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sabato 1 luglio 2017

ALCUNE CHIAVI PER LEGGERE LA BIBBIA / incontro numero 1 - parte 2

Alfabeto ebraico - si nota che le lettere ebraiche
si scrivono e si leggono da destra verso sinistra
mentre noi 
scriviamo da sinistra verso destra
Adesso apriamo la Bibbia e leggiamo il primo versetto. Probabilmente lo consociamo a memoria: “In principio Dio creò il cielo e la terra”. Gesù  compie la Scrittura. Come inizia il Vangelo (di san Giovanni)?: “In principio era il Verbo”. Questa somiglianza (“In principio … ”) non è casuale. 

Certamente la creazione è un principio, ma lo sguardo di san Giovanni va più profondo e mette in evidenza il vero principio: Il Verbo, il Logos. Sappiamo che Dio è all’origine di tutto. E il Verbo è Dio. Inoltre il Verbo indica un aspetto: quello del Progetto. 
Il Verbo è l’ “architetto dell’Universo” (Proverbi 8,30). Vale la pena leggere il brano in modo più ampio. Il Libro dei Proverbi è una raccolta di detti e facilmente il testo cambia argomento in capo a pochi versetti. Invece per cantare le lodi della Sapienza ecco che abbiamo pagine intere: 
“A me appartiene il consiglio e il buon senso, io sono l'intelligenza, a me appartiene la potenza. Per mezzo mio regnano i re e i magistrati emettono giusti decreti; per mezzo mio i capi comandano e i grandi governano con giustizia. Io amo coloro che mi amano e quelli che mi cercano mi troveranno. Presso di me c'è ricchezza e onore, sicuro benessere ed equità. Il mio frutto val più dell'oro, dell'oro fino, il mio provento più dell'argento scelto. Io cammino sulla via della giustizia e per i sentieri dell'equità, per dotare di beni quanti mi amano e riempire i loro forzieri. Il Signore mi ha creato all'inizio della sua attività, prima di ogni sua opera, fin d'allora. Dall'eternità sono stata costituita, fin dal principio, dagli inizi della terra. Quando non esistevano gli abissi, io fui generata; quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d'acqua; prima che fossero fissate le basi dei monti, prima delle colline, io sono
stata generata. Quando ancora non aveva fatto la terra e i campi, né le prime zolle del mondo; quando egli fissava i cieli, io ero là; quando tracciava un cerchio sull'abisso; quando condensava le nubi in alto, quando fissava le sorgenti dell'abisso; quando stabiliva al mare i suoi limiti, sicché le acque non ne oltrepassassero la spiaggia; quando disponeva le fondamenta della terra, allora io ero con lui come architetto ed ero la sua delizia ogni giorno, dilettandomi davanti a lui in ogni istante; dilettandomi sul globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell'uomo. Ora, figli, ascoltatemi: beati quelli che seguono le mie vie! Ascoltate l'esortazione e siate saggi, non trascuratela! Beato l'uomo che mi ascolta, vegliando ogni giorno alle mie porte, per custodire attentamente la soglia. Infatti, chi trova me trova la vita, e ottiene favore dal Signore; ma chi pecca contro di me, danneggia se stesso; quanti mi odiano amano la morte”. (Proverbi 8,14-36)

