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lunedì 26 febbraio 2024

QUALE DIO BUONO PUÒ CHIEDERE A UN PADRE DI UCCIDERE IL PROPRIO FIGLIO? / II Dom di Quaresima, B, 2024


Che scena tremenda quella del sacrificio di Isacco! Perché un Dio buono chiede a un padre di sacrificargli il suo figlio, l’unico figlio? Perché fa bene a tutti e due, padre e figlio. Dio non vuole il sacrificio fisico di Isacco - la vita è sacra! -  ma lascia Abramo all’oscuro di questo affinché il suo sacrificio spirituale sia totale. 

L’idolatria che si sta verificando in moltissime famiglie verso figli o nipoti impediscono sia a genitori che discendenti di crescere in modo sano e talvolta di diventare capaci di affrontare la vita in modo adulto. La differenza tra tantissimo affetto - che è una grazia  - e un affetto morboso non è sempre facile da determinare. Si può comprendere che non si cammina bene partendo da due punti di vista: non metto Dio al primo posto nella mia vita, e non spingo figli o nipoti a mettere Dio al primo posto. Vedo che non do una giusta libertà e responsabilità a figli e nipoti.

Quello  che Dio ci chiede, lo fa lui per primo, sempre! Dio non ha risparmiato il suo Unigenito. Questo dono totale a noi peccatori è la certezza di trovare misericordia presso Dio. Una misericordia seria, che costa la morte di Gesù e non va calpestata, ma che rimane per noi, fino alla fine. Con la trasfigurazione Gesù mostra la sua divinità senza essere passato attraverso la croce. La sua crocifissione risulta allora totalmente libera (entrando liberamente nella passione), voluta per noi, per aprirci la via del ritorno al Padre, stare accanto a noi anche nei momenti più bui. Beato chi segue Gesù ed entra nella propria croce vedendola illuminata dall’amore di Dio. Nel nostro profondo, la croce rimarrà sempre scandalosa e assurda, ma possiamo con un atto di fede e l’esperienza sempre più radicata del nostro vivere cristiani, vederla con gli occhi di Dio e sentire nascere in noi la virtù della speranza.  


Prima Lettura  Gn 22,1-2.9a.10-13.15-18  Il sacrificio del nostro padre Abramo

Dal libro della Gènesi

In quei giorni, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò».

Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito».

Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio.

L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce».

    

Salmo Responsoriale  Dal Salmo 115  Camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi.

Ho creduto anche quando dicevo: «Sono troppo infelice». Agli occhi del Signore è preziosa la morte dei suoi fedeli.

 Ti prego, Signore, perché sono tuo servo; io sono tuo servo, figlio della tua schiava: tu hai spezzato le mie catene. A te offrirò un sacrificio di ringraziamento e invocherò il nome del Signore.

Adempirò i miei voti al Signore davanti a tutto il suo popolo, negli atri della casa del Signore, in mezzo a te, Gerusalemme.

     

Seconda Lettura  Rm 8,31b-34  Dio non ha risparmiato il proprio Figlio 

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui?

Chi muoverà accuse contro coloro che Dio ha scelto? Dio è colui che giustifica! Chi condannerà? Cristo Gesù è morto, anzi è risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi!

  

Canto al Vangelo    Cf Mc 9,7  Lode e onore a te, Signore Gesù! Dalla nube luminosa, si udì la voce del Padre: «Questi è il mio Figlio, l’amato: ascoltatelo!». Lode e onore a te, Signore Gesù.

 Vangelo  Mc 9,2-10  Questi è il Figlio mio, l'amato

Dal vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli.

Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.

Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.


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