Oggi alle 18.00 nella
cattedrale dell'Almudena a Madrid le esequie di Carmen Hernandez, iniziatrice
con Kiko Arguello del Cammino neocatecumenale. Si è spenta martedì nella
capitale spagnola all’età di 85 anni. A presiedere il rito, l'arcivescovo di
Madrid mons. Carlos Osoro Sierra, alla presenza di numerosi vescovi e cardinali
e gli itineranti di tutto il mondo.
Roberto Piermarini ha chiesto al cardinale Paul Joseph Cordes che è stato Incaricato di san
Giovanni Paolo II per l’Apostolato del Cammino, cosa ha rappresentato Carmen
per il Cammino neocatecumenale:
R.
- Carmen è stata una donna molta importante per l’iniziativa della Nuova
Evangelizzazione. Kiko è il catechista, ma Carmen, con tante ispirazioni
teologiche ed ecclesiali, lo ha molto aiutato; conosceva come pochi i documenti
del Concilio Vaticano II; conosceva tutti i discorsi di Giovanni Paolo II, di
Benedetto XVI, di Francesco. Per me era un po’ come la mente teologica del
Cammino: posso affermare che è per merito suo che ho potuto studiare molto bene
la teologia. Ho sempre ammirato la conoscenza e l’insistenza di Carmen sulla
verità della fede.
D.
- Che eredità lascia al Cammino Carmen Hernandez?
R. - Come donna ha avuto un ruolo molto importante
nella Chiesa e ha dato un modello a tutte le donne del Cammino neocatecumenale:
essere ispiratrici della fede e della pietà per il Cammino e per la Chiesa.
Questo a livello pedagogico. A parte questo, la sua ispirazione, dei tanti
discorsi che ha fatto – ho accompagnato per tanti anni il Cammino – ne ho
sempre notato la profondità. A parte questo modello antropologico è anche una
spinta, perché la Chiesa ha bisogno della verità della fede. La fede non nasce
nel cuore dell’uomo: nasce dalla Parola di Dio e il Cammino, e in particolar
modo Carmen, ha conosciuto la Scrittura. Questo è molto importante, perché
mostra la grande forza di Carmen nel non nascondere la verità della fede.
Quando ho conosciuto il Cammino, ho ammirato molto anche la conoscenza del
Vecchio Testamento che anche noi della Chiesa, i pastori, abbiamo un po’
dimenticato. E così verso tutta la rivelazione, Carmen l'ha articolata contro una
sensibilità che oggi abbiamo diffuso ai fedeli: nel mio cuore so ciò che Dio
vuole. Questo non è vero! Dio ha parlato! Dio ha insistito che si diventa santi
tramite la volontà di Dio. Questo è importantissimo! Così per me Carmen è una
figura che ha sottolineato e che sottolinea anche nel futuro la dipendenza
dell’uomo dalla rivelazione, dalla volontà di Dio se questo uomo, questa donna
vogliono essere missionari e diffondere la verità della fede nella società di
oggi.
D.
- Il modo di relazionarsi di Carmen era spesso molto schietto e diretto. Che
cosa nascondeva?
R. - Sono stati i tratti principali che l’hanno
accompagnata per tutta la vita. Carmen ha cercato la sua strada partendo dalla
base della rivelazione e ha dovuto lottare molto. È stata membro di una
congregazione e poi in una baraccopoli di Madrid. Veniva da una famiglia
molto ricca, molto stimata in Spagna. Così ha praticato sempre una verità della
chiarezza, della sincerità che ha applicato davanti a tutte le persone con le
quali si rapportava. Qualche volta sembrava che questo offendesse le persone,
ma io ho visto sempre un grande amore da parte di Carmen. Non ha utilizzato la
diplomazia per nascondere qualcosa come si fa spesso: non diciamo più la verità
perché non vogliamo offendere nessuno, ma così la verità si nasconde. Invece
Carmen era sincera per il bene dell’altro. Qualche volta la verità ci scomoda:
Carmen ha voluto il bene dell’altro utilizzando questa “verità che scomoda” e
non nascondendo la verità coprendo tutto con una 'salsa dolce'. Lei non faceva
questo. Era un grande bene, per la sincerità del contatto di un uomo con
l’altro anche nella nostra Chiesa. Quando vedo i nostri ambienti ecclesiali:
quanto si nasconde! Quanto si parla in modo discreto, di nascosto, magari si
parla male dell’altro, … Anche Papa Francesco lo ha detto. Carmen non aveva
questa 'malattia'. Così ammiravo il suo coraggio e la sua sincerità.
D.
- Che cosa perde la Chiesa con la sua morte?
R. - La morte di una grande donna è sempre una
grande perdita per la Chiesa. Ho sempre detto: “Carmen adesso continua ad
ispirare il Cammino”. Io non ho tanta paura della perdita di Carmen perché
credo fortemente che anche dal cielo ci ispirerà con le sue tracce. Se posso
fare un paragone un po’ rischioso: Giovanni Paolo II è morto, ma continua ad
ispirare la Chiesa; così le grandi figure della Chiesa, che hanno fatto la loro
opera nel senso di Dio, continuano anche ad ispirare da morti, perché dal cielo
hanno un grande potere. Noi, non a caso, chiediamo alle persone grandi che sono
morte, di continuare ad aiutarci. Così penso anche che la perdita di Carmen
umanamente è una sofferenza ma non vuol dire che smetterà di ispirare il Cammino
Neocatecumenale. RADIO VATICANA 21 LUGLIO
In tutto quello che ha detto il Cardinale Cordes, per il nostro blog scelgo la lunga frase che ho messo in grassetto:
La fede non nasce nel cuore dell’uomo: nasce dalla Parola di Dio e il Cammino, e in particolar modo Carmen, ha conosciuto la Scrittura. Questo è molto importante, perché mostra la grande forza di Carmen nel non nascondere la verità della fede. Quando ho conosciuto il Cammino, ho ammirato molto anche la conoscenza del Vecchio Testamento che anche noi della Chiesa, i pastori, abbiamo un po’ dimenticato. E così verso tutta la rivelazione, Carmen l'ha articolata contro una sensibilità che oggi abbiamo diffuso ai fedeli: nel mio cuore so ciò che Dio vuole. Questo non è vero! Dio ha parlato! Dio ha insistito che si diventa santi tramite la volontà di Dio. Questo è importantissimo! Così per me Carmen è una figura che ha sottolineato e che sottolinea anche nel futuro la dipendenza dell’uomo dalla rivelazione, dalla volontà di Dio se questo uomo, questa donna vogliono essere missionari e diffondere la verità della fede nella società di oggi.
E si conosce la volontà di Dio conoscendo la Scrittura, nutrendosi della Scrittura, vivendo con la Scrittura, perché Dio ha parlato.
Nessun commento:
Posta un commento