Oggi s’impone alla nostra
attenzione la strage assurda e disumana di Nizza: gente pacifica in un giorno
di festa schiacciata da un uomo alla guida di un camion, tra loro molti
bambini. Immediata la partecipazione del Papa: «Francesco segue con sgomento e in preghiera la terribile strage. Condanniamo
nella maniera più assoluta ogni manifestazione di follia omicida, di odio, di
terrorismo, di attacco contro la pace».
La Parola di Dio di oggi e
la figura di san Bonaventura possono illuminare questa tragedia e ciò che l’ha
ispirata?
La prima lettura ci dimostra
la potenza della preghiera. Allo stesso modo che Ezechia ha pregato per sé,
ottenendo altri 15 anni di vita, preghiamo con forza per gli altri. Possiamo anche
chiedere per noi stessi altri anni di vita, più forza e spirito cristiano per
impegnarci a favore della Pace.
Nel
Vangelo Gesù ci mette di fronte a due interpretazioni della Scrittura (che è
Parola di Dio e quindi Volontà di Dio) e le loro conseguenze:
- La prima è quella dei
farisei che privilegiano l’osservanza del precetto sulla persona. Così,
inevitabilmente, “abbandonano le persone alla durezza del precetto” (papa
Francesco) e, inoltre, scelgono i precetti più facilmente riconducibili a una
definizione netta, giuridica, a scapito di altri “troppo vaghi” come “Misericordia
io voglio non sacrifici”. Secondo questa interpretazione se sei un nulla
tenente senza una casa ben organizzata e fornita non puoi permetterti di aver fame di sabato.
Oppure devi ottenere da Dio un pasto miracoloso disceso dal cielo. I ricchi o i
furbi che conoscono la Legge e “trovano l’inganno”, non hanno bisogno di
miracoli per mangiare tranquillamente e con la coscienza apposto.
- La logica
di Dio secondo Gesù (che rappresenta molto autorevolmente la Celeste Pontificia Commissione per l’interpretazione autentica del
Codice di Diritto Canonico) è un po’ diversa. La persona viene prima del
precetto. Il precetto esiste e serve appunto ad aiutare l’uomo a crescere e a
strutturarsi per vivere l’Alleanza con Dio e usufruire dei suoi grandi doni,
cioè la Misericordia. L’uomo che ascolta col cuore sa che i tanti precetti sono
delle dritte per incarnare la Misericordia e questo lo porta a scoprire in essi
più che una lettera uno Spirito. La lettera del precetto c'è, ma da sola uccide mentre
lo Spirito dà vita e compie il precetto (cfr. 2 Cor 3,6). Nel Vangelo non c'è nessuna
giustificazione alla violenza, nel Corano purtroppo c'è in alcuni versetti e questo
potrebbe da solo aiutarci a capire che l’Islam non è la religione per la quale
è fatto il nostro cuore. Ma i musulmani che ascoltano col cuore abbracciando tutto
l’Islam vi cercano uno spirito e sono anch’essi guidati dallo Spirito di Dio. Infatti
dice san Pietro che Dio da lo Spirito Santo “a coloro che si sottomettono a lui” (At 5:32). In arabo, sottomesso si dice “muslim”
cioè musulmano. E non c'è dubbio che un musulmano che cerca con tutto il cuore, tutta
la mente e tutte le forze di piacere in ogni cosa a Dio, riceve il suo Spirito.
Un musulmano che fece questo, El Hallag, disse: “chi segue questa via riceve lo
stesso Spirito che discese su Gesù di Nazareth, figlio di Maria”. Annunciò con grande
missionarietà l’Amore di Dio per tutti e che l’essenza dell’essenza di Dio è l’Amore.
Morì crocifisso dai suoi correligionari, benedicendoli perché, come Gesù, non voleva
morire nella religione della Mecca ma nella religione del patibolo.
Cosa fare di fronte alla violenza così diabolica di
ieri sera a Nizza?
- - Riequilibrare la bilancia. Aumentiamo la
Misericordia (di Gesù) il più possibile fin quando non pende più verso la
violenza.
- - Fare un esame di coscienza per vedere
dove i nostri comportamenti individuali e collettivi, comunitari, non sono guidati
dalla Misericordia (di Gesù), e perfino possono essere violenti. La maggior parte
delle persone non ama la violenza, non ama i problemi. Facilmente “tolgono l’occasione” cercando di vivere in una
pace sincera ma anche comoda con tutti. Se c'è un violento si lasciano spesso sopraffare
perché per loro la lotta troppo lunga, la lotta per un ideale è qualcosa che supera
le loro forze. Ma se una religione si proclama religione di pace e, di fatto,
con il proselitismo, con l’inculcare i sensi di colpa e il moltiplicarsi dei divieti, con il chiudersi
settario che alza i muri senza motivo, si rivela non portatrice di pace, rimangono confusi, confusamente
scandalizzati, il cuore amareggiato si chiude. È lungo anche per noi il cammino
verso la “Santa Umiltà di Cristo” che non è mancanza di energia o perdita di
fiducia nei valori della nostra fede ma spogliazione di sé totale per Amore di Dio.
-
Il vescovo di Nizza ha detto cose molto vere
questa mattina al giornale “La Croix”: «...tenere aperta una finestra che proietti luce su questi aspetti più
oscuri dell'animo umano, crediamo che la compassione e la consolazione siano un mezzo attraverso cui il cuore degli
uomini sia toccato dall'amore».
