Alfabeto ebraico - si nota che le lettere ebraiche si scrivono e si leggono da destra verso sinistra mentre noi scriviamo da sinistra verso destra |
Adesso apriamo la Bibbia e leggiamo il primo
versetto. Probabilmente lo consociamo a memoria: “In principio Dio creò il
cielo e la terra”. Gesù compie la
Scrittura. Come inizia il Vangelo (di san Giovanni)?: “In principio era il Verbo”.
Questa somiglianza (“In principio … ”) non è casuale.
Certamente la creazione è
un principio, ma lo sguardo di san Giovanni va più profondo e mette in evidenza
il vero principio: Il Verbo, il Logos. Sappiamo che Dio è all’origine di tutto.
E il Verbo è Dio. Inoltre il Verbo indica un aspetto: quello del Progetto.
Il
Verbo è l’ “architetto dell’Universo” (Proverbi 8,30). Vale la pena leggere il
brano in modo più ampio. Il Libro dei Proverbi è una raccolta di detti e
facilmente il testo cambia argomento in capo a pochi versetti. Invece per cantare le lodi della Sapienza ecco che abbiamo pagine intere:
“A me appartiene il consiglio e il buon senso, io sono
l'intelligenza, a me appartiene la potenza. Per mezzo mio regnano i re e i
magistrati emettono giusti decreti; per mezzo mio i capi comandano e i grandi
governano con giustizia. Io amo coloro che mi amano e quelli che mi cercano mi
troveranno. Presso di me c'è ricchezza e onore, sicuro benessere ed equità. Il
mio frutto val più dell'oro, dell'oro fino, il mio provento più dell'argento
scelto. Io cammino sulla via della giustizia e per i sentieri dell'equità, per
dotare di beni quanti mi amano e riempire i loro forzieri. Il Signore mi ha
creato all'inizio della sua attività, prima di ogni sua opera, fin d'allora. Dall'eternità
sono stata costituita, fin dal principio, dagli inizi della terra. Quando non
esistevano gli abissi, io fui generata; quando ancora non vi erano le sorgenti
cariche d'acqua; prima che fossero fissate le basi dei monti, prima delle
colline, io sono
stata generata. Quando ancora non aveva fatto la terra e i
campi, né le prime zolle del mondo; quando egli fissava i cieli, io ero là; quando
tracciava un cerchio sull'abisso; quando condensava le nubi in alto, quando
fissava le sorgenti dell'abisso; quando stabiliva al mare i suoi limiti, sicché
le acque non ne oltrepassassero la spiaggia; quando disponeva le fondamenta
della terra, allora io ero con lui come architetto ed ero la sua delizia ogni
giorno, dilettandomi davanti a lui in ogni istante; dilettandomi sul globo
terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell'uomo. Ora, figli,
ascoltatemi: beati quelli che seguono le mie vie! Ascoltate l'esortazione e
siate saggi, non trascuratela! Beato l'uomo che mi ascolta, vegliando ogni
giorno alle mie porte, per custodire attentamente la soglia. Infatti, chi trova
me trova la vita, e ottiene favore dal Signore; ma chi pecca contro di me,
danneggia se stesso; quanti mi odiano amano la morte”. (Proverbi 8,14-36)
Quel parallelo a vantaggio della Sapienza che troviamo
tra il primo versetto della Genesi e quello del Vangelo di Giovanni, gli ebrei lo
avevano già focalizzato e lo spiegano talvolta con questa deliziosa parabola:
si dà che in ebraico la prima lettera della Bibbia è la “Bet” (“B”) mentre la prima
lettera dell’Alfabeto è “Alef” (“A”). Infatti “In principio” in ebraico
si dice “BeReSHYT”. Molto arrabbiato Alef, prima lettera dell’Alfabeto, va a
lamentarsi dall’Eterno, benedetto sia il suo Nome, dicendo: “questo è un’ingiustizia
troppo forte, un vero affronto. Signore dei Mondi, tu mi hai creato come prima
lettera dell’alfabeto ma hai messo Bet prima di me nella Torah. Io dovevo essere
la prima lettera del Libro Sacro!” – Il Signore risponde: “Carissimo mio piccolo Alef, io sono il Creatore e
faccio quello che mi sembra giusto senza che le mie creature possano
contestarmi. Ma per la tua consolazione e per amore della verità, tu sei la
prima lettera della Scrittura, perché ho creato tutto secondo la mia Sapienza, secondo
il progetto che viene prima della materia. Nota che la rivelazione di questa Sapienza,
le Dieci Parole di Vita date a Mosè sul Monte iniziano con Alef: ‘aNoKHY
- Io sono il Signore tuo Dio …”.
