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domenica 17 luglio 2016

PER APPROFONDIRE 1 : QUANDO MI DEVO CONFESSARE?

C'è un problema che turba ancora molto spesso i fedeli: mi devo confessare ogni volta prima di fare la comunione? e: come si fa a saper che una cosa è peccato oppure no, e la gravità di questo peccato?

Illuminiamo il primo problema con la risposta di Benedetto XVI a una bambina in ottobre 2005:
«Santo Padre, prima del giorno della mia Prima Comunione mi sono confessata. Mi sono poi confessata altre volte. Ma volevo chiederti: devo confessarmi tutte le volte che faccio la Comunione? Anche quando ho fatto gli stessi peccati? Perché mi accorgo che sono sempre quelli».
Risposta : “Direi due cose: la prima, naturalmente, è che non devi confessarti sempre prima della Comunione, se non hai fatto peccati così gravi che sarebbe necessario confessarsi. Quindi, non è necessario confessarsi prima di ogni Comunione eucaristica. Questo è il primo punto. Necessario è soltanto nel caso che hai commesso un peccato realmente grave, che hai offeso profondamente Gesù, così che l’amicizia è distrutta e devi ricominciare di nuovo. Solo in questo caso, quando si è in peccato “mortale”, cioè grave, è necessario confessarsi prima della Comunione. Questo è il primo
punto. Il secondo: anche se, come ho detto, non è necessario confessarsi prima di ogni Comunione, è molto utile confessarsi con una certa regolarità. È vero, di solito, i nostri peccati sono sempre gli stessi, ma facciamo pulizia delle nostre abitazioni, delle nostre camere, almeno ogni settimana, anche se la sporcizia è sempre la stessa. Per vivere nel pulito, per ricominciare; altrimenti, forse la sporcizia non si vede, ma si accumula. Una cosa simile vale anche per l’anima, per me stesso, se non mi confesso mai, l’anima rimane trascurata e, alla fine, sono sempre contento di me e non capisco più che devo anche lavorare per essere migliore, che devo andare avanti. E questa pulizia dell’anima, che Gesù ci dà nel Sacramento della Confessione, ci aiuta ad avere una coscienza più svelta, più aperta e così anche di maturare spiritualmente e come persona umana. Quindi due cose: confessarsi è necessario soltanto in caso di un peccato grave, ma è molto utile confessarsi regolarmente per coltivare la pulizia, la bellezza dell’anima e maturare man mano nella vita”.
Aggiungo io: chiedi a un sacerdote di tua fiducia di indicarti con quale ritmo ti conviene confessarti.

Cerchiamo adesso di capire il secondo problema: Come faccio a sapere quando ho fatto un peccato e se si tratta di un peccato grave? Uno è troppo indulgente e non riconosce mai i suoi peccati, un altro è scrupoloso e vive sempre tormentato.

Per commettere un peccato (in pensieri, parole, opere e omissioni) ci vogliono tre condizioni: la materia cioè il fatto sbagliato (pensiero, parola, opera-azione oppure anche omissione), poi l’avvertenza (so che questo è peccato, cioè va contro la volontà di Dio), infine il consenso della volontà.
Mancando totalmente anche una sola di queste tre condizioni non c'è peccato. All'opposto per fare un peccato grave bisogna che siano presenti le tre condizioni in maniera piena, cioè ci sia materia grave, piena avvertenza e deliberato consenso. Se le tre condizioni sono presenti ma almeno una di esse è PRESENTE IN MODO NON PIENO, si ha solo peccato veniale.
Il peccato grave distrugge l’amicizia con Gesù e non posso fare la comunione prima di aver ricevuto l’assoluzione. Il peccato veniale invece non distrugge l’amicizia con Gesù, è come una casa non perfettamente pulita ma non c'è necessità di confessarsi prima di fare la comunione. Oltre che con la confessione, anche con la preghiera, con l’atto penitenziale all'inizio della Messa, con opere di misericordia (la carità copre una moltitudine di peccati (1Pietro 4:1) ecc., vengono perdonati i peccati veniali.