Per mantenere viva e vigile questa sensibilità, ha ricordato che «dobbiamo stare attenti a non lasciarci sopraffare dall'odio, dal desiderio di
violenza, di discriminazioni o da quello di chiuderci in noi stessi. Bisogna evitare a tutti
i costi questa deriva, attenzione che
il nostro dolore non generi ciò che è all'origine di questi fatti».
- Per quanto strano possa
sembrare a qualcuno talvolta la spaccatura più profonda non è tra chi appartiene
ad una religione e chi ad un’altra, ma tra chi pensa che l’uomo è fatto per il
sabato e chi pensa che il sabato è fatto per l’uomo, chi vuole la lettera che
uccide e chi cerca lo spirito che dà vita, chi si scandalizza se uno raccoglie
spighe di sabato (lavora) e chi cerca di comprendere il senso di “Misericordia
io voglio e non sacrifici”.
S. Bonaventura
si inserisce in questo tema perché agisce ad un momento particolare dell’Ordine
francescano. Dopo la morte di S. Francesco, l’evolversi del suo movimento,
già iniziato mentre lui era vivo, è stato poderoso e pieno di santità ma anche di
aspetti meno riusciti. Non era più possibile da tempo vivere la semplicità degli
inizi. Per alcuni la nostalgia di quegli anni si trasformò in un irrigidimento
dell’ideale in una osservanza letterale che ha portato alcuni frati a uscire dall'Ordine e perfino dalla Chiesa criticandola amaramente. Altri invece
avevano elaborato un progetto di rinnovamento della Chiesa inficiato di mondanità.
Altri infine si erano semplicemente arresi all’imborghesimento. Poi, come sempre,
c'era una maggioranza silenziosa, di buona volontà ma debole. E molta disunione
e smarrimento. San Bonaventura, in un lavoro di equipe, è riuscito a dare uno spirito
di unità all’Ordine e delle direttive realistiche per un cammino spirituale fruttuoso
e accessibile a tutti. Credo che sia oggi il tempo di un tale lavoro per l’Europa,
per l’integrazione, per la convivenza. Ridare speranza perché Gesù è il Signore
e cammina con noi in questo tempo complesso.
Prima Lettura Isaìa 38, 1-6.21-22.7-8 In quei giorni Ezechìa si ammalò
mortalmente. Il profeta Isaìa, figlio di Amoz, si recò da lui e gli disse:
«Così dice il Signore: “Da’ disposizioni per la tua casa, perché tu morirai e
non vivrai”». Ezechìa allora voltò la faccia verso la parete e pregò il Signore
dicendo: «Signore, ricòrdati che ho camminato davanti a te con fedeltà e con
cuore integro e ho compiuto ciò che è buono ai tuoi occhi». Ed Ezechìa fece un
gran pianto. Allora la parola del Signore fu rivolta a Isaìa dicendo: «Va’ e
riferisci a Ezechìa: “Così dice il Signore, Dio di Davide, tuo padre: Ho udito
la tua preghiera e ho visto le tue lacrime; ecco, io aggiungerò ai tuoi giorni
quindici anni. Libererò te e questa città dalla mano del re d’Assiria;
proteggerò questa città”». Isaìa disse: «Si vada a prendere un impiastro di
fichi e si applichi sulla ferita, così guarirà». Ezechìa disse: «Qual è il
segno che salirò al tempio del Signore?». «Da parte del Signore questo ti sia
come segno che il Signore manterrà questa promessa che ti ha fatto. Ecco, io
faccio tornare indietro di dieci gradi l’ombra sulla meridiana, che è già scesa
con il sole sull’orologio di Acaz». E il sole retrocesse di dieci gradi sulla
scala che aveva disceso.
Salmo Responsoriale Is 38,10-12.16
Salmo Responsoriale Is 38,10-12.16
Tu, Signore, hai preservato la mia vita dalla fossa
della distruzione.
Io dicevo: «A metà dei miei giorni me ne vado,
sono trattenuto alle porte degli inferi
per il resto dei miei anni».
Dicevo: «Non vedrò più il Signore
sulla terra dei viventi,
non guarderò più nessuno
fra gli abitanti del mondo.
La mia dimora è stata divelta e gettata lontano da me,
come una tenda di pastori.
Come un tessitore hai arrotolato la mia vita,
mi hai tagliato dalla trama.
Il Signore è su di loro: essi vivranno.
Tutto ciò che è in loro
è vita del suo spirito.
Guariscimi e rendimi la vita».
Io dicevo: «A metà dei miei giorni me ne vado,
sono trattenuto alle porte degli inferi
per il resto dei miei anni».
Dicevo: «Non vedrò più il Signore
sulla terra dei viventi,
non guarderò più nessuno
fra gli abitanti del mondo.
La mia dimora è stata divelta e gettata lontano da me,
come una tenda di pastori.
Come un tessitore hai arrotolato la mia vita,
mi hai tagliato dalla trama.
Il Signore è su di loro: essi vivranno.
Tutto ciò che è in loro
è vita del suo spirito.
Guariscimi e rendimi la vita».
Canto al Vangelo Gv 10,27
Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore, e io le conosco ed esse
mi seguono.
Vangelo Matteo 12, 1-8: In quel
tempo, Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli
ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle. Vedendo
ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che
non è lecito fare di sabato». Ma egli rispose loro: «Non avete letto
quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò
nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi
compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella
Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e
tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del
tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non
sacrifici”, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio
dell’uomo è signore del sabato».
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