James Tissot - Giuseppe e i suoi fratelli accolti dal Faraone |
Giacobbe ebbe dodici figli
ma Giuseppe era il preferito. Questo suscita grande invidia e gelosia negli altri
che decidono di sopprimerlo. Solo un sussulto di coscienza, grazie all’imput
dato da Ruben, gli evita la morte. Ma lo vendono a dei mercanti diretti in
Egitto. Rivenduto in quel paese, fa apprezzare le sue qualità, sempre fedele al Dio dei suoi padri. Incarcerato per una calunnia
viene infine liberato e avendo capito da Dio quale carestia sta per colpire l’Egitto
può organizzare in tempo riserve di grano che rivende al popolo nei sette anni
di magra, sfamando anche gli altri piccoli popoli circostanti. Quando si vede davanti
i suoi fratelli venuti a comprare grano in Egitto, spinti dalla carestia che infierisce
su tutta la terra, comprende che è stato guidato da Dio per un progetto di salvezza
in particolare per la propria famiglia. Egli mette alla prova i suoi fratelli incarcerandoli.
Da questo grande racconto
emergono due verità importantissime:
-il male non è mai una
soluzione mentre il bene lo è. I fratelli pensavano di eliminare la sofferenza che
causava loro il confronto con Giuseppe eliminando lui. Invece portano sempre e
ovunque nel cuore il peso terribile di ciò che hanno fatto. E quando gli capita
qualcosa di negativo immediatamente pensano che sia un
castigo collegato a
quella azione! Vivono una vita terribile. Anche se ridono, magari molto forte, non
Giuseppe venduto dai suoi fratelli |
-mentre i figli di
Giacobbe vivono una vita che ha perso ogni spensieratezza, Dio sta svolgendo tutto
al loro bene! Questo è il paradosso della fede. Solo ritornando pentiti a Dio e
quando Egli vorrà liberarli da questo peccato, potranno rinascere, ma Dio, da
parte sua non ha mai smesso di amarli. E anche Giuseppe non è stato abbandonato.
Tante volte nella nostra vita capitano cose che ci è difficile comprendere o tanto
duro da accettare, ma possiamo fare fiducia a Dio lo stesso. Egli ci ama.
Giuseppe che è rimasto vicino
a Dio comprende il suo disegno e lo dirà ai fratelli, considerandosi un
semplice (e felice) strumento. I fratelli lo capiranno a stento. Alla fine, invece
di vincere su Giuseppe, benché trattati da fratelli da lui rimarranno sempre timorosi,
sempre suoi schiavi. Se avessero lottato contro il loro odio sarebbero entrati anch’essi
nel mistero di salvezza di Dio e ne sarebbe uscito una fratellanza tra loro tutti,
veramente formidabile.
Il Vangelo ci offre un altro
particolare prezioso. Matteo che scrive il Vangelo si presenta come Matteo
il pubblicano, il peccatore pubblico: umiltà, pacificazione con la propria
storia, annuncio della potenza di Gesù che ha
trasformato la sua vita! Invece chiama Giuda Taddeo solo Taddeo, affinché non sia
confuso con Giuda Iscariota che fu il traditore. Accusa se stesso nello spirito
che abbiamo detto e copre gli altri. Anche Luca chiamerà Matteo "Levi", coprendo il suo passato. Chi è in Cristo è una creatura nuova, le cose vecchie
sono passate, ne sono nate di nuove!
Che bellezza!
Prima Lettura Gn
41, 55-57; 42, 5-7. 17-24a
Su di noi grava la colpa nei riguardi di nostro fratello; per questo ci ha colpiti quest’angoscia.
Dal libro della Gènesi
In quei giorni, tutta la terra d’Egitto cominciò a sentire la fame e il popolo gridò al faraone per avere il pane. Il faraone disse a tutti gli Egiziani: «Andate da Giuseppe; fate quello che vi dirà». La carestia imperversava su tutta la terra. Allora Giuseppe aprì tutti i depositi in cui vi era grano e lo vendette agli Egiziani. La carestia si aggravava in Egitto, ma da ogni paese venivano in Egitto per acquistare grano da Giuseppe, perché la carestia infieriva su tutta la terra. Arrivarono i figli d’Israele per acquistare il grano, in mezzo ad altri che pure erano venuti, perché nella terra di Canaan c’era la carestia.
Giuseppe aveva autorità su quella terra e vendeva il grano a tutta la sua popolazione. Perciò i fratelli di Giuseppe vennero da lui e gli si prostrarono davanti con la faccia a terra. Giuseppe vide i suoi fratelli e li riconobbe, ma fece l’estraneo verso di loro e li tenne in carcere per tre giorni.
