Eliezer e Rebecca - Poussin Musée du Louvre. |
Isacco non dovrà sposare una cananea. È gente profondamente pagana, con valori troppo diversi e come si sa, è la donna che fa
il focolare: anche se l’uomo è il capo famiglia l’influenza continua della donna
sulla vita quotidiana e sull’educazione dei figli in particolare è molto profonda.
Diceva il Santo Curato d’Ars: “quanto facilmente la fede passa dal cuore delle mamme
nel cuore dei figli!”.
C'è un altro fattore. La famiglia di Abramo è sola con
i suoi valori propri in un ambiente omogeneo. È quasi certo che si farebbe
assimilare. È quello che succede con le minoranze quando diventano troppo piccole:
quando non riescono più a sposarsi tra loro e si sposano troppo con la comunità
di maggioranza avviene l’assimilazione. Questo avviene anche per gli ebrei anche
se, storicamente, sono ovunque la minoranza più capace di conservare la propria
identità. È da notare che ciò che più ha aiutato gli ebrei a conservare la
propria identità è stata l’osservanza del Sabato, giorno di riposo e di santità
con la sua dimensione famigliare e comunitaria, la cena del venerdì sera accogliendo
la “Regina Shabat” attorno alla tavola con tutta la famiglia riunita, e l’osservanza
delle regole riguardo al Matrimonio. Cristiani pensate a questo, voi che vivete
nella nostra società secolarizzata: dovete rafforzare la vostra consapevolezza e
la vostra identità, in particolare attraverso l’impostazione del modo di vivere
in famiglia. Inoltre dovete vivere in piccole comunità cristiane. Altrimenti avverrà l’assimilazione
all’ambiente pagano. I pagani attorno a noi fanno ancora battezzare i loro figli, gli
fanno fare la prima comunione, si sposano ancora in Chiesa ma sono pagani. Con un progressivo distacco dalla Chiesa. Infatti
l’Istat ci ha rivelato che in Italia il numero dei matrimoni religiosi si è più
che dimezzato negli ultimi vent’anni e, se la tendenza dovesse continuare in modo
costante l’ultimo matrimonio religioso in Italia sarà celebrato nel 2032, fra 16
anni! Non avverrà perché si sa che comunque rimane uno "Zoccolo duro" ma significa per il cristianesimo in Italia perdere ogni rilevanza...
Abramo manda dunque il suo servo Eliezer nella terra
dei suoi antenati perché trovi una moglie per Isacco. Quella che riporterà Eliezer sarà la sua sposa per tutta la vita. Fa fremere la nostra mentalità moderna che
uno possa avere una moglie che non ha scelto, che non ha mai vista prima, non
ci ha ballato in discoteca, non hanno fatto le vacanze a Ibiza insieme dormendo
nello stesso letto “per vedere se sono fatti l’uno per l’altro”. Certo non si
tratta di fare oggi come ha fatto Abramo allora, ma di lasciarci interpellare
dal messaggio della Bibbia: per costruire una famiglia contano innanzitutto i
valori veri e condivisi. La Bibbia, anche nel caso di Rebecca, gioisce nel lodare
la bellezza delle spose e parla con grande libertà dell’attrazione fisica tra i
giovani, ma mai separata dai valori morali.
Completiamo la riflessione di ieri leggendo il brano che la Liturgia ha omesso e che spiega molto bene quale
criterio usa Eliezer per scegliere colei che sarà una buona moglie per Isacco.
Innanzitutto prega Dio affinché guidi la scelta! Pregare
perché Dio aiuti a scegliere il compagno/a di tutta una vita. Quanti lo fanno
con fiducia e disponibilità? Sono più frequenti coloro che supplicano che la
persona di cui si sono innamorati provi gli stessi sentimenti e accetti di
fidanzarsi. Ma non è la stessa cosa.
Eliezer poi indica il segno: non chiede che la
ragazza sia bella, suscitando la fierezza dello sposo e l’invidia degli altri. Non
chiede che la ragazza sia ricca o intelligente o altre cose di questo mondo. Vuole
che la ragazza sia dotata di una carità generosa e aperta allo straniero (quindi
il desiderio di Abramo di prendere per Isacco una sposa “dai paesi suoi” non è per
nulla razzismo!). Se la ragazza spenderà tempo ad attingere acqua per far bere Eliezer
(e gli altri servi di Abramo, non è solo) e i suoi cammelli (sono dieci!) col
sorriso, con naturalezza, ecco, sarà una buona moglie, degna della Hesed che
caratterizza la famiglia di Abramo. Hesed indica
bontà originaria e costitutiva, l'amore sorgivo, puro e gratuito, che ama
"per primo". Un amore che continuamente si riversa sull’altro.