Prima ancora di sapere che il Verbo è Dio, gli ebrei
comprendono che la vita, la materia, l’universo, hanno un senso, sono frutto di
una intelligenza divina che elabora un progetto. Cercano lo Spirito prima della
materialità. Proprio la lingua ebraica così concreta che non ha molti vocaboli per
esprimere i concetti astratti ma usa immagini tratte dalle cose, dalle
situazioni comuni, si mette al servizio dello Spirito fin dall’inizio. Anche noi,
nella lettura della Sacra Scrittura cerchiamo lo Spirito, cerchiamo il Logos.
Lo Spirito Creatore, pur invisibile agli occhi umani, è più concreto della materia,
proprio perché da Lui proviene ogni cosa che vediamo.
Per noi il Logos è Cristo. È Dio stesso.
Essendo Dio, Egli supera in modo infinito l’intelligenza
umana. La Creatura non può spiegare il suo Creatore, non può comprenderlo come un
recinto comprende una superficie, un recipiente comprende una quantità di
acqua, come l’intelligenza umana comprende una realtà creata. Se Dio non si
rivela, non si dà a conoscere l’uomo non può dire nulla di Dio se non che Dio non
è come lui. L’uomo è limitato Dio è il-limitato, l’uomo è mortale Dio è
im-mortale, in-finito e così via. Ma l’uomo, da solo, non può comprendere cosa significa
che Dio è l’Eterno, è il Vivente, è Padre …. Per essere conosciuto Dio deve “spiegare
se stesso”. Siccome Dio rivelandosi si è spiegato, rivelato, in particolare nella
Scrittura, la logica vuole che l’uomo da solo non possa comprendere la Bibbia.
È la Bibbia che spiega la Bibbia, con la grazia dello
Spirito Santo. Questi sono due principi fondamentali:
Con la grazia dello Spirito Santo: senza la preghiera,
senza l’aiuto dello Spirito Santo, la lettura della Bibbia rimarrà sterile
spiritualmente. Vero Teologo è il Santo, il credente e amico di Dio. Non vogliamo
conoscere la Bibbia fuori da un cammino di conversione. Tutte le scienze umane
possono essere strumenti utili nella lettura della Bibbia e la Chiesa le
utilizza (anche noi, spontaneamente, magari al livello più elementare, usiamo
le scienze umane: leggiamo la Bibbia nel testo italiano perché conosciamo la
lingua italiana e sappiamo leggere) ma “comprende” di più il Santo che non lo
Scienziato. Sant’Agostino di fronte ad alcune pagine difficili della Bibbia diceva:
“Dio vuole fare dei cristiani non dei “matematici”, ci vuole portare in cielo non
spiegarci come funziona il cielo”. Non è chiusura alle scienze né paura di
esse, ma logica pura di chi sa di trovarsi di fronte ad un testo che non è solo
prodotto dall’uomo ma ispirato da Dio e rivelatore di Dio.
La Bibbia spiega la Bibbia: questo principio molto chiaro
ci aiuterà molto proprio perché non siamo persone molto istruite di archeologia
o di lingue antiche e quello che ci interessa è incontrare Dio, conoscere ciò che
Dio vuole dirci oggi a noi personalmente per aiutarci a vivere nella gioia
della redenzione, accompagnati da Dio stesso che ci ama.
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