Battesimo ortodosso per immersione. Tutti i battesimi ortodossi sono fatti per immersione, perché Baptismos significa "Immersione". |
Sono stato sollecitato da un'amica a parlare
del battesimo dei bambini piccoli perché turbata da un video di un ex prete cattolico che
contestava la validità di questa prassi.
Per questa sera mi accontento di ricopiare qui qualche paragrafo di un documento
della Santa Sede del 1980, molto chiaro. E' ovvio che sarà necessario sviluppare. Anzi aspetto le vostre domande o riflessioni per poter rispondere a preoccupazioni concrete.
Ma la conclusione è una sola: in conformità al Vangelo e alle indicazioni date dagli stessi Apostoli, la Chiesa ha sempre battezzato i bambini piccoli.
Inoltre vediamo che partire da una lettura della sola Bibbia, magari scoperta tardi e con uno spirito critico verso la Chiesa, porta a fare grandi errori. Senza la Tradizione autentica, in particolare dei primi anni della Chiesa, e senza la guida del Magistero, non si può capire in modo sereno e profondo la Rivelazione cristiana.
Consiglio vivamente di leggere le Note, in particolare ciò che è scritto in grassetto.
Consiglio per chi ne abbia voglia di leggere tutto il documento. Si chiama "ISTRUZIONE SUL BATTESIMO DEI BAMBINI" della Congregazione per la Dottrina della Fede, 20 ottobre 1980.
Consiglio per chi ne abbia voglia di leggere tutto il documento. Si chiama "ISTRUZIONE SUL BATTESIMO DEI BAMBINI" della Congregazione per la Dottrina della Fede, 20 ottobre 1980.
LA DOTTRINA TRADIZIONALE SUL BATTESIMO DEI BAMBINI
Una prassi immemorabile
4. Sia in Oriente che in Occidente la prassi di battezzare i bambini è
considerata una norma di tradizione immemorabile. Origene, e più tardi S. Agostino,
la ritenevano una « tradizione ricevuta dagli Apostoli » (2). Quando
poi, nel secolo ІI, appaiono le prime testimonianze dirette, nessuna di
esse presenta mai il battesimo dei bambini come una innovazione. S. Ireneo in
particolare considera ovvia la presenza tra i battezzati « di infanti e di
bambini » a fianco degli adolescenti, dei giovani e dei più anziani (3).
Il più antico rituale conosciuto, quello che all'inizio del III secolo descrive
la Tradizione apostolica, contiene la seguente prescrizione: « Battezzate
in primo luogo i bambini: tutti coloro che possono parlare da soli, parlino;
per coloro invece che non possono parlare da soli, parlino Battesimo per immersione cattolico |
5. Indubbiamente, la prassi del battesimo dei bambini ha conosciuto un
certo regresso nel corso del IV secolo. A quell'epoca, infatti, quando gli
stessi adulti differivano la loro iniziazione cristiana, nel timore delle colpe
future e nella paura della penitenza pubblica, molti genitori rinviavano, per
gli stessi motivi, il battesimo dei loro bambini. Ma allo stesso tempo consta
che vi furono dei Padri e Dottori quali Basilio, Gregorio Nisseno, Ambrogio,
Giovanni Crisostomo, Girolamo, Agostino, i quali, benché battezzati in età
adulta per le stesse ragioni, tuttavia reagirono con forza contro una
trascuratezza del genere, e scongiuravano gli adulti a non ritardare il
battesimo, in quanto necessario alla salvezza (6) e alcuni di essi
insistevano perché il battesimo fosse amministrato anche ai bambini (7).
L'insegnamento del Magistero
6. Anche i Romani Pontefici e i Concili sono intervenuti spesso per
richiamare ai cristiani il dovere di far battezzare i loro bambini.
Alla fine del IV secolo viene opposto alle dottrine pelagiane l’antico uso
di battezzare i bambini, allo stesso modo che gli adulti, « per la
remissione dei peccati ». Tale uso — come avevano rilevato Origene e S.
Cipriano già prima di S. Agostino (8) — confermava la fede della Chiesa
nell’esistenza del peccato originale, e di conseguenza appariva ancora più
evidente la necessità del battesimo dei bambini. In tal senso intervennero i
Papi Siricio (9) e Innocenzo I (10); in seguito il Concilio di Cartagine
del 418 condanna « coloro che negano che si debbano battezzare i bambini
appena usciti dal seno materno » e afferma che « in virtù della
regola della fede » della Chiesa cattolica circa il peccato originale
« anche i più piccoli, che non hanno ancora potuto commettere
personalmente alcun peccato, sono veramente battezzati per la remissione dei
peccati, perché mediante la rigenerazione sia purificato in essi ciò che hanno
ricevuto dalla nascita » (11).
7. Questa dottrina è stata costantemente riaffermata e difesa nel Medioevo.
In particolare il Concilio di Vienne, nel 1312, sottolinea che « nel
battesimo vengono conferite, sia ai bambini che agli adulti, la grazia
informante e le virtù » e non viene solo rimessa la colpa (12). Il
Concilio di Firenze, nel 1442, riprende coloro che vogliono differire questo
sacramento, e ammonisce che « si deve amministrare quanto prima
possibile » il battesimo ai neonati, « mediante il quale sono
sottratti al potere del demonio e ricevono l’adozione a figli di Dio »
(13).