Rebecca passa l’esame col massimo dei voti!
I valori non si inventano. La virtù
umana è frutto di un “habitus” di un esercizio ripetuto che diventa “abitudine”
struttura stabile del carattere. Per una ricompensa si possono fare sul momento
cose molto belle, o illudersi, perfino fingere di aderire a dei valori. Quale uomo
innamorato non fa salti mortali per conquistare la donna del suo cuore? È il tempo
che poi rivela la solidità di ciò che appare. Si deve dire questo ai giovani.
Che i giovani sappiano che la passione e l’innamoramento sono fondamentalmente
egoisti e quindi non bastano a costruire una famiglia. Quanti giovani si sposano
perché lei è incinta o decidono di sposarsi basandosi sul solo innamoramento.
Hanno un figlio e dopo qualche anno si separano!
Genesi
24,10-61
Il servo prese dieci
cammelli del suo padrone e, portando ogni sorta di cose preziose del suo
padrone, si mise in viaggio e andò nel Paese dei due fiumi, alla città di
Nacor. Fece inginocchiare i cammelli fuori della città, presso il pozzo
d'acqua, nell'ora della sera, quando le donne escono ad attingere. E disse:
«Signore, Dio del mio padrone Abramo, concedimi un felice incontro quest'oggi e
usa benevolenza verso il mio padrone Abramo! Ecco, io sto presso la fonte
dell'acqua, mentre le fanciulle della città escono per attingere acqua. Ebbene,
la ragazza alla quale dirò: Abbassa l'anfora e lasciami bere, e che risponderà:
Bevi, anche ai tuoi cammelli darò da bere, sia quella che tu hai destinata al
tuo servo Isacco; da questo riconoscerò che tu hai usato benevolenza al mio
padrone». Non aveva ancora finito di parlare, quand'ecco Rebecca, che era nata
a Betuèl figlio di Milca, moglie di Nacor, fratello di Abramo, usciva con
l'anfora sulla spalla. La giovinetta era molto bella d'aspetto, era vergine,
nessun uomo le si era unito. Essa scese alla sorgente, riempì l'anfora e
risalì. Il servo allora le corse incontro e disse: «Fammi bere un po' d'acqua
dalla tua anfora». Rispose: «Bevi, mio signore». In fretta calò l'anfora sul
braccio e lo fece bere. Come ebbe finito di dargli da bere, disse: «Anche per i
tuoi cammelli ne attingerò, finché finiranno di bere». In fretta vuotò l'anfora
nell'abbeveratoio, corse di nuovo ad attingere al pozzo e attinse per tutti i
cammelli di lui. Intanto quell'uomo la contemplava in silenzio, in attesa di
sapere se il Signore avesse o no concesso buon esito al suo viaggio. Quando i
cammelli ebbero finito di bere, quell'uomo prese un pendente d'oro del peso di
mezzo siclo e glielo pose alle narici e le pose sulle braccia due braccialetti
del peso di dieci sicli d'oro. E disse: «Di chi sei figlia? Dimmelo. C'è posto
per noi in casa di tuo padre, per passarvi la notte?». Gli rispose: «Io sono
figlia di Betuèl, il figlio che Milca partorì a Nacor». E soggiunse: «C'è
paglia e foraggio in quantità da noi e anche posto per passare la notte».
Quell'uomo si
inginocchiò e si prostrò al Signore e disse: «Sia benedetto il Signore, Dio del
mio padrone Abramo, che non ha cessato di usare benevolenza e fedeltà verso il
mio padrone. Quanto a me, il Signore mi ha guidato sulla via fino alla casa dei
fratelli del mio padrone». La giovinetta corse ad annunziare alla casa di sua
madre tutte queste cose. Ora Rebecca aveva un fratello chiamato Làbano e Làbano
corse fuori da quell'uomo al pozzo. Egli infatti, visti il pendente e i
braccialetti alle braccia della sorella e udite queste parole di Rebecca, sua
sorella: «Così mi ha parlato quell'uomo», venne da costui che ancora stava
presso i cammelli vicino al pozzo. Gli disse: «Vieni, benedetto dal Signore!
