Albino Luciani,
appena eletto Papa, delineò il suo programma nella Benedizione Urbi et Orbi in
cui risaltano 6 “vogliamo”. Innanzitutto, vuole continuare ad applicare il Concilio
Vaticano II. Dal 1963 ogni Conclave ha eletto alla maggioranza di almeno 2/3,
candidati dichiaratamente favorevoli al Concilio, che sentivano come loro primo compito applicarlo. Questo ci fa comprendere la volontà di Dio per il nostro tempo.
Nessuno dubita della santità di Carlo Borromeo, festeggiato oggi, e che sentì il Concilio di
Trento come risposta ai suoi tempi. Nessuno dubiti che il Concilio
Vaticano II sia la risposta ai nostri tempi. Molti Concili rimasero lettera
morta. Un Concilio diventa vita e volto della Chiesa nella misura in cui lo incarniamo, pagando di persona. Ogni Concilio incontra resistenze, da chi rifiuta il cambiamento, e da chi vuol uscire dalla linea che detta. Il Vaticano II non fa eccezione.
Ecco parte
del Radio messaggio di Papa Giovanni Paolo I:
Il Nostro programma sarà quello di
continuare il suo (di Paolo VI), nella scia già segnata con tanti consensi dal
grande cuore di Giovanni XXIII:
- vogliamo cioè continuare nella
prosecuzione dell'eredità del Concilio Vaticano II, le cui norme sapienti
devono tuttora essere guidate a compimento, vegliando a che una spinta,
generosa forse ma improvvida, non ne travisi i contenuti e i significati, e
altrettanto che forze frenanti e timide non ne rallentino il magnifico impulso
di rinnovamento e di vita;
- vogliamo conservare intatta la grande disciplina della Chiesa, nella vita dei sacerdoti e dei fedeli, quale la collaudata ricchezza della sua storia ha assicurato nei secoli con esempi di santità e di eroismo, sia nell'esercizio delle virtù evangeliche sia nel servizio dei poveri, degli umili, degli indifesi; e a questo proposito porteremo innanzi la revisione del Codice di Diritto Canonico, sia della tradizione orientale sia di quella latina, per assicurare, alla linfa interiore della santa libertà dei figli di Dio, la solidità e la saldezza delle strutture giuridiche;
- vogliamo ricordare alla Chiesa intera
che il suo primo dovere resta quello dell'evangelizzazione, le cui linee
maestre il Nostro Predecessore Paolo VI ha condensato in un memorabile
documento: animata dalla fede, nutrita dalla Parola di Dio, e sorretta dal
celeste alimento dell'Eucaristia, essa deve studiare ogni via, cercare ogni
mezzo, « opportune et importune »(12), per seminare il Verbo, per proclamare il
messaggio, per annunciare la salvezza che pone nelle anime l'inquietudine della
ricerca del vero e in questa le sorregge con l'aiuto dall'alto; se tutti i
figli della Chiesa sapranno essere instancabili missionari del Vangelo, una
nuova fioritura di santità e di rinnovamento sorgerà nel mondo, assetato di
amore e di verità;
- vogliamo continuare lo sforzo
ecumenico, che consideriamo l'estrema consegna dei Nostri immediati
Predecessori, vegliando con fede immutata, con speranza invitta e con amore
indeclinabile alla realizzazione del grande comando di Cristo: « Ut omnes unum
sint »(13), nel quale vibra l'ansia del suo Cuore alla vigilia dell'immolazione
del Calvario; le mutue relazioni fra le Chiese di varia denominazione hanno
compiuto progressi costanti e straordinari, che sono davanti agli occhi di tutti;
ma la divisione non cessa peraltro di essere occasione di perplessità, di
contraddizione e di scandalo agli occhi dei non cristiani e dei non credenti: e
per questo intendiamo dedicare la Nostra meditata attenzione a tutto ciò che
può favorire l'unione, senza cedimenti dottrinali ma anche senza esitazioni;
- vogliamo proseguire con pazienza e
fermezza in quel dialogo sereno e costruttivo, che il mai abbastanza
compianto Paolo VI ha posto a fondamento e programma della sua azione pastorale, dandone
le linee maestre nella grande Enciclica « Ecclesiam Suam », per la reciproca
conoscenza, da uomini a uomini, anche con coloro che non condividono la nostra
fede, sempre disposti a dar loro testimonianza della fede che è in noi, e della
missione che il Cristo Ci ha affidata, « ut credat mundus »(14);
- vogliamo infine favorire tutte le
iniziative lodevoli e buone che possano tutelare e incrementare la pace nel
mondo turbato: chiamando alla collaborazione tutti i buoni, i giusti, gli
onesti, i retti di cuore, per fare argine, all'interno delle nazioni, alla
violenza cieca che solo distrugge e semina rovine e lutti, e, nella vita
internazionale, per portare gli uomini alla mutua comprensione, alla
congiunzione degli sforzi che favoriscano il progresso sociale, debellino la
fame del corpo e l'ignoranza dello spirito, promuovano l'elevazione dei popoli
meno dotati di beni di fortuna eppur ricchi di energie e di volontà.
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