Il terzo giorno Giuseppe disse loro: «Fate questo e avrete salva la vita; io temo Dio! Se voi siete sinceri, uno di voi fratelli resti prigioniero nel vostro carcere e voi andate a portare il grano per la fame delle vostre case. Poi mi condurrete qui il vostro fratello più giovane. Così le vostre parole si dimostreranno vere e non morirete». Essi annuirono.
Si dissero allora l’un l’altro: «Certo su di noi grava la colpa nei riguardi di nostro fratello, perché abbiamo visto con quale angoscia ci supplicava e non lo abbiamo ascoltato. Per questo ci ha colpiti quest’angoscia».
Ruben prese a dir loro: «Non vi avevo detto io: “Non peccate contro il ragazzo”? Ma non mi avete dato ascolto. Ecco, ora ci viene domandato conto del suo sangue». Non si accorgevano che Giuseppe li capiva, dato che tra lui e loro vi era l’interprete.
Allora egli andò in disparte e pianse.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 32
Su di noi, Signore, sia il tuo amore.
Lodate il Signore con la cetra,
con l’arpa a dieci corde a lui cantate.
Cantate al Signore un canto nuovo,
con arte suonate la cetra e acclamate.
Il Signore annulla i disegni delle nazioni,
rende vani i progetti dei popoli.
Ma il disegno del Signore sussiste per sempre,
i progetti del suo cuore per tutte le generazioni.
Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.
Canto al Vangelo Mc 1,15
Alleluia, alleluia.
Il regno di Dio è vicino;
convertitevi e credete nel Vangelo.
Alleluia.
Vangelo Mt 10, 1-7
Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d'Israele.
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì.
Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino».
Su di noi grava la colpa nei riguardi di nostro fratello; per questo ci ha colpiti quest’angoscia.
Dal libro della Gènesi
In quei giorni, tutta la terra d’Egitto cominciò a sentire la fame e il popolo gridò al faraone per avere il pane. Il faraone disse a tutti gli Egiziani: «Andate da Giuseppe; fate quello che vi dirà». La carestia imperversava su tutta la terra. Allora Giuseppe aprì tutti i depositi in cui vi era grano e lo vendette agli Egiziani. La carestia si aggravava in Egitto, ma da ogni paese venivano in Egitto per acquistare grano da Giuseppe, perché la carestia infieriva su tutta la terra. Arrivarono i figli d’Israele per acquistare il grano, in mezzo ad altri che pure erano venuti, perché nella terra di Canaan c’era la carestia.
Giuseppe aveva autorità su quella terra e vendeva il grano a tutta la sua popolazione. Perciò i fratelli di Giuseppe vennero da lui e gli si prostrarono davanti con la faccia a terra. Giuseppe vide i suoi fratelli e li riconobbe, ma fece l’estraneo verso di loro e li tenne in carcere per tre giorni.
Il terzo giorno Giuseppe disse loro: «Fate questo e avrete salva la vita; io temo Dio! Se voi siete sinceri, uno di voi fratelli resti prigioniero nel vostro carcere e voi andate a portare il grano per la fame delle vostre case. Poi mi condurrete qui il vostro fratello più giovane. Così le vostre parole si dimostreranno vere e non morirete». Essi annuirono.
Si dissero allora l’un l’altro: «Certo su di noi grava la colpa nei riguardi di nostro fratello, perché abbiamo visto con quale angoscia ci supplicava e non lo abbiamo ascoltato. Per questo ci ha colpiti quest’angoscia».
Ruben prese a dir loro: «Non vi avevo detto io: “Non peccate contro il ragazzo”? Ma non mi avete dato ascolto. Ecco, ora ci viene domandato conto del suo sangue». Non si accorgevano che Giuseppe li capiva, dato che tra lui e loro vi era l’interprete.
Allora egli andò in disparte e pianse.
Salmo Responsoriale Dal Salmo 32
Su di noi, Signore, sia il tuo amore.
Lodate il Signore con la cetra,
con l’arpa a dieci corde a lui cantate.
Cantate al Signore un canto nuovo,
con arte suonate la cetra e acclamate.
Il Signore annulla i disegni delle nazioni,
rende vani i progetti dei popoli.
Ma il disegno del Signore sussiste per sempre,
i progetti del suo cuore per tutte le generazioni.
Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.
Canto al Vangelo Mc 1,15
Alleluia, alleluia.
Il regno di Dio è vicino;
convertitevi e credete nel Vangelo.
Alleluia.
Vangelo Mt 10, 1-7
Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d'Israele.
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì.
Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino».
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