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martedì 30 gennaio 2024

È PERMESSO MIGLIORARE UNA PARABOLA DI GESÙ? LA PARABOLA DEL SEMINATORE.



È permesso migliorare una parabola di Gesù? Che presunzione! Lo so che la catechesi si fa nello Spirito Santo e vediamo che già chi ha scritto i Vangeli e gli Apostoli nelle loro lettere hanno adattato le immagini usate da Gesù al loro uditorio per cui nella parabola del lucernario si riconosce la casa greca e quella ebraica, ecc.

Andiamo al dunque. Diceva Gesù alla folla: 

"Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un'altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c'era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un'altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno". E diceva: "Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!". (Marco 4,3-9)

Sappiamo che questa è la prima parabola di Gesù nel racconto di Marco, quindi di fondamentale importanza. E Gesù ai suoi discepoli spiega ogni cosa: “Il seminatore semina la Parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando l'ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro. Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l'accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno. Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto. Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l'accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno". (Marco 4, 14-20).

Guardando il mio cuore lo vedevo un po' strada, ma soprattutto incostante come il terreno pietroso, e ingombrato come il terreno pieno di spine. Ma mi rincuorava il pensiero che sotto a tutto ci fosse comunque la buona terra. 

Ma da allora ho scoperto che se vuoi migliorare un terreno, renderlo (più) produttivo, la cosa più importante è seminarlo, metterci delle piante. È la vita che mette in moto la vita. Le piante con le radici sono il migliore alleato contro l’erosione ma fanno molto di più, fanno penetrare anche l’aria e l’acqua, la linfa trasforma la roccia in vita che diventa materia organica che arricchisce il terreno, mentre le piante si aiutano a vicenda. Le piante sono la struttura portante della biodiversità. Dalle radici al tronco, ai rami ai frutti e alle chiome favoriscono la biodiversità, dai microrganismi a tutti gli altri animali più evoluti che entrano nel circolo virtuoso della vita, creano ecosistemi. 

Così comprendiamo che tutto è Grazia prima ancora che tu te ne renda conto e veramente senza Gesù non puoi fare nulla. Ma lui invece fa di tutto per la tua crescita e in vista di una tua vita che porti molto frutto. La Parola di Dio infatti è creatrice, ti dona la vita e plasma lei stessa il tuo cuore rendendolo terreno buono, sempre più capace di accogliere questa Parola e comprenderla (parallelo in Matteo 13, 23) di ascoltarla con cuore onesto e buono, di custodirla e quindi portare frutto con perseveranza (parallelo in Luca 8,15). 

La Parola di Dio crea comunione, un ecosistema dove puoi crescere in sicurezza e con profitto ed è la comunità. 


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