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martedì 10 agosto 2021

COSA SIGNIFICA AMARE E ODIARE NEL VANGELO? / San Lorenzo Martire, 10 agosto 2021

 

Martirio di s. Lorenzo.

La liturgia oggi ci parla di semina e di semi. San Paolo dice che il raccolto dipende molto dalla quantità seminata, riferendosi proprio ai soldi: fare l’elemosina, condividere, è come un seminare, è un investimento che porta frutto sia materiale che spirituale. San Lorenzo era  capo dei diaconi di Roma e quindi si occupava della Carità verso i poveri e per questo motivo aveva un posto fondamentale accanto al vescovo.

Chiaramente, oltre al significato di condivisione economica, questo seminare vale in tutti i sensi, materiali e spirituali.

Qual è allora la misura, il criterio del dare, del condividere? Amo davvero secondo il Vangelo se odio la mia vita! 

Conoscere i propri limiti e riconoscerli davanti agli altri, è saggezza e umiltà. Giustificarli, prendere questi limiti come criterio di vita è assecondare il proprio egoismo. Purtroppo dilagano anche tra quelli che pregano, tra quelli che vorrebbero insegnare la spiritualità cristiana agli altri, posizioni contrarie al Vangelo: Dio mi vuole felice e libero, mi ama così come sono, quindi “Allontanati dalle persone grigie, amano rubarti i colori”, come ho trovato oggi, scritto in modo poetico. Ma questa frase poetica significa: stai con chi ti piace, ama chi ti ama, chi ti fa sentire bene, saluta chi ti saluta, concedi il tuo interesse a chi dedica a te altrettanto interesse... Tutto il contrario del messaggio di Gesù. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” (Matteo 5,46-48; vedi Lc 6:32).

Essere cosciente del proprio valore è buono, ma soprattutto potrò camminare libero se sono cosciente dell’amore che Dio ha per me, del valore che mi dà, lui che non ha esitato a morire per i miei peccati e mi invita a convertirmi seguendo i suoi passi. Allora non dipenderò più dalle persone, anche le più care, e rinascerò in Cristo. Odiare la mia vita è voler fare in tutto la volontà di Dio, sicuro che lui mi indica la via migliore per me anche se da solo avrei scelto altro. Non a caso i primi cristiani hanno preferito la parola “caritas” a “amor”, e in modo magistrale Papa Benedetto nella sua Enciclica “Deus Caritas est” (25/XII/2005) ha spiegato qual è il percorso di maturazione dell’amore, che nasce come “Eros” egoistico e passa attraverso la “Filia” di amicizia reciproca, prima di giungere all’ “Agape”, cioè all’amore vero, all’amore divino, l’amore che ogni cristiano vuole raggiungere, la “Caritas”.

 

Prima Lettura  2 Cor 9, 6-10
Dio ama chi dona con gioia.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, tenete presente questo: chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia.
Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene. Sta scritto infatti:
«Ha largheggiato, ha dato ai poveri,
la sua giustizia dura in eterno».
Colui che dà il seme al seminatore e il pane per il nutrimento, darà e moltiplicherà anche la vostra semente e farà crescere i frutti della vostra giustizia.  

Salmo Responsoriale  
Dal Salmo 111
Beato l’uomo che teme il Signore.

Beato l’uomo che teme il Signore
e nei suoi precetti trova grande gioia.
Potente sulla terra sarà la sua stirpe,
la discendenza degli uomini retti sarà benedetta.

Felice l’uomo pietoso che dà in prestito,
amministra i suoi beni con giustizia.
Egli non vacillerà in eterno:
eterno sarà il ricordo del giusto.

Egli dona largamente ai poveri,
la sua giustizia rimane per sempre,
la sua fronte s’innalza nella gloria. 

Canto al Vangelo  
 Gv 18,12
Alleluia, alleluia.

Chi segue me, non camminerà nelle tenebre,
ma avrà la luce della vita, dice il Signore.
Alleluia.

  

Vangelo  Gv 12, 24-26
Se il chicco di grano muore, produce molto frutto.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.
Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.
Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà». 

 

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