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giovedì 28 novembre 2019

ANCORA SULLA VITA TRANQUILLA: DANIELE NELLA FOSSA DEI LEONI E GERUSALEMME CALPESTATA / giovedì XXXIV sett. T.O.



Daniele si fermava tre volte al giorno per pregare, a lungo. Saggezza grande che si è persa. Quanti tra coloro che vengono a Messa o i bambini che si preparano alla Prima Comunione, pregano anche una volta sola al giorno? E quando qualcuno prega è solo per chiedere, chiedere, come i pagani. Non per lodare, non per contemplare, non per ascoltare, non per fare la volontà di Dio.
Mentre Daniele che ha confidato in Dio viene salvato, si applica la legge del taglione ai suoi accusatori: occhio per occhio, dente per dente, vita per vita! Hai chiesto la morte di un innocente, quella stessa pena sarà applicata a te. Un deterrente terribile. Chiaramente siamo contro la pena di morte, ma in tanti altri casi le cose andrebbero meglio se si applicasse questo principio. Per esempio per tutte le querele pretestuose! Purtroppo oggi se qualcuno mi chiede 100 000 euro di danni per aver parlato male di lui, se riesco a provare che ho detto la verità, al massimo lui pagherà le spese processuali e qualche euro simbolico. Dovrebbe pagare lui i 100 000 euro che aveva chiesto a me. Renderebbe più libera e insieme più responsabile l’informazione. Infatti bisognerebbe essere più severi contro le fake news, le calunnie lanciate dai mezzi di comunicazione e dai politici con il solo scopo di azzoppare l’avversario. Voltaire aveva capito che usare la falsità “paga”. E diceva: “Calunniate, calunniate, ne rimarrà sempre qualcosa!” Cioè se calunniate getterete veleno nella vita del vostro avversario e sarà comunque macchiato. Alla fine però c'è tutta una società confusa e consegnata allo spirito del male!
Ma nella condanna degli avversari di Daniele vengono gettati nella fossa dei leoni anche mogli e figli. Muoiono persone innocenti o comunque non colpevoli del crimine commesso dal padre e il testo biblico racconta il fatto senza prendere posizione. Ovunque si pensava che fosse un modo buono per eradicare il male. Solo pian piano maturerà l’idea che i figli non devono pagare per le colpe dei genitori. È ovvio che ancora oggi in tutti i cataclismi naturali, tutte le guerre, tutte le rivoluzioni, tutte le repressioni, persone innocenti sono coinvolte e talvolta uccise. Ma Gesù manifesta la sua sensibilità verso i più deboli, verso coloro che non potranno mettersi in salvo: guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano in quei giorni”.
Il messaggio centrale di queste letture è quello di una formidabile speranza, di una forza straordinaria: Dio libera i suoi amici. Non chiedere (troppo) una vita senza tribolazioni saresti deluso, ma chiedi piuttosto la forza di affrontare le difficoltà, rimanendo fedele a Colui che “libera dalle fauci dei leoni”, anzi, “risollevati e alza il capo”.

Prima Lettura   Dn 6, 12-28
Dio ha mandato il suo angelo che ha chiuso le fauci dei leoni.
Dal libro del profeta Danièle
In quei giorni, alcuni uomini accorsero e trovarono Daniele che stava pregando e supplicando il suo Dio. Subito si recarono dal re e gli dissero riguardo al suo decreto: «Non hai approvato un decreto che chiunque, per la durata di trenta giorni, rivolga supplica a qualsiasi dio o uomo all’infuori di te, o re, sia gettato nella fossa dei leoni?». Il re rispose: «Sì. Il decreto è irrevocabile come lo sono le leggi dei Medi e dei Persiani». «Ebbene – replicarono al re –, Daniele, quel deportato dalla Giudea, non ha alcun rispetto né di te, o re, né del tuo decreto: tre volte al giorno fa le sue preghiere».
Il re, all’udire queste parole, ne fu molto addolorato e si mise in animo di salvare Daniele e fino al tramonto del sole fece ogni sforzo per liberarlo. Ma quegli uomini si riunirono di nuovo presso il re e gli dissero: «Sappi, o re, che i Medi e i Persiani hanno per legge che qualunque decreto emanato dal re non può essere mutato».
Allora il re ordinò che si prendesse Daniele e lo si gettasse nella fossa dei leoni. Il re, rivolto a Daniele, gli disse: «Quel Dio, che tu servi con perseveranza, ti possa salvare!». Poi fu portata una pietra e fu posta sopra la bocca della fossa: il re la sigillò con il suo anello e con l’anello dei suoi dignitari, perché niente fosse mutato riguardo a Daniele. Quindi il re ritornò al suo palazzo, passò la notte digiuno, non gli fu introdotta nessuna concubina e anche il sonno lo abbandonò.
La mattina dopo il re si alzò di buon’ora e allo spuntare del giorno andò in fretta alla fossa dei leoni. Quando fu vicino, il re chiamò Daniele con voce mesta: «Daniele, servo del Dio vivente, il tuo Dio che tu servi con perseveranza ti ha potuto salvare dai leoni?». Daniele rispose: «O re, vivi in eterno! Il mio Dio ha mandato il suo angelo che ha chiuso le fauci dei leoni ed essi non mi hanno fatto alcun male, perché sono stato trovato innocente davanti a lui; ma neppure contro di te, o re, ho commesso alcun male».
Il re fu pieno di gioia e comandò che Daniele fosse tirato fuori dalla fossa. Appena uscito, non si riscontrò in lui lesione alcuna, poiché egli aveva confidato nel suo Dio. Quindi, per ordine del re, fatti venire quegli uomini che avevano accusato Daniele, furono gettati nella fossa dei leoni insieme con i figli e le mogli. Non erano ancora giunti al fondo della fossa, che i leoni si avventarono contro di loro e ne stritolarono tutte le ossa.
Allora il re Dario scrisse a tutti i popoli, nazioni e lingue, che abitano tutta la terra: «Abbondi la vostra pace. Per mio comando viene promulgato questo decreto: In tutto l’impero a me soggetto si tremi e si tema davanti al Dio di Daniele,
perché egli è il Dio vivente,
che rimane in eterno;
il suo regno non sarà mai distrutto
e il suo potere non avrà mai fine.
Egli salva e libera,
fa prodigi e miracoli in cielo e in terra:
egli ha liberato Daniele dalle fauci dei leoni».

Salmo Responsoriale   Dn 3,68-74
A lui la lode e la gloria nei secoli.

Benedite, rugiada e brina, il Signore.
Benedite, gelo e freddo, il Signore.
Benedite, ghiacci e nevi, il Signore.
Benedite, notti e giorni, il Signore.
Benedite, luce e tenebre, il Signore.
Benedite, folgori e nubi, il Signore.
Benedica la terra il Signore,
lo lodi e lo esalti nei secoli. 

Canto al Vangelo
    Lc 21,28
Alleluia, alleluia.

Risollevatevi e alzate il capo,
perché la vostra liberazione è vicina.
Alleluia.


Vangelo   
Lc 21, 20-28
Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti.
Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».  

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