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lunedì 17 luglio 2017

BATTESIMO 1/6 E' GIUSTO BATTEZZARE I BAMBINI PICCOLI?

Battesimo ortodosso per immersione.
Tutti i battesimi ortodossi sono fatti per immersione, perché
Baptismos significa "Immersione".
Sono stato sollecitato da un'amica a parlare del battesimo dei bambini piccoli perché turbata da un video di un ex prete cattolico che contestava la validità di questa prassi.
Per questa sera mi accontento di ricopiare qui qualche paragrafo di un documento della Santa Sede del 1980, molto chiaro. E' ovvio che sarà necessario sviluppare. Anzi aspetto le vostre domande o riflessioni per poter rispondere a preoccupazioni concrete.

Ma la conclusione è una sola: in conformità al Vangelo e alle indicazioni date dagli stessi Apostoli, la Chiesa ha sempre battezzato i bambini piccoli.

Inoltre vediamo che partire da una lettura della sola Bibbia, magari scoperta tardi e con uno spirito critico verso la Chiesa, porta a fare grandi errori. Senza la Tradizione autentica, in particolare dei primi anni della Chiesa, e senza la guida del Magistero, non si può capire in modo sereno e profondo la Rivelazione cristiana.
Consiglio vivamente di leggere le Note, in particolare ciò che è scritto in grassetto.
Consiglio per chi ne abbia voglia di leggere tutto il documento. Si chiama "ISTRUZIONE SUL BATTESIMO DEI BAMBINI" della Congregazione per la Dottrina della Fede, 20 ottobre 1980.

LA DOTTRINA TRADIZIONALE SUL BATTESIMO DEI BAMBINI
Una prassi immemorabile
4. Sia in Oriente che in Occidente la prassi di battezzare i bambini è considerata una norma di tradizione immemorabile. Origene, e più tardi S. Agostino, la ritenevano una « tradizione ricevuta dagli Apostoli » (2). Quando poi, nel secolo ІI, appaiono le prime testimonianze dirette, nessuna di
esse presenta mai il battesimo dei bambini come una innovazione. S. Ireneo in particolare considera ovvia la presenza tra i battezzati « di infanti e di bambini » a fianco degli adolescenti, dei giovani e dei più anziani (3). Il più antico rituale conosciuto, quello che all'inizio del III secolo descrive la Tradizione apostolica, contiene la seguente prescrizione: « Battezzate in primo luogo i bambini: tutti coloro che possono parlare da soli, parlino; per coloro invece che non possono parlare da soli, parlino
Battesimo per immersione cattolico
i genitori o qualcuno della loro famiglia » (4). S. Cipriano, partecipando ad un Sinodo dei vescovi africani, afferma che « non si può negare la misericordia e la grazia di Dio a nessun uomo che viene all'esistenza »; e lo stesso Sinodo, richiamandosi all'« uguaglianza spirituale » di tutti gli uomini « di qualsiasi statura ed età », decretò che si potevano battezzare i bambini « già dal secondo o terzo giorno dopo la nascita » (5).
5. Indubbiamente, la prassi del battesimo dei bambini ha conosciuto un certo regresso nel corso del IV secolo. A quell'epoca, infatti, quando gli stessi adulti differivano la loro iniziazione cristiana, nel timore delle colpe future e nella paura della penitenza pubblica, molti genitori rinviavano, per gli stessi motivi, il battesimo dei loro bambini. Ma allo stesso tempo consta che vi furono dei Padri e Dottori quali Basilio, Gregorio Nisseno, Ambrogio, Giovanni Crisostomo, Girolamo, Agostino, i quali, benché battezzati in età adulta per le stesse ragioni, tuttavia reagirono con forza contro una trascuratezza del genere, e scongiuravano gli adulti a non ritardare il battesimo, in quanto necessario alla salvezza (6) e alcuni di essi insistevano perché il battesimo fosse amministrato anche ai bambini (7).
L'insegnamento del Magistero
6. Anche i Romani Pontefici e i Concili sono intervenuti spesso per richiamare ai cristiani il dovere di far battezzare i loro bambini.
Alla fine del IV secolo viene opposto alle dottrine pelagiane l’antico uso di battezzare i bambini, allo stesso modo che gli adulti, « per la remissione dei peccati ». Tale uso — come avevano rilevato Origene e S. Cipriano già prima di S. Agostino (8) — confermava la fede della Chiesa nell’esistenza del peccato originale, e di conseguenza appariva ancora più evidente la necessità del battesimo dei bambini. In tal senso intervennero i Papi Siricio (9) e Innocenzo I (10); in seguito il Concilio di Cartagine del 418 condanna « coloro che negano che si debbano battezzare i bambini appena usciti dal seno materno » e afferma che « in virtù della regola della fede » della Chiesa cattolica circa il peccato originale « anche i più piccoli, che non hanno ancora potuto commettere personalmente alcun peccato, sono veramente battezzati per la remissione dei peccati, perché mediante la rigenerazione sia purificato in essi ciò che hanno ricevuto dalla nascita » (11).
7. Questa dottrina è stata costantemente riaffermata e difesa nel Medioevo. In particolare il Concilio di Vienne, nel 1312, sottolinea che « nel battesimo vengono conferite, sia ai bambini che agli adulti, la grazia informante e le virtù » e non viene solo rimessa la colpa (12). Il Concilio di Firenze, nel 1442, riprende coloro che vogliono differire questo sacramento, e ammonisce che « si deve amministrare quanto prima possibile » il battesimo ai neonati, « mediante il quale sono sottratti al potere del demonio e ricevono l’adozione a figli di Dio » (13).
Il Concilio di Trento rinnova la condanna del Concilio di Cartagine (14) e, richiamandosi alle parole di Cristo a Nicodemo, dichiara che « dopo la promulgazione del Vangelo » nessuno può essere giustificato « senza il lavacro di rigenerazione o il desiderio di riceverlo » (15). Fra gli errori colpiti da anatema dal Concilio si trova l’opinione degli Anabattisti, secondo i quali era meglio « omettere il loro battesimo (dei bambini) piuttosto che battezzarli, siccome non credono con un atto personale, nella fede della Chiesa » (16).
8. I vari Concili regionali e i Sinodi celebrati dopo il Concilio di Trento hanno insegnato con eguale fermezza la necessità di battezzare i bambini. Anche il Papa Paolo VI, molto opportunamente, ha richiamato solennemente l’insegnamento secolare su questo punto, dichiarando che « il battesimo deve essere amministrato anche ai bambini che non hanno ancor potuto rendersi colpevoli di alcun peccato personale, affinché essi, nati privi della grazia soprannaturale, rinascano dall’acqua e dallo Spirito Santo alla vita divina in Gesù Cristo » (17).
9. I testi del Magistero ora citati miravano soprattutto a ribattere degli errori; sono ben lungi, però, dall’esaurire la ricchezza della dottrina sul battesimo, quale è esposta nel Nuovo Testamento, nella catechesi dei S. Padri e nell’insegnamento dei Dottori della Chiesa: il battesimo è infatti manifestazione del preveniente amore del Padre, partecipazione al mistero pasquale del Figlio, comunicazione di una nuova vita nello Spirito; esso fa entrare gli uomini nell’eredità di Dio e li aggrega al Corpo di Cristo, che è la Chiesa.
10. In tale prospettiva, l’avvertimento di Cristo nel Vangelo di S. Giovanni: « Se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio » (18), deve essere inteso come l’invito di un amore universale e infinito; sono le parole di un Padre che chiama tutti i suoi figli e vuole il loro sommo bene. Questo appello irrevocabile e pressante non può lasciare l’uomo indifferente o neutrale, perché egli non può realizzare il suo destino se non accogliendo tale appello.

