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giovedì 1 febbraio 2024

DUE EPISODI DEL CURATO D'ARS SUL PURGATORIO E L'INFERNO.


Ancora sull’inferno (che potrebbe essere ) vuoto o meno, vale la pena ricordare un doppio aneddoto del Curato d’Ars. 

Una donna disperata viene ad Ars e, mentre è ancora notte fonda, si assiepa con gli altri pellegrini sulla via strettissima che separa la porta del giardino della canonica e la porticina laterale della chiesa. Infatti il Curato sta per uscire e iniziare la sua lunga giornata di confessioni. Il Curato esce, si gira, chiede largo e si avvicina a quella signora che sta varie file indietro e le dice: “Stia tranquilla, suo marito sta in purgatorio!” Lei lo guarda esterrefatta ma il Curato prosegue subito: “faccia dire molte messe, perché sta molto giù nel purgatorio … sì, suo marito che si è suicidato quest’inverno gettandosi da un ponte nel fiume di (e cita il nome)…!”. La signora annuisce. È  tutto vero. Dice il Curato: “Lei pregava tanto per la sua conversione e lui bestemmiava, si reputava libero pensatore. Ma si ricorda che qualche volta ha accettato di andare in giardino a cogliere rose per l’altarino che lei allestiva per la Madonna nel mese di maggio? Ebbene, per questi gesti di buona volontà e la preghiera di lei, la Madonna gli ha ottenuto un atto di pentimento tra il ponte e l’acqua. Lo ritroverà in paradiso”. 

Questo episodio, confermato dai fatti vissuti dalla signora ci incoraggiano molto nel credere nel potere della preghiera anche se non si vedono gli effetti e nella volontà del Signore di salvare tutti i suoi figli.

Ma c'è almeno anche un altro episodio che appare di segno opposto. I familiari presentano al Curato d’Ars la foto di un uomo e gli chiedono: “si è salvato?”. Egli risponde: “ ha rifiutato di confessarsi!”, alza le spalle e se ne va. 

La domanda è: ma se tu credi che il Curato d’Ars aveva la grazia di sapere che il primo, il suicida, è stato salvato, devi credere anche che aveva la grazia di sapere che il secondo si è dannato! Cioè, se dai credito ad un episodio devi dare lo stesso credito al secondo, visto che anche lì, nessuno aveva detto al Curato che quell’uomo aveva rifiutato di confessarsi! È vero che i santi non azzeccano sempre, come santa Brigida che aveva questa chiaroveggenza ma non sempre è riuscita a comprendere la verità, ma non ci arrampichiamo sugli specchi… 

Però c'è una differenza tra i due episodi. Nel primo, il Curato d’Ars dice chiaramente che quell’uomo sta in purgatorio, nel secondo non dice che l’altro sta all’inferno. Da uomo santo è forse scioccato dal fatto che un cristiano, in punto di morte, abbia rifiutato la grazia così grande di potersi confessare. La sua reazione, forse molto umana, è comunque un forte ammonimento alla famiglia e a tutti noi a considerare il grande valore degli aiuti che Dio ci offre.

Ed è proprio questo lo scopo di raccontare questi episodi: rallegratevi per la grandissima misericordia di Dio che cerca in ogni modo di tenere aperto il nostro cuore e “dedicatevi alla vostra salvezza con rispetto e timore” (Filippesi 2, 12; vedi anche Ebrei 4, 1; Ebrei 12, 28; e anche 1 Pietro 1, 17: “E se chiamate Padre colui che, senza fare preferenze, giudica ciascuno secondo le proprie opere, comportatevi con timore di Dio nel tempo in cui vivete quaggiù come stranieri”), sapendo però che “Nell'amore non c'è timore, al contrario l'amore perfetto scaccia il timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell'amore". (1 Giovanni 4, 18). 

L’inferno esiste e bisogna prendere molto sul serio il rischio di caderci io, oppure che qualcuno ci cada che poteva essere salvato se avessi fatto tutto quello  che potevo perché veda la luce. Tanto più che, dice san Tommaso d’Aquino, il praticare le virtù fa maturare le persone, le rende felici. È la Beatitudine delle virtù!

Purtroppo mentre anni fa quando qualcuno stava per morire ci si preoccupava di fargli ricevere i sacramenti e anche che si riconcili con tutti, oggi sembra che l'ideale è che muoia nel sonno, senza accorgersene, come se la nostra vita fosse senza senso, e dopo la morte non ci fosse altro che il nulla.


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