Perché te ne stai fuori, mentre io ho preparato la casa e un posto per i
cammelli?». Allora l'uomo entrò in casa e quegli tolse il basto ai cammelli,
fornì paglia e foraggio ai cammelli e acqua per lavare i piedi a lui e ai suoi
uomini. Quindi gli fu posto davanti da mangiare, ma egli disse; «Non mangerò,
finché non avrò detto quello che devo dire». Gli risposero: «Di' pure». E
disse: «Io sono un servo di Abramo. Il Signore ha benedetto molto il mio
padrone, che è diventato potente: gli ha concesso greggi e armenti, argento e
oro, schiavi e schiave, cammelli e asini. Sara, la moglie del mio padrone, gli
ha partorito un figlio, quando ormai era vecchio, al quale egli ha dato tutti i
suoi beni. E il mio padrone mi ha fatto giurare: Non devi prendere per mio
figlio una moglie tra le figlie dei Cananei, in mezzo ai quali abito, ma andrai
alla casa di mio padre, alla mia famiglia, a prendere una moglie per mio
figlio. Io dissi al mio padrone: Forse la donna non mi seguirà. Mi rispose: Il
Signore, alla cui presenza io cammino, manderà con te il suo angelo e darà
felice esito al tuo viaggio, così che tu possa prendere una moglie per il mio
figlio dalla mia famiglia e dalla casa di mio padre. Solo quando sarai andato
alla mia famiglia, sarai esente dalla mia maledizione; se non volessero
cedertela, sarai esente dalla mia maledizione. Così oggi sono arrivato alla
fonte e ho detto: Signore, Dio del mio padrone Abramo, se stai per dar buon
esito al viaggio che sto compiendo, ecco, io sto presso la fonte d'acqua;
ebbene, la giovane che uscirà ad attingere, alla quale io dirò: Fammi bere un
po' d'acqua dalla tua anfora, e mi risponderà: Bevi tu; anche per i tuoi
cammelli attingerò, quella sarà la moglie che il Signore ha destinata al figlio
del mio padrone. Io non avevo ancora finito di pensare, quand'ecco Rebecca
uscire con l'anfora sulla spalla; scese alla fonte, attinse; io allora le
dissi: Fammi bere. Subito essa calò l'anfora e disse: Bevi; anche ai tuoi
cammelli darò da bere. Così io bevvi ed essa diede da bere anche ai cammelli. E
io la interrogai: Di chi sei figlia? Rispose: Sono figlia di Betuèl, il figlio
che Milca ha partorito a Nacor. Allora le posi il pendente alle narici e i
braccialetti alle braccia. Poi mi inginocchiai e mi prostrai al Signore e
benedissi il Signore, Dio del mio padrone Abramo, il quale mi aveva guidato per
la via giusta a prendere per suo figlio la figlia del fratello del mio padrone.
Ora, se intendete usare benevolenza e lealtà verso il mio padrone, fatemelo
sapere; se no, fatemelo sapere ugualmente, perché io mi rivolga altrove».
Allora Làbano e
Betuèl risposero: «Dal Signore la cosa procede, non possiamo dirti nulla. Ecco
Rebecca davanti a te: prendila e va' e sia la moglie del figlio del tuo
padrone, come ha parlato il Signore».
Quando il servo di
Abramo udì le loro parole, si prostrò a terra davanti al Signore. Poi il servo
tirò fuori oggetti d'argento e oggetti d'oro e vesti e li diede a Rebecca; doni
preziosi diede anche al fratello e alla madre di lei. Poi mangiarono e bevvero
lui e i suoi uomini e passarono la notte. Quando si alzarono alla mattina, egli
disse: «Lasciatemi andare dal mio padrone». Ma il fratello e la madre di lei
dissero: «Rimanga la giovinetta con noi qualche tempo, una decina di giorni;
dopo, te ne andrai». Rispose loro: «Non trattenetemi, mentre il Signore ha
concesso buon esito al mio viaggio. Lasciatemi partire per andare dal mio
padrone!». Dissero allora: «Chiamiamo la giovinetta e domandiamo a lei stessa».
Chiamarono dunque Rebecca e le dissero: «Vuoi partire con quest'uomo?». Essa
rispose: «Andrò». Allora essi lasciarono partire Rebecca con la nutrice,
insieme con il servo di Abramo e i suoi uomini. Benedissero Rebecca e le
dissero:
«Tu, sorella nostra,
diventa migliaia di
miriadi
e la tua stirpe
conquisti
la porta dei suoi
nemici!».
Così Rebecca e le sue ancelle si
alzarono, montarono sui cammelli e seguirono quell'uomo. Il servo prese con sé
Rebecca e partì.
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