(segue l'argomento nel post di mercoledì 19 luglio 2017: COSA PRODUCE IL BATTESIMO IN CHI LO RICEVE?)


NOTE:
(2) Origene, In Romanos, ; cf. S. Agostino, De Genesi ad litteram; De peccatorum meritis et remissione et de baptismo parvulorum. In realtà tre passi degli Atti degli Apostoli (16, 15; 16, 33; 18, 8) ricordano il battesimo di « tutta una casa ».
(3) Adv. Haereses, II. In molti documenti epigrafici, già dal II secolo, i bambini vengono chiamati « Figli di Dio », titolo riservato ai battezzati, o si legge una esplicita menzione del loro battesimo; cf. ad esempio, Corpus inscriptionum graecarum, III; E. Diehl, Inscriptiones latinae christianae veteres, Berlin 1961, nn. 1523 (3), 4429 A.
(4) Ippolito Romano, La Tradition apostolique.
(5) Nella Chiesa africana tale prassi era particolarmente ferma, nonostante l'opposizione di Tertulliano, il quale consigliava di differire il battesimo dei bambini, a motivo della loro tenera età e per timore di eventuali defezioni giovanili. 
(6) Cf. S. Basilio, Homilia XIII exhortatoria ad sanctum baptisma; S. Gregorio Nisseno, Adversus eos qui differunt baptismum oratio; S. Agostino, In Ioannem tract. XIII.
(7) Cf. S. Ambrogio, De Abraham II; S. Giovanni Crisostomo, Catechesis, III; S. Gerolamo, Epist. 107. Tuttavia Gregorio Nisseno, pur facendo pressione sulle madri perché facessero battezzare i loro bambini all'età più tenera, si accontenta di fissare tale età ai tre anni. Cf. Oratio XL in sanctum baptisma.
(8) Origene, In Leviticum hom. VIII; In Lucam hom. XIV; S. Cipriano, Epist. 64; S. Agostino, De peccatorum meritis et remissione et de baptismo parvulorum, lib. I; De Gratia Christi et de peccato originali, lib. I, De praedestinatione Sanctorum, XIII, Opus imperfectum contra Iulianum, lib. V.
(9) Epist. « Directa ad decessorem » ad Himerium episc. Tarracon., 10 feb. 385.
(10) Epist. « Inter ceteras Ecclesiae Romanae » ad Sylvanum et ceteros synodi Milevitanae Patres, 27 genn. 417.
(11) Can. 2, Mansi, III.
(12) Concilio di Vienne, Mansi, XXV.
(13) Concilio di Firenze, sessio XI.
(14) Sessio V, can. 4; cf. Concilio di Cartagine del 418, sopra, nota 11.
(15) Sessio VI, cap. IV.
(16) Sessio VII, can. 13.
(17) Solemnis Professio Fidei (1968).
(18) Gv 3, 5.

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