Quel parallelo a vantaggio della Sapienza che troviamo tra il primo versetto della Genesi e quello del Vangelo di Giovanni, gli ebrei lo avevano già focalizzato e lo spiegano talvolta con questa deliziosa parabola: si dà che in ebraico la prima lettera della Bibbia  è la “Bet” (“B”) mentre la prima lettera dell’Alfabeto è “Alef” (“A”). Infatti “In principio” in ebraico si dice “BeReSHYT”. Molto arrabbiato Alef, prima lettera dell’Alfabeto, va a lamentarsi dall’Eterno, benedetto sia il suo Nome, dicendo: “questo è un’ingiustizia troppo forte, un vero affronto. Signore dei Mondi, tu mi hai creato come prima lettera dell’alfabeto ma hai messo Bet prima di me nella Torah. Io dovevo essere la prima lettera del Libro Sacro!” – Il Signore risponde: “Carissimo mio piccolo Alef, io sono il Creatore e faccio quello che mi sembra giusto senza che le mie creature possano contestarmi. Ma per la tua consolazione e per amore della verità, tu sei la prima lettera della Scrittura, perché ho creato tutto secondo la mia Sapienza, secondo il progetto che viene prima della materia. Nota che la rivelazione di questa Sapienza, le Dieci Parole di Vita date a Mosè sul Monte iniziano con Alef: ‘aNoKHY - Io sono il Signore tuo Dio …”.

Prima ancora di sapere che il Verbo è Dio, gli ebrei comprendono che la vita, la materia, l’universo, hanno un senso, sono frutto di una intelligenza divina che elabora un progetto. Cercano lo Spirito prima della materialità. Proprio la lingua ebraica così concreta che non ha molti vocaboli per esprimere i concetti astratti ma usa immagini tratte dalle cose, dalle situazioni comuni, si mette al servizio dello Spirito fin dall’inizio. Anche noi, nella lettura della Sacra Scrittura cerchiamo lo Spirito, cerchiamo il Logos. Lo Spirito Creatore, pur invisibile agli occhi umani, è più concreto della materia, proprio perché da Lui proviene ogni cosa che vediamo.

Per noi il Logos è Cristo. È Dio stesso.
Essendo Dio, Egli supera in modo infinito l’intelligenza umana. La Creatura non può spiegare il suo Creatore, non può comprenderlo come un recinto comprende una superficie, un recipiente comprende una quantità di acqua, come l’intelligenza umana comprende una realtà creata. Se Dio non si rivela, non si dà a conoscere l’uomo non può dire nulla di Dio se non che Dio non è come lui. L’uomo è limitato Dio è il-limitato, l’uomo è mortale Dio è im-mortale, in-finito e così via. Ma l’uomo, da solo, non può comprendere cosa significa che Dio è l’Eterno, è il Vivente, è Padre …. Per essere conosciuto Dio deve “spiegare se stesso”. Siccome Dio rivelandosi si è spiegato, rivelato, in particolare nella Scrittura, la logica vuole che l’uomo da solo non possa comprendere la Bibbia.

È la Bibbia che spiega la Bibbia, con la grazia dello Spirito Santo. Questi sono due principi fondamentali:

Con la grazia dello Spirito Santo: senza la preghiera, senza l’aiuto dello Spirito Santo, la lettura della Bibbia rimarrà sterile spiritualmente. Vero Teologo è il Santo, il credente e amico di Dio. Non vogliamo conoscere la Bibbia fuori da un cammino di conversione. Tutte le scienze umane possono essere strumenti utili nella lettura della Bibbia e la Chiesa le utilizza (anche noi, spontaneamente, magari al livello più elementare, usiamo le scienze umane: leggiamo la Bibbia nel testo italiano perché conosciamo la lingua italiana e sappiamo leggere) ma “comprende” di più il Santo che non lo Scienziato. Sant’Agostino di fronte ad alcune pagine difficili della Bibbia diceva: “Dio vuole fare dei cristiani non dei “matematici”, ci vuole portare in cielo non spiegarci come funziona il cielo”. Non è chiusura alle scienze né paura di esse, ma logica pura di chi sa di trovarsi di fronte ad un testo che non è solo prodotto dall’uomo ma ispirato da Dio e rivelatore di Dio.


La Bibbia spiega la Bibbia: questo principio molto chiaro ci aiuterà molto proprio perché non siamo persone molto istruite di archeologia o di lingue antiche e quello che ci interessa è incontrare Dio, conoscere ciò che Dio vuole dirci oggi a noi personalmente per aiutarci a vivere nella gioia della redenzione, accompagnati da Dio stesso che ci ama.

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