Il Concilio di Trento rinnova la condanna del Concilio di
Cartagine (14) e, richiamandosi alle parole di Cristo a Nicodemo, dichiara
che « dopo la promulgazione del Vangelo » nessuno può essere
giustificato « senza il lavacro di rigenerazione o il desiderio di
riceverlo » (15). Fra gli errori colpiti da anatema dal Concilio si trova
l’opinione degli Anabattisti, secondo i quali era meglio « omettere il
loro battesimo (dei bambini) piuttosto che battezzarli, siccome non credono con
un atto personale, nella fede della Chiesa » (16).
8. I vari Concili regionali e i Sinodi celebrati dopo il Concilio di Trento
hanno insegnato con eguale fermezza la necessità di battezzare i bambini. Anche
il Papa Paolo VI, molto opportunamente, ha richiamato solennemente
l’insegnamento secolare su questo punto, dichiarando che « il battesimo
deve essere amministrato anche ai bambini che non hanno ancor potuto rendersi
colpevoli di alcun peccato personale, affinché essi, nati privi della grazia
soprannaturale, rinascano dall’acqua e dallo Spirito Santo alla vita divina in
Gesù Cristo » (17).
9. I testi del Magistero ora citati miravano soprattutto a ribattere degli
errori; sono ben lungi, però, dall’esaurire la ricchezza della dottrina sul
battesimo, quale è esposta nel Nuovo Testamento, nella catechesi dei S. Padri e
nell’insegnamento dei Dottori della Chiesa: il battesimo è infatti
manifestazione del preveniente amore del Padre, partecipazione al mistero
pasquale del Figlio, comunicazione di una nuova vita nello Spirito; esso fa
entrare gli uomini nell’eredità di Dio e li aggrega al Corpo di Cristo, che è
la Chiesa.
10. In tale prospettiva, l’avvertimento di Cristo nel Vangelo di S.
Giovanni: « Se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel
regno di Dio » (18), deve essere inteso come l’invito di un amore
universale e infinito; sono le parole di un Padre che chiama tutti i suoi figli
e vuole il loro sommo bene. Questo appello irrevocabile e pressante non può
lasciare l’uomo indifferente o neutrale, perché egli non può realizzare il suo
destino se non accogliendo tale appello.
(segue l'argomento nel post di mercoledì 19 luglio 2017: COSA PRODUCE IL BATTESIMO IN CHI LO RICEVE?)
NOTE:
(2) Origene, In Romanos, ; cf. S. Agostino, De Genesi
ad litteram; De peccatorum meritis et remissione et de
baptismo parvulorum. In realtà tre passi degli Atti
degli Apostoli (16, 15; 16, 33; 18, 8) ricordano il battesimo di « tutta
una casa ».
(3) Adv. Haereses, II. In molti documenti epigrafici, già dal II secolo, i bambini vengono
chiamati « Figli di Dio », titolo riservato ai battezzati, o si legge
una esplicita menzione del loro battesimo; cf. ad esempio, Corpus inscriptionum
graecarum, III; E. Diehl, Inscriptiones latinae christianae
veteres, Berlin 1961, nn. 1523 (3), 4429 A.
(4) Ippolito Romano, La Tradition apostolique.
(5) Nella
Chiesa africana tale prassi era particolarmente ferma, nonostante l'opposizione
di Tertulliano, il quale consigliava di differire il battesimo dei bambini, a
motivo della loro tenera età e per timore di eventuali defezioni giovanili.
(6) Cf. S. Basilio, Homilia XIII exhortatoria ad
sanctum baptisma; S. Gregorio Nisseno, Adversus eos qui
differunt baptismum oratio; S. Agostino, In Ioannem tract. XIII.
(7) Cf. S. Ambrogio, De Abraham II; S. Giovanni Crisostomo, Catechesis, III; S. Gerolamo,
Epist. 107. Tuttavia
Gregorio Nisseno, pur facendo pressione sulle madri perché facessero battezzare
i loro bambini all'età più tenera, si accontenta di fissare tale età ai tre
anni. Cf. Oratio XL in sanctum baptisma.
(8) Origene, In Leviticum hom. VIII; In Lucam hom. XIV; S. Cipriano, Epist. 64; S. Agostino, De peccatorum meritis et remissione et de baptismo
parvulorum, lib. I; De Gratia Christi et de
peccato originali, lib. I, De praedestinatione
Sanctorum, XIII, Opus imperfectum contra Iulianum, lib. V.
(9) Epist. « Directa ad decessorem » ad Himerium episc. Tarracon., 10 feb.
385.
(10) Epist. « Inter ceteras Ecclesiae Romanae » ad Sylvanum et ceteros
synodi Milevitanae Patres, 27 genn. 417.
(11) Can. 2, Mansi, III.
(12) Concilio di Vienne, Mansi, XXV.
(13) Concilio di Firenze, sessio XI.
(14) Sessio V, can. 4; cf. Concilio
di Cartagine del 418, sopra, nota 11.
(15) Sessio VI, cap. IV.
(16) Sessio VII, can. 13.
(17) Solemnis Professio Fidei (1968).
(18) Gv 3, 5.
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