vicenda, poi attori. Vede arrivare un cliente, un samaritano (il modo di vestire allora e le cadenze regionali, come ancora oggi, erano molto caratteristiche di ogni popolo). 
Arriva con sulla sua cavalcatura un ferito grave. Va piano piano per riguardo al ferito. L’albergatore sa che i samaritani sono disprezzati dai giudei che si credono superiori e, nella misura del possibile, i samaritani ricambiano. Questo ferito non può che essere un estraneo per lui eppure si prende cura di lui, paga la stanza per lui, l’indomani lascia un buon anticipo sulle spese da sostenere. Quando tornerà questo ferito sarà guarito e sarà andato via, forse non lo rivedrà mai più, non potrà riceverne nemmeno i ringraziamenti. 
Chi glielo fa fare?