Presentiamo sinteticamente alcune conclusioni pratiche importanti:
-        -   COME POSSO SAPERE CHE UNA COSA E’ PECCATO IN SE’ cioè che è MATERIA DI PECCATO? : 
la risposta è che il peccato va contro la VOLONTA’ DI DIO. Ma come posso conoscere la volontà di Dio?
Dio ha espresso la sua volontà in vari modi o a vari livelli: 1/ Dando a Abramo una Alleanza e chiedendogli di rimanerle fedele: non adorare che Dio solo. 2/ Inoltre Dio ha impresso nel cuore di Abramo e dei suoi discendenti il Comandamento dell’Amore: Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, tutta la mente e tutte le forze e il prossimo tuo come te stesso. 3/ Dio poi ha esplicitato questo Comandamento dando a Mosè dieci Parole di Vita, delle parole per farci vivere bene, felici. Sono i Dieci Comandamenti. Li conosci? 4/ Ancora, Gesù ha vissuto perfettamente l’Alleanza con Dio osservando in maniera esemplare i dieci comandamenti. Conosci Gesù, il suo insegnamento, segui i suoi esempi? 5/ Infine Gesù risorto ha dato a tutti i credenti in Lui il suo Spirito, lo Spirito Santo che è guida viva dentro il nostro cuore per darci la forza e la luce di compiere i Comandamenti.
Così, nel Battesimo, la Chiesa riassume tutta la Vita cristiana, la volontà di Dio su di noi in questo modo quando chiede ai genitori del bambino di educarlo nella Fede: “affinché nell’osservanza dei comandamenti impari ad amare Dio e il prossimo come Cristo ci ha insegnato”. Segui gli insegnamenti ed gli esempi di Gesù, sii docile alla voce dello Spirito Santo dentro di te e conoscerai la volontà di Dio. Lasciati amare sopratutto da lui: Egli è amore, ama per primo!
-         -  SENZA VOLONTA’ NON ESISTE PECCATO.
PROVARE SPONTANEAMENTE dentro di sé qualcosa (un sentimento negativo, un pensiero di vendetta, una fantasia impura) non è peccato, perché manca il consenso della volontà. I PECCATI SI FANNO, cioè con la volontà, non si subiscono. Per esempio durante un sogno, ammazzo una persona: non è peccato perché è assente ogni volontà. Dice invece Gesù: Se un uomo guarda una donna PER desiderarla commette adulterio con lei nel suo cuore. Gesù dice che se ho la volontà di desiderare quella donna, anche se non faccio nulla di concreto, ho peccato nel mio cuore. Le cose storte che proviamo senza volontà sono solo tentazioni e possono, anzi, essere fonte di grandi meriti quando si resiste.
-          - SENZA AVVERTENZA non c'è peccato.
Se io sono ignorante non faccio mai peccati? Allora è meglio non sapere!? È vero, l’ignorante non fa peccati ma non cresce neppure spiritualmente. Se non sai leggere non leggi cose cattive, ma nemmeno cose buone: ti conviene? Un analfabeta nella vita è meno libero, ha meno scelte, è facilmente raggirato. Così è di chi non conosce il bene e il male. Meglio una vita consapevole. Infine c'è l’ignoranza semplice e quella colpevole: l’ignoranza colpevole è peccato. Se, per non affrontare le mie responsabilità, preferisco non sapere, faccio peccato.
-         -  SE LA MATERIA NON E’ GRAVE, il peccato non può essere grave.
Per esempio rubare è peccato ma c'è differenza tra chi ruba 1000€ e invece chi, fuori al negozio, non ritorna indietro se si accorge che il commerciante, nel resto, gli ha dato 50 cent. in più. Nel secondo caso la materia del peccato non è grave, quindi il peccato sarà veniale.
-          - Cos’è il PECCATO DI OMISSIONE?
NON FARE IL BENE CHE ERA MIO DOVERE FARE  e per il quale Dio mi ha dato i mezzi per farlo. Nel Codice penale c'è il reato di omissione di soccorso, vedo una persona a terra in grave difficoltà e passo accanto con indifferenza, è un reato. A maggior ragione, il cristiano ha il dovere di esercitare la Carità verso il prossimo. Mi sa che spesso, a parte la preghiera quotidiana quando manca, raramente ci accusiamo di peccati di omissione. 

Fra’ Sereno

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