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sabato 15 luglio 2017

SAN BONAVENTURA / 15 luglio

La cella di san Francesco a Greccio.
La sporgenza di roccia in fondo era il suo "materasso"!
San Bonaventura 1217/1221 circa – 1274, è considerato quasi il rifondatore dell’Ordine dei Frati Minori. In particolare, diventato Ministro Generale dei Frati Minori, porta a termine le Costituzioni (Regole) di Narbona che saranno la sintesi dell’ideale francescano applicabile ad una comunità ormai molto cresciuta. Queste Costituzioni saranno il modello di tutte le versioni successive. 

Infatti qual è il problema? La vita di san Francesco cioè il “Vangelo sine glossa” inizia come una ricerca appassionata e libera della messa in pratica del Vangelo nella sua totalità. L’esplosione numerica della sua comunità, la necessità di formare i giovani, l’entusiasmo spirituale reale di chi vuole  entrare nell’Ordine pur essendo meno capace di sopportare tutti i rigori dell’estrema povertà, l’invecchiamento dei primi frati, impongono di affrontare dei problemi organizzativi e anche di regolamentare alcune mitigazioni necessarie. Ho conosciuto qualcosa di simile. Ho fatto il noviziato in un ex carcere a 500 m. sopra il livello del mare con una sola sala riscaldata quando si cucinava. Pur essendo in Sicilia, l'inverno non fu una passeggiata, soprattutto quando cadde la neve. Eppure un giorno venne un giovane religioso e, vedendo le "mitigazioni" che erano entrate in vigore con l'esperienza, disse: "Se fosse stato così quando ero postulante, sarei rimasto. Sono venuto nei primi anni di questa comunità e la vita era molto più dura, troppo dura per me".


Il "Conventino di san Bonaventura" a Greccio.
Cellette di legno sotto le travi del tetto
Fu così per i primi Frati Minori. All'inizio la comunità si riferiva direttamente e solo al Vangelo sotto la guida di san Francesco, che faceva tanto fatica a abbracciare l'insieme di questa comunità che cresceva ad un ritmo vertiginoso. 
Quando muore san Francesco la comunità si spacca in due correnti. Alcuni hanno vissuto in modo ideologico la visione francescana e sono più attaccati a se stessi e alle loro idee che all’obbedienza alla Chiesa, alla Comunità e ai suoi superiori. Si forma allora la corrente cosiddetta degli “Spirituali” che in nome del Vangelo e della povertà, escono dall'Ordine. Sono molto rigidi, si impegnano molto, ma in genere criticano molto gli altri frati, i preti, i vescovi, perfino il papa. Perché secondo loro essi vivono il Vangelo e gli altri no. Infatti presumono di essere giusti e disprezzano gli altri (Luca 18,9). Hanno molte cose di san Francesco ma non l’umiltà che l’ha fatto diventare discepolo di Gesù e cristiano, Alter Christus. 
Pian piano però si esaurisce il movimento degli Spirituali. Alcuni escono addirittura dalla Chiesa per essere più fedeli al Vangelo! Chi invece rimane nell'Ordine, pur essendo forse meno impegnato, fa una cammino di santità migliore, più sicuro, perché rimane attaccato alla Vite tramite l'obbedienza. Infatti siamo salvi per grazia e non perché siamo bravi.
Non che non ci fossero problemi tra il resto dei frati. Dai “luoghi” poverissimi dell'inizio, si è passato in molti casi a comunità che vivono in grandi e solidi conventi per cui si parla dei frati “Conventuali”.
San Bonaventura deve trovare una sintesi impegnata, seria, ma compatibile con un Ordine diventato molto numeroso e complesso e i frati che lo compongono. 
Meglio di tanti discorsi l’eremo di Greccio spiega ciò che fece san Bonaventura. Accanto alla pietra sulla quale dormiva san Francesco quando veniva in quel luogo c'è il cosiddetto “conventino di san Bonaventura” che indica ordine, povertà, raccoglimento. Non più quell’impostazione estrema che san Francesco viveva per sé ma nemmeno la rilassatezza che si rimproverava ad alcuni luoghi dei “Conventuali”.

Papa Francesco a Greccio
Il Signore ci insegni a non criticare sempre tutto e tutti, e a pensare piuttosto alla nostra propria conversione. Ci insegni inoltre a comprendere che l’unità è più grande del conflitto, che l’ideologia, il protagonismo, il proselitismo, non hanno mai risolto nulla né portato avanti l’evangelizzazione. Ci insegni il Signore a mettere sopra ogni cosa la comunione con la Chiesa e l’obbedienza, anche quando questo significa rinunciare ad una propria idea che sentiamo migliore e talvolta lo è. Devo molto camminare ancora su questa via, anche se san Francesco mi ha insegnato fin dall’inizio a vivere "sottomesso ai prelati della Santa Chiesa Romana" e in comunione con essa, nell'obbedienza.

DALLA IIIa AMMONIZIONE DI SAN FRANCESCO: L'OBBEDIENZA PERFETTA
...
149 5 E se qualche volta il suddito vede cose migliori e più utili alla sua anima di quelle che gli ordina il superiore, volentieri sacrifichi a Dio le sue e cerchi invece di adempiere con l'opera quelle del superiore. 6 Infatti questa é l'obbedienza caritativa, perché compiace a Dio e al prossimo (Cfr. 1Pt 1,22).
150 7 Se poi il superiore comanda al suddito qualcosa contro la sua coscienza, pur non obbedendogli, tuttavia non lo abbandoni. 6 E se per questo dovrà sostenere persecuzione da parte di alcuni, li ami di più per amore di Dio. 9 Infatti, chi sostiene la persecuzione piuttosto che volersi separare dai suoi fratelli, rimane veramente nella perfetta obbedienza, poiché sacrifica la sua anima (Cfr. Gv 15,13) per i suoi fratelli.

151 10 Vi sono infatti molti religiosi che, col pretesto di vedere cose migliori di quelle che ordinano i loro superiori, guardano indietro (Cfr. Lc 9,62) e ritornano al vomito (Cfr. Pr 26,11; 2Pt 2,22) della propria volontà. 11 Questi sono degli omicidi e sono causa di perdizione per molte anime con i loro cattivi esempi.

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