La Gloria di san Benedetto - affresco di Anigoni Chiesa basilicale di Monte Cassino |
Pochi giorni fa il Direttore dell’INPS, Boeri, ha fatto una dichiarazione forte su pensioni e immigrati.
Già quarant’anni fa in Francia si sapeva che dopo
il Giappone, l’Italia era il paese che faceva meno figli al mondo. Tutti lo
sapevano, anche in Italia. Però nessun politico ne parlava o faceva qualcosa.
Si calcola che affinché una popolazione si mantenga
stabile, ogni donna in età fertile deve partorire in media 2,1 figlio. Non ci
vuole la Laurea per capire che se ogni donna italiana fa nascere 1,3 figlio
durante la sua vita e che i figli si fanno in due (un marito – una moglie),
significa che se ci sono 60 milioni di italiani, possiamo dire che nella
generazione successiva gli italiani saranno solo 39 milioni. Neppure è
difficile capire che se la tendenza continua, alla generazione ancora
successiva ci saranno approssimativamente 39 / 2 x 1,3 = 25milioni di italiani.
Quindi nell’arco di 2 generazioni, ossia circa 60 anni, 70 al massimo, la
popolazione che era di 60 milioni scenderà a 25. Non sta succedendo in modo così
radicale innanzitutto perché fino ad adesso la vita si è costantemente allungata.
Ma questo non è solo un sollievo perché vuol dire che, in percentuale
della popolazione globale, ci sono sempre meno persone che lavorano e sempre più
persone che hanno bisogno di cure a carico dello Stato. Pensioni e Sanità diventano
dei capitoli di spesa pubblica sempre più pesanti senza possibilità di cambiamento
a meno di tagliare pensioni e Sanità. Inoltre una popolazione più anziana è
meno dinamica, meno competitiva e meno capace di adattamento alle sfide della
modernità. Anche questo è un fattore di impoverimento e perfino di scomparsa di
un popolo.
Un altro fattore di frenata del declino del popolo
italiano è l’apporto positivo delle migrazioni! Gli stranieri salvano gli italiani
dalla scomparsa. È un paradosso! È chiaro che oltre all’arricchimento c'è anche
il rischio di cambiamento culturale. Oggi i bambini che arrivano a scuola sono per
il 20% figli di immigrati! Sono i nuovi italiani! Ma se queste famiglie non si integrano
o vengono rifiutati dai “veri italiani” saranno presenti come un corpo
estraneo. Quello che si vede in Francia, in Belgio, in Gran Bretagna ecc. Per la
Chiesa questo comporta il dovere di annunciare a queste persone la Buona Notizia
di Gesù. Però non ci facciamo illusioni. In Francia la Chiesa, globalmente, non
ha evangelizzato gli immigrati, ma al contrario sono stati i cattolici a distaccarsi dalla fede e dalla Chiesa. E oggi la somma di questi due fenomeni, immigrazione
e secolarizzazione, fanno che più della metà dei bambini francesi non sono battezzati.
Se l’invecchiamento spirituale e sociale della
popolazione crea dei vuoti, questi saranno riempiti per forza da altri. Anche perché
ce n’è bisogno. Arriviamo così al capitolo delle pensioni. Versando contributi
per tutta la vita tu hai pagato le pensioni dei vecchi del tuo tempo. Hai anche
acquistato diritti, certo. Se oggi vai in pensione non lavori più quindi non produci più
ciò che consumerai. Altri produrranno per te e, attraverso i loro contributi, pagheranno il tuo assegno pensionistico. Se non ci sono più giovani ma solo dei
vecchi, non mangia più nessuno. Anche se tu, pagando i contributi mentre lavoravi
hai acquistato un diritto a ricevere la pensione, non hai potuto mettere in
magazzino la frutta, la verdura ecc. che mangi oggi. Se la popolazione che lavora
è fatta in buona parte di immigrati sono loro che pagano in parte le pensioni
degli italiani. È evidente. Abbiamo bisogno degli immigrati. Almeno in una buona
percentuale.
Quando papa Francesco richiama all’accoglienza degli immigrati dice che per essere cristiani bisogna mettere in pratica il Vangelo. Quando erano gli italiani ad immigrare volevamo essere accolti. Ma dice anche che l’accoglienza non è solo un problema di giustizia verso i poveri, i profughi. È un problema di realismo: questo fenomeno è troppo forte per essere bloccato, ed è anche una necessità per la stessa sopravvivenza delle nostre società in declino.
Quando papa Francesco richiama all’accoglienza degli immigrati dice che per essere cristiani bisogna mettere in pratica il Vangelo. Quando erano gli italiani ad immigrare volevamo essere accolti. Ma dice anche che l’accoglienza non è solo un problema di giustizia verso i poveri, i profughi. È un problema di realismo: questo fenomeno è troppo forte per essere bloccato, ed è anche una necessità per la stessa sopravvivenza delle nostre società in declino.
In passato solo la Chiesa diceva la necessità di investire nello sviluppo economico e la pace di questi paesi perché questi fratelli
e sorelle possano vivere nella propria terra e non emigrare. Questo è vero ancora oggi e se ne parla un po' di più. Purtroppo
non si è fatto quasi nulla in passato perché non interessava questa generosità. Oggi la
conseguenza sono i flussi migratori inarrestabili di cui ci dobbiamo fare
carico, in modo giusto e intelligente, certamente non indiscriminato, ma non è possibile
girare la faccia dall’altra parte. Se le conseguenze del girare la faccia dall’altra
parte di fronte alla difficoltà delle famiglie a mettere al mondo figli 40 anni
fa quando i governi erano Democrazia cristiana producono oggi il declino così forte
del popolo italiano e il prendere sotto gamba il problema della cooperazione
internazionale e dell’ecologia producono oggi i disastri delle famiglie che devono
emigrare, girare ancora la faccia dall'altra parte oggi porterà conseguenze davvero catastrofiche.
San Benedetto, patrono di Europa, aiutaci, aiuta
l’Europa tutta!
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