Gesù racconta la parabola dei talenti. Chi riceve di
più, chi di meno, forse molto di meno. Tutti però devono far fruttare i loro
talenti, anche quel unico, “povero” talento. Santa Monica non aveva talenti
straordinari. Salve uno, gratuito, che può essere di tutti, ma che lei sapeva essere
il più prezioso: la fede nell’Unico Salvatore e nella Chiesa da lui fondata. Come
si deve essere sentita tante volte povera, sprovvista, incapace di competere ad
armi uguali con la cultura di questo figlio brillante e con le lusinghe del mondo
dove faceva carriera! La sua non era quindi una fede sempre gioiosa e
trionfante, ma con molte suppliche e lacrime implorava da Dio di compiere
la sua missione di madre cristiana: trasmettere la fede ai suoi figli, malgrado
i suoi limiti e l’influenza avversa del padre. Una volta visto i suoi figli diventati
cattolici, poteva andarsene da questo mondo. Le bastava questo. È dal cielo che
vide poi sbocciare e fruttificare ciò che aveva seminato, infinitamente aldilà delle
sue speranze più rosee: il suo figlio diventato vescovo e luce per tutto l’Occidente,
allora assalito da mille pericoli. Questa luce passò poi in eredità ai secoli
successivi fino a noi, perché per vivere ogni società ha bisogno di virtù associate ad un pensiero di qualità, ad una visione.
Gesù, molto duramente, ci invita tutti a far fruttificare i talenti che abbiamo ricevuto, a non nasconderli sotto terra, anche se, come succede, non ci sentiamo all’altezza. Tu che hai ricevuto molti talenti pensa ai bisogni di questo mondo nostro di oggi, così tormentato e smarrito, quanti vittime della disperazione, loro o di altri, perché nessuno si preoccupa del prossimo. Tu che hai ricevuto un solo talento pensa a quanta è vera la parola di Gesù: “Sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Genitori, tramettete la fede ai vostri figli, come avete promesso nel giorno del loro battesimo.
Prima
Lettura 1 Ts 4, 9-11
Avete imparato da Dio ad amarvi gli uni gli altri.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
Fratelli, riguardo all’amore fraterno, non avete bisogno che ve ne scriva; voi stessi infatti avete imparato da Dio ad amarvi gli uni gli altri, e questo lo fate verso tutti i fratelli dell’intera Macedònia.
Ma vi esortiamo, fratelli, a progredire ancora di più e a fare tutto il possibile per vivere in pace, occuparvi delle vostre cose e lavorare con le vostre mani, come vi abbiamo ordinato.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 97
Il Signore viene a giudicare i popoli con rettitudine.
Cantate
al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.
Risuoni
il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne.
Davanti
al Signore che viene a giudicare la terra:
giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine.
Canto al Vangelo Gv 13,34
Alleluia, alleluia.
Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Alleluia.
Vangelo Mt 25, 14-30
Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone.
Dal
vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e
consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un
altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò
altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri
due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel
terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con
loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque,
dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati
altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei
stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo
padrone”.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai
consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e
fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere
su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse:
“Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli
dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento
sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non
ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio
denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse.
Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a
chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche
quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto
e stridore di denti”».
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