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martedì 26 luglio 2016

CHE FARE DELLA ZIZZANIA?

Polizia a Saint Etienne du Rouvray in Francia
Se esco in aperta campagna, ecco le vittime della spada; ... Anche il profeta e il sacerdote si aggirano per la regione senza comprendere». 
Hai forse rigettato completamente Giuda, oppure ti sei disgustato di Sion?

Santi Gioacchino e Anna, solo memoria, quindi letture del giorno, martedì della XVII settimana. Cosa dire? Un concetto che ritorna continuamente nel cuore in questi giorni tristi di attentati, nonché gli ultimi terribili gesti perpetrati in Baviera, ieri in Giappone e oggi in una chiesa di Normandia, vicino a Rouen, per terrorismo o per follia semplice contro persone innocenti. Giorni di apprensione per tutti, anche per i nostri che vanno a Cracovia. Però sappiamo che lì tutto andrà bene.
Questo concetto che ritorna, l’ho già espresso per la Festa di Santa Brigida. Vale la pena di ribadirlo,
farlo entrare nel cuore e nella forza della nostra fede: i Santi non sono cresciuti e vissuti in oasi di tranquillità, in tempi pacificati, ma quasi sempre hanno avuto una famiglia unita che li ha amati, una comunità forte nella carità nella fede in Dio che guida la Storia. Chi ama con tutto il cuore anche in una vita che non viene alla ribalta è il migliore alleato di Dio e il più grande rivoluzionario.

Mi viene in mente la guerra civile in Algeria durante gli anni ’90. Uno stillicidio: non c'era nessuna minaccia totale ma poteva capitare che…. Anche in una città come Algeri, se uscivi la mattina di casa, non eri sicuro di tornare la sera.

Quando sono andato ad Algeri con l’autostop da Tunisi, dopo una sessione di arabo dialettale, ho perso un giorno. Era il 1989, i tempi erano già poco tranquilli, con vari incidenti letali dovuti ai gruppi armati islamici. Io ho fatto un viaggio molto sereno e sono stato, anzi, molto ben accolto, con il mio saio che sembrava l’abito di un sufi, e il mio rosario che assomigliava alla subha, la corona che usano i musulmani per recitare i 99 bellissimi nomi di Dio. Ma le Clarisse di Algeri erano fortemente preoccupate del mio ritardo. 
E così, in quegli anni, morirono in Algeria, oltre a tanti musulmani giudicati "infedeli" anche qualche centinaio di stranieri, tra cui una ventina di consacrati cattolici. Un giovane Padre Bianco, vocazione adulta, ingegnere di formazione, al PISAI con me a Roma, sono andato al suo diaconato celebrato a Roma da Monsignor Teissier, l’arcivescovo di Algeri. Ha finito gli studi due anni dopo di me, poi è stato mandato a TiziOuzou, in Kabilia. Appena un anno dopo è stato assassinato con gli altri Padri della sua comunità. Altri nomi. Sopra tutti, i monaci di Thibirine assassinati nel 1996. Alcuni religiosi resistettero alla pressione, altri no, e dovettero ritornare in Europa. Così tutte le Clarisse imbarcate di forza e in gran fretta per la Francia.

Il vescovo di Orano, Mons. Pierre Claverie, Servo di Dio, assassinato il 1° agosto 1996. La notizia come una bomba ascoltando la radio in una macchina nella regione di Tolosa. Stavo andando a casa per qualche giorno facendo l’autostop da Napoli. Avevo conosciuto Mons. Claverie di persona qualche mese prima, era venuto a Napoli per un convegno. A luglio, per le sue vacanze, egli aveva fatto un grande giro in Francia tra parenti e conoscenti: a molti era sembrato un giro di addio. Sapeva.
Ricevevo allora il bollettino della Diocesi di Orano. Una sua frase mi aveva molto colpito. Analizzando questa situazione di “guerra civile a pezzetti” diceva: “una cosa è certa, sono gli umili, i piccoli, che permettono ad una società di tenere, di rimanere unita”.

Vale anche per noi, oggi. La zizzania esisterà sempre, i giusti devono produrre il loro frutto con pazienza e misericordia (non cercare di strappare la zizzania per non strappare anche il buon grano). Però, come diceva papa Paolo VI, è una delle parabole del Vangelo più difficili da capire. Per questo Papa Francesco non è capito da molti.


Prima Lettura  Ger 14, 17-22 Dal libro del profeta Geremìa:
Il Signore ha detto:
«I miei occhi grondano lacrime
notte e giorno, senza cessare,
perché da grande calamità
è stata colpita la vergine,
figlia del mio popolo,
da una ferita mortale.
Se esco in aperta campagna,
ecco le vittime della spada;
se entro nella città,
ecco chi muore di fame.
Anche il profeta e il sacerdote
si aggirano per la regione senza comprendere».
Hai forse rigettato completamente Giuda,
oppure ti sei disgustato di Sion?
Perché ci hai colpiti, senza più rimedio per noi?
Aspettavamo la pace, ma non c’è alcun bene,
il tempo della guarigione, ed ecco il terrore!
Riconosciamo, Signore, la nostra infedeltà,
la colpa dei nostri padri:
abbiamo peccato contro di te.
Ma per il tuo nome non respingerci,
non disonorare il trono della tua gloria.
Ricòrdati! Non rompere la tua alleanza con noi.
Fra gli idoli vani delle nazioni c’è qualcuno che può far piovere?
Forse che i cieli da sé mandano rovesci?
Non sei piuttosto tu, Signore, nostro Dio?
In te noi speriamo,
perché tu hai fatto tutto questo.

Salmo Responsoriale
   Dal Salmo 78
Salvaci, Signore, per la gloria del tuo nome. 


Non imputare a noi le colpe dei nostri antenati:
presto ci venga incontro la tua misericordia,
perché siamo così poveri! 

Aiutaci, o Dio, nostra salvezza,
per la gloria del tuo nome;
liberaci e perdona i nostri peccati
a motivo del tuo nome. 

Giunga fino a te il gemito dei prigionieri;
con la grandezza del tuo braccio
salva i condannati a morte.

E noi, tuo popolo e gregge del tuo pascolo,
ti renderemo grazie per sempre;
di generazione in generazione narreremo la tua lode.  

Canto al Vangelo 
 Mt 13 Il seme è la parola di Dio, il seminatore è Cristo: chiunque trova lui, ha la vita eterna.   Vangelo   Mt 13, 36-43 Dal vangelo secondo Matteo : In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!». 

1 commento:

  1. Oltre le piante di zizzania che con invadenza soffocano il grano buono,ci sono quei sottili steli che quasi impercettibili "navigano" silenziosi.....temo la mia di zizzania e la cerco per tenerla a bada! Grazie Gesù!

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