La Storia va avanti e il Signore risorto la
guida verso il suo compimento. Nessun male può arrestare il progetto di Dio. Il
Principe di questo mondo è stato gettato fuori (vedi Gv 12,31; vedi anche
14,30, e 16,11), Gesù ha vinto il mondo! (vedi Gv 16,33). Nel sole della
Risurrezione e nell’esperienza della compagnia del Risorto i cristiani hanno portato
al mondo la Buona Notizia e fermentato le società dove vivevano.
La Chiesa accogliendo nel suo seno peccatori
bisognosi di salvezza è diventata però la “Sancta Meretrix, semper reformanda”,
Santa per la sua origine divina e la fedeltà del suo Signore, prostituta per i
peccati dei suoi membri. Secondo le domande e le esigenze dei tempi la Chiesa
ha scrutato il tesoro della Rivelazione lasciato dal suo Sposo e adattato
il suo linguaggio e la sua disciplina. Tempi forti di consapevolezza e riforma
sono stati i Sinodi e i Concili, locali oppure universali (ecumenici). Il Concilio
di Trento nel 1500 era il diciannovesimo e non ha segnato la fine della Storia.
Don Angelo Roncalli fu l’editore dei resoconti delle visite pastorali di san Carlo Borromeo, entusiasta e fecondo applicatore del Concilio di Trento. Così si nutrì dello spirito di riforma di quel Concilio, e divenuto Papa fu docile e sapiente strumento del Signore per convocare il ventunesimo Concilio ecumenico. A chi gli faceva notare che era troppo vecchio per portare a termine un’opera così grande, egli rispondeva che se era sua volontà, Dio avrebbe usato altri per concluderla. E così avvenne, per le nuove sessioni del Concilio e per la sua applicazione.
Ha manifestato chiaramente questa fiducia veramente cristiana nella volontà di salvezza di Dio per l’umanità nel discorso di apertura della prima sessione conciliare, in contrasto con il pessimismo dei "profeti di sventura", iniziandolo con: “La Madre Chiesa si rallegra”. Purtroppo i "profeti di sventura" ci sono ancora oggi. Ci fa bene ascoltare alcuni altri stralci di quel discorso:
4. 2. Spesso infatti avviene, come abbiamo sperimentato nell’adempiere il quotidiano ministero apostolico, che, non senza offesa per le Nostre orecchie, ci vengano riferite le voci di alcuni che, sebbene accesi di zelo per la religione, valutano però i fatti senza sufficiente obiettività né prudente giudizio. Nelle attuali condizioni della società umana essi non sono capaci di vedere altro che rovine e guai; vanno dicendo che i nostri tempi, se si confrontano con i secoli passati, risultano del tutto peggiori; e arrivano fino al punto di comportarsi come se non avessero nulla da imparare dalla storia, che è maestra di vita, e come se ai tempi dei precedenti Concili tutto procedesse felicemente quanto alla dottrina cristiana, alla morale, alla giusta libertà della Chiesa.
3. A Noi sembra di dover risolutamente
dissentire da codesti profeti di sventura, che annunziano sempre il peggio,
quasi incombesse la fine del mondo.
4. Nello stato presente degli eventi
umani, nel quale l’umanità sembra entrare in un nuovo ordine di cose, sono
piuttosto da vedere i misteriosi piani della Divina Provvidenza, che si
realizzano in tempi successivi attraverso l’opera degli uomini, e spesso al di
là delle loro aspettative, e con sapienza dispongono tutto, anche le avverse
vicende umane, per il bene della Chiesa.
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