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lunedì 15 novembre 2021

CHE SENSO HA PER NOI OGGI LA RIBELLIONE DEI MACCABEI? / sant'Alberto Magno, XXXIII sett. T.O.,B

 


Dopo Alessandro Magno tutto il Medio Oriente è sotto dominio politico e culturale greco. E conviene ai vincitori che i loro dèi diventino anche quelli dei popoli vinti. Ora, alcuni membri del popolo eletto sono affascinati dal successo della civiltà straniera e vogliono riceverne i benefici oltre che la benevolenza del nuovo padrone, pronti a passare alla sua religione e a propagandarla. I metodi sono violenti e spicci, schiacciando ogni resistenza. Infatti molti resistono, anche a costo della vita, decisi a non abbandonare l’Alleanza con il Dio dei Padri. Con questo spirito inizierà la ribellione dei Maccabei.

Il brano di questa mattina mi fa pensare a quanti lo leggeranno in chiave anti Concilio Vaticano II: difendere le tradizioni contro il modernismo, contro il progetto di religione mondiale, contro la Pachamama in Vaticano, ecc.

Se c'è una religione che ha saputo dialogare e integrare le influenze culturali degli altri popoli, è proprio l’ebraismo e il cristianesimo segue la stessa linea. Lo testimonia la Bibbia, persino nella sua capacità ad essere tradotta rimanendo Parola di Dio (per fare un paragone, il Corano non si traduce. Esistono soltanto “tentativi di traduzione dei significati del Generoso Corano”. La preghiera ufficiale, la Salàt, si può fare solo in arabo). La Storia della Salvezza guidata da Dio però è fatta da uomini e da situazioni diverse. Nella lotta per la purezza dell’Alleanza ci sono fasi di maggiore rigidezza e fasi di apertura. Ma quello che conta è la radice, l’Alleanza in sé. Quando i cattolici tradizionalisti mettono al di sopra dell’obbedienza al Papa dei riti, una lingua morta come il latino, un determinato tempo della Storia idealizzato, rompono oggettivamente l’Alleanza con Cristo, e cadono nei cavilli, “filtrando il moscerino e ingoiando il cammello”Il momento dei Maccabei è una fase rigida. Infatti ad un’aggressione violenta che uccide chi non rinnega la fede dei padri, i Maccabei reagiscono con la resistenza armata e una chiusura zelante sull’osservanza delle tradizioni. Ma non prima della persecuzione aperta.

Sant'Alberto Magno, maestro di san Tommaso d'Aquino, è simbolo della Chiesa aperta agli autori pagani e alla scienza profana nella sua ricerca di approfondimento della fede e di dialogo con la società del suo tempo.

 

Prima Lettura   1 Mac 1, 10-15.41-43.54-57.62-64
Grandissima fu l’ira sopra Israele.

Dal primo libro dei Maccabèi
In quei giorni, uscì una radice perversa, Antioco Epìfane, figlio del re Antioco, che era stato ostaggio a Roma, e cominciò a regnare nell’anno centotrentasette del regno dei Greci.
In quei giorni uscirono da Israele uomini scellerati, che persuasero molti dicendo: «Andiamo e facciamo alleanza con le nazioni che ci stanno attorno, perché, da quando ci siamo separati da loro, ci sono capitati molti mali». Parve buono ai loro occhi questo ragionamento. Quindi alcuni del popolo presero l’iniziativa e andarono dal re, che diede loro facoltà d’introdurre le istituzioni delle nazioni. Costruirono un ginnasio a Gerusalemme secondo le usanze delle nazioni, cancellarono i segni della circoncisione e si allontanarono dalla santa alleanza. Si unirono alle nazioni e si vendettero per fare il male.
Poi il re prescrisse in tutto il suo regno che tutti formassero un solo popolo e ciascuno abbandonasse le proprie usanze. Tutti i popoli si adeguarono agli ordini del re. Anche molti Israeliti accettarono il suo culto, sacrificarono agli idoli e profanarono il sabato.
Nell’anno centoquarantacinque, il quindici di Chisleu, il re innalzò sull’altare un abominio di devastazione. Anche nelle vicine città di Giuda eressero altari e bruciarono incenso sulle porte delle case e nelle piazze. Stracciavano i libri della legge che riuscivano a trovare e li gettavano nel fuoco. Se presso qualcuno veniva trovato il libro dell’alleanza e se qualcuno obbediva alla legge, la sentenza del re lo condannava a morte.
Tuttavia molti in Israele si fecero forza e animo a vicenda per non mangiare cibi impuri e preferirono morire pur di non contaminarsi con quei cibi e non disonorare la santa alleanza, e per questo appunto morirono. Grandissima fu l’ira sopra Israele. 
 
Salmo Responsoriale   Dal Salmo 118
Dammi vita, Signore, e osserverò la tua parola.

Mi ha invaso il furore contro i malvagi
che abbandonano la tua legge.
I lacci dei malvagi mi hanno avvolto:
non ho dimenticato la tua legge.

Riscattami dall’oppressione dell’uomo
e osserverò i tuoi precetti.
Si avvicinano quelli che seguono il male:
sono lontani dalla tua legge.

Lontana dai malvagi è la salvezza,
perché essi non ricercano i tuoi decreti.
Ho visto i traditori e ne ho provato ribrezzo,
perché non osservano la tua promessa.

Canto al Vangelo 
  Gv 8,12 
Alleluia, alleluia.

Io sono la luce del mondo, dice il Signore;
chi segue me avrà la luce della vita.
Alleluia.

Vangelo 
  Lc 18, 35-43
Che cosa vuoi che io faccia per te? Signore, che io veda di nuovo!

Dal vangelo secondo Luca
Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!».
Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato».
Